Sulla Coscienza
 
II°
 
Prima di addentraci nel grosso problema della coscienza morale ed elaborarne l'essenza, vediamo come fosse presente, nella letteratura e linguaggio popolare, il problema della coscienza.
  • Presso i greci. La coscienza morale conseguente, appare rappresentata plasticamente nelle Eumenidi ed Erinni, specie di geni o furie, come dicevano i latini, che perseguitavano i colpevoli. Così appaiono in Omero, Euripide, Sofocle, ecc. Nella Bibbia e nella letteratura questa coscienza morale viene rappresentata come uno sguardo divino, l'occhio di Dio dal quale fugge Caino. L'espressione biblica che ha avuto maggior successo nella letteratura posteriore è quella del verme che ci morde  e ci rimorde.
Per il popolo è coscienza è innanzitutto un rimorso. Nella letteratura patristica è frequentemente identificato con qualcuno dei personaggi che intervengono nei tribunali: il testimone, l'accusatore o il giudice.
Calderon de la Barca paragona la coscienza morale antecedente al suggeritore che agisce dietro le quinte nella grande commedia della vita per ricordarci la nostra parte. Shakespeare ha creato due tipi letterari che personificano la coscienza morale autocadente e conseguente. Lady Macbeth: un caso limite di rimorso; Amleto: un caso limite di indecisione prima di agire. Il Dostoiewski appare come un profeta del cuore.
  • Vediamo, a questo punto, il problema della coscienza morale presso i primitivi. Esisteva? Leclercq, studioso rinomato, afferma e ci assicura della esistenza della coscienza morale presso i primitivi. Appare, comunque, come qualcosa di spontaneo, irriflesso appare oggettivo, come per i bambini; sono ancora occupati dall'oggetto esterno, attenti al mondo e non ancora in grado (per mancanza di tempo o maturità) di entrare in loro stessi e analizzarsi.
Per questo concepiscono la coscienza come qualcosa di esterno, che risuona dal di fuori, non all'interno! E' una persona, un animale un totem.
Una conseguenza di questa oggettivizzazione della coscienza primitiva, cioè di questa maturazione mancata è il rifugiarsi in un gruppo. Un residuo di questa collettivizzazione nel tentativo di scaricarci la colpa è data dalla frase: “lo fummo tutti”.
A poco a poco la coscienza morale dei primitivi si interiorizza. Non più appesantito dalle necessità esterne, la sua coscienza da spontanea diviene intrinseca e riflessa. L'uomo si raccoglie in se stesso, con uno sforzo di introversione, per capire la voce imperativa di Dio. Abbiamo, durante il periodo filosofico greco-romano, il passaggio dalla voce esterna alla voce interna. Socrate ne è l'iniziatore.
Nel convito di Senofonte l'uomo deve essere l'artefice della propria filosofia e il mezzo per giungere a questa meta è l'esame di coscienza: conosci te stesso. Scritta sul frontone del tempio di Delfi questa massima, secondo Socrate è solo un mezzo per esaminare, secondo la ragione tutte le azioni che stiamo per compiere. E', in altre parole, un mezzo per trasformare la coscienza spontanea in condotta riflessa.
+ Sarà poi lo stoicismo che chiarirà ancora meglio: vivere in armonia con la natura e le leggi del cosmo! Ed è la ragione che deve stabilire se si è in armonia. Secondo Seneca la coscienza è una conoscenza che uno ha in ordine al bene. C'è un principio ordinatore in noi: è il nous! Ovidio e Seneca  alludono a un “deus in nobis” non proprio come Dio ma come legge eterna, forza ordinatrice di carattere impersonale. Seneca epistola 41: “Prope est a te Deus: tecum est, intus est…”
In questo studio ed evoluzione della coscienza appare per la prima volta il termine “Sineidesis”, coscientia in latino. Sembra Democrito il primo ad usarla come coscienza morale. Fu Cicerone che la tradusse in latino con il termine coscienza.
Pericoli di questa individuazione della coscienza:
    • individualismo morale con rifiuto di assunzione di responsabilità…
    • soggettivismo morale= faccio che mi …
    • naturalismo= la coscienza si appiattisce!
  • Che cosa ci dà in più la Rivelazione Biblica? La coscienza morale biblica, a differenza della coscienza morale greco-romana statica e armonizzantesi con la natura, appare dotata di un profondo dinamismo interno. E' una coscienza essenzialmente religiosa. A differenza degli Storici la rivelazione biblica, risponde e completa quanto uomini attenti avevano atteso e intravisto: cioè la voce di Dio, di un Dio personale, il Dio di Abramo, Isacco, Giacobbe che conta sugli uomini per i suoi piani di salvezza e ci chiama personalmente a realizzarli.
A differenza di tutte le teorie la Rivelazione ci mette a contatto, in dialogo con un Dio personale con il quale possiamo dialogare e unirci nell'amore.
Il principio basilare consiste nel conformarci alla volontà divina accettando i suoi piani su di noi.
La coscienza morale non si sviluppa, nella Bibbia, tutta a un tratto: c'è una lenta evoluzione da una coscienza infantile a una coscienza responsabile, adulta. Non si sviluppa , come per i primitivi o per i greco-latini attraverso il “conosci te stesso” ma solo attraverso la Parola di Dio. E' la Parola che è all'inizio, che crea tutte le cose buone e crea pure la coscienza. La coscienza è nel seguire la Parola. Quando non si ascolta la Parola è la morte. Adamo ed Eva. Questa Parola di Dio, a poco a poco si interiorizza e diventa legge del cuore, (chi non si accorge e non accetta questo rimane legato alla legge, schiavo della Parlola-legge..) diviene orientamento storico. I Profeti, consci di questa realtà affermano che Dio, più che atti esterni vuole la giustizia, l'onore, la fede, la conversione del cuore, cioè un seguire ormai responsabilmente la voce di Dio nel cuore piuttosto che freddi culti all'esterno. Secondo Geremia verrà tempo in cui Dio darà un cuore nuovo agli Israeliti (24,7). Non basta amare Dio con le labbra, ma con il cuore (coscienza morale!). Nei Vangeli si ultima questo processo di interiorizzazione e tutto viene spiegato con il termine cuore.
+ Cristo Signore, prendendo posizione contro il fariseismo e la concezione formalista della legge, ci ha rivelato il valore dell'atto interno in se stesso. L'atto esterno prende valore solo dal valore della morale interna.
Il vero fondamento della morale è radicato nel cuore dell'uomo! (questo principio contesta tutta la società che va dal rifiuto di ogni morale, alla morale secondo il fenomeno). Quel che importa è l'intenzione della volontà. La coscienza si organizza nell'intimo dell'uomo, intimo unito a Dio.
In Paolo il termine cuore diviene Spirito; allora il cristiano agisce non semplicemente messo da un Essere supremo, ma da un Essere che è lo Spirito Santo. Lo Spirito Santo dà alla coscienza una garanzia di Verità. Con il Battesimo lo Spirito è in noi ed esiste un rapporto preciso tra la coscienza e lo Spirito che guida e ispira e prega.
+ Da questo concetto parte tutta la nostra responsabilità dall'ascolto dello Spirito, dell'indirizzare l'esistenza secondo lo Spirito, nell'impegnarci..!
+ I Padri non ripeterono se non ciò che Paolo.. cioè: “voce di Dio..spirito.. pedagogo: avverte, censura, castiga, decisamente responsabile delle scelte che attuerà. “legge scritta  dentro nel cuore: obbedire ad essa è la dignità stessa dell'uomo e secondo questa verrà giudicato “ Rom. 2,14 -16 - G. et Spes. N. 16
“Tramite la coscienza Dio si fa conoscere in modo mirabile quella legge che trova il suo compimento nell'amore di Dio e del prossimo ecc. G. et Spes n. 16
“questi doveri attingono e vincolano la coscienza degli uomini” - Dignitatis Humanae n. 1
Libertà di coscienza per poter agire! Non per potersi sganciare da Dio, dalla legge rivelata oppure con una interpretazione forzata, parziale e soggettiva. (questa darebbe quegli errori di cui abbiamo detto..)
  • Alcuni motivi di crisi di coscienza :  oggi!!
    • la guerra totale, la chiamata alle armi forzata. Cioè tutto un popolo in guerra. Conseguenze: educazione per distruggere la volontà del soldato e  trasformarlo in uno strumento adatto alla macchina dell'esercito. Si infrangeva o si distruggeva la coscienza e da qui: lotta spietata contro il nemico, cinismo, immoralità di ogni genere.
    • Le dittature di ogni specie: lavaggio del cervello … (abbiamo visto!) I mass-media !!
    • Democratizzare ad ogni costo senza una educazione concreta. Allora passa il principio: la maggioranza ha ragione. La statistica o l'indice di gradimento diventa la coscienza. E' una coscienza orzizontalizzata. Nascono altre forme di dittatura e vari compromessi che buttano la coscienza nel relativo
    • L'attivismo sfrenato. Non c'è più tempo per pensare . Tutto diventa lecito onde raggiungere..!
    • Specializzazione eccessiva =
    • Crisi religiosa = Illuminismo, razionalismo, socialismo ecc- laicismo = si vuole mantenere un ordine senza dare il punto su cui costruire questo ordine. La coscienza o è religiosa oppure si disorienta! Già Dostoiewski diceva: “Se Dio non c'è, tutto ci è permesso..”. Soggettivismo religioso e ignoranza religiosa!
    • La demitizzazione della coscienza morale: dobbiamo agire per raggiungere.. neo-macchiavellismo;
    • Relativismo morale= fanno tutti così.. che cosa c'è di male.. dividiamo l'essere dall'agire… ciò che conta è non far del male ed io non faccio…
  • Di fronte a tutte queste deviazioni dobbiamo affermare che esiste un imperativo morale assoluto! a cui tutti sono obbligati. Da dove parte?
    • da Dio: Dio è il Signore, il Creatore, è colui che soavemente e fortemente dirige la storia, secondo la sua volontà che è quella “di riunire in Cristo tutte le cose” Ef. 1,9 -10. Per questo agisce sempre nella storia e alla radice della nostra libertà anche se alcune volte l'uomo si ribella e sembra che tutto crolli. Ma il piano di Dio si attua ugualmente. Dio non viene meno. “Tutto passerà, ma non le mie Parole”: è alla base della stabilità morale. “Io sono il primo e l'ultimo; l'alfa e l'omega”. Nonostante tutte le debolezze umane il piano di salvezza si attua e ha raggiunto pure noi. La nostra coscienza, illuminata da Dio, sperimenta oggi la salvezza!
    • dall'uomo. Vi è qualcosa in noi stessi, nel fondo incorruttibile del nostro essere, che ci spinge irremissibilmente a Dio e al prossimo. Il meglio di noi stessi ci apre al sentimento religioso e all'amore dei nostri fratelli, in forma di amicizia e giustizia sociale. E' una esigenza che sentiamo e che vogliamo vivere. Le forme esterne potranno variare con gli anni ma esprimeranno, anche in momenti di confusioni, i valori perenni della coscienza illuminata.
    • dalla chiesa che ci fornisce una interpretazione autentica della parola di Dio e della legge scritta nei nostri cuori. A servizio di tutto ciò nella Chiesa ci sta il Magistero ecclesiastico, non con funzione dittatoriale ma di autentica missione di servizio, affinché non possiamo cadere in ciò che Chesterton  diceva “verità perse”.
E in questo caso cadremmo in una involuzione morale.
 
  Terminiamo come abbiamo iniziato:
  Deut. 4,5 ss
  • Vivere con Dio, della Parola Illuminata dal Magistero: la salvezza
  • Non ascoltare: cadere nel disorientamento morale: la morte.