Giornata di spiritualità 11.3.1984
L'altra sera, durante il raggio: paura nel pronunciare: “raffinarmi nel fuoco, provarmi con il fuoco”. Spavento e preoccupazione. C'è un'espressione fortissima, una pubblica dichiarazione che facciamo forse superficialmente, ancora più forte della precedente: “Annunciamo la tua morte, proclamiamo... nell'attesa...".
Quando sentiamo che in gruppi, società segrete: giuramento... fino al sangue, pensiamo a dei pazzi, fanatici... noi pubblicamente dichiariamo, giuriamo su ciò che c'è di più importante, di più caro: la presenza di Gesù sull'altare. E' come il giuramento degli antichi crociati, di gruppi eversivi, dei cospiratori. Possiamo immaginarci attorno all'altare, si rende presente Gesù e noi, con braccio teso dichiariamo e giuriamo: "annunciamo..." e ognuno poi vive di conseguenza!
-> Perché questo indirizzo di meditazione all'inizio della Quaresima? Perché la Quaresima è la vita e il senso della Quaresima come il senso della nostra vita è: mentre scorrono i giorni della nostra esistenza e ci avviciniamo al giorno della risurrezione, la nostra vita vuole essere un continuo annuncio, una continua testimonianza della morte e risurrezione di Cristo, dei motivi per cui è morto e, a sua imitazione, portare la risurrezione ovunque! Il Signore Gesù, con la sua morte e risurrezione ha voluto glorificare il Padre e portare, per questa glorificazione, la salvezza, la Redenzione a tutti. Per questo fine è morto di una morte e ignominiosa, abbandonato da tutti, verme e non uomo, è morto e risorto perché tutto venisse in Lui ricapitolato, tutto venisse salvato e si realizzasse così la salvezza per tutti e si costituisse, in questo modo, la grande famiglia di Dio, il popolo della nuova alleanza.
Chi di noi è un poco attento comprende almeno due cose: che tutto ciò era ed è il sogno, la speranza, il disegno di Dio: formarsi una grande famiglia; e che per raggiungere questo scopo la morte e la risurrezione furono solo gli atti finali; dalla nascita fino alla sua ascensione fu, per Gesù, una continua morte, una continua rinuncia perché altri vivessero, risorgessero: digiuni, mortificazioni, tradimenti, solitudini, angherie, persecuzioni, fughe ed esilio e poi  la dolorosissima passione.
La nostra dichiarazione, al momento del ritorno sacramentale di Gesù in mezzo noi, significa che noi, con tutto noi stessi, con la nostra vita, vogliamo realmente accettare, senza sentimentalismi, secondi fini, o ritorni sulle nostre decisioni, di camminare sulle sue orme, cioè di voler morire, ogni giorno, a noi stessi perché tutti vivano, risorgano, facciano Pasqua!
Se non vogliamo essere ancora una volta superficiali in quel momento dichiariamo di essere pronti a sacrificare tutto ciò che non ci permette di essere veramente al servizio...; dichiariamo la nostra scelta prioritaria (quanto c'è da meditare perché releghiamo Dio, i nostri doveri verso Dio e il prossimo all'ultimo posto... non ne ho voglia... devo fare una partita, ho dato parola... devo andare a teatro..! È immensa la distanza tra la sconvolgente dichiarazione che facciamo e le scelte che attuiamo... forse subito... appena terminata la celebrazione eucaristica...) dichiariamo di essere addirittura pronti a morire per la tua comunità, per chi si trova in necessità... e poi ci impantaniamo nei "distinguo" o nelle eccezioni; dichiariamo di essere e di vivere solo per assolvere ai doveri verso tutti, e non di diritti (quanto ci facciamo servire, anziché servire, nella comunità...); dichiariamo di voler essere servi di tutti!! Ognuno dei presenti, che ha sentito la nostra dichiarazione, ha diritto a poter contare su di noi... (alla fine della Messa ti chiedono, se puoi, fare un favore... ma uno deve andare in collina, l'altro ha programmato di andare via con gli amici, l'altro ha un bel film da vedere, l'altro deve ascoltare musica presso l'uno o l'altro!)
Quella dichiarazione è un grosso bluff pronunciato dei cristiani borghesi di oggi. Sono quelli che dicono: "Signore, Signore...". “Questo popolo mi ama con le labbra...". Diventa ancor più esplicita la nostra dichiarazione quando noi ci avviciniamo alla Eucarestia. Gesù in noi per continuare la sua evangelizzazione, la sua passione per il mondo intero... Gesù in noi per prendere le nostre mani, braccia, corpo; per parlare con la nostra bocca, per continuare la redenzione. Non entra in noi per ritrovarsi in un cantuccio tranquillo e qui fermarsi! Gesù non vuole entrare in un bel mobile, o, peggio, in un freezer, ma la redenzione..!
Ognuno ci pensi e veda come opera dopo la dichiarazione... e dopo l'incontro con Gesù Eucarestia... Questa è la nostra quaresima... la nostra vita: vita dinamica, gioiosa, oblativa, piena di forza, di idee, di programmi, sempre primavera perché vuole camminare sulle orme di Cristo, perché dichiara di volersi identificare in Cristo, di lasciarsi assimilare da Lui!
Quando ricevo l'Eucaristia, quando mi stacco dal banco per poter ricevere in me il Signore è il segno esterno della serietà della mia dichiarazione; è la volontà dichiarata del mio giuramento! È la decisione della primavera di voler esplodere con tutti i suoi profumi e virtuosità; è la decisione della rosa, di ogni fiore a volersi aprire, profumare fino all'ultimo petalo, è la decisione dell'acqua del fiume a voler scorrere, della stella del cielo a voler brillare; del cristiano del voler essere "alter Christus" per tutti, secondo la dichiarazione! È la decisione che prendo di fronte a tutti di volermi spendere, giorno per giorno, perché Dio sia tutto in tutti.
- A questo punto prende senso il digiuno, la penitenza: per rendere il mio corpo e il mio spirito docile alla sua Presenza; purificato perché liberamente agisca...
- prende senso la preghiera: dalla scoperta che da solo non ce la farò mai... la confessione!
- prende senso e valore la castità... la povertà... l'obbedienza... la promessa di servire... per essere alter Christus!
- A questo punto pensiamo che questa dichiarazione la facciamo insieme; che esiste una decisione comune: ecco come nasce la Chiesa, la vita di una comunità di persone serie, adulte spiritualmente! Non c'è altra partenza per essere Chiesa, Comunità! Siamo comunità, Chiesa nei momenti in cui diciamo di sì alla chiamata di Cristo e insieme dichiariamo, come risposta alla chiamata, di essere disponibili a seguirlo. Qui inizia un secondo, grosso esame di coscienza sul nostro essere comunità! L'equivoco del nostro essere comunità nasce dalla dimenticanza od insignificanza della nostra decisione... e dichiarazione!!!! Fermiamoci ancora un poco a meditare su questa dichiarazione... È certo che una volta meditata, approfondita... ci scapperà la voglia di pronunciarla superficialmente... oppure la volontà di dichiararla più volte..! Mc 8,31-37. Al versetto 32 Marco afferma: "Gesù stava parlando apertamente". Sa che cosa gli sta per accadere ed è impressionato. È il momento della verità! Ma pure il momento dell'intimità in cui agli amici in ascolto si dice tutto, tutto ciò che sta a cuore. E così afferma: "essere riprovato, messo a morte... mi abbandonerete...". Gesù prevede il suo insuccesso umano! Tutte quelle persone che avrebbero dovuto capire, agire diversamente, dargli una mano; tutta l'Israele intelligente, arrivata, lo respingerà, non ne terrà conto, non vorrà sapere di Lui e lo farà soffrire. Per Gesù annunciare la sua morte vuol dire annunciare pure il suo insuccesso di fronte agli intelligenti, ai furbi; è annunciare la propria sconfitta; è annunciare qualcosa che a nessun costo vorremmo che fosse. Abbiamo tutti qualcosa che dà fastidio solo il pensarci, e sarebbe ancor più fastidioso il doverlo accettare. Abbiamo però anche qualcosa che non potremmo tollerare... fino a quel punto no!... nessuno potrebbe spingermi... Potrebbero pregarmi in ginocchio... ma quello no! Ecco cosa significa annunciare la morte... fino a quel punto! Non essere più padroni di noi stessi, essere servi che lavorano alacremente, per tutti. Non ci possediamo più. Gesù non avrebbe voluto accettare tutto quel terribile calvario (se è possibile passi...) ma lo accetta perché vede in questo insuccesso completo, la salvezza, la liberazione. Nella croce la vittoria, liberazione..! Anche noi comprendiamo che solo nella mortificazione, digiuno, insuccesso, nello smacco dei nostri sogni, attese, desideri, nella croce quotidiana... accettata con amore sarà la nostra liberazione (egoismo, superficialità, problematismo...) e la salvezza degli altri. Quando allora diciamo: "annunciamo la..." annunciano questa nostra volontà di essere segnati da Cristo (34-37: chi vuol venire... rinneghi... prenda...) scelta incomprensibile, pesante, non capita dai più, criticata... ma è la sola scelta che porti alla liberazione e alla salvezza!!! Sulla croce, con le carni di Cristo, è stato crocifisso il nostro egoismo; è stato vinto per sempre l'egoismo umano! Nei momenti in cui partecipiamo a questa crocefissione nasce o risorge la personalità cristiana, la novità di vita, la comunità autentica e redenta, il segno che Cristo vuole e l'umanità attende!