Quaresima 1988: Giornata di spiritualità
“Convertiti e credi al Vangelo”
 
 “Signore, se tu vuoi, puoi mondarmi”. “Sì, lo voglio, sii mondato!!”. Il lebbroso sapeva di essere tale e, con umiltà, si porta da Gesù. Il grosso nostro pericolo è il pensare di non essere lebbrosi - peccatori - egoisti - meschini. Che ci piaccia o meno noi siamo lebbrosi. Il cammino quaresimale sia una terapia una conversione, un rinnovamento. Dove manchiamo? La coscienza delle nostre grettezze ci fa gridare: “Signore, se tu vuoi…”.
- Verso Dio: infinite mancanze di generosità. Dimenticanza di Lui. Vivere come se non esistesse. Programmare tutto… poi c'è anche la preghiera… di corsa la messa la domenica sera perché dovevo… Il raggio? L'ascolto della Parola? Il Radicalismo evangelico? La preghiera serale o la messa durante la settimana? Un sacrificio particolare?
Verso noi stessi: egoismo e solo egoismo. Programmi, soluzioni, impostazione della giornata, i miei interessi… infinitamente lontano da Dio!! Accondiscendenza in mille sciocchezze: vista, udito, gusto, tatto ecc.
Verso gli altri: menefreghismo. Innanzitutto il mio io. Povertà? miseria? evangelizzazione? Il mio comodo e il mio conto in banca. Emarginazione…!
 Verso la comunità: L'attesa di Gesù: “crederanno in me”. Le nostre difficoltà a vincere la pigrizia, il nostro programma ecc. Eppure è il “segno” dato da Gesù… è la potenza, è la civiltà, è l'Alleanza, è la mia salvezza! La mia adesione è solo un fatto personale! Dove vado? Ho lì i miei amici! La radio? strumento formidabile… la preparazione alla Messa… i momenti di decisione… i momenti climatizzanti…!
Questa è lebbra! Le nostre comunità cristiane sono diventate troppo borghesi, educate formalmente, dove c'è tutto e niente. Comunità che si attendono dalla festa del Palio al Carnevale alla vacanza estiva con qualche veglia o marcia silenziosa! Dove ci si trova tutti contenti perché è andata bene, eravamo numerosi. Comunità non convertite, senza grinta! Si accettano così…! Ma sono comunità che hanno assunto la mentalità di questo mondo (moda, parole, divertimenti) adattate a fare come gli altri, allo stesso galateo. Tutto questo ci ha reso “affidabili” alla gente per bene, che conta! Non eravamo così nel '68 ma dicevamo qualcosa! Oggi non diciamo niente! Si va bene così, va bene per tutti… ognuno può e ha soldi… non più sale, luce! E chi ha mai detto che il cristianesimo è un galateo di buone maniere e di dame di S. Vincenzo? C'è gente, fra voi, che mi dà ragione, che bisogna fare! Attenzione! bisogna convertirsi!! Troppe volte ho sentito parole, parole… e poi al momento della preghiera… del canto… della presenza… non voglia, individualismo, programmato diversamente!
- Dunque il lebbroso va da Gesù e prega: “Se tu vuoi…” All'inizio di questa quaresima il volere di Gesù passa attraverso le parole del Vangelo.. “Convertiti e credi”. Parole Rivelate che abbiamo preso in considerazione il mercoledì delle ceneri.
Iniziamo la meditazione: Malachia verso il V sec. A.C. momento in cui si era particolarmente  preoccupati per i peccati, scrive: Io sono il Signore, non cambio… ritornate a me e io tornerò a voi”. Mal 3,6-7¦#176;
Il ritorno a Dio si presenta nei testi biblici - in tutte le apparizioni [Salette - Lourdes - Fatima: riparazione…]- come una condizione indispensabile, (ma è lo scopo della creazione, dell'A.T., della Redenzione, della Chiesa: comunione con Dio - Amore Trinitario) uno stato permanente di vita dunque. La conversione del cuore attraversa tutta la Rivelazione dalla creazione all'Apocalisse, tutta la storia della Chiesa. Dalla storia di Israele, dalla storia della Chiesa, dalla nostra storia personale e comunitaria appare a sufficienza come tutti noi tardiamo a operare, pensare ed essere allontanandoci da Dio, a coprirci volutamente di lebbra. Di qui la necessità assoluta e continua della conversione. Molti santi invitavano a pregare per la propria conversione. Senza accorgerci : ci allontaniamo purtroppo!!
- Conversione dunque
Una breve nota statistica informa che nel solo A.T. il principale verbo ebraico che indica la conversione - suv, ricorre con una frequenza impressionante 1059 volte. Praticamente in tutti i libri. La radice suv con tutti i suoi derivati significa in primo luogo: dirigersi con il corpo verso qualcuno, tornare indietro, tornare verso qualcuno, cambiare strada, riprendere la via vecchia abbandonando la via nuova rovinosa. Quando il termine è il Signore allora suv significa convertirsi al Signore, abbandonare la strada attuale che porta alla rovina e rimettersi sulla via di Dio, mutare radicalmente la condotta, assumere un atteggiamento di disponibilità massima con il Signore, pentirsi delle realtà vecchie operate nella malizia e nella sopraffazione, nell'arbitrio, nell'egoismo personale e collettivo, fare penitenza generosa e sincera; insomma tornare completamente a Dio e avere fede totale in Lui. Questo voleva dire la Madonna a Lourdes quando insistentemente richiamò la penitenza, penitenza…!
Il contrario di suv è diventare lebbrosi. Ed è terribile questa situazione per chi, come noi, sa che il permanere nella conversione è di storica importanza in quanto: volto della Chiesa, volto di Dio, popolo “segno” dell'Alleanza. Israele ha tutto ricevuto da Dio. E che cosa noi non abbiamo ricevuto? Liberazione, rivelazione, progetti, esercizi spirituali, ecc. ma purtroppo l'infedeltà prende il sopravvento e allora Dio: Geremia 3,13! Il peccato è quello dell'infedeltà. Hai preferito altri a Dio. Hai usato dei miei beni per allontanarti; hai preferito…! Ma Dio non condanna, sollecita, attende la libera volontà dell'uomo: Geremia 3,14. Infatti nonostante i nostri peccati, orribili misfatti contro il Signore, l'animo del Signore rimane aperto, disposto al perdono e all'amore: Geremia 3,12. Il verbo suv: chiamata di tutti a rispondere di fronte al Signore della propria vita. E' una chiamata benefica necessaria anche se severa, dura, inevitabile, impietosa! Chiamata personale e comunitaria. Tutti sono chiamati a fare suv: Geremia 18,11. I segni, i simboli della presenza di Dio nell'A.T. erano i re, i profeti. La loro condotta, nel bene o nel male, proprio per la singolare responsabilità di cui erano investiti, influenzava il popolo. A loro andava con insistenza l'invito a fare suv. L'episodio più noto è narrato in 2 Sam. 12, 1-23 Uria l'ittita e Davide: “ho peccato contro di te”.
Popolo profetico regale in mezzo al mondo, responsabilità grande, siamo noi. Noi che veniamo invitati… che possiamo influenzare… perché tutti i popoli si convertano:  il fine della Rivelazione! Ricordiamo Giona a Ninive. E si dice: “e gli uomini di Ninive credettero a Dio” Giona 3,5. E' una catechesi per gli Ebrei… per noi! Quello che Dio attende, ciò che aspetta dal popolo che ha eletto, popolo che ama, che è nato dal Figlio suo è la conversione, come vita di comunione impegnata con Dio e con i fratelli. Vita da convertiti!! Concretamente…
La conversione è dunque il primo e fondamentale atto di ciascuno di noi, è la nostra stessa condizione vitale, è lo stato permanente in cui trovarci di fronte al Signore. Dalla conversione inizia la fede e dalla fede comune inizia la stessa vita del popolo di Dio, della comunità e di quanti vogliono farne parte realmente…! E' inutile che continuiamo a giocarci dentro, a ingannarci, a pensare di essere comunità senza una volontà precisa, che si estrinseca in tutti i momenti della nostra esistenza, senza la volontà concreta, reale della conversione. La comunità o è di convertiti o di coloro che tendono alla conversione oppure non è niente. Persone che si ingannano e che ingannano. La comunità non è una bella festa… ma di convertiti, docili, obbedienti, uniti, mansueti, puri, onesti.
 
II¦#176; Rifiuto della conversione !
La conversione biblica esige alcune qualità essenziali, senza una o più delle quali la conversione sarebbe ritardata, disobbediente, relativa e monca, inautentica e ambigua, risucchiata indietro, senza tempo né storia; essa non sarebbe uno stato di vita ma si frazionerebbe in singoli atti ed episodi fini a se stessi e, in fondo, senza significato ed efficacia. Es. Lourdes, Taizè, esercizi spirituali Quaresima, ecc. atti, episodi come Medjugorje ecc. e poi? Ognuno ritorna ad essere quello che era. Inutile tutto ciò? no! è un aiuto. ma guai, nella conversione, non badare a tutte le sue qualità che ne fanno qualcosa di vero, autentico e continuativo. Alcune possono essere così indicate:
1) Immediatezza. Cioè senza frapporre qualcosa o qualcuno. Senza tergiversare, crearvi dei dubbi, dei “si vedrà”. Tenterò…! Quando il Signore interpella - così appare da tutta la Bibbia - esige una risposta senza dilazione. Con un insegnante lo puoi fare… perché non conosce che non sei preparato! Ma Dio sa… e se tergiversi, lo rifiuti. Anche oggi è sua la chiamata! Ogni messa, ogni omelia è una chiamata! E' vero che il Signore chiama sempre, ripetutamente, insistentemente, pazientemente. Ma è anche vero che ad ogni rifiuto il nostro cuore si indurisce, si appiattisce sempre più… i nostri orecchi diventano sempre più duri, egoisti! Ogni chiamata alla conversione, ogni suono di campana è una severa chiamata di Dio infinito e vuole che i chiamati rispondano immediatamente. Geremia 4,1: “se ritornerai… non dovrai più vagare lontano da me” e v. 2. Decisione immediata, decisa! Il Signore che chiama sempre è anche il Signore che passa e che non torna. In realtà il tempo della chiamata divina è un tempo privilegiato - il kairos - tempo favorevole, di oggi. Non appartiene a me personalmente, ai miei giochi o al mio egoismo; non lo posso fermare, va avanti verso la salvezza. “Verso altre città devo andare…” “toglietevi anche la polvere dai calzari…”. In questo senso il N.T. ci ricorda che l'invito divino va accolto subito. (In certe apparizioni: questo è il tempo che cadrà sui superbi, gli scostumati, gli ingannatori del popolo di Dio…) S. Paolo… finalmente ad Atene, culla della civiltà mediterranea. Impressionato dall'ignoranza religiosa. Predica all'Aeropago. Atti 17,22 ss. Risurrezione dei morti. Reazione, ironia, altri la procrastinazione: “ti ascolteremo un altro giorno”. Ma non ci sarà più nessun passaggio per gli Ateniesi. Altri ascolteranno…! Nell'Apocalisse, le lettere di Colui che possiede e dispone di tutta la realtà passata, presente e futura ordina a Giovanni di scrivere alle sette Chiede storiche dell'Asia, parlano del tempo immediato della conversione o della punizione: Pergamo 2,16 Tiatira 2,21 Sardi 3,3 Filadelfia 3,10 Saodicea 3,20-21. I tempi sono compiuti e il Signore sta qui!
2) Obbedienza. Rispondere subito al signore che chiama alla conversione vuol dire obbedirgli, vuol dire ascoltarlo, essere docili per fare ciò che dice. E' e sarà l'unica, grande condizione dell'incontro con il Signore. “Al Signore che parla importa l'obbedienza della fede”. Egli chiama attraverso la voce profetica: Abramo per Sodoma e Gomorra; Mosè per Israele; profeti e sacerdoti per Israele; Giona per i Niniviti. Accogliere questa voce è convertirsi al Signore iniziando ad obbedire alla sua volontà manifestata. La grande condizione è così formulata: “Se mi ascoltate”. Ora in ebraico il verbo “semà: ascoltare”, indica anche: “obbedire”. E così parla Mosè al suo popolo e incisivamente proclama in Deut. 10,12-22: la morale dell'ascolto, la morale dell'alleanza. Lettura.
Chi ascolta obbedisce, riceve, è esaudito. E' amato da Dio. Chi si converte con docilità trova il Signore disposto, un Signore fedele! Un altro aspetto obedienziale della conversione è dato dal fatto che il convertito accetta tutte le prove e tentazioni. Non che Dio si compiaccia delle prove ma si serve di tutti gli avvenimenti per purificare, per mettere alla prova la docilità dei suoi fedeli. Anche qui è illuminante un testo del libro del Deut. Cap. 8,1-3. Ci insegna, in questo famoso testo, che Dio è paziente nell'attesa (40 anni) ma intanto mette alla prova il suo popolo per ottenere la sua piena conversione, che è la piena obbedienza alla Sua Parola. La tentazione, la prova è divina benevolenza… è necessaria per formare un carattere che altrimenti sarebbe debole e indeciso. Alla tentazione non può sfuggire nessuno. Neppure Gesù che risponderà proprio con quanto detto in Deut. 8,3.
Insomma, per chi sa leggere la Bibbia, la storia sacra è una lunga disciplina che il Signore dispone per noi perché facciamo comunione. Chi non sa leggere, tutto diviene caotico e si perde!!
3) Totalità. Il rapporto che vincola il Signore al suo popolo è l'amore. Ora l'amore in Dio non può né potrebbe essere limitato. Perché Lui è amore. Perché tutta la storia della salvezza lo rivela… per Gesù che muore! Ora l'amore non può essere limitato, non può avere limiti, essere diminuito, parziale. E ci ha fatti a Lui simili. Ora ogni amore, se è autentico non può essere se non plenario, incondizionato, assoluto, radicale. Allora il movimento d'amore che deve riportare noi al Signore non può essere se non plenario, incondizionato, assoluto, radicale: tale è la conversione. Il Signore di Israele si presenta alla sua creatura come il “Dio geloso”, che non può dividere Israele con l'idolatra, con il peccato, con il male ma lo vuole e lo esige tutto per sé. Geremia, il grande profeta della conversione e della fede descrive l'esperienza storica sotto un linguaggio poetico: Ger 3,1-5. Il Signore non ammette che chi liberamente si unisce a Lui possa poi agire come prima dell'unione, secondo l'arbitrio e il capriccio che distruggono diritti e doveri reciproci. La conversione al Signore è senza condizione, altrimenti è un'entrata a contendere con Lui in un giudizio che è già di condanna. Infatti come Dio ci ha voluti bene così! Come… così!!! Esige la mente e il cuore, le azioni esterne e l'interna volontà, insomma l'uomo integrale, perché tutto l'uomo deve convertirsi se vuole essere salvo per intero.
4) Autenticità. Si può ingannare chiunque… ma non il Signore! Eppure molti hanno una vita divisa interiormente e sembra, insanabilmente. Non si può patteggiare accettando una vita equivoca. C'è un radicalismo in noi…! E' impossibile mentire al Signore: la conversione quindi deve essere vera, sincera, deve raggiungere la profondità dell'uomo e richiamarlo all'onestà fondamentale e globale non solo verso Dio ma anche verso di sé stesso e verso il prossimo. L'autenticità quindi esige il ripudio sincero e radicale di ogni realtà che impedisca la conversione, (dipenda questo da qualsiasi realtà: lei stessa, la situazione in cui vive, il prossimo, ecc.)…!
5) Coscienza. La conversione deve essere cosciente cioè lucida e consapevole: si sa che occorre abbandonare la via della rovina, anche se comoda e perfino piacevole, per mettersi sulle vie del signore, anche se scomoda e perfino dolorosa. Deve sapere ciò che il Signore attende e, sapendo, volerlo subito, con sforzo e attuando tutte le iniziative  necessarie per raggiungere …! La conversione deve essere cosciente perché incontra l'Intelligenza e la Sapienza che attuano il piano di salvezza: Ger 3,15. La conversione implica precisamente che l'uomo voglia conoscere la volontà divina per adeguarvisi. In questo tutti sono impegnati, dal papa al più piccolo (solo in apparenza) dei membri del popolo di Dio. Nella Bibbia si nota che i chiamati vogliono conoscere ciò che il Signore vuole, attende, perché chiama: anche nel caso - Giona - onde fuggire lontano! Ora chi vuole essere del Signore… sta sempre in preghiera - in grazia, davanti a Dio, perchè il Signore gli mostri le sue vie e gli faccia conoscere i suoi disegni per seguirli pienamente. Salmo 119!! Tutto! Così la conversione - ritorno è caratterizzata dalla piena volontà umana, sempre presupposta dal piano divino, che è coscienza riflessa.. (so, conosco e aderisco!) coscienza resa più sensibile, viva dalle prove, nei dolori, nella realtà dura quotidiana! Nel momento della tentazione, della prova… sentire tutto e… per Te Signore! Non indietreggiare, non lasciare, non abbandonare per il cattivo comportamento di altri o perché stordito del silenzio di Dio! Convenire che sa tutto questo e in questo non viene meno. Osea 6,1-6. La conoscenza del piano divino e della sua volontà su questo stesso piano, porta ad accettare la purificazione medicinale, a vivere in forza della divina potenza. E' una coscienza storica. Purificazione… “ma ci sanerà”.
6) Irreversibilità. La conversione totale, immediata, docile, autentica, cosciente, deve mantenere tali qualità per sempre!!!… essa è definitiva ed irreversibile in quanto risposta ad una chiamata e ai doni divini che sono irreversibili! Se ci convertiamo, il Signore attua il suo disegno planetario, un'alleanza come segno, un regno… che non finisce nel tempo. Così descrive questo rapporto Isaia alla fine del suo libro Is 55,12-13. Da parte dell'uomo l'impegno deve essere almeno uguale: il suo convertirsi è un affidarsi al Signore, un rendersi disponibili a Lui perché prenda possesso, la direzione della vita.
7) Escatologica: come ultimo e definitivo atto. E' il sì che ci apre all'eternità. E' il sì della linea di demarcazione: se ancora peccati… ma si è in cammino! La conversione che si approfondisce, cammina…! Lasciarsi convertire da Dio. Il destino di chi si lascia convertire è descritto in modo lapidario, da un celebre testo di Gioele, a cui Pietro fa riferimento il giorno della Pentecoste: Gioele 3,15.
III Perché la conversione?
La conversione o conversione del cuore, o penitenza-pentimento o ritorno a Dio è sollecitata dalla Madonna in tutte le sue apparizioni. Con molta insistenza! La Bibbia ne fa il motivo di fondo, che lega tutta la storia della salvezza. Se la finalità dell'azione di Dio nella storia è la comunione, l'Alleanza: è la chiave di lettura della Bibbia - la conversione ne è il presupposto. E' ancora una chiave di lettura formata da 5 movimenti:
1) beneficio divino: iniziativa divina gratuita attraverso un uomo solo ma verso tutto il popolo (Abramo, Mosè, Davide, ecc.)
2) peccato umano: l'uomo accetta, gioisce ma poi si dimentica, giunge a sazietà e esplode l'egoismo, la superbia, la irriconoscenza, ricerca d'altro, caduta in se stesso! E' il peccato per cui non si corrisponde più a Dio.
3) Dio si allontana - è una punizione (!), è ammessa, è l'angoscia del … è il Padre che tenta strade diverse per richiamare l'attenzione… per infrangere la durezza del cuore. Tuttavia esiste una resistenza a Dio che sembra senza rimedio… Babilonia è abbandonata alla distruzione con Sodoma!
4) Conversione. E' la decisione del figliol prodigo. Si capisce che nella casa del Padre si è più sereni, felici, difesi… E' il travaglio della rinascita. La confessione …!
5) La liberazione divina. Dio si rende ancora disponibile pienamente.
Es. cap- 2-6 dei Giudici: ritroviamo i 5 movimenti. Ad es. il cap. 2, a partire dalla morte di Giosuè, si rinnova così:
a) benefici divini vv 6-10¦#176;: possesso della terra e adorazione del Signore. E' ancora in vita Giosuè.
b) peccato del popolo vv. 10¦#176;-13: la nuova generazione sazia si abbandona al culto idolatrino dei Cananei
c) punizione divina vv 14-15b. Il Signore fece “pesare la sua mano” e abbandona Israele in potere dei vicini crudeli
d) Conversione v. 15c il popolo riconosce la sua triste condizione e le cause di essa
e) liberazione v. 16 il Signore suscita i Giudici, capi carismatici in grado di risollevare il popolo.
Così i cap. seguenti. Morto il giudice il popolo ritorna a…
Secondo questo schema si può notare che tutta la Bibbia può essere riletta così, perché questa è la vicenda dell'uomo. Adamo - Israele in Egitto - Israele nel deserto - Israele in patria - David - La nostra stessa esistenza.
Il nostro momento storico: una grande presenza di Dio per tanti ma per i più un allontanamento da Dio. Segno ne sono le malattie, morti di fame, situazione economica e politica: segni del peccato, dell'allontanamento da Dio. O conversione o distruzione. Le continue ed allarmanti apparizioni della Madonna devono dire qualcosa a tutti…! E' un invito pressante. Si parla di ultime apparizioni, di ultimi tempi…! O conversione oppure proseguirà il male, il dolore, la malattia e tutti verremo coinvolti! Siamo nella terza fase dei 5 movimenti. Nascita della volontà della conversione = vita comunitaria, gruppi di preghiera, gruppi di testimonianza: fare presto!!!
Perché convertirsi? Tutto l'A. e il N.T. presenta la conversione come supremamente necessaria, come condizione storica, come verità identità dell'uomo. L'uomo concreto, senza eccezioni, è oscurato dal disordine che porta in sé, è malato profondamente, è afflitto in continuazione dalla tendenza di allontanarsi da Dio, di corrompere se stesso, di staccarsi dal prossimo.
Tale tendenza è una forma di suicidio perché ti autodistruggi, perdi il senso di tutto, perdi di vista le realtà fondamentali, e tutto corrompe la malizia del peccato. La Bibbia ci racconta molto sul comportamento peccaminoso dell'uomo. Esaminiamo.
Perché convertirci?
a) Peccato come apostasia continua da Dio. Ger 2,11.13.17-19 assume la forma di idolatria in tutte le forme possibili: si tratta dell'attrazione irresistibile che sull'uomo esercitano le forme materiali: culto di se stesso, culto di altre persone umane, culto di forze umane o materiali, culto politico, brama di creare una potenza onnipotente da possedere o manipolare secondo il proprio interesse ecc. La nostra età è una sfilata ancora più ricca e variegata di questa idolatria sempre risorgente.
b) lacerazione dell'uomo: che gli piaccia o no, che se ne accorga o no l'uomo è internamente lacerato, ferito, senza pace; è nella insoddisfazione, nel vuoto lancinante, cammina verso un vuoto disperato e moltiplica … vuoto!
c) peccato contro il prossimo: il peccato, lo scisma da Dio ci consuma sempre, inesorabilmente, sempre e comunque, contro il prossimo, che viene assoggettato, oppresso, disprezzato, corrotto, deviato, maltrattato. La Bibbia ne descrive a non finire scisma da Dio consumato contro il prossimo. Da Abramo a Davide!
d) peccato con la creazione. L'uomo che fa scisma da Dio, che danneggia se stesso, che danneggia il prossimo, non può non danneggiare anche il mondo il cui destino viene distorto, o impedito o rallentato.
Il nuovo testamento propone la sanzione del quadruplice scisma o apostasia. Con:
a) Dio: è il termine primo e ultimo della conversione. E' il padre del figliol prodigo - che decide di tornare. Lo scopo di Dio è la comunione e il modo è la conversione -Per questo la meta .. se non ritorni, rendi inutile tutto! E' lo scopo di tutta la storia, di tutta la vita. “che vale all'uomo guadagnare…”.
b) Con se stessi. Convertirsi a se stessi come ritrovamento della identità-unità del tuo essere di fronte a Dio. Il peccato porta al disfacimento, divisione: il peccato, il male, l'odio, la divisione interna, lo scisma morale interiore, lo scisma della personalità, la lacerazione tra le tendenze verso il bene e verso il male che sentiamo, l'accidia, la superbia della vita, la incomunicabilità con se stessi, la mancanza di coraggio nell'esaminarsi e nel confessarsi lucidamente: sono le nostre forze disgregatrici che portiamo all'interno. L'uomo vive questo dramma che vincerà solo con il ritorno e l'aiuto di Dio.
Il cuore dell'uomo è ferito e lacerato, per odio, per rabbia, per vendetta e inganno e ci inganna. Fino a dare a Dio un culto falso ipocrita e menzognero. Forse è diventato facile parlare agli altri di bene e restare noi nel male! Is 29,13 Mt 12,34. Il cuore dell'uomo è per natura doppio. S. Paolo riassume tutto questo e ne fa la base antropologica senza la quale la salvezza diventa incomprensibile: Rom 7,15-25;8,1. La conversione a Dio, liberando l'uomo dal peccato, lo riporta alla ricomposizione armonica…! Il figliol prodigo: ancora… rientra in se stesso (composizione) … mi recherò da mio padre …” La liberazione e la ricomposizione armonica.
c) con il prossimo. L'uomo convertito al suo Signore, rientrato in se stesso, è entrato anche in comunione con gli altri. Il peccato incide sempre anche nelle relazioni con il prossimo: egoismo, orgoglio borioso, violenza, ingiustizia, disprezzo, incomunicabilità, adulterio, inganno, sopraffazione, sfruttamento sono i fattori che dividono da sempre gli uomini tra di loro, senza parlare dei fattori culturali (razza, lingua, cultura, politica ecc.). Una parabola può dirci fino a che punto deve avvenire la nostra conversione verso i fratelli, il prossimo. Lc 10: Samaritano
d) il mondo: Evangelizzazione e promozione umana da convertiti!
IV La conversione sia personale che comunitaria, poiché non è solo un atto iniziale ma deve diventare una condizione perenne di ciascuno di noi, perché … popolo dell'alleanza - deve manifestarsi in modo oggettivo, concreto, storico; deve evidenziare dei “segni” evidenti.
a) la preghiera: precede, accompagna e segue ogni movimento di conversione. La grande preghiera è quella dell'assemblea liturgica! Popolo umile, di convertiti, accanto a Dio. Sanno che da Lui viene la salvezza. Preghiere, atteggiamento, canti, offerte! “Segno” formidabile!
b) il digiuno. In certe circostanze è tutto il popolo che digiuna. Gesù digiuna! “certe specie di tentazioni, solo con il digiuno…! Digiuno da tante cose per essere graditi a Dio. “Segno” di conversione.
c) l'elemosina come giustizia, bontà, pietà, misericordia. Vedove, bimbi… Se sei convertito aiuti! Ti metti a disposizione e metti al servizio quanto hai. Le prime comunità. S. Francesco: si spoglia di tutto. Segno dell'avvenuta conversione. Attenzione ai nostri depositi bancari…
d) I sacrifici della vita. Quelli dell'adesione alla vita come… quella dei servizi ai fratelli… dell'esperienza del diverso… del perdono.. dell'esperienza del dolore… della morte…!
 
Conclusione
1) Lc 3, 2b-18: è il messaggio fondamentale che riprende Isaia = conversione.
Lettura e commento!!
2) Gesù: il perfetto convertito che vive la conversione. Mc pone la conversione all'inizio; e alla fine del suo Vangelo è Luca che ribadisce ciò che è fondamentale nella nostra vita: Mc 1,4; 1,15. Lc 24,47!!
3) fra i discepoli due esempi classici:
 Pietro prima e dopo la conversione
 Paolo prima e dopo la conversione
4) figure evangeliche di convertiti.
Chiamata, risposta, fede: così è per gli apostoli
Mt 4,18-22; Mc 2,13; Mt 9,19
La peccatrice con i segni della conversione Lc 7,36-38
Gesù spiega la conversione avvenuta Lc 7,44-46
Zaccheo di Gerico: ruberie… Lc 19,1-10
Gioia di Dio: “si farà più festa…” Lc 15,4-7
Figliol prodigo Lc 7,11-32
Pubblicano e fariseo
5) Il rifiuto
Alla Parola, alla Sapienza, allo Spirito noi possiamo opporre un rifiuto cosicché quelle realtà realtà divine che potrebbero dare… non entrano in noi. Il N.T. descrive casi numerosi e spaventosi di tale rifiuto a convertirsi. Tale è il caso di Giuda. Tale è il caso di alcune città che avevano sperimentato [nel] vivo, i suoi prodigi, la sua predicazione e hanno respinto la Grazia: “Guai a Te Corazin, Betsaida, Cafarnao Mt 11, 20-24. Un rifiuto impressionante è quello del giovane ricco Mc. 10,17-31 che rappresenta per Gesù un'occasione per denunciare i pericoli permanenti delle ricchezze della terra.
L'inizio è di conversione totale. Allora il Maestro gli propone v. 21b. La perfetta conversione è perfetto spogliamento dei beni. I beni… sono un diaframma impenetrabile che l'uomo pone tra sé e Dio, il prossimo e se stesso. La grazia perché operi ha necessità che questo diaframma venga smantellato. Le ricchezze sono il pericolo costante della vita cristiana spirituale, anzitutto perché sono sottratte agli altri… che vivono miseramente e poi perché impediscono di procedere verso Dio. Gesù Cristo propone dunque il dono generoso della restituzione doverosa dei beni ai poveri; questo è anche avere fede nella condizione futura… è farsi computare a giustizia, come Abramo! Poi, come Abramo, compiere il proprio esodo doloroso, seguire colui che ha già… e ha portato la sua croce. Ma occorre che anche noi lo seguiamo portando la nostra croce. E' un programma amaro, sgradevole, ripugnante alla natura umana, ma è l'unico programma, è la realtà che dobbiamo compiere. La reazione del giovane è un rifiuto incredibile, spaventoso v. 22
Il giovane, pieno di buone disposizioni, è lacerato dentro, sente che “quella” è la via, ma non si sente di abbandonare i suoi molti beni. La sua vita è ancorata su un fondo pesante, le sabbie mobili lo trascineranno senza rimedio verso il basso. Perciò Gesù proclama che è difficile per chi possiede i beni entrare nel Regno (v. 23b). Forse molti di noi si trovano sul piano del giovane ricco del Vangelo. Gesù ha fatto la sua scelta radicale: “da ricco che era…”. Chi non arriva fino a questo punto non capitalizza (!) ha fallito la sua conversione e la sua fede nella sequela di Cristo Signore! Opponiamo un rifiuto alle attese di Cristo Signore.