19/9 La Parola di Dio e l'impegno politico.
Conclusioni.
 
Conclusioni:
a) adesione e volontà di tutti... responsabilità di tutti...
b) chi si prende le varie mansioni.
c) cassiere - e amministratore della sede.
d) La Chiesa: pulizia eccetera.
 
Parola di Dio e impegno politico.
La situazione è la seguente e molto confusa:
noi constatiamo che nel leggere il Vangelo e nell'impegnarsi nella vita politica emergono due logiche (quella del Vangelo... e quella politica - concretezza, ambiguità, compromesso ecc.) e non si riesce a metterle insieme.
Da questa confusione sono nati:
1) gruppi evangelici
2) anche questi dal Vangelo... però l'urgenza di cose... politica... non scoperta dell'originalità del Vangelo: gruppi politici che non hanno più riferimento con il Vangelo.
Da qui l'interrogativo: è possibile che la Parola di Dio possa dirci qualcosa a proposito dell'impegno politico? L'interrogativo è valido. Infatti la Parola di Dio è stata rivelata tanti anni fa... e la situazione è radicalmente cambiata.
Veniva rivelata in un contesto sociologico diverso! Che relazione ha con l'oggi? Mentalità di allora! E poi ci sembra di trovare discorsi contraddittori: es. sono venuto a portarla guerra, non la pace. Ed è il principe della pace: “vi dò la mia pace".
- Sono venuto dividere il padre dalla... e vuole realizzare la comunione..!
- Sono venuto da alleviare le sofferenze... ma chi vuoi seguirmi deve prendere la croce..!
- Amore... e prende l'afflusso nel tempio.
Allora? Che comportamento assumere?
Risposta:
1) Non prendiamo la Bibbia a brani staccati. È il discorso globale che ci interessa, nel quale tutte le apparenti contraddizioni svaniscono e troviamo il senso dell'azione politica. La storia o sapienza che continua con noi!
2) È necessario poi avere un'idea ed esperienza chiara del Dio rivelato, non del nostro Dio, del Dio che inizia e continua la storia e quindi un'idea esatta della salvezza che Lui porta e vuole! Una sintesi di tutto, esperimenta, sofferta, posseduta di Jahvè, di Gesù, della Chiesa ci porta necessariamente a impegnarsi come necessità e ci presenta pure lo stile di quest'impegno. Come impegnarci.
Solo questa sintesi posseduta...
Quanto sbagliano coloro che affermano: il Vangelo ha detto così... Gesù o Jahvè si è comportato così... sfugge la tesi globale e profonda di quel comportamento!
+ Se tutto ciò è vero, scaturisce immediatamente una grande conseguenza:
l'impegno politico, sintesi e continuità della storia della salvezza, non può collocarsi ai margini della vita del cristiano, ma al centro, è la vita stessa del cristiano, è la sua ragion d'essere cristiano: inserito e continuatore di una o della sola grande storia dell'umanità.
Esistono tante confusioni:
ignoranza... mancata sintesi... mancato esperienza... educazione individualistica e qualunquistica... cristianesimo come catechismo o magia o folklore!
Vediamo di chiarire: prendiamo in osservazione:
1) Una breve indagine storica: come Dio si è comportato.
2) Da questo comportamento scopriremo l'idea che Dio ha della salvezza e di se stesso.
3) E scopriremo anche alcune condizioni di comportamento per noi cristiani.
1) Indagine storica: vediamo il comportamento di quegli uomini, i profeti, ispirati da Dio nel parlare e agire.
a) il profeta non è il campione semplicemente di una religione interiore individuale. In realtà è l'uomo che partendo dal senso di Dio, dal fatto concreto dell'alleanza, dal comportamento verso il popolo e dalla fede critica situazioni sociali, politiche e religiose quando queste non rispettavano l'ordine stabilito da Dio.
In altre parole il profeta mi dimostra che la fede porta con sé una forza critica su tutte le situazioni mondane e religiose.
Il profeta è pure colui che scopre la forza originaria della religione come Rivelazione di Dio, come presenza, atti, interventi di Dio. Non uno che fa politica, prevede il futuro, che fa cose straordinarie: colui che dice e vive la Parola di Dio. Rivela Dio. In questo senso San Francesco... Parola di Dio vissuta..., e profeta per eccellenza.
I profeti intervengono con impostazioni o critiche precise e concrete.
Ai tempi di Amos: la politica estera! Da fare Alleanza. Nell'alleanza la forza. Il profeta vede più nel profondo: ritornare a Dio.
Mentre altri vedevano la causa dei loro mali nell'imperialismo degli Stati vicini, Amos invece!
Questo popolo che così ragionava, così pure pregava: "Signore, benedici i nostri eserciti...". Amos al contrario..! La ragione profonda non è l'imperialismo degli altri ma sul popolo di Dio che non è più popolo di Dio. Allora l'indicazione di Amos sarà diversa: ritorna ad essere popolo di Dio... "cercate prima il regno di Dio e il resto...".
+ Oltre alla politica estera il profeta prende posizione di fronte a situazioni sociali di ingiustizia, di frode, di oppressione del povero da parte..!
- Il profeta giudica queste situazioni e le giudica peccaminose: un tradimento della fede e dell'alleanza. In forza di che prende queste posizioni?
Il profeta è un appassionato di Dio, ha presente la storia e la volontà di Dio, una sola famiglia, un solo popolo... e vede che degli uomini prendono il posto di Dio e non gli lasciano più spazio. È tutta una realtà che si stacca da Dio. Allora l'appassionato grida, denuncia, perché tutto è di Dio... perché Dio attende tutti e vuole tutti in famiglia... Se qualcuno non si interessa è perché ha un'idea sbagliata di Dio.
Il profeta dunque nella sua denuncia parte da Dio, dal desiderio e dal piano di Dio, dalla sua alleanza: è importantissimo sottolineare tutto questo! Ogni sopruso, ogni strumentalizzazione è contro Dio innanzitutto!
2) Se il profeta leggeva bene la storia e le attese di Dio, perché gli altri no?
C'è modo e modo di leggere la scrittura! - un modo archeologico - un modo letterario... un modo onesto e vivo.
Es. della distribuzione della terra secondo la legge di Mosé..! Ai tempi di Isaia: distribuzione della terra ai contadini, ma avevano guadagnato... soldi. Terra sì ma i soldi no! La legge, in una società contadina... veniva riletta letteralisticamente! Ma lo spirito della legge, perché non vi fossero disuguaglianze, era diverso!
Il profeta diceva lo spirito della legge, gli altri no!
3) La sua critica, il profeta, la cerca al di là del sistema, in Dio! Va a monte di tutte le cose! Non si impegola in piccole questioni: rompe con l'idea di possesso ecc. "che vale all'uomo guadagnare tutto il mondo...".
Tutti rimangono scontenti perché risolve il problema, fuori del sistema... ma è la risoluzione profonda. Così il criterio di giustizia non era ricercato all'interno del sistema (tribunali ecc. San Paolo) ma solo in Dio. "Se qualcuno ti chiede... dà...".
b) Il comportamento di Gesù.
Gesù non si lascia catturare da nessuna posizione politica precisa del suo tempo.
C'era un ampio ventaglio di posizioni provocate dal dominio dei romani sulla Palestina:
- i collaborazionisti, i sadducei.
- i farisei e scribi: uomini religiosi; non accettavano il dominio romano
- gli zeloti: i tesi, il gruppuscolo del tempo.
E Gesù: nè, nè... nè..! Un qualunquista, un neturale? No! Facevo un altro discorso. È il discorso di Dio e della salvezza.
Gesù a Nazareth "Lo Spirito del Signore... mi ha mandato..." poi rotolò il libro e si sedette. Poi, tra il silenzio generale. "Oggi si è compiuta questa Scrittura nelle vostre orecchie".
1) Gesù appare in questo discorso sulla linea dei profeti: libertà globale.
2) un discorso che fa arrabbiare gli ascoltatori perché presenta un Dio che va al di là dei privilegi; un Dio che spezza le catene: un Dio che è per tutti i disponibili. Un Dio che non ha barriere. Va al di là di tutte le strumentalizzazioni.
c) Comunità primitiva
Nasce la comunità e il motivo profondo del perché mettono in comune tutto... è la giustizia di Dio. Così Paolo si arrabbia perché erano andati in tribunale per sistemare... una giustizia divina dovevano vivere! Un Dio padre di tutti, amati da Dio come gli altri... È l'amore di Dio al principio dei diritti, dei doveri, della dignità di ogni persona. Quindi gli stessi diritti: dal feto al povero che è nel Cottolengo. Che possiamo dire in sintesi? Un Dio che si preoccupa della salvezza e questa salvezza è per l'uomo tutto: salvezza globale. È una salvezza qui, presente, attuale: salvezza dello spirito e della materia: è liberazione globale! Salvezza che porta alla uguaglianza, alla giustizia, alla fratellanza con fondamento Dio.
E come appare questo Dio?
Con tante qualità! Ma la più profonda, che lo qualifica, da cui scaturisce pure la nostra salvezza: l'Amore! Si è rivelato come Amore. Tutto l'A.T.: Gesù Cristo: mistero di servizio. Kenosis!
Dio si è rivelato come Trinità, comunità... come sposo, Padre, fedeltà, servizio!
Se Dio è tutto questo e potenza d'amore, ogni volta che lavoro per l'amore, costruisco amore, lavoro per la fratellanza, per i diritti e doveri di tutti, perché tutti sono amati ugualmente da Dio, costruisco i segni di Dio nel mondo.
E non invece i diritti attaccati alla famiglia, al partito, al prestigio, al lavoro che si fa. Costruire il segno di Dio in terra: unità, comunione d'amore. Questa è la nostra politica. In ogni ambiente ecc.
+ Il comportamento dei profeti, di Gesù, della comunità primitiva: emerge il compito politico: entro la società ma con criteri che vanno oltre il sistema. La realizzazione di una comunità è oltre il sistema. La comunità è già impegno politico, è già formazione umana attuata ed è autentico segno di promozione umana.
È vivere ed applicare un nuovo modo di vivere, è creare una nuova coscienza, una cultura e una politica nuova. Vivendo autenticamente:
- si esprime in funzione profetica
- in funzione critica
- in funzione animatrice.
- in funzione educativa.
Alcune costanti del Vangelo.
- Tutto passerà ma non la sua Parola: l'amore è la carta vincente. Gesù, nella sua storia, ha creduto alla logica dell'amore e della solidarietà.
- Dal discorso della montagna:
- togliere l'ipocrisia (trave e pagliuzza)
- per veder chiaro.
- Il coraggio della solitudine.
La politica del credente è la forza che realizza partendo da Dio e la sua salvezza. È da Dio e dalla salvezza che propone che noi dobbiamo dedurre l'urgenza e la natura del nostro impegno.