Le vocazioni particolari

 

Il Vangelo presenta le voc. particolari con maggior rilievo di quanto faccia per la voc. universale. Con descrizioni ricche di particolari concreti, ci mostra Cristo che chiama individualmente quelli dei quali vuol fare i suoi apostoli; mentre la chiamata rivolta a tutti gli uomini resta più misteriosa, meno immediatamente visibile, anche se suggerita attraverso la predicazione rivolta al popolo giudaico. Più ancora di tale predicazione, il primo compito di Gesù è la scelta e la formazione dei suoi discepoli: S. Giovanni ha raccontato con precisione come il Salvatore, fin dai primi giorni della sua vita pubblica, ha chiamato gli apostoli. Data la sua priorità cronologica, questo compito riveste la più grande importanza: ai suoi discepoli il Maestro confida “il mistero del Regno dei cieli Mc. 4,11. Nelle mani di questi ultimi egli affiderà il futuro della sua opera.

Eppure le vocazioni particolari esistono soltanto per la voc. universale. Se il primo impegno della vita pubblica è la chiamata dei discepoli, le ultime parole del Maestro aprono loro l'orizzonte dell'umanità: “Andate, ammaestrate tutte le nazioni” (Mt. 28,19). Ogni voc. individuale è data in vista del bene di tutte le nazioni, per far loro giungere la Chiamata. Questa era, del resto, la voc. di Cristo: “luce per illuminare le genti” Lc. 2,32. E' dunque il servizio dell'umanità a giustificare ciascuna vocazione.

S. Paolo è un esempio concreto e assai eloquente del legame che esiste tra una voc. individuale e la chiamata rivolta a tutte le nazioni. La voc. di Paolo è strumento di attuazione di questa chiamata.

Tutto ciò che avevamo meditato della voc. di Cristo si applica alle voc. individuali più speciali. Cristo era chiamato dal Padre in vista di chiamare gli uomini; coloro che sono chiamati in maniera particolare a formare il suo popolo lo sono in vista di portare la chiamata all'umanità.

Negli Atti degli Apost. non solo capiamo sempre più che l'estensione universale dell'apostolato appare come un prolungamento dell'estensione universale della missione di Cristo, ma concretamente, laici, sacerdoti, popolo vivono questa missione secondo i carismi e le [professioni] particolari. Dal contesto storico dei primi secoli emergono, in vista del [tutto], come abbiamo detto:

  1. vocazioni legate al sacramento e cioè:
    1. vocazione battesimale
    2. vocazione al sac. Ministeriale
    3. vocazione matrimoniale
  2. vocazioni connesse con la tensione della Chiesa, popolo eletto, per attuare il Regno secondo vari modi di vivere la vita consacrata a Cristo Signore.

 

a) Vocazione battesimale

 

E' la chiamata a far parte del popolo scelto, è la chiamata prima a essere comunità e a costruire la comunità.

  1. Il battesimo è in strettissimo rapporto con la fede (è nella fede che credo che l'acqua .. […]) e la vita: conversione totale. Così era nella Chiesa primitiva; anzi si presupponeva, dopo tanto catecumenato, che si accettasse Gesù C. come via, verità, vita; e che si riconoscesse in Gesù l'unica strada di salvezza individuale e sociale. Atti 8; 16; 18.

La fede naturalmente, implica una conversione totale, una deviazione a Cristo che trasformi tutta la vita. Con il battesimo si decide, in tutto, di seguire la logica di Cristo anziché quella umana; si decide di costruirci sulla scelta di indicazioni sue e non le nostre; si dichiara che ognuno può realizzarsi, come persona e come società, solamente restando in dialogo con Dio. Non c'è vita battesimale senza continua conversione. E tutto ciò è per tutti i cristiani.

  1. Il batt. va rivissuto personalmente: è la morte e risurrezione di Cristo che va vissuta giornalmente. E' avere lo stesso destino di Cristo e viverlo. L'uomo vecchio .. è stato crocifisso … uomo nuovo … umanità nuova .. la comunità !
  2. Nel batt. ci viene comunicato lo Spirito Santo: più membra ma un solo corpo … perché non si viva più nella carne ma nello Spirito e secondo lo Spirito.

4.  E' principio di unità e di dinamismo... ad essere una sola cosa... e per essere inviati nel mondo...

L'importanza del battesimo e della preparazione di esso da parte dei credenti nonchè la sua incidenza sulla vita, hanno subito varie modifiche lungo gli anni, i secoli.

- Battesimo agli adulti, catecumenato lungo, battesimo ai bambini, azione apostolica, caritativa conseguente. Nel secolo scorso: i laici più partecipi della vita della Chiesa fino a preparare le libere associazioni laicali dei nostri giorni.

Con il Concilio Vaticano II appare evidente il ruolo dei laici nella Chiesa.

Lumen Gentium n. 31. Allora tutta la vita del laico e in modo particolare il suo apostolato è "una partecipazione alla stessa missione salvifica della Chiesa." n. 33.

Ed anzi nella Ap. Act. n. 2 "essi... salvezza degli uomini" (libere associazioni, movimenti di professionisti, operai ecc...).

Specifica e pienamente responsabile è quindi la posizione del laico Chiesa nei confronti della Chiesa e della realtà temporanea. Questo concetto viene ribadito alla 43 della G. et Spes: "assumano le proprie responsabilità alla luce della sapienza cristiana e facendo attenzione rispettosa alla dottrina del Magistero".

Appare dunque molto evidente come la Chiesa, in questi ultimi anni, abbia profondamente rivalutato la vocazione del laico, vocazione che assume la sua dimensione regale, profetica e sacerdotale ad opera del battesimo. Essere laico non significa essere - meno Chiesa - ma esserlo nel modo proprio, specifico della vocazione laicale.

È in questa luce che sono nate tante sperimentazioni di comunità religiose laicali in questi ultimi anni. Un tempo: i monaci e le confraternite; i terz'ordini; oggi altro ma sempre per vivere più intensamente e conseguentemente il proprio battesimo in questa società, così come si presenta. Quindi avete una grandissima responsabilità... scoprire, studiare, costruire, vivere!

B Vocazione del sacerdozio ministeriale.

Aspetto dottrinale.

I esistenza: a documentare l'esistenza del sacerdozio ministeriale, oltre a quello comune a tutti i battezzati, sono tutte le pagine del N.T. Pietro, dopo essere stato fissato... invitato ovunque, dopo la resurrezione riceve da Gesù la missione di pascere il gregge dei fedeli (Giov. 21,15). I presbiteri di Efeso, secondo Paolo, hanno il compito di pascere il gregge che lo Spirito Santo ha loro affidato.

Sono tutti gli inviti personali e diversi nel modo di proporsi di Gesù agli apostoli. È l'invito pressante al giovane ricco: sguardo d'amore... vocazione a certe altezze...

Nella 1 Pietro 5 si illustra, da parte di Pietro, l'ufficio pastorale dei presbiteri. In San Paolo e negli Atti si nota via via lo sviluppo di una gerarchia: episcopi, presbiteri, diaconi, che sono delegati alla spiegazione della Parola e al culto Eucaristico.

II funzioni: il compito principale del ministero sacerdotale è quello di rappresentare, nella comunità, Cristo capo e pastore e come tale divenire punto di riferimento per l'unità e la comunione. Il servizio caratteristico di tale vocazione nella Chiesa è quello dell'autorità e del governo che deve svolgersi secondo le indicazioni del Vangelo per il quale il primo è "colui che serve" Mc 10,43. Si tratta di una vocazione ministeriale che deve esplicarsi in una triplice dinamica:

a) ministero della parola: Gesù lascia l'impegno di predicare la Parola e di insegnare Mc 3,13. Nella preghiera sacerdotale: consacrati per il servizio della verità: la sua Parola.

b) ministero dei sacramenti: Eucaristia e di tutti gli altri.

c) ministero di governo: speciale potestà per compiere la funzione di Cristo capo e Pastore che ha come scopo quello di riunire tutti nella stessa famiglia, corpo di Cristo.

Aspetto storico:

Dall'inizio: la scelta fatta dagli Apostoli. Via via piccoli gruppi, conventi, seminari ecc. onde preparare alla vocazione ministeriale.

A questa vocazione Cristo Gesù chiama tantissimi. Ed è logico: la Chiesa gli è costata il suo sangue... e allora suscita vocazioni anche ministeriali per la continuità della salvezza. Difficoltà a rispondere... pensare ad altre vocazioni senza mai pensare che potreste essere chiamati...

Certo anche la vocazione laicale... ma, alcune volte è una pia scusa per non rispondere radicalmente a Cristo che chiama. Come chiama? Chiama: dipende dalla generosità con cui si vuole rispondere alla chiamata.

C Vocazione matrimoniale.

Gesù è la nuova legge: al contrario degli Esseni che consideravano il matrimonio un ostacolo all'unione con Dio Gesù ce ne dà una visione positiva. Non predica di evitare, ma prende parte a nozze in qualità di ospite d'onore e trova la sua gioia tra i fanciulli; riconosce il diritto alla bellezza del matrimonio come ammira la bellezza dei fiori che pure sono destinati a perire. Un giorno anche il matrimonio avrà fine; ma questo momento non è ancora venuto. Riferendosi esplicitamente al Genesi 2,24, Gesù afferma l'originaria unità e indissolubilità del matrimonio. Dio unisce l'uomo  e la donna dando alla loro libera scelta una consacrazione che li trascende; sono una sola carne: unione perfetta e intima dei coniugi. Se nella durezza dei cuori Gesù vede la causa delle disunioni tra i coniugi, nel cuore degli fonda una nuova etica matrimoniale. Egli non solo condanna il rapporto con la donna di un altro uomo ma anche il desiderio verso di essa. L'unione degli sposi ha il fondamento nel cuore.

Il sacramento: Gesù non si accontenta di ricondurre la istituzione del matrimonio alla perfezione primitiva, ma gli dà un fondamento nuovo, che gli conferisce il significato religioso nel Regno di Dio. Diviene Chiesa domestica; diventa il soggetto della vita pastorale. La totale dipendenza della Chiesa da Cristo e l'amore redentore di Cristo per la Chiesa sono così la regola vivente che gli sposi devono imitare. Il matrimonio è vocazione alla santità. È vocazione a costruire il Regno.

L'esame deve approfondirsi a questo punto: le vocazioni che abbiamo ricordato sono tutte in funzione del tutto, dell'autorità, del Regno. Qual è la nostra?

Ognuno di noi, quando viene al mondo... per ciò che ci dicono, per ciò che vediamo, per ciò che sentiamo in noi: vocazione al matrimonio, sposarsi, andare insieme, ovvero avere, al più presto possibile, il ragazzo, la ragazza. E poi, pazzie infinite: discussioni a non finire, dilaniati percorsi insieme a discutere oppure ore infinite a strumentalizzarsi... oppure ad attendersi... a ingelosirsi... a soffrire perché non corrisponde! Ma è proprio questa  la tua vocazione? Ma io sento esigenze..! Guai se non le sentissi! Il primo problema è la tua vocazione battesimale; il secondo è la vocazione ministeriale, matrimoniale oppure da consacrati! Consacrati cioè associazioni, ordini laicali ecc. La vocazione non è un fattore psicologico ma una risposta generosa a Cristo! Comunque deve essere esaminato più a lungo. Vediamo la quarta vocazione!

d: Vocazione di vita consacrata.

I natura: la consacrazione religiosa - associazione ordine - monastero - monastero aperto - servizio alla comunità o altro, testimonianza di vita comunitaria come sposato o non ecc... è considerata dalla tradizione cattolica come la consacrazione tipica, in quanto vuole esprimere, in modo più esplicito, pieno ed esigente, l'impegno battesimale. Quindi il sacerdote che fonda, rafforza ed alimenta la vita religiosa non è altro che il battesimo del quale si vuole vivere più profondamente, decisamente, in una vita insieme e particolare, la fede, le promesse, le rinunce, i consigli evangelici.

Il Vaticano II così si esprime a questo proposito. L. Gentium n. 44. Insomma è una risposta generosa legata a Cristo ma con una volontà di richiamare il mondo intero a una carità più libera e a una testimonianza più comunitaria. Voti: sono, secondo la tradizione, tre. Ne parliamo:

a) Castità. Il Concilio nomina per prima la castità (L.G. 43) forse perché questo consiglio è il più esplicitamente proposto da Gesù, più inculcato da Paolo e abbracciato per primo come forma di vita. La castità perfetta costituisce una scelta che favorisce una unione intima, feconda con Gesù e che comporta, come conseguenza l'astensione da ogni attività sessuale. La tradizione cristiana ha visto nelle parole di Gesù a proposito degli eunuchi (Mt 19) uno dei fondamenti della dottrina del consiglio evangelico della verginità. Gli eunuchi spirituali sono coloro che si consacrano alla continenza perfetta vedendovi una meravigliosa risposta alla chiamata, all'imitazione di Cristo, al servizio alla comunità. La verginità (Mt 22,30) annunzia nel mondo presente il regno futuro che mediante l'avvento di Cristo è già entrato nella storia e che è già inaugurato con la risurrezione del Signore nel quale saremo tutti come angeli. Paolo afferma l'eccellenza della continenza, che ritiene di per sé desiderabile per tutti, indicando il suo esempio personale; ma chiarisce immediatamente che questo stato non può essere compreso e abbracciato senza uno speciale dono, un carisma (1 Corinti 7,32).

Essere vergine in senso lato - posseduto da Cristo, scelto da Cristo, è la condizione normale del battezzato!

In senso stretto è amore esclusivo e profondo: amare Lui e sapersi amati da Lui con la profondità di un amore di un uomo per una donna e viceversa. Il cristiano, vivendo vergine come Cristo, in gioia e serenità... dimostra che il suo amore per uomini e donne non poggia su legami umani; e proprio per questo può donarsi a tutti, può guardare in volto senza strumentalizzazioni... o amare tutte le membra senza timore, tremore, preoccupazione. C'è un grande amore nel cuore che fa vedere tutto il resto come amore, servizio, richiamo, bontà!

b) povertà: il Concilio ha riscoperto la povertà, il mistero della povertà tanto da chiamarsi: la “Chiesa dei poveri". La ricchezza porta ad un atteggiamento di autosufficienza e chiude il cuore di coloro che le posseggono. Nel Vangelo il regno, la comunità, la vita con Dio e i fratelli è vista come il tesoro nascosto, la perla preziosa: e, quanto sopra detto è un valore così grande che bisogna liberarsi da tutto per acquistarla Mt 13,45. Il concetto principale: come Gesù era distaccato da tutto... per una finalità formidabile così è per colui che fa voto di povertà: essere distaccato dalla realtà terrena. Servirsene, donarla, mettere in comune: testimonianza di distacco. L'importante è Cristo..!

c) l'obbedienza. La vita di Gesù si svolge completamente, fin dalla nascita, nel segno dell'obbedienza. L'obbedienza nel buio della fede come Abramo, la Madonna: obbedienza come fiducia a colui con il quale hai stabilito o hai accettato le finalità. Obbedienza ad entrare e realizzare un progetto che comprendi ma che, in ogni momento della giornata potresti non capire e vedere perché troppo grande. Come nella vita di Abramo. Solo alla fine scoprirà... ma tutto nell'obbedienza della fede. San Paolo diceva che l'obbedienza è il fondamento della glorificazione di Gesù come Signore. E' nell'obbedienza che Gesù, per la realizzazione del progetto del Padre, rinuncia alla uguaglianza al Padre, si priva delle prerogative divine, diventa accessibile all'uomo.

L'obbedienza religiosa consiste nell'offerta della propria volontà e quindi del proprio io come sacrificio e di sè a Dio in vista di una unione più stabile e sicura con la volontà salvifica di Lui. Il carattere intransigente e totalitario dell'obbedienza che non è solo adesione dell'intelligenza alla verità, ma adesione di tutto l'essere ad una persona comporta un aspetto sacrificale che è possibile con il dono dello Spirito (1 Cor. 12,3) che Dio dà a coloro che si pongono su questa strada dell'obbedienza. Il dono dell'obbedienza ad una persona, ad una regola è la realizzazione del piano progettato. E' la vittoria del giusto.

Tutto ciò che abbiamo detto si è realizzato, fin dal primo secolo, nella storia della Chiesa. Soprattutto nella verginità. Nel terzo secolo, l'esigenza di una vita più ascetica porta alcuni a separarsi da tutti: nascono i monaci, gli anacoreti, gli eremiti.

Nel 306 inizio Sant'Antonio: comunità di anacoreti cementati dalla personalità del fondatore.

Verso il 320 è San Paconio: casa con celle: stabilisce orari, vestiti, preghiere. Il capo della comunità è l'abate, cioè il padre al quale tutti dovevano obbedienza incondizionata. Poi è la regola di San Basilio. Santa Sinclezia inizia la vita religiosa femminile verso il 320.

Arriviamo al 480 con San Benedetto: fondamento di tutte le regole dei monasteri: salvezza della civiltà dai barbari e, più tardi, per tutta l'Europa!

Poi gli ordini mendicanti: predicazione e testimonianza ovunque. Iniziano i terz'ordini, quindi anche i gruppi dei coniugati che fanno i voti pur rimanendo a casa propria e nelle normali occupazioni.

Poi è la volta dei grandi ordini come i gesuiti, […] ecc., salesiani, ordini infiniti di suore... Impegni di missionari: Comboniani, Consolata, Pime e, finalmente, i nuovi movimenti laicali: Opus Dei, Focolarini, Pro Civitate Christiana ecc.

E noi?

Innanzitutto la scoperta della nostra vocazione. Abbiamo meditato sulla vocazione sul nostro essere popolo alleato e scelto. Ora, in questo popolo, che vocazione particolare occuperemo tenendo presente che ogni vocazione è in relazione al tutto del Regno?

 

e vita laicale consacrata. Genericamente Monastero aperto: ovvero essere religiosi, laici, sposati o non che cercano la salvezza nell'orientarsi e vivere comunitariamente e testimoniare comunitariamente o singolarmente nelle strutture del mondo, la scelta radicale del Vangelo e, quindi, la rottura con tutto ciò che è di questo mondo, del mondo di cui Cristo non ha pregato.

Al tempo di Benedetto: monasteri chiusi ma diventano comunque fari per quel tempo; tempo di barbari, invasioni, persone che non potevano capire se non dopo...

Oggi: monastero aperto! La stessa profonda spiritualità ma in relazione ai nuovi tempi barbarici. Come allora così oggi il monastero aperto può diventare punto di riferimento per gli sbandati.

Doppia possibilità: per coloro che vogliono convivere e per coloro che non vogliono o non possono.

Essere "comunità" come sapienza della storia significa cambiare radicalmente tutto: sistema di vita, di lavoro, di guadagno, di soldi ecc. Vivere per gli altri e lavorando per gli altri gratuitamente; lavorando con le proprie mani e intelligenze, mettendo in comune e lavorando per tutti per entrare in relazione con tutti. Dovrebbe così caratterizzarsi:

  1. momenti fondamentali di preghiera, di silenzi, di meditazione
  2. lavoro programmato nel senso suddetto
  3. servizi ai fratelli: promesse e verifica. Servizio a tutta la comunità.
  4. La domenica: giorno di festa nel Signore! Da vivere come dono...
  5. Voti di castità povertà obbedienza e di servizio!
  6. Avviarsi a forme di vita e di lavoro comunitari: comunità urbane o comunità agricole.
  7. Nella Chiesa, con la Chiesa, sentire con la Chiesa, mai, in nessuna circostanza, contro la Chiesa e l'Autorità che la unisce.
  8. È scelta di salvezza per noi e storica per tutti.
  9. Compito di personalizzazione e di corresponsabilità.
  10. Vivere in modo retto, sobrio, semplice e di servire ovunque la verità e tutti i valori spirituali.
  11. Moltiplicare la comunità un po' ovunque come radicale alternativa e salvezza a tutto ciò che questo mondo oggi ti propone.
  12. Non dovrà mai capitalizzare ma quanto avrà in più dovrà donarlo alle varie necessità legate alla povertà spirituale (mass-media) e materiale (case ecc.).