La preghiera mentale è necessaria
 
Tra i mezzi di preghiera cristiana nessuno, forse, è stato più universalmente apprezzato dell'esercizio della preghiera mentale. A raccomandarla non sono stati soltanto i contemplativi puri, ma anche gli uomini di azione. Chi l'ha detta luce, vittoria, lavacro; chi porta per...; chi manna...; chi fuoco...; chi una grande tranquillità, un silenzio, una dedizione, un desiderio di appartenere, di essere consacrato. Ed infatti nulla di più dolce, nel silenzio degli uomini e delle cose, dell'effondere il proprio cuore nel cuore di Dio. Parlargli come a Padre e fratello, ad amico, esprimergli tutta la nostra riconoscenza e la gioia di sentirsi amati da Lui. Nulla di più consolante della certezza di essere compresi, scusati, perdonati; nulla di più confortevole del ritrovarsi cuore a cuore con Lui nelle ore tristi, amare della vita, nelle delusioni, negli insuccessi, nelle solitudini, negli abbandoni; nulla di più ineffabile dell'udire, nel profondo del nostro cuore, la sua voce ripeterci le parole che, sole, danno la salvezza, la vita, la benedizione. È l'ora in cui la preghiera si fa profonda e può trasformarsi in estasi. È l'ora della luce interiore, del recupero del senso della giornata, degli atti che si compiono, della vita. È l'ora del riaccendersi del fuoco, della vita interiore... è l'ora più importante della vita cioè in cui Dio parla al nostro cuore.
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Fuori dunque di ogni dubbio che la preghiera mentale, perché ci tiene sempre orientati a Dio e in grazia, costituisca un ottimo esercizio di ascesi cristiana.
Qui però ci domandiamo: è effettivamente necessaria? Per cui non realizzarla ci mettiamo in pericolo? San Pio X a proposito dell'orazione mentale, scrivendo ai sacerdoti diceva: "È di capitale importanza che ogni giorno venga dedicato un determinato spazio di tempo alla meditazione delle realtà eterne. Non c'è sacerdote che possa trascurare questo mezzo senza nota di grave incuria e senza danno dell'anima sua". E il danno lo conosciamo tutti: affievolimento nella pietà, tiepidezza e forse, il peccato per superficialità! È facile arrivare, senza più ristoro e vivacità interiore, alla negligenza, tiepidezza e fino al fastidio per le realtà spirituale! La carità diviene insipida, la volontà scompare, la generosità non c'è più, il nervosismo appare, le impazienze compiono misfatti, non si ha "più voglia" di pregare, reagire; si è aridi, stanchi!
Alcune volte è proprio difficile trovare il tempo. Ma questo rincrescimento non ci allontana da Dio... Alcune volte pur disponendo di tempo manca la calma, la tranquillità, la solitudine necessaria... eppure è necessario fare ogni sforzo se vogliamo rinvigorire, sostenere, alimentare la nostra serenità e vita interiore, se vogliamo salvarci..!
"Io passai un anno e più" dice Teresa d'Av. "senza fare orazione, persuasa com'ero di mostrare con ciò maggiore umiltà. Fu la più funesta tentazione alla quale io soggiacqui; essa mi conduceva alla più totale rovina. Era come precipitarmi da me stessa all'inferno, senza che vi fosse bisogno del demonio a portarmi". "Senza le orazioni" dice San Giovanni della Croce "l'anima non può vincere la forza di Satana; né senza umiltà conoscere i suoi inganni e senza mortificazione; essendo l'orazione e la croce di Cristo l'arma di Dio... In tutte le nostre necessità, avversità e difficoltà non c'è rimedio migliore nè più sicuro della preghiera". "Credi forse che Cristo abbia pregato invano? E allora, dice S. Arnaldo da Foligno "perché trascurarla stabilito che senza orazione non si viene a capo di nulla? Gesù pregò non per sé ma per lasciarci il modello della vera orazione. Se Lui ci dà questa indicazione, come pretendere, da parte nostra, di farne a meno? "Come l'anima è la vita del corpo così la preghiera è la vita dell'anima" San Vincenzo de' Paoli. Cosicché senza preghiera non avremmo la vita dell'anima e neppure quella del corpo. Il corpo non è più epifania dell'anima... ma solo della materia. Monsignor Scalabrini... "chi lascia la meditazione o manca di fede o manca di cervello".
Molti scrittori di ascetica affermano dunque che non si potrebbe dare ad una persona un avviso più importante e salutare di quello di essere fedele alla meditazione nonostante tutte le difficoltà. Se per indifferenza o per pigrizia trascurano... si espongono a gravi pericoli: presto o tardi le tentazioni avranno il sopravvento perché mancherà la squisita sensibilità di avvedersene, scoprirle, fuggirle. "Se faccio meditazione" abate Chantard "sono come rivestite di una armatura di acciaio". E ancora: "se abbandono la meditazione anche la santa Messa, l'ufficio divino, tutto diviene penoso e meccanico e non più una lieve espressione di un cuore che ama". Niente meditazione: poca vigilanza, niente raccoglimento, niente orazioni distribuite durante il giorno, difficoltà nella testimonianza, confessioni fatte per abitudine: una città sempre meno difesa di fronte ad attacchi sempre più agguerriti. Ma anche l'efficacia dei sacramenti dipende anche dal modo con cui li riceviamo; hanno tanto più valore, portano molto più effetto a noi e alla Chiesa tutta quanto più siamo preparati, disponibili. È anche qui la meditazione che apre il cuore, muove il nostro spirito.
Ora a realizzare tali condizioni nulla di più efficace e di più sicuro della preghiera mentale. Chi prega mentalmente, cioè chi considera i Sacramenti alla luce della fede, non potrà non apprezzare il valore, quanto siano costati al Redentore! Nella confessione ad es.: la sua infinita misericordia... e l'orrore al peccato diverrà normale... quindi la volontà del proposito si fa sempre più seria... La frequenza di tante cadute si spiega, certo, con la nostra debolezza ma anche per la leggerezza con cui..!
La meditazione sull'Eucaristia-amore: è formidabile sempre per le conseguenze straordinarie che porta...
Siamo abituati fin da bambini: Messa, comunione: tutto diventa normale, abitudinario, pratica devota: nella meditazione tutto diventa finalmente rivoluzionario: prendiamo coscienza..! "Senza dubbio-scrive P. Mensabrè -la comunione ci unisce immediatamente all'autore della vita. Può essere considerata come il compimento terreno della nostra intimità con Lui; ma non abbiamo nessuno scrupolo di dire, che è un atto il quale non ottiene pienamente il suo effetto se non in quanto è preparato da un'altra comunione. L'unione eucaristica opererà in noi secondo la sua normale potenza solo quando sarà preceduto dall'unione di orazione. Il nutrimento spirituale che prepara il nutrimento sacramentale è la preghiera mentale". Ma chi soprattutto fu... sant'Alfonso dei Liguori... sempre, fino a stancare... fino a dirla "moralmente necessaria".
"Con tutti gli altri esercizi di pietà può stare il peccato; ma non possono coabitare la meditazione e il peccato...". È categorico! Ci sono infiniti sacrifici... si va avanti..! È impossibile invece perseverare nel peccato e nella meditazione... essere a tu per tu... incontrarci con Lui..! Diviene veramente insopportabile: è un continuo inganno profondo! Situazione insostenibile..!
Ma la preghiera mentale che noi dichiariamo "necessaria" per tutto ciò che abbiamo detto, diviene una grande esigenza dell'anima... è una grande esigenza!
Mettersi alla presenza di Dio, concentrare su di Lui i propri pensieri, umiliarsi dei propri peccati, chiedergli quanto ci è necessario per compiere la sua volontà è (o dovrebbe essere) il bisogno insopprimibile di ogni anima, indipendentemente da qualsiasi obbligazione e da qualsiasi fine pratico da raggiungere.
Esigenza profonda: è un cercare Dio, un tendere a Dio, un desiderare, un amare Dio. Chi non sente tutto ciò vuol dire che altri ideali polarizzano le esigenze, i pensieri, i desideri nostri. Ma falliamo!
Alimentare questa esigenza è il risultato della meditazione. Procurare libri, riviste, giornate di ritiro, discussioni religiose ecc. è sciogliere o far emergere quest'esigenza. Con la meditazione la consistenza della nostra vita spirituale.