3° Come vivere il mistero di Cristo
 
  • Essere con Lui
 
Vivere il mistero di Cristo - via, verità, vita - è raggiungere la perfezione e lo scopo ultimo dell'esistenza: la gloria di Dio. Allora tutto si riduce a vivere pienamente “il mistero di Cristo”. C'è una formula che riassume mirabilmente tutto quello che dovrebbero fare per scalare le più alte vette dalla perfezione cristiana. L'adopera la Chiesa nel sacrificio della Messa. È il centro e significato della Messa: il sacerdote prende in mano l'ostia e il calice e dice: “per ipsum et cum ipso et in ipso est tibi Deo Patri omnipotenti in unitate Sancti Spiriti omnis honor et gloria
È la glorificazione della Trinità, del Padre. Questa glorificazione, abbiamo affermato, è il fine assoluto della creazione del mondo, della redenzione e della santificazione di tutti gli uomini. E questa glorificazione non può se non passare attraverso Cristo. Fuori di questa strada, qualsiasi altra, anche pi interessante ed elaborata è assolutamente inadatta a conseguire questo fine. Tutto dunque si riduce qui. La vita cristiana, è tutta qui. Per Lui, con Lui, ecc.
 
1) Per Ipsum = Cristo è l'unica via (Gv. 14,6). Nessuno può andare al Padre senza di Lui perché Lui solo conosce il Padre e colui al quale Egli vorrà rivelarlo (Mt. 11,27). La preoccupazione fondamentale, vorrei dire unica del cristiano che aspira alla sua verità, fine ultimo dell'esistenza, deve essere quello di incorporarsi sempre più intimamente a Cristo per compiere tutto per mezzo di Lui. È necessario dunque esaminare per chi apriamo; purificarci con esami particolari e generali e incorporare il tutto, a poco a poco a Cristo, cioè tutte le nostre azioni, opere, studi, programmi perché tutto possa essere presentato al Padre per mezzo e attraverso Cristo. Non è altro se non il significato della messa, la finalizzazione per cui portiamo il pane e il vino per essere offerto al Padre attraverso Cristo che tutto transustanzia. In altre parole: aiutato da Gesù Cristo, a Lui la richiesta, l'offerta, attraverso Lui la nostra devozione al Padre, per Lui il nostro fiat. “Da solo non sono nulla ma per mezzo suo… tutto posso per Lui… questo sacrificio, gioia, lavoro esame per la gloria ma attraverso Lui. E tale nostro atteggiamento sarà accetto al Padre e gli procurerà una grande gloria. Tutto questo lo affermo per la meditazione precedente: ricordiamo che l'eterno Padre ha solo un amore eterno, una preoccupazione eterna, una infinita compiacenza: il suo Figlio. Nulla lo interessa fuori di Lui e se ci ama infinitamente è “perché noi amiamo Cristo e abbiamo creduto che è uscito da Dio”. È Gesù stesso che lo afferma: “Ipse enim Pater amat vos quia vos me amastis et credidistis quia ego a Deo exivi” (Gv. 16,27). Se le cose stanno così, la furbizia, il calcolo, l'amore, tutti i ragionamenti ci dicono che l'unica nostra preoccupazione della nostra vita è l'amore, l'imitazione, la contemplazione a Cristo Signore. Solo così siamo amati dal Padre e valiamo eternamente. E la Chiesa, questa Chiesa che è la vera sposa di Cristo come si è comportata o si comporta nei secoli? Tutto fa, chiede, programma in nome dello Sposo: “per Dominum Nostrum Jesum Christum Filium tuum”. Dunque: per mezzo di Cristo. In tutte le nostre azioni ed opere è la nostra prima e grande sollecitudine e decisione! Fuori di questa prospettiva: nihil!
 
2) … et cum ipso = fare tutto per mezzo di Cristo è bello, necessario, ma ancora poco! È necessario crescere, agire, scegliere con Lui, in unione intima con Lui. Insieme Gesù non è strumento ma amico, fratello con cui dialogare e, insieme, prendere le decisioni. La divinità di Cristo, il Verbo di Dio è presente in modo fermamente ed abita in ogni anima in grazia. Non dimentichiamo che la grazia che abbiamo è solo opera sua; è Lui la sorgente unica e se a Lui ci uniamo in noi si effonde la sua vita, la sua Grazia come dalla testa si diffonde la vita in tutte le membra di un organismo vivo. Non è quindi un'illusione, bella ma irrealizzabile, quella di compiere tutte le cose con Cristo: è una realtà profondamente teologica. Mentre restiamo in grazia (lotta, decisione, fuggire le occasioni, allenare la volontà per fare più spazio alla Grazia che è amore, bontà, impegno, misericordia, ecc.) mentre aumentiano in Grazia (sacramenti, impegno nel fare la sua volontà..) Cristo abita in noi, prende sempre più possesso della nostra vita, è dentro di noi, fisicamente con la sua divinità, virtualmente con la sua umanità, e niente si oppone a che noi facciamo tutto uniti a Lui, profondamente a Lui uniti. Tutto acquista agli occhi del Padre un immenso valore: diventiamo la sua compiacenza… il Padre è contento di me! (lo possiamo affermare?) se non viviamo così uniti al Cristo tutto non varrebbe nulla = vite e tralci. Non portiamo nessun frutto. La nostra vita diviene inutile! Con Lui tutto acquista un valore in assoluto e comunitario enorme. Aumenta la grazia in tutti anche se è una piccolissima cosa; tutto prende un immenso valore per Dio e per il mondo intero! È la goccia d'acqua che non vale nulla per se stessa ma che, versata nel calice e mescolata con il vino del sacrificio, diventa sangue di Cristo con tutto il suo valore redentivo! Quante piccole gocce d'acqua nella nostra giornata… e che grande redenzione se finalizzate a Cristo o accettate per Cristo e con Cristo! S. Paolo, che più di ogni altro ha meditato questa rivelazione non sa trovare parole sufficienti e adatte per farci comprendere questo fantastico mistero e per farci prendere coscienza la infinita ricchezza di Dio che viene a noi attraverso Cristo. (Col. 2,10) “et ostis in illo repleti”. “ut impleamini in omnem plenitudinem Dei” (Ef. 3,19). Allora la nostra decisione: fare tutto per e in Cristo Gesù. Nulla ci deve staccare da Cristo Signore: né le persecuzioni, né la fame, le tentazioni più sottili, le comodità… Tutto deve essere stimato men che nulla se ci allontana dal Signore Gesù. Storia di martiri e santi… Esame sulla nostra sensibilità quando siamo con gli altri, quando siamo soli: è veramente la cosa più importante per noi? Il tesoro, la perla per cui saremmo disposti a lasciare proprio tutto? Esaminarci e presentare il nostro profondo colloquio con il Signore se la nostra è stata una vita di viltà, di grossolanità, di fughe, di superficialità. Il paragone è quello dei fidanzati, sposati o comunità: si vuol vivere in intimità e poi ci accorgiamo delle mille grossolanità, mancata delicatezza..! Un solo atto, anche piccolo, con Gesù, glorifica il Padre e, quindi, vale di più, che qualsiasi iniziativa enorme condotta solo da noi. Anche se ci flagellassimo, vendessimo tutto ma se non abbiamo la carità (Dio con noi…) nulla. Anche se meschini, poverissimi, nullatenenti ma con Dio = ricchissimi. Maria SS. Gesù dirà un giorno ad un'anima che si lamentava della sua piccolezza, miseria: “non chiamarti povera, perché possiedi me!”
 
3) …et in Ipso = c'è ancora qualcosa che supera tutto ciò che abbiamo meditato. Le azioni compiute per mezzo di Cristo, insieme a Cristo sono di un valore incalcolabile; ma il compierle in Lui, in Lui identificati, a Lui assimilati significa arrivare alla sublimità, al mistero più entusiasmante. Le prime due affermazioni ci toccavano all'esterno; questa ci prende all'interno: è qualcosa che ci sbalordisce. Cristo è a capo del corpo mistico. Noi veniamo incorporati realmente e misteriosamente in Cristo in virtù di tale incorporazione noi diventiamo parte di Cristo. Cristo totale dirà S. Agostino: è il Cristo più noi. Il cristiano in grazia forma una sola cosa con Cristo Gesù. Tralcio di Cristo vive della sua stessa vita, circola nelle sue vene la stessa linfa divinizzatrice di Gesù. Gesù non è completo senza di noi. Non raggiunge la sua completezza di Cristo totale senza la nostra adesione. Unendoci a Lui, restando a Lui uniti, crescendo nel suo amore realizziamo il Cristo totale, il suo corpo mistico: è la fratellanza nella giustizia… è la comunità autentica che deve apparire, orientata dalla sua parola. Esatta e formidabile la comunità che emerge da questa vita vera, dinamica, dirompente, formidabile. Quando non nasce da questa realtà si riduce ad amicizia e allora abbiamo bisogno di infiniti puntelli… Tale comunità sarà segno e presenza di Dio perché possiede realmente Cristo; la comunità diventa la potenza di Dio che salva…; la presenza di Dio nel mondo..! Una coscienza di questo genere può rendere esplosivo un gruppo: Dio è in mezzo a noi, è in noi! Riprendendo: “Christianus alter Christus”. S. Agostino: “Christus facti sumus”! in questa luce si comprendono le espressioni di Paolo “Compio nelle mie membra ciò che manca ai patimenti di Cristo” (Col 1,24); “Egli è colui che combatte in noi” (Col 1,29); “Quando siamo perseguitati è Lui che viene perseguitato” (At 9,5); il più piccolo servizio che noi facciamo agli altri è farlo a Lui (Mt 10,22; 25,34); l'ultimo suo desiderio presentato e sofferto nella notte tragica.. è che siamo una cosa sola con Lui: “consumati nell'unità” (Gv17,23). E come non ricordare il “manete in me”? È fuor di dubbio che Gesù Cristo abbia inteso e voluto tutto questo. È la sintesi di tutta la storia della salvezza! Stando così le cose lo sforzo deve dunque essere indirizzato ad identificarci in Cristo, a rivestirci di Cristo; ad apparire al Padre come Cristo, la compiacenza sua! Era questa la suprema aspirazione di S. Elisabetta della Trinità: “Non guardate in me se non il Figlio diletto, nel quale avete posto tutte le vostre compiacenze” aveva chiesto a Gesù che “la sostituisse” e allo Spirito Santo quasi una Incarnazione del Verbo per un prolungamento di umanità [sua] onde potesse rinnovare tutto il suo mistero”. È verità quello che dico… e il nostro cammino è quello di Paolo “Sono io ma non sono..”;“mihi vivere”: "la mia vita è Cristo” (Fil 1,21). A questo punto è raggiunta la santità, cioè la cristificazione per la gloria del Padre.
 
4) …est =  la Chiesa usa questo termine all'indicativo! Non è desiderio, è un fatto! È il lungo risultato di uno sforzo, un lungo laborioso studio, ecc. fatto per, con, in, che viene offerto… quante falsità, bugie in quel momento! È un momento terribile quell'”est”. Vuol dire che abbiamo fatto tutto e ora siamo qui per…! Che inganno terribile, presa in giro, ottusità, terribile superficialità…! E se Dio dovesse dire in quel momento: ma quando tu… ma che stai affermando… ma non c'è stato né il ricordo, né il desiderio, né la volontà! Se invece ci fosse stato da parte della comunità tutta, è il momento della verità, dell'unità, del ritorno in Dio! È il centro della messa e della vita comunitaria! È un “est” che ci mette profondamente in crisi!!! “Est”: unica e sostante preoccupazione.
 
5) … tibi Deo Patri Omnipotenti = sull'esempio del Figlio: fare tutto secondo la volontà del Padre per piacergli: è il fine di tutto.
 
6) … in unitate.. = la gloria è per la Trinità.
 
7) … omnis honor et gloria = omnis=tutta. Ritorniamo alla prima medit. L'ontologia dell'uomo e la Rivelazione per la gloria di Dio, per un ritorno in Dio. In questa formula da meditare, rimeditare, rimuginare, è nascosta tutta la nostra santificazione… meditazione e preghiera.
 
 
 
 4° Conformarci alla Sua volontà
 
 
Per raggiungere il fine ultimo… la santità che è, come abbiamo meditato, un configurarci a Cristo; 2) un essere con Lui; 3) il conformarci alla sua volontà.
 
La perfetta conformità con la volontà di Dio è uno dei principali mezzi di santificazione. Scrive S. Teresa: “l'unica brama di chi vuol darsi (a Dio) alla orazione - non dimenticatelo mai perché è importantissimo - deve essere di fare il possibile per risolversi e meglio disporsi a conformare la propria volontà a quella di Dio. In questo sta la più grande perfezione che si possa immaginare e desiderare. Più questa conformità sarà perfetta, maggiori grazie si riceveranno da Dio e maggiore sarà pure il progresso nel cammino. Non crediate che si tratti di qualche nuova astruseria o di cose mai conosciute ed intese: il nostro bene sta tutto qui”.
La natura = la conformità con la volontà di Dio consiste in una amorosa, intera ed intima sottomissione e concordia della nostra volontà con quella di Dio in tutto quello che di noi dispone o permette. Quando è perfetta, è conosciuta piuttosto sotto il nome di santo abbandono alla volontà di Dio. Nelle sue forme imperfette si suole chiamare = rassegnazione cristiana. Addentriamoci nella meditazione del “sì”. È tutta la storia della salvezza che ci porta a queste considerazioni: la santità è il risultato dell'azione di Dio e della libera cooperazione dell'uomo. Il Lehody scrive: “dal momento che Dio lavora con noi alla nostra santificazione, bisogna che abbia la direzione dell'impresa: tutto dovrà essere fatto secondo i suoi piani, sotto i suoi ordini e con il movimento della sua Grazia. Egli è il primo principio e l'ultimo fine; noi siamo nati per obbedire alla sua volontà.” Questa volontà di Dio può esprimersi in vari modi:
  • volontà assoluta = vuole e realizza senza condizioni. La creazione.
  • volontà condizionata = ti dà tutto se farai..! Come la salvezza per chi crederà.. oppure per chi si convertirà.. !
  • volontà di segno = o significata = è tutta la Sua Rivelazione, tutte le sue Parole = “siate esecutori e non ascoltatori solo della Parola”. “Chi ascolta le mie parole e le mette in pratica..”. “Beati coloro che ascoltano e la mettono in pratica”. Allora sono le indicazioni, i precetti, i consigli, tutto ciò che è stato rivelato insomma = tutto questo porta e chiede obbedienza. Alla preghiera del Padre nostro diamo questo significato: che tutti obbediscano alla Tua Rivelazione!
  • Volontà di beneplacito = ancora non si conosce. Da esso dipende il nostro avvenire incerto: le prove e le gioie, i dolori e i successi, le traversie della vita e la morte. A questa volontà di Dio si può rispondere solo con l'abbandonarci a Lui, a Lui che vede più lontano e non può volere se non il nostro bene. Se ogni giorno dobbiamo sforzarci per conformare la nostra esistenza alla sua volontà significata, ogni giorno dobbiamo pure esercitarci nella fede dell'abbandono a Dio: che cosa mi sta preparando il Signore? “In manus tuas Domine..”! Lavoro.. preghiera..! Certo che tutto ciò potrà facilmente avvenire se la nostra esistenza è impostata nell'amore. Allora la sua volontà non è costrizione ma esigenza unitiva, esigenza di dimostrare ricambio d'amore - esigenza di imitazione - Charles de Foucauld: “come è possibile contemplarti.. e rimanere..?!” Qui dunque si chiede una illimitata sottomissione e continua conformità alla volontà di Dio. Siamo nel giusto o nella esagerazione? Nel giusto: tutto è stato previsto da Dio e tutto è stato voluto perché tutto, anche il mistero del dolore, concorre alla nostra salvezza e perfezione.
Tutto ciò è teologicamente esatto: allora il nostro sforzo di aderire, giorno per giorno alla sua volontà, anche misteriosa, è un meraviglioso e giusto programma di santità. In tutto e per tutto non può se non volere il nostro bene! Se le cose stanno proprio così appare chiara la necessità della pratica sempre più perfetta dell'abbandono attivo alla volontà di Dio. La cosa più bella di questo abbandono è quello di tenerci sempre per, con e in Cristo Signore. Di diventare la compiacenza del Padre! Ed è una via sicura perché è la meno soggetta alle illusioni spirituali.
Che sia poi necessaria la possiamo dedurre =
  • innanzitutto siamo creature di Dio. Lui ci crea.. ci sostiene, ci ha ordinati a Lui, a Lui apparteniamo. Se ci distacchiamo diventiamo inutili e cadiamo nel buio.
  • Siamo figli = tanto più lo siamo quanto più ci conformiamo alla volontà signif. e di beneplacito.
  • È formidabile perché ci dà sicurezza. Più di qualsiasi altra e straordinaria iniziativa…”faccio ciò che a Lui piace”..! È la sicurezza relativa della salvezza
  • L'esempio di Gesù. Varie espressioni……
  • L'esempio di Maria = Ecce ancilla
  • Tutti i patriarchi, profeti, ecc., grandi perché aderivano alla Sua volontà! Allora è necessario conformarsi anzitutto con la volontà di Dio significata accettando umilmente e sforzandoci di praticare concretamente ..(il nostro raggio..).
E in secondo luogo abbandonarci con fiducia filiale riguardo al nostro avvenire, preoccupazioni, studi, aridità, consolazioni = tutto è nelle mani di Dio. S. Tommaso dice che la volontà di Dio ci viene manifestata in 5 modi:
1) è Dio che porta avanti la storia della salvezza! Tutto ciò che ci capita e non è voluto da cattiva e contraria volontà entra in questa luce e ha valore in questa luce. Avvenimenti individuali, familiari, sociali sono da Dio posti e voluti! Tutto da Dio anche le disgrazie, malattie: tutto dispone e tutto è grazia! Di fronte proprio a tutto… Fiat voluntas tua. S. Gemma Galgani! Se riusciamo a superare la rassegnazione e a guardare il cielo, pur con le lagrime agli occhi, con riconoscenza e gratitudine perché ci ha visitato e purificato, siamo vicini alla conformità alla sua volontà.
2) Dio non può volere il male. Ma la sua grande sapienza e bontà sa convertire in bene un grande male e perciò lo permette. È miopia non guardare a Dio nei mali che ci affliggono. Disprezzi, persecuzioni, calunnie, emarginazioni, ingiustizie: perché Signore? Mistero! È per il nostro bene! È sicuro. È misericordia = ci fa espiare..
3) La sua Rivelazione. Sarebbe un grave errore cercare di piacere a Dio con pratiche inventate o scelte da noi trascurando ciò che Lui ha detto. È la parabola della casa costruita sulla roccia oppure sull'arena. Rivelazione interpretata con autorità dalla chiesa. La sottomissione a quanto ci dice la chiesa è certo una grossa spia per notare la nostra sottomissione alla sua volontà. “Chi ascolta voi, ascolta me.” Rivelazione, deontologia professionale = doveri del proprio stato. Ma = - dobbiamo conoscerli…  raggio ecc.
  • dobbiamo amarli
  • dobbiamo adempierli.
4) per conformarci alla sua volontà evitare diligentemente ciò che è contrario = peccato! Anche il più piccolo, quello che sembra il più insignificante è grande perché ci distacca… e niente di ciò che ci distacca può essere considerato piccolo! Le confessioni = elenco di mancanze. No! È superficialità… Dio.. a Lui piacergli conformandomi: non ci sono riuscito, non sono stato generoso.. ho preferito la pigrizia… l'egoismo! E se nonostante tutto cadessimo in peccato? È solo un incidente. Non volevamo assolutamente distaccarci.. non conformarci. Ci umiliamo, chiediamo a Lui forza ecc.
5) praticare infine le ispirazioni che vanno sempre esaminate con un confessore o direttore dello spirito e prendere in considerazione i consigli evangelici! In relazione alla volontà di Dio di beneplacito: santo abbandono, povertà di spirito… la indifferenza di cui abbiamo meditato. È sempre comunque una realtà attiva, dinamica…! Quali i frutti da tutto ciò? Sono inestimabili i frutti e i vantaggi della vita di perfetto abbandono all'amorosa provvidenza di Dio. Es.:
  • ci fa vivere in dolce intimità con Dio, come il bambino nelle braccia della mamma,
  • l'anima cammina con semplicità e libertà; non desidera altro se non ciò che Dio desidera,
  • ci rende costanti e di animo sereno in tutte le circostanze,
  • ci riempie di pace e di allegria. Vogliamo solo ciò che Dio vuole. Niente ci può alterare..
  • ci assicura una morte santa.
Oltre a quanto detto all'inizio del corso: il fine della esistenza = santità per la gloria di Dio.
Qui inizia il nostro lavoro: fino a che punto tutto ciò che è stato detto è stato vissuto o viviamo. Ripercorriamo la nostra esistenza e scopriamo su che cosa l'abbiamo costruita. In che luce abbiamo preso la sua volontà… esperienza del diverso… e preghiamo. Un colloquio in cui vediamo.. e chiediamo…