Fede e carità = farsi prossimo  
 
Vieni Spirito del Padre e di Gesù
guidaci verso tutta la verità
aiutaci a dimorare nell'amore di Gesù
a ricordare e a compiere
tutto quello che Gesù ci ha insegnato.
Signore accresci in noi la fede
come radice di ogni vero amore verso l'uomo.
Come possiamo testimoniare il tuo amore?
Tu un giorno ci hai raccontato di un uomo che scendeva da Gerusalemme a Gerico
e fu assalito dai briganti
Signore, quell'uomo ci chiama.
Aiutaci a non restare tra le mura del cenacolo e facci diventare prossimo di ogni uomo nella strada di Gerico.
 
La carità è un dono. Dobbiamo implorarla per amare Dio sopra ogni cosa, per amare il prossimo come noi stessi,  per rimanere entusiasti e stupefatti dell'amore di Cristo. Ciò che deve sforzare l'inerzia nostra è la contemplazione dell'amore di Cristo. Svegliamoci! Non si può continuare così, dobbiamo rinnovare completamente i nostri schemi di vita per aprirci agli immensi bisogni dei fratelli.  Svegliamoci! E' mai possibile che, dopo essere stati tanto amati noi siamo ancora così indisponibili al contraccambio e così insensibili alle esigenze di imitare e di testimoniare l'amore che ci è stato donato? Nel cap. 10 del Vangelo di S. Luca, Gesù, dopo aver presentato la profonda unità tra l'amore di Dio e l'amore del prossimo, racconta la parabola del buon Samaritano, per indicare l'ampiezza illimitata e incondizionata con cui dobbiamo farci prossimo di ogni uomo. Possiamo cogliere in questa parabola, quattro momenti:
Un primo:   urgenza di uscire dalla città fortificata, Gerusalemme, per metterci in missione, sapendo dei pericoli, imboscate ecc.
Un secondo:   Il pauroso spettacolo della durezza dei cuori. Di fronte a un oceano di dolore .. passare oltre!
Un terzo:   La misericordia, la carità che deve caratterizzare colui che vuole imitare Cristo Gesù.
Un  quarto:   Le caratteristiche dell'amore: premura, attenzione, non lo  abbandona, versa quanto ha.
Per la nostra meditazione prenderemo in esame quattro punti e precisamente:
  • Sulla strada che va da Gerusalemme a Gerico, sbocciò la carità. Nel cammino della nostra comunità, commino della nostra vita, deve necessariamente sbocciare la carità.
    • “va e fai anche tu lo stesso”. E' un comando!
    • E' il risultato dell'imitazione di Cristo, se c'è .. (Eucaristia)
    • E' la logica conseguenza della fede-vita-cultura.
    • Se non c'è la carità, non c'è cristianità, né salvezza.
    • “Alla sera della nostra esistenza saremo giudicati nella carità”  
Nel cammino della nostra comunità è veramente sbocciata la carità. Quante iniziative, proposte, lacrime asciugate, dolori leniti! E lo dico con convinzione. Ma quanto infinitamente di più avremmo potuto fare in tutto il tempo libero a nostra disposizione e se tanti altri avessero operato! Oftal. Immigrati. Centro sociale. Moribondi. Scuola per analfabeti. Volont. 45. Telef. amico. Terzo mondo. Raccolta di carta. Fin dall'inizio: in cascina. Natale per malati giovani ecc. L'aspetto carità è sempre stato centrale. Fondamentale come mezzo educativo e come fine: amore non a parole ma con opere. Le nuove povertà ci interpellano. Le nuove povertà, tipiche del nostro tempo, esplodono con particolare intensità nel nostro tempo nella nostra struttura sociale: è l'insicurezza del lavoro o della casa, la solitudine e l'emarginazione, l'immigrazione da guidare, le forme di asocialità, le angosce esistenziali ecc. ci tengono continuamente sotto pressione, sforzando la nostra pigrizia e chiedono nuovi interventi. E' necessario, per noi personalmente e per la comunità tutta, rimetterci e rimanerci, con gli occhi e orecchie ben aperte, sulla strada di Gerico. L'altro è Cristo. Sul servizio all'altro dipende la nostra realizzazione eterna. “Mi avete…  venite..”. Dobbiamo nuovamente rifondare la nostra esistenza nella carità, grande, infinita, attenta: dobbiamo dedicare tempo, iniziative, fantasia ai malati, tossicodip. handicappati; dobbiamo aprirci a tutte le necessità, dare voce a chi non ha voce (radio, giornali). La carità è il primo valore da salvaguardare, è la cultura in atto che nasce dalla fede, ha il primo posto e non tollera incertezze o ritardi. La carità è il segno della fede! Nella carità i singoli credenti e tutta la Chiesa esprimono se stessi, la loro profonda identità. L'identità profonda del cristiano sta nel seguire Gesù, il discepolato, fare ciò che Lui ha fatto. Questa testimonianza nei confronti di Gesù. Ma Gesù è in ogni uomo. Testimoni allora dell'amore nei confronti di ogni uomo.
La Pasqua è la testimonianza suprema di Gesù che si rinnova nella Eucaristia. Ogni cristiano è chiamato a vivere ogni giorno la Pasqua - l'Eucaristia: morire per dare la vita al mondo, vivere di carità. L'Eucaristia che riceviamo è la forza pasquale che continua nel mondo: è la sorgente inesauribile della carità. Quando vediamo migliaia di persone che vanno all'eucaristia e poi sono  ferme nella carità, non si capisce più niente..! E' illogico. E' contraddittorio. Oppure tradimento..! La comunità che vive la carità, che è carità è la storicizzazione dell'Eucaristia, della Pasqua, oggi, in questo momento. La comunità che nasce dalla Eucaristia-pasqua è la eucaristia visibile e spirituale per il mondo. La comunità è il pane spezzato e il vino versato visibile ovunque, per il mondo. La carità è il cuore della Trinità che diviene Cristo, Pasqua, Eucaristia, comunità, missionarietà, promozione umana. La comunità dunque che nasce dalla Pasqua. Eucaristia è continua decisione di persone mature nella carità che vogliono rispondere affermativamente a Cristo e che sono affascinati dall'immenso amore di Cristo e rinunciano a vivere dell'orgoglio, dell'egoismo, dei propri interessi per evidenziare l'amore di Cristo nell'essere una cosa sola o nel servire concretamente i fratelli. Che cosa è scattato nella vita del Samaritano per arrivare a tanto? Che cosa deve scattare in noi  per fare altrettanto? Sì, deve scattare perché dalla presenza vivace della comunità nella carità dipende la salvezza di un numero infinito di persone. Se non scatta è perché non c'è vita con Cristo, non c'è vita di comunione..La carità passa dalla comunione alla comunità. In forza della comunione coltiva l'amicizia fraterna, è attenta ai bisogni di tutti, suscita vocazioni al servizio generoso di tutti, si apre ai problemi del mondo, accoglie i più piccoli, i più poveri, gli ultimi, cerca le vie concrete della pace, favorisce gli itinerari della riconciliazione, esercita un influsso benefico sulla vita sociale e politica.
La carità ci spinge a guardare l'uomo così com'è, con il suo carico di peccato e di miseria, Deve tener conto di tutta una situazione di guerre, divisioni, ingiustizie e operare! La carità ci spinge ad affrontare i concreti problemi della vita di comunità!
La carità ci spinge ad affrontare i concreti problemi della vita del mondo. Il desiderio di concretezza e di dialogo nell'esercizio della carità deve indurci a rileggere il cap. 25 di Mt.
Unico criterio al giudizio finale sarà l'esercizio concreto della carità attuato. Spesso i credenti si riempiono la bocca di parole, ma non fanno la volontà del Padre mentre è possibile trovare realismo, concretezza, impegno fraterno anche in altri che non credono. Riveliamo il volto paterno di Dio con le opere della carità fraterna. La fede in Gesù ci dia la forza di stare a fianco a ogni povertà, sofferenza, ingiustizia, con la volontà di cambiare le cose. Fondiamo nell'amore di Dio la netta dedizione al prossimo. Il mondo come potrà credere in un Dio che non vede? Nel sentirsi amato, aiutato dalla comunità che diviene la presenza reale dell'amore di Dio!
  • … Ma c'è chi.. passa oltre!
Si vede l'oceano di male, di necessità, di urgenze e … si passa oltre! Non è affar mio.. non so che fare.. sono impegnato. Nella parabola del Buon Samaritano c'è un penoso intervallo tra il gesto criminale dei ladri e l'intervento del soccorritore. E' il deludente comportamento del sacerdote e del levita. Dobbiamo riconoscerci. In questi due personaggi riviviamo oggi tre difficoltà nell'esercizio della carità: la fretta, la paura, la ricerca di un alibi.
  • la fretta- è il difetto che balza immediatamente all'occhio. Quei due non hanno tempo rifermarsi . Non vogliono neppure esaminare la situazione. Nella società attuale, amare con [paziente] concretezza il fratello povero, bisognoso, oppresso significa non limitarsi a fare qualche intervento personale ma anche cercare e risanare le condizioni economiche sociali, politiche della povertà o della ingiustizia. Oggi bisogna andare al di là di ciò che allora il Samaritano aveva fatto. Purtroppo la fretta e la superficialità caratterizzano i nostri incontri con il prossimo e se facciamo qualcosa è per toglierci un grattacapo. Al contrario bisogna consacrare tempo, calma, prepararci adeguatamente all'impegno sociale, politico e anche fino in fondo. E' necessario studiare, confrontarsi, vedere le forme migliori di servizio, agitare e sostenere le forme di volontariato e le assistenze pubbliche. Ma tutto ciò può avvenire se superremo la fretta, legata al “tranquillizzarci la coscienza” con qualcosa.
  • la paura. Dietro la fretta dei due si nasconde pure una realtà più grave: la paura di impegnare la propria persona. Se ci si ferma è necessario poi interessarsi, dare tempo, agire con pazienza, essere pronti a tutto. Allora si preferisce passare oltre. Quando qualcuno ti chiede qualcosa.. quando ti mettono al corrente.. quanto si è invitati ad un incontro.. la paura dell'impegno .. si preferisce passare oltre.
  • l'alibi. L'uno sacerdote l'altro levita e dovevano scendere a Gerico per impegni. Il compito urgente dei due diviene un alibi per non perdere tempo con il poveretto. Anche la nostra fretta e superficialità sono un alibi, trovano un alibi. La carità dovrebbe essere il suggello della comunità, è il momento supremo di verifica e di autenticità della comunità. Se cerca un alibi e non concretizza è nel peccato. Quanti alibi procuriamo! Dobbiamo studiare, vengono dei parenti, devo andare a .. e non si partecipa o si delega. Tanti pensano che l'esercizio concreto della carità verso chi è nel bisogno è un fatto facoltativo che va delegato a che ha tempo o doti o inclinazione a fare questo. E' vero che un gruppo animatore è normalmente indispensabile per suscitare e coordinare i servizi della carità ed è vero anche che alcuni servizi hanno bisogno di persone specializzate ma è anche vero che la carità è un affare di tutti e richiede il contributo personale di tutti. Un'altra necessità che non vuole alibi è la collaborazione. E' un immenso campo di servizi, leggi, novità e se da un lato è necessario dinamismo, genialità, fantasia ecc. dall'altro importa la collaborazione ha diversi organismi per far fronte alle necessità, anche perché la povertà non si risolve con un atto sporadico ma importa una continuità istituzionale. Nella vita della Chiesa di oggi la liturgia può essere un alibi; l'azione di preparazione catechistica ai bimbi e sacramentaria può essere un alibi. La comunità cristiana deve realmente confrontarsi con le reali, persistenti necessità..!
  • Noi dobbiamo misurarci sulla tenerezza di Dio.
Chiediamo allo Spirito Santo che ci comunichi la tenerezza di Dio, la capacità di vivere nella e della sua carità, di aiutarci a conoscere le vie misteriose attraverso le quali il miracolo della carità accade. Chiediamo di non seguire i passi frettolosi e egoisti del sacerdote e levita, ma di camminare nella Sua tenerezza come il Samaritano.
Ad un certo punto la parabola evangelica dice che il Sam. si senti “mosso a compassione nelle sue viscere”. Vuol dirci che una esperienza intensa gli ha aperto gli occhi, esperienza di tenerezza che lo ha spinto a farsi prossimo, Vivere in compagnia di Dio vuol dire avere questi momenti contemplativi vuol dire provare la tenerezza di Dio, la carità verso il bisogno. Chiediamo allo Spirito che ci faccia capire le parole di Gesù a riguardo della carità.
Gesù ha sintetizzato il suo pensiono rispondendo alla domanda di un maestro della legge circa il comandamento più grande. L'episodio è raccontato da Mt. 22, 34-39; Mc 12,28-34; Lc 10,25-28.
Conosciamo tutti la risposta di Gesù:  il comandamento più grande è amare Dio e amare il prossimo. Con queste espressioni Gesù richiama alcuni passi dell'A.T. Deut. 6,4-5; Lev. 19,17-18.
Mentre ricorda la legge antica Gesù introduce due novità importanti:
La prima: l'unione dei due comandamenti. Come ami Dio così ami…
La seconda: è la rivoluzionaria concezione del prossimo.
Il prossimo non esiste già. Prossimo si diventa. Prossimo non è colui che ha già con me dei rapporti di sangue, di razza, di affari ecc. ma colui verso il quale-forestiero, nemico ecc. mi avvicino, faccio un passo! Dio è Padre di tutti. Se amo Dio devo amare tutti i fratelli al di là della razza, colore ecc.
Il modello del discepolo è l'amore del Padre verso tutti: “siate perfetti come è Perfetto..”  Nel Vangelo di Giov. un'altra novità: “Comandamento nuovo vi do..” 13,34-35. Vi riconosceranno e riconosceranno il Padre dall'amore dei discepoli.
Il N.T. illustra l'inesauribile ricchezza della Parola di Gesù mostrando come essa è diventata fonte di vita nuova nella storia concreta delle prime comunità cristiane. La comunione dei beni che si viveva era un modo concreto per esprimere la novità di vita. Questo gesto è collegato alla preghiera At. 2,42-47; 4,33-37 all'ascolto della Parola, alla Eucaristia: dunque la comunione dei beni diventava espressione della fede del Signore risorto.
E' un gesto libero. Nessuno è costretto a farlo. At. 5,3-4. La carità spinge, chi l'accetta, a manifestare anche nel campo sociale la vita nuova dei credenti: la comunione dei beni è uno di questi gesti. C'è un rapporto dinamico continuo tra carità e gesti concreti. Se hai la carità questa la si nota nei gesti. S. Paolo descrive la vita come carità, offerta di noi e tutte le caratteristiche della carità. Vivere la carità come l'ha vissuta Cristo è il vero culto a Dio gradito. Ef. 4,32; 5,2. La vita del cristiano è  gesto continuo di carità, quindi è continuo culto! Cap. 13 ai Cor. v. 1-13. 1-3 La carità più grande di tutto! 4-7 Manifestazione della carità. 8-13: espressioni della carità. La carità: Dio ci ha amati per primo. “Tu ci ha amati per primo..” La carità: chiede gesti concreti. “Non solo a parole..” Prima lettera di S. Giov. 3,16-18; 4,10; 12,19-20; 5,1-2. Quanto ha fatto la carità lungo i 20 secoli della Chiesa! Innanzitutto attraverso la Liturgia: si è rivelato il mistero dell'amore di Dio. La predicazione, i sacramenti: quante lacrime asciugate nel confessionale… Eucaristia…
La Parola proclamata in infinite circostanze e la carità verso tutti, le iniziative, le costruzioni.
I santi della carità! S. Vincenzo de' Paoli “Sforziamoci di diventare sensibili alle sofferenze e alle miserie dei poveri. Preghiamo Dio per questo che ci doni lo Spirito di misericordia e di amore”.
“Il servizio ai poveri deve essere preferito a tutto. Non ci devono essere ritardi. Se lasciate l'orazione per servire un povero sappiate che fare questo è servire Dio”. S. Ambrogio ecc. All'inizio della vita della Chiesa è solo vissuta all'interno della comunità. Dist. dei beni, istituzioni dei diaconi, colletta per altre comunità. Finite le persecuzioni la carità si estende a tutto e a tutti. Nel Medio evo esplodono mille iniziative = la carità diviene continuamente il valore unificante e fondante che rende cristiani tutti i gesti. Uno può definirsi cristiano quando vive nella carità. S. Agostino: se taci.. se parli.. se agisci: tutto nella carità! Abbi la carità e poi compi tutto ciò che la carità ti fa volere”.
Oggi la carità si impara in forme e attuazioni diverse che nel passato. Le situazioni sono mutate. La carità non è solo gesto ma deve andare alla radice, deve farsi giustizia, deve influenzare il sistema politico. La carità si è fatta carico delle nuove povertà: locali, naz. e intern.: nascono i nuovi gesti: sono istituti, centri, volontariati naz. e intern.  La carità si lascia interpellare dalle infinite nuove situazioni, dai nuovi poveri, dalla nuova emarginazione. La conoscenza repentina di catastrofi ecc. ci interpellano e ci muovono!
Carità e riconciliazione! Carità a sostegno dei valori morali!
  • … e compiere gesti storici-realmente!
… versò olio e vino!
Il Samaritano compie gesti concreti: olio e vino versati nelle piaghe, fasciatura delle ferite, il trasporto sulla cavalcatura, l'assistenza premurosa nella locanda, i due denari versati al padrone dell'albergo con l'impegno di rifondere tutte le spese ulteriori. Questi gesti sono molto semplici e umili. Sappiamo ormai che la carità è più grande di loro. Eppure in essi si esprime concretamente la carità. Sono un segno! Quale carità dobbiamo esprimere concretamente oggi noi?
Sottolineiamo cinque ambiti di testimonianza della carità:
Prima testimonianza della carità: amore fraterno dentro la comunità cristiana. E' il comando di Gesù. E' la testimonianza della credibilità del suo amore. Alcuni punti di meditazione:
  • la carità fraterna nasce dalla medit. della Passione; dalla Eucaristia, dalla Parola. E' necessario dare un ritmo più vivo, dinamico, che crei coscienza a questi momenti… E' necessario esaminarci! La messa…!
  • la carità vera dà orientamenti sinceri a ogni persona. E allora la comunità deve evidenziare conseguentemente rapporti personali sinceri, gioiosi, pazienti, accoglienti. Seconda strofa del Cap. 13 di S. Paolo ai Corinti. Se c'è questa carità, deve emergere, apparire, diventare luce, faro, esempio! deve trascinare…!
E' da sfruttare il tempo libero! La domenica come giorno dell'amicizia, degli incontri fraterni, della gioia rasserenatrice della visita ai malati, dell'accoglienza, dell'impegno ecc! E' il momento dell'invito ai lontani.. C'è da esaminarci con attenzione … come evitare, a che cosa ecc.
  • Proprio dei rapporti nuovi, comunitari, fraterni è necessario sottolineare la necessità della edificazione reciproca con parole ed esempi di umile servizio e luminosa bontà. La correzione fraterna, la puntualità, il metterci al servizio per la riuscita di qualcosa, la comunicazione delle esperienze di fede durante il raggio, le esperienze fatte alla luce del Vangelo in casa, nel quartiere ecc. Una certa quale esperienza dei beni in comunione. Pranzare insieme e accogliere handicappati ecc.
  • La carità trova il suo campo privilegiato nei carismi e vocazioni di ciascuno. Ognuno ha una propria originalità:
  vocazioni alla vita contemplativa
  vocazioni alla vita attiva nella carità
  vocazioni alla vita familiare = stile di vita evangelico..!
Seconda testimonianza: la prossimità personale verso gli ultimi. E' un aspetto irrinunciabile della carità. Nella parabola del Sam. è un momento fondamentale.
  • riscoprire il valore dell'elemosina cioè dell'intervento immediato che non pretende di risolvere tutto ma fa quello che è possibile al momento. Poi si andrà a monte del problema ma intanto va aiutato..! L'accoglienza è il primo modo di essere della carità. Poi le grandi risoluzioni politiche. E' tutto ciò diviene fortemente educativo per ciascuno di noi. Attenzione agli alibi.. è inutile… vada all'assistenza pubblica! E' in modo di entrare in relazione con il dolore e portare serenità, coraggio; è un modo di esprimere la fede e amare il fratello.
  • è necessario una grande attenzione agli ultimi. Sono i più bisognosi, i più trascurati, al limite delle resistenza: occorre intervenire con urgenza, con assoluta priorità.
Gli ultimi non riescono a farsi sentire, ad attirare l'attenzione. Gli ultimi vanno preferiti: sono coloro che Gesù ha amato. Far sentire a loro l'amore di Dio che non li ha abbandonati. E' necessario allora esaminarci e rinnovarci su questi punti:
  • dare voce a chi non ha voce, scoprendo le forme sempre nuove di povertà [e] stentano a farsi notare..
  • attrezzare la nostra comunità di strumenti e mezzi di punto intervento per i casi difficili che non possono essere affrontati dai normali mezzi dell'assistenza sociale.
  • creare raccordi con l'assistenza pubblica onde facilitare gli aiuti o i mezzi.
La vicinanza agli ultimi deve essere rinnovata in una prospettiva di fede diversamente, dopo il primo entusiasmo, tutto può crollare! La carità si fonda nella fede!
Terza testimonianza animazione sociale.
L'animazione sociale comporta tutti quegli interventi che tendono a creare una umana sensibilità nella società, un'attenzione più vera ai bisogni delle persone, un insieme di programmi economici, di iniziative assistenziale e di attività culturali che favoriscano l'accoglienza, l'inserimento sociale. E' l'appello ai valori morali fatto precedentemente. Coloro che vivono di questi valori quando si incontreranno nuove strutture, forze, leggi, programmi contrapposti, sanno scoprire nuove vie, nuove strutture, scegliere ciò che c'è di buono per la libertà e dignità di ciascuno. Tre segni concreti:
  • la vita economica: legata alla legge del profitto e della lotta di classe. Una maggiore attenzione farebbe emergere nuove vie più umane per risolvere i problemi che tentano invano di risolvere.
  • Le persone portatrici di handicap. Quanto si può fare perché si sentano socializzate e valorizzate nella società!
  • La terza età. Impediti, emarginati, in nessun conto. Quanto sarebbe opportuno.. e che infinite forze, saggezze potrebbero ..
Sarebbe opportuno, per tutte queste realtà, crearci delle giornate di studio e poi pubblicare, fare, propagare a tutti.
E così per tutte le altre situazioni bisognose, concrete! Si  tratta non solo di esprimere principi ma di incarnarli.. Si tratto poi di agire a livello educativo. I valori morali non vanno solo annunciati. Occorre che la comunità cristiana si impegni, a vari livelli a una seria opera educativa ai valori morali, per i giovani soprattutto.
Quarta testimonianza: discernimento spirituale e pastorale. Si tratta di avere, sui valori morali, una visione cristiana e così nell'uomo e sul suo operato. La visione cristiana è il disegno di Dio nell'umanità: è necessario acquistare come una chiaroveggenza nell'interpretare e giudicare quanto succede nel mondo. Di fronte a una scelta economica o politica, a un costume sociale, a certi orientamenti il cristiano sa che deve orientare tutto verso la civiltà dell'amore,  della giustizia, della fraternità. Il discernimento è un'azione della carità molto importante. (pensiamo alla Radio, giornale ecc.) Soprattutto oggi è un'azione di primaria importanza data la confusione presente nella società.
Quinta testimonianza= impegno politico.
Il buon andamento della vita sociale dipende molto dalla vivacità dell'efficienza, della correttezza dell'impegno politico. Il realismo tenace con cui la carità cerca il bene di ogni uomo, la impegna anche e soprattutto, nel campo delle scelte politiche. (La Chiesa It. e le prospettive del Paese 1981). Qualche indicazione:
  • La situazione politica attuale e la volontà di espandersi in luoghi ove l'iniziativa dei cittadini dovrebbe essere diritto! Scuola, assistenza, quartiere, divertimenti. E' frequentemente improntata secondo ideologie personali. Urgenze delle comunità ad avere tempi e luoghi per il culto, la carità, la catechesi.
  • Distinzione e collaborazione tra Stato e Chiesa in tutto ciò che si può realizzare, programmare a servizio dell'uomo!
  • Un dovere grave della carità cristiana in campo politico è la denuncia dei sistemi generali e delle singole leggi che violano la libertà e la dignità dell'uomo. Situazioni di lavoro, casa, guerre, pace, emarginati, servizi sociali, spesa pubblica!
  • Tutto ciò che abbiamo fin qui detto va ripreso in chiave politica per chi siede nel quartiere, nel palazzo municipale ecc. è l'aspetto propositivo della carità nell'ordinamento pubblico. Le comunità dovranno avere fantasia, genialità e orientare, scoprire, realizzare quanto di meglio si può fare e così sostenere coloro che sono al “potere”.
E' necessario formare una coscienza politica.
Il comando di Gesù è chiaro: “Va e fa anche tu lo stesso”. Ora questo fare è da interpretarsi nella situazione di oggi o va vissuta nell'oggi come una grande testimonianza di carità.