Esercizi spirituali universitari 1979
 
1 - introduzione: ciclostilare l'introduzione degli esercizi spirituali universitari del 1978 sottolineando l'aspetto "esperienza personale".
 
2 - prima meditazione: sintesi delle meditazioni dello scorso anno facendone scoprire tutto il cammino
a)  Il fine della vita
a) aspetto fenomenico: meditare. Richiama:
b) l'implicazione ontologica. Richiama:
c) l'implicazione metafisica.
Ovvero nasce la profonda religiosità.
d) aspetto filosofico: il fine dell'agire.
e) tutta la Rivelazione: o Dio o il buio assoluto
f) sull'indifferenza: base dell'essere religioso
g) questo è il Dio vivente della Storia
b) la santità come strumento per il fine ultimo assoluto. in che consiste la santità?
1) configurare cioè Cristo:
- è la via.
- è la verità
- è la vita
con la Persona
con le opere
con la dottrina
con i sacramenti
con la Parola
1bis) come vivere questo mistero?
- Per ipsum
- et cum ipso
- et in ipso
- est
- tibi Deo Patri omnipotente
-  in unitate S. S.
- omnis honor et gloria
2°) nel conformarci alla Sua volontà.
3°) il dono della fortezza
4°) il peccato come distruzione di tutto
5°) la Madonna come formidabile aiuto per la santificazione
Riprendiamo lo stesso cammino: stabilito il fine dell'esistenza ci chiediamo se esiste ancora qualche mezzo di santificazione, oltre agli annunciati lo scorso anno, che ci permettano di raggiungere il fine ultimo: scopo dell'esistenza.
1) Innanzitutto il dono della Grazia che è santificante.
La Grazia può essere definita come una qualità soprannaturale e inerente all'anima nostra che ci conferisce una partecipazione fisica e formale (benchè analoga e formale) della natura di Dio in quanto propria di Dio.
- Qualità: cioè in noi esiste un abito, che non è semplice disposizione, è qualcosa di incarnato, di permanente, di creato, che ci permette di essere, quando la Grazia arriva a noi, ciò per cui eravamo stati creati: il corpo + anima + Grazia ovvero Spirito di Cristo. È ciò che ci fa essere esattamente "Persona". E' la nostra grandezza. Ma è tale la nostra persona se la possediamo, la difendiamo, la aumentiamo..! Sì se la aumentiamo. Come il corpo: ginnastica ecc. come l'anima a cui permettiamo, con una lotta diuturna di trascendere il corpo per cui il corpo diventa l'epifania dell'anima, così la Grazia cresce con la ripetizione[?], con la fede, spirito di carità, sacramenti, orazione ecc..
- Soprannaturale: è solo la Grazia che ci viene data gratuitamente il principio formale della nostra vita soprannaturale quella che ci eleva e ci costituisce in tale ordine. In quanto soprannaturale, supera incommensurabilmente le cose naturali poiché trascende e sorpassa tutta la natura e ci introduce nella sfera del divino e dell'increato. È il "cum ipso et in ipso". È la consanguineità con Dio. Come è da difendersi. San Tommaso ho potuto allora scrivere che il più piccolo grado di partecipazione alla grazia santificante considerata in un solo individuo è superiore al bene naturale di tutto l'universo! È veramente da meditare... è ricco di conseguenze:
- è la perla nascosta... è il tesoro per cui si vende tutto...
- ma si capisce pure l'espressione terribile del Vangelo: "piuttosto che scandalizzare e far giungere a peccare è meglio che una macina da mulino...".
- nasce la sensibilità per tutti i nostri atteggiamenti:
+ verso noi, nel segreto
+ verso gli altri: moda, parole, vestiti, abbracci ecc. è il bene per eccellenza perché è Dio in noi, è lo scopo di tutto.
- inerente all'anima nostra: con tutto questo nell'anima siamo in grado di amare soprannaturalmente e, quindi, infinitamente di più di coloro che amano prescindendo dalla grazia, solo umanamente.
Noi cioè riusciamo ad amare infinitamente non soltanto e soprattutto perché Dio ci ha amati infinitamente ma perché, se ne siamo disponibili alla Grazia, causa in noi il suo amore reale che ci abilita alla bontà soprannaturale. Se dunque siamo incapaci di amare, chiusi, gretti, nervosi anche se siamo stati a Messa, non è perché abbiamo ripetuto gesti formali ma non ci siamo aperti alla grazia santificante del Sacramento. Se ci lasciamo inondare diveniamo capaci di essere buoni, pazienti ecc. perché è Lui che agisce in noi. Infatti la definizione teologica continua affermando che questa grazia:
conferisce una partecipazione fisica e formale... della stessa natura divina: è una meravigliosa verità affermata nella S. Scrittura: S. Pietro II,1,4: "ci donò la promessa massima e preziosa per la quale diventiamo divinae consortes naturae”.
Nel prefazio dell'Ascensione: "e si elevò in cielo a a noi diede la possibilità di diventare partecipi della sua divinità".
- partecipazione fisica: dalla Rivelazione ma anche da due ragioni teologiche:
1) le operazioni proprie di una natura superiore non possono diventare connaturali ad una natura inferiore senza che questa in qualche modo partecipi di quella, dal momento che l'effetto non può essere superiore alla causa e l'operazione segue l'essere. Ora le operazioni proprie di Dio - almeno alcune, diventano in qualche modo connaturali all'uomo mediante la Grazia. Allora si deve quindi concludere che l'uomo, mediante la Grazia, riceve una qualche partecipazione fisica e formale della natura di Dio.
2) dalla Grazia sgorga un'inclinazione che tende a Dio come è in se stesso. Ora ogni inclinazione si fonda e si radica nella natura e ne manifesta la condizione. Quindi un'inclinazione che tenda a percepire il divino come è in se stesso non può fondarsi in una natura di ordine inferiore ma solo in una natura divina (almeno "partecipativa".). E tale partecipazione deve essere fisica e formale dal momento che tale inclinazione sgorga da essa in modo fisico e formale.
- ognuno di noi scopre sempre più il valore della Grazia - e la necessità della Grazia. Era la vita di Adamo e di Eva. È la vita che ci ha donato Gesù. È la sua presenza!
Ma per avere una conoscenza più perfetta di questa ineffabile dignità... è necessario esaminare gli effetti mirabili che la Grazia produce nell'animo dei giusti e il disastro della sua assenza.
Il primo effetto della grazia santificante è di renderci partecipi della natura divina. Questa realtà è la radice e il fondamento di tutti gli altri effetti. Oltre a diventare la reale base della fede, speranza e carità diventa la base di ciò che Paolo afferma nella lettera ai Romani 8,15-17. Su questo testo il secondo punto della nostra meditazione
- La Grazia ci rende veri figli adottivi di Dio.
Per essere Padre è necessario trasmettere ad un altro essere la propria natura specifica. L'artista che scolpisce una statua non è padre di quell'opera inanimata ma soltanto autore perché non partecipa all'opera tutta la sua natura specifica. Invece coloro che ci hanno dato la vita sono veramente nostri padri nell'ordine naturale, perché ci hanno realmente trasmesso la loro natura specifica per via di generazione. Dio trasmette al Figlio la sua natura, natura che è divino-umana. Gesù è figlio naturale, diretto. Per ipostasi, attraverso la natura umana, solo per volontà di Dio, nei diventiamo figli nel figlio. Veniamo adottati (è il miracolo di cui scrive Carretto, nel deserto...). Ma questa adozione consiste nell'ammissione gratuita di un estraneo nella famiglia che lo considera, d'ora innanzi, come figlio a tutti gli effetti come il diritto all'eredità dei beni. L'adozione umana esige tre condizioni
1°) somiglianza di natura: non si adotta un cane p una statua
2°) amore gratuito di libera elezione. Nessuno è obbligato ad adottare e nessuno ha diritto all'adozione
3°) vero diritto di cittadinanza in famiglia con un vero diritto alla all'eredità. Diversamente non sarebbe vera adozione.
Ora la Grazia santificante ci conferisce un'adozione divina che realizza in pieno queste condizioni e le oltrepassa.
Mentre nell'adozione umana pur ricevendo tutti i diritti non si cambia natura, all'interno non cambia niente, è solo una bolla giuridica, non il sangue..., nell'adozione divina è lo stesso suo sangue, la sua stessa natura divina che si stabilisce in noi; avviene una partecipazione misteriosa ma realissima, alla natura di Dio. È formidabile! Ringraziare..!
Si tratta di una adozione intrinseca, di un fatto miracoloso che viene applicato a ciascuno di noi, della circolazione della sua vita in noi. Questa formidabile grazia non solo dunque ci dà il diritto di chiamarci figli di Dio ma ci rende realmente tali!!!!!
- ci rende veri eredi di Dio: è la grazia dataci, non le opere che ci salvano! O, meglio, sono le opere della grazia! Ma innanzitutto la grazia!
L'eredità è la conseguenza dell'essere figli. C'è comunque grande differenza tra eredità naturale e quella soprannaturale. Tra gli uomini i figli ereditano solo se il padre lascia qualcosa, solo quando muore; e dividendo il tutto tra i figli i quali godranno solo di una parte.
Ma la grazia e già il fondamento sicuro di una sicura eredità che sarà infinita per tutti e non soffrirà mai diminuzione. È Dio infinito, potente, creatore la nostra eredità e tutto ciò che possiede. È il fine di tutto! (Meditazione sulla morte, anche sulla morte del giovane: non piangere mamma, perché tuo figlio ha raggiunto il fine per cui tu l'hai concepito. Se ti disperi, perché l'hai concepito? Per te? Per la sua gioia... e questa, oggi, l'ha raggiunta!). Disse Jahvè ad Abramo: la tua ricompensa sarà molto grande; e tutto questo Dio lo ripete ad ogni anima in grazia. La visione di Dio, tutta l'infinità di Dio creatore di tutto; le ricchezze della divinità che verranno comunicate, tutto ciò che costituisce la grande e infinita felicità di Dio: questa è l'eredità dell'anima in grazia. Dio infine mette a disposizione i suoi beni esterni: il suo onore, la sua gloria, la sua regalità. Tutto ciò produrrà nell'anima una felicità tale che non può se non essere inimmaginabile. Paolo afferma che occhio non vide né orecchio non udì che Dio prepara per i suoi eletti. È la pienezza, la completezza della nostra infinita esigenza, brama di felicità.
E l'inferno allora sarà soprattutto il sentirsene privati per sempre... sentirne un'enorme esigenza e sentircene privati. Chi medita su questa realtà trova sicuramente il coraggio di guardare con indifferenza tutte quelle felicità false a cui è indirizzato il mondo di oggi. A costo di qualsiasi compromesso: quel capitale... quella persona, quel piacere! Stolto, raccogli oggi uno stelo d'erba che non ti soddisfa e perdi per sempre la pienezza della felicità! Soprattutto oggi quanto l'umanità è ingannante! Pensate sono al problema della sessualità..! Dei soldi..! Film ecc.. Quando si incomincia a capire tutto questo, si comprende l'angoscia di Gesù sul lago di Genezareth che dice: "pecore sbandate senza pastore! E si mise ad insegnare a loro lungamente".
Sono queste le realtà che sfuggono al mondo, che ci danno una sensibilità spirituale... il senso della vita e delle scelte..!
- ci rende fratelli e coeredi di Cristo. Lo afferma Paolo nello scritto citato. Lo riprende Agostino quando afferma: "se Gesù ci fa dire "Padre nostro” insieme a Lui, vuol dire che Cristo è fratello nostro".
Volle, Gesù, farsi nostro fratello con la sua umanità, per farci diventare ancor più profondamente suoi fratelli attraverso la divinità. In Lui infinito che partecipa a noi la sua realtà infinita Dio ci ama. Gesù è la compiacenza del Padre e noi lo diventiamo rimanendo suoi fratelli. E quindi coeredi con Cristo. Paolo agli Ebrei 2,10-12!! Leggere. Perciò questi fratelli di Cristo devono condividere con Lui l'amore e l'eredità del Padre. Dio ci ha modellati su Cristo; noi siamo con Lui e i figli dello stesso Padre che sta nei cieli. E tutto allora si concluderà secondo l'anelito di Cristo: una cosa sola... come lui nel Padre... Queste realtà non possono se non è riempirci di stupore, meditazione, gratitudine, preghiera!
Sarebbe sufficiente riconoscere questa grande dignità... quante conseguenze per noi, per gli altri, per il terzo mondo, per l'ultimo degli uomini!
In ogni e su ogni campo e problema. Il valore della Persona e sangue di Cristo! Grazia di Cristo!
Ci conferisce una vita soprannaturale: la partecipazione fisica alla natura di Dio è qualcosa che trascende infinitamente tutto, anche la natura angelica. L'uomo viene elevato al piano altissimo, al piano divino, entra a far parte della famiglia di Dio. La Grazia ci comunica una vita straordinaria che supera... appunto la vita soprannaturale. E tutto ciò ci rende giusti e graditi a Dio. Dal Vangelo: "ci sono tua Madre... ecc. ma chi sono mia... quelli che fanno la volontà...". Stessa grazia, stessa famiglia, graditi a Dio come è per mezzo di Gesù.
E poi un principio di grande importanza per tutto ciò che facciamo: ci dona la capacità di meritare soprannaturalmente. In altre parole, senza la Grazia di Dio in noi, la nostra vita, tutti i nostri sforzi sono inutili nell'ordine soprannaturale, inutili per la vita eterna. Dio ci ha pensati e voluti con questa sua amicizia. Senza questa: inutili eternamente. Con il peccato, nella storia della salvezza, diventi inutile! Nella vita pratica tale principio ha un valore incalcolabile. Tanti dolori, sofferenze, angosce, ansie ecc. studi, potrebbero avere un valore straordinario per la vita eterna nella vita del Corpo mistico ed invece rimangono sterili perché compiuti in stato di peccato grave o con superficialità. Quanto è importante la Grazia ognuno lo scopre sempre più. Il ribrezzo del peccato di molti, ognuno lo scopre meditando il valore della Grazia.
- e ci unisce intimamente Dio: in virtù della grazia di Dio si rende presente in noi come "Amico". Si crea come una trasfusione di vita che chiama reciprocità. È l'inizio della vita eterna. Non si può immaginare una misura più alta e più intima. È veramente una vertiginosa altezza cui ci chiama Dio. Ci trasforma in templi suoi.
Conclusione: sintesi...
a quale altezza
ciò che è per Dio...
ciò che era per alcuni santi e martiri
ringraziamento.
 
2 Il dono dello Spirito Santo.
Dopo aver meditato sull'elemento statico o principio formale della nostra vita soprannaturale, che è la Grazia santificante nella sua natura e nei suoi effetti, meditiamo l'elemento dinamico cioè innanzitutto lo Spirito Santo.
E' colui che ci fa vivere nella santità per il fine dell'esistenza!
2 bis: I suoi doni..
3 Il dono dell'inabitazione della Ttrinità
4 Il dono della fede.
5 Il dono della carità ovvero la perfezione cristiana.
6 La libertà del no! Il peccato. Ovvero: aspetto negativo della vita cristiana
7 La povertà.
 
6 Aspetto negativo della vita cristiana.
 
Ciclostilare la prima parte
 
II parte: Il peccato
 
Dopo aver meditato, nelle sue linee fondamentali, la lotta contro il peccato mortale e veniale, principali nemici della nostra realizzazione, e aver ribadito la necessità di combattere le imperfezioni volontarie, che ne sono come la preparazione, vediamo in questa meditazione, le caratteristiche di altri nemici. Cioè: il mondo, il demonio, la carne globalmente presa e vediamo ancora i mezzi per neutralizzare la loro azione.
 
Che cosa è il mondo. È complesso definirlo. Nel suo aspetto negativo, quel mondo per cui Dio non ha pregato, è il clima anticristiano con tutto ciò che è antiumano in cui si vive, dimentichi di Dio e della sua sovranità, unicamente dediti al proprio tornaconto materiale ed egoistico. Si manifesta in quattro caratteristiche
a) false massime e indirizzo di vita consequenziale: tutto ciò in diretta opposizione a ciò che afferma il Vangelo. Il mondo esalta le ricchezze, i piaceri, la violenza, l'inganno in politica, sul lavoro ecc. la frode in tutti i posti pur di arrivare a sistemarsi, godere, a realizzare il proprio egoismo, l'illimitata libertà per sperimentare tutto.
"Dobbiamo goderci la vita". "La cosa più importante è avere dei soldi" oppure "è avere la salute, la vita lunga, il mangiare e vestire bene, il divertirsi il più possibile". "È uno stupido perché non ne ha approfittato". Queste sono le massime che orientano il mondo. Le massime evangeliche lo infastidiscono. Un uomo disonesto, ladro viene reputato un abile; un seduttore: un uomo allegro; una donna piuttosto libera negli atteggiamenti e vestiti: una che sa vivere, che segue la moda, una donna moderna.
b) sarcasmo, ironia, persecuzione: contro tutto ciò che è decente, giusto, morale. Vignette sul Papa... questione aborto e preti... difesa di spettacoli immorali; viene deriso chi è delicato negli affari o nel parlare; il matrimonio visto come antiquato nel suo rispetto morale e di fedeltà ecc.
c) piaceri e divertimenti: più vivaci, interessanti, provocatori, osceni, disumanizzanti: film, teatro, spiagge, luoghi del divertimento, riviste, parole a non finire presenti i bimbi ecc., barzellette: continui doppi sensi. Le spese pazze per avere tutto questo e che verranno a mancare nel momento del bisogno.
d) scandali e cattivi esempi: giornali e strade ogni giorno. "Guai a coloro per i quali si realizzano gli scandali!" Sul piano morale - sul piano politico, religioso, familiare, scolastico, eccetera.
 
Come combatterlo?. Il Battista... e lo spirito di Gesù - è diametralmente opposto allo spirito del mondo.
a) fuggire le occasioni pericolose. Spettacoli: oltre il veleno per noi, scandalo per altri, sostegno finanziario agli stessi registi che continueranno. Tv private... giornali. Se l'unione con Dio è la realtà principale, come unirsi a Lui dopo... La rinuncia a spettacoli, compagnia: aver questa forza di testimonianza. Dio e il mondo: in antitesi: è la carne o lo spirito: devi scegliere. Diamo questa testimonianza alla città. Denunciamo...
b) ravvivare la fede: che ci dà la vera vittoria nel mondo. Illuminati dalla fede opporre al mondo tutto ciò che di equivoco, falso ci propone. Nella fede la rinuncia ma per possedere Lui. Se lui si offusca alla nostra mente, il piacere, il divertente equivoco, l'approfittare dell'occasione, la condotta ecc. crolla. Diveniamo controtestimonianza. Le parole brutte stesse sono sintomo di mancata fede e di vita equivoca o sporca.
c) considerare che il mondo passa - e ciò che rimane è solo Dio per sempre. Anche coloro che oggi sembra che trionfino... "Solo Dio manet in aeternum” Vanitas vanitatum - questa meditazione a quante conversioni ha portato. Borgia. Roberto Bellarmino. Ignazio ecc. e molti di noi.
d) calpestare il rispetto umano: quello che gli altri dicono. Per non disgustarli, rompiamo con Dio. Attenzione che alcune volte siamo messi appositamente alla prova... se cediamo, è finita ogni nostra testimonianza. "S. Paolo: se cercassi di piacere agli uomini, non sarei amico di Dio". Condotta chiara e risoluta anche se il mondo vi odierà, come ha odiato Gesù. Anche di fronte alle offerte più coinvolgenti... è testimonianza delle mani pulite, della coscienza retta, del non aver ceduto neppure un passo!...
 
2 La lotta contro il demonio.
È San Tommaso che afferma che il demonio tenta l'uomo - anche se non sapremo mai con sicurezza se quella occasione, tentazione sia stata del demonio o della nostra natura. Comunque la SS afferma della tentazione non voluta da Dio ma da Dio permessa per la nostra purificazione. E c'è questo di importante da tenere presenti: Dio non permette che veniamo tentati oltre le nostre possibilità di resistenza. Il no! alla tentazione comunque umilia Satana e fa risplendere la gloria di Dio (Giobbe) purifica la nostra anima, ci riempie di umiltà e di fiducia in Dio. Ci obbliga a rimanere vigili, a mortificare i nostri capricci, aumenta la nostra esperienza e ci rende cauti e più circospetti.
 
Psicologia della tentazione Gen. 3
a) si avvicina...
b) prima insinuazione: "perché vi ha raccomandato di non mangiare...". Dubbi, discussioni, le esigenze che sorgono
c) la risposta prima: la donna al serpente... "..." perde tempo e posizione: discute
d) proposta diretta del peccato: "il serpente allora disse"...
f) il consenso della volontà: "ne colse e ne mangiò". E tutta l'azione che si vive ormai
g) la disillusione... "subito si aprirono gli occhi".
h) la vergogna e il rimorso: "udirono...”
+ Condotta pratica davanti a una tentazione:
a) prima della tentazione: vigilanza e preghiera “ut non entretis in tentationem” è di Gesù.
Vigilanza... vostra meditazione.
Orazione: unione continua con Dio.
b) durante una tentazione: resistenza diretta.
Fare l'opposto! Parlare bene... fare l'elemosina, persistere nel pregare... coraggio in pubblico
- resistenza indiretta: fuggire... e lasciarsi assorbire d'altro. Entrare in conversazione, fare del lavoro! Buttarsi in missione. Meditare sulla grazia... sulla realtà del Corpo mistico... sulla passione di Cristo... sull'importanza di essere strumenti di grazia.
Dopo la tentazione:
- se abbiamo vinto: ringraziare e umiliarsi
- se abbiamo perso...
- se siamo nel dubbio..
+ Ci può essere poi una possessione demoniaca interna e una esterna.
È sempre un tormento che prende la memoria, l'intelligenza oppure è un'atmosfera esterna che si crea attorno. Parlarne in confessione al più presto. Tutto può essere o diventare motivo di ossessione. Non bisogna spaventarci. È il demonio (oppure certe nostre situazioni psicologiche create dall'ambiente, musica, persone, ufficio ecc.).
Conviene parlarne in confessione con confessori sperimentati che sappiano indirizzare e tranquillizzare. In genere capita a persone che si lasciano andare... oppure a persone progredite spiritualmente.
Rimedi di sempre: consegnarsi alla Madonna, consacrarsi alla Madonna: Totus tuus!
+ molto più impressionante ma anche più rara è la possessione demoniaca. La differenza sta che nelle ossessioni il demonio e all'esterno della persona; nella possessione il demonio è all'interno della vittima e ne fa il dispotico padrone.
L'esistenza della possessione non si può mettere in dubbio. Nel Vangelo soprattutto. Comando anche di Gesù agli apostoli: scacciate i demoni. Nella storia della Chiesa: casi di possessioni ed esorcismi. Ancora oggi.
In che consiste? Nel fatto che il demonio penetra in una persona e si muove in questa persona a suo piacimento. Attraverso questo opera, parla, decide. In forma dispotica sul corpo. Nulla sull'anima che rimane libera. Per cui anche se il corpo fa cose innominabili l'anima può non aderire, quindi non peccare.
Periodi di calma e periodi di crisi. Situazioni pesantissime. In certe crisi si accorge e in altre no! Annebbia anche l'intelligenza. Quando l'intelligenza rimane libera rimane esterrefatta ad osservare lo scempio che il demonio fa di lui e degli altri o le espressioni, atteggiamenti ecc. È il caso di padre Surin che mentre esorcizzava le Orsoline di Loudun, rimase possesso e così per 12 anni. Il 3 maggio 1635 fa una descrizione impressionante del suo stato scrivendo al gesuita  P. Ahich di Pannes: lettura!
“Io non so dire quello che passa in me durante questo tempo né come tale spirito si unisca al mio senza togliermi né la coscienza, né la libertà. Egli sta là come un altro io. Mi pare allora di avere due anime, una delle quali, priva dell'uso dei suoi organi corporali, nello stesso tempo, con il beneplacito di Dio, sperimenta una grande pace e non acconsenta alle sollecitazioni che tentano di separarmi da lui, con grande sorpresa di quelli che mi vedono. Sono allo stesso tempo pieno di allegria e imbevuto di una tristezza che si manifesta in lamenti e grida, secondo il capriccio dei demoni. Sento in me uno stato di condanna e lo temo; quest'anima estranea, che mi pare la mia, è trapassata dalla disperazione come da una freccia, mentre l'altra, piena di fiducia, disprezza tali impressioni e maledice "con piena libertà" colui che le eccita. Riconosco che le grida che escono dalla mia bocca partono ugualmente da queste due anime, e non mi è possibile precisare se è l'allegria o il furore a determinarle. Il tremore che mi invade quando si avvicina a me l'Eucaristia proviene, mi pare, dall'orrore che mi ispira questa prossimità e da un rispetto pieno di tenerezza, senza che possa dire quale di questi due sentimenti predomini. Se, sollecitato da una di queste due anime, voglio fare il segno della croce sulla bocca, l'altra mi ritiene il braccio con la forza, e mi induce a prendere il dito con i denti e a morderlo quasi con rabbia. Durante queste tempeste, l'orazione costituisce la mia consolazione; ad essa ricorro mentre il mio corpo rotola per terra e i ministri della Chiesa mi parlano come ad un demonio di tale sorta, non per una ribellione contro Dio, ma per un castigo che mi scopre lo stato in cui mi ridusse il peccato; e mentre faccio proprie le maledizioni che si pronunciano, la mia anima si può inabissare nel suo nulla. Quando gli altri possessi mi vedono in questo stato, bisogna vedere come trionfano: "Medico cura te stesso; sali ora sul pulpito; sarà interessante sentirti predicare dopo essere rotolato così per terra". Il mio stato è tale, che mi rimangono ben poche occasioni in cui possa dirmi libero. Se voglio parlare, la mia lingua si ribella; durante la Messa mi vedo costretto a sostare repentinamente e non posso avvicinare l'ostia alla bocca. Se mi confesso, dimentico i peccati; e sento che dentro di me sta il demonio come in casa sua, che entra ed esce quando e come gli garba. Se mi sveglio mi sta aspettando; se faccio orazione, agita il mio pensiero a suo capriccio. Quando il mio cuore si apre a Dio, egli lo riempie di furore; se voglio vegliare mi addormento, e si gloria per bocca degli altri possessi di essere il mio padrone, la qual cosa in realtà non posso negare. ” (lettera presente tra gli allegati, ndr)
 
 
Vi sono dei segni di possessione... ma voglio dire il perché di questa possessione demoniaca. Di regola la possessione si riscontra nei peccatori ed è data come castigo dei peccati; però ci sono delle eccezioni: il caso di padre Surin e di suor Maria Crocifissa, carmelitana araba morta in concetto di santità a Betlemme nel 1378. Le principali cause:
1) la richiesta della vittima stessa: per quanto strano possa apparire ci sono parecchi casi nei quali è stata fatta una simile richiesta. Alcune per santità, soprattutto donne, per partire per Cristo: domanda da non fare mai! Altri per contratto per ricevere oggi in cambio vantaggi temporali quasi sempre di indole peccaminosa. È un consegnarsi in cambio di..! Difficilissimo liberarli!
2) il castigo per il peccato. La causa più comune. Ordinariamente Dio non permette, ma alcune volte sì per sconfiggere il peccato e per ispirare un grande orrore contro il peccato. Alcuni peccati che più espongono: infedeltà e apostasia, abuso dell'Eucaristia, bestemmie, orgoglio, eccessi della lussuria, invidia, avarizia, persecuzione contro, empietà contro i genitori. In generale tutti i grandi delitti predispongono verso la possessione demoniaca. Si può capire che cosa sarà l'inferno vedendo i casi di indemoniati.
3) la provvidenza di Dio che vuole purificare qualcuno in particolare. Non sono frequenti però possono capitare. Il più famoso quelle di padre Surin. È abbandonato alla crudeltà di Satana e tutto vede, sente e non può fare niente. Risulta pure utile al prossimo. È uno spettacolo che impressiona parecchi!
Rimedi: confessione sacramentale: purificazione e crescita in grazia. Comunione frequente. Orazione e digiuno: sacrifici eccetera. Devozione alla Madonna. Schiavitù mariana!
 
3 La lotta contro la carne.
Il mondo e il demonio sono i nostri nemici esterni, però ne portiamo uno interno più terribile di tutti: la nostra carne. Il mondo lo scopriamo facilmente... le tentenzioni pure ma le esigenze infinite della nostra carne, ad ogni età, ci sorprendono. In due maniere soprattutto ci mette in crisi: a) con la sua insaziabile brama di godere b) con l'orrore istintivo alla sofferenza.
a) la sete insaziabile dello star bene.
È la tendenza caratteristica della nostra sensualità. Questa tendenza prende il nome di concupiscenza.
San Paolo ha espresso questo dramma tra anima e corpo. La concupiscenza è il piacere ricercato e accettato, piacere in ogni sfera contro la ragione illuminata dalla fede. Sì, perché il piacere in sé non è cattivo. È tale solo se è contro la ragione illuminata dalla fede.
È difficile poi distinguere il lecito dall'illecito, per chi gioca sul filo del rasoio. Frequentemente il lecito a briglia libera porta all'illecito. La mortificazione cristiana consigliò sempre di privarsi di molte cose lecite e di molti piaceri onesti, non perché vede il male ovunque, ma per una ginnastica della volontà, perché si possa essere pronti al momento opportuno. Una minima soddisfazione che fa vibrare tutto il corpo può risvegliare improvvisamente esigenze vivacissime in tutto il corpo. Soprattutto per quanto riguarda il tatto: una carezza, un bacio ecc. La lotta deve diventare attenta soprattutto su due tendenze: mangiare e generare. Sono soprattutto in questo ove la carne cerca il proprio piacere, senza neppur più sapere a che cosa sono preposti dalla provvidenza, quei due istinti. Bossuet in una celebre pagina dice: il piacere del cibo ci rende schiavi... si vive per mangiare. Anche coloro che sanno,... vanno oltre il limite; si lasciano vincere insensibilmente dal loro appetito e non credono mai di aver soddisfatto le loro necessità con cibi e bevande. Ci troviamo di fronte ad una malattia che non dobbiamo cessare mai di combattere con la sobrietà, l'astinenza, il digiuno, la temperanza.
E chi non pensa alle conseguenze perniciose che portano l'altro piacere dei sensi? Chi avrà il coraggio di parlare di quella concupiscenza che assoggetta la persona così totalmente? Questi due piaceri stanno facilmente insieme. La golosità è unita alla sensualità. La Sacra Scrittura spesso li associa. Una lauta mensa può sollevare esigenze sensuali. Conseguenze enormi e non solo ci allontanano dalla perfezione, ma mettono in pericolo la salvezza eterna. È uno slittamento verso il materialismo, opposto all'ascetica cristiana: santificarci. Si stacca dall'unione con Dio. Non solo si stacca ma perde il senso di Dio, il senso delle cose spirituali, delle delicatezza in ogni cosa; triviali, parole, atteggiamenti, comportamenti, barzellette! Diventa schiavo di se stesso, non riesce più a dire di no a nulla, pensieri, atteggiamenti giudizi sugli altri secondo la propria natura. Vale soprattutto questo per quanto riguarda la degradazione nell'impurità. Chi si lascia prendere e di questo vive, non riesce più a scoprire Dio, a conoscere le cose di Dio, ride di ogni osservazione e pensa di essersi liberato finalmente! Rimedi contro la concupiscenza: la lotta contro la nostra sensualità termina solo con la morte. Comunque è alquanto violenta all'inizio della vita spirituale. Gli aiuti più specifici sono di ordine soprannaturale. Qui aggiungiamo
a) mortificarsi nelle cose lecite. Chi... presto arriverà alle cose illecite. Chi pensa di giocare, stare sul filo: è stoltezza. E poi come considerare perfezione colui che vive un poco sempre nell'equivoco? È necessario autopossedersi, autogovernarsi, una grande padronanza e purificazione su tutti i sensi esterni:
visto: sguardi-tv giornali e cose lecite...
udito: conversazioni negative, musiche e erotiche...
lingua: saper controllarsi.
gusto: la questione "gola" e il mortificazione.
odorato: il meno pericoloso. Mortificazione.
tatto: grossolano che coinvolge di più...
e i sensi interni:
- fantasia e immaginazione: causa di dissipazione, causa di tentazioni, di cadute. Attenzione a film, libri
- memoria: peccati passati, circostanze. Ricordare: benefici di Dio e la sua azione nella storia.
b) amare la sofferenza e la croce: è la miglior salvaguardia contro gli assalti della sensualità: espia i peccati, sottomette la carne allo spirito, ci distacca dalle cose terrene..., ci purifica, ci rende graditi a Dio, ci rende a Lui simili, ci rende efficaci apostolicamente nella realtà del corpo mistico.
(accettare ciò che ogni giorno... praticare la mortificazione volontaria, non omettere nessuno dei nostri doveri ecc.).
c) combattere l'ozio e dare un grande ideale all'esistenza. Impegnarsi in qualcosa di grande, di valido, sempre, che tenga occupata l'esistenza nello studio onde programmare, nel pregare per la riuscita è certo un grande aiuto contro la sesualità.
d) fuga dalle occasioni pericolose. Parole - situazioni - occhi che s'incrociano-!
Ma la fede ci consiglia
a) considerare la dignità del cristiano: in noi e come rispetto massimo. "Templi di Dio..." negli altri perché possano diventare templi di Dio. Considerare la grazia, l'inabitazione.
b) considerare il tradimento e il no! al Padre...
c) considerare la passione e morte di Cristo...
d) considerare il castigo del peccato...
e poi un piano più operativo:
a) orazione umile e perseverante...
b) la devozione filiale a Maria SS.
c) la frequenza e sacramenti.