Indice

Sezione A07

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La preghiera negli "Atti":
  • La preghiera di Gesù
  • La preghiera di Paolo
La crisi della preghiera:
  • L'efficienza
  • Il formalismo
La comunità fondata sulla Parola


LA PREGHIERA CRISTIANA Negli “ATTI”

 

Perché parlare di preghiera cristiana o del cristiano e preghiera quasi ci fosse bisogno di affermarne la necessità?

Potrebbe sembrare un problema scontato dal momento che Gesù ci viene presentato in preghiera e modello di preghiera.

  1. La preghiera di Gesù

 

L'epistola agli Ebrei ci dice: Eb 5,7

 

Anche gli Evangelisti ce lo presentano sovente nell'atteggiamento di preghiera, soprattutto Luca ci dice che Gesù si appartava volentieri per pregare. Es. Lc.5,16 “Ma Gesù si ritirava in luoghi solitari a pregare, dove il verbo all'imperfetto ci fa capire che si tratta di un'abitudine  che era stata tramandata come propria di Gesù. E anche nel cap. 9..12 si può leggere la seguente espressione:” essendo Gesù come al solito in preghiera2: Abbiamo testimonianze chiare sulla preghiera costante di Gesù e questo, per noi, dovrebbe essere sufficiente.

Comunque i vang. Ci presentano Gesù in preghiera anche in situazioni particolarmente rilevanti:

Al momento del battesimo:Lc.3,21

Al momento delle elezione degli Apos. Lc 6,12-13

Dopo il ritorno dei discepoli dalla missione. Lc 10,21

Prima del mirac.della risurrezione di Lazzaro: Giov. 11,41

Al momento della trasfigurazione: Lc 9,28-29

Nei momenti cruciali della sua vita. Al Getsemani: Lc 22,41-44.

La preghiera di Gesù dunque è un elemento inconfutabile nel N. T. Pertanto è un punto di partenza essenziale.

  1. La preghiera di Paolo:

Nel N. T. vediamo Paolo, modello di apostolato, che prega ed esorta a pregare continuamente.

 

Ricerchiamo l'inizio della lett. Ai Rom: 1,9-10

Ai Tess. Si afferma: 1 Tess.1,2-3- 1Ts 3,1

  1. La crisi attuale della preghiera

 

Dopo  questa citazione che bisogno abbiamo ancora di porci il problema della preghiera? Che argomento in più vogliamo? Nonostante l'esistenza di questi testi abbiamo coscienza che tale problema si pone, oggi, con una certa urgenza.

Il problema è reale e lo viviamo ogni giorno. Tutti ammettono che si prega assai meno che un tempo ( vi sono esperienze giovanili interessanti ma sono la infinitesima parte dei cristiani), per varie ragioni, ma il fatto rimane: si prega poco o niente, anche in noi una diminuzione reale del senso della preghiera… e le difficoltà che viviamo proprio in relazione  a questa diminuzione. E Perché? Chiediamocelo. Apparirà che non è frutto  solo di negligenza, perché più svogliati o più pigri. Mi sembra che la crisi sia più profonda. Domandiamolo alla Parola di Dio qualche indicazione.

Perché si prega di meno? Perché preghiamo di meno?

La prima motivazione che trovo e presento: quello dell'efficienza

 

Il mondo vuole dei fatti e noi dobbiamo dare dei fatti, delle opere; esistono delle scadenze e sempre più…(esami,lavori..politica..programmi) e bisogna fare tutto e fare bene entro un certo periodo di tempo e non possiamo non adeguarci, non prevedere e non portare avanti certi mutamenti; il mondo va avanti e noi vogliamo…è giusto…e volendo essere tempestivi, efficienti, di parola…il nostro silenzio, med. contemp Preghiera resta pochissimo tempo.

La realtà diventa ancora più urgente e ci pungola quando questa efficienza è sinonimo di servizio; è necessario servire il prossimo, il mondo! E questo servizio significa: presenza, aiuto, mettersi a disposizione, correre, impegnarsi, creare… e allora il momento della preghiera può venir trascurato.

Ancora di più quando il “servire” diviene amore al fratello, carità, di Cristo che in noi ci orienta a fare tutto e fare bene e siccome viviamo in un mondo competitivo dove molti riescono a fare tanto anche se non credenti ne deriva che noi credenti vorremmo fare anche per esprimere la carità, per essere testimonianza…” perché glorifichino il padre”..

Istanze di carità che è pure istanza di vita di comunità, cioè di essere con gli altri, di parlare, condividere, trovarsi con tanti…ma questo ci ha ridotto il tempo della nostra preghiera personale, privata. E poi il desiderio della disponibilità totale…

Insomma di fronte a tutto questo: istanza dell'efficienza, servizio, carità, comunità, disponibilità totale a tutti, la preghiera presenta parecchi svantaggi perché non sembra essere nessuna di queste cose.

Ancora: nella vita di comunità; parlarsi, conoscersi, aiutarsi, realizzare una vita comunitaria respirabile: la preghiera? Condizione di inferiorità. Essa non produce niente, non serve a niente, ci impedisce di consacrare tutto il nostro tempo a..

E il problema si complica quando si comincia a pensare che la preghiera sembra addirittura distogliere dal dono di sé agli altri cioè dall'interessarsi agli altri. Quando sembra che   noi ci alieniamo…quando invece è così necessario impegnarsi…!

Ecco mi sembrano i motivi dai quali scaturisce la difficoltà della preghiera cristiana quando noi vogliamo vivere un'esperienza di fede che è carità, comunione, partecipazione alla vita di tutti, presenza alla sofferenza e difficoltà degli uomini.

E una seconda motivazione tocca più profondamente la crisi della preghiera. E' un problema già sottolineato nel N. T.:Mt7,21;Ebrei 10,5-7.

E' necessario dunque scovare in noi,la mentalità dell'uomo vecchio che vorrebbe far consistere la preghiera nel dire: “ Signore,Signore”, cioè nel formalismo verbale e nell'affidamento rinunciatario che fa della preghiera qualcosa in cui ci si rifugia, come alternativa dal reale impegno della vita o pensando che sia sufficiente la preghiera-[…] e basta..!

E poi c'è di peggio: coloro che commerciano con Dio; pensano di comprarsi i favori di Dio con la contropartita della preghiera. Si tratta di combattere questa mentalità efficientista, affarista e superficiale, di ricerca di tranquillità e basta.

Noi dobbiamo lasciarsi possedere dalla mentalità dell'uomo nuovo secondo il quale la preghiera consiste nel fare la volontà del Padre, nell'offrire la propria esistenza spontaneamente, gratuitamente e per amore al compimento della volontà del Padre. Di conseguenza la vita di ogni uomo, la storia di tutti gli uomini in quanto è liberamente spesa per compiere la volontà  del Padre, è vera preghiera.

Qui evidentemente abbiamo in qualche modo raggiunto la relazione dell'antinomia tra preghiera e efficienza = donando la vita, rifacendoci all'efficienza  […] istanze che sembrano contrapporsi alla preghiera e che dunque vengono facilmente risolte quando si dice: l'offerta della vita è l'unica preghiera.

Ma è proprio risolta la difficoltà? Perplessità rimangono Qual è questa volontà?: Dagli atti ci viene una prima indicazione: nel cap. XX il discorso di Paolo con tante difficoltà alla chiesa. Che fa? “ Detto questo si inginocchiò con tutti loro e pregò” 20,36

Come chiarisci dunque? Pregando. Cioè è nella preghiera che si chiarisce la volontà di Dio, il fare la sua volontà.

Che cosa dicono e come si comportano le comunità primitive di fronte alle espressioni del Vangelo e al comportamento di paolo:” piegate le ginocchia…”?

Non troviamo indicazioni teoriche indicazioni unilaterali, non fatti legati alla Parola di Dio ove la preghiera, la vita e l'azione efficace si congiungono.

Vediamo come:

  1. La comunità cristiana si sente fondata, realizzata, impregnata e impegnata dalla Parola di Dio. E' un tutt'uno con la Parola: questa osservazione è fondamentale! Per capire dunque!

Se noi ci chiediamo qual è la Protagonista negli Atti degli Ap. Libretto che narra dal 30 fino al 60, 28 capitoletti, sappiamo che non è mai la Chiesa soggetto di azione, cheopera, avanza, cresce, tolto due eccezioni in At. 9,31- e 16,5 ma la Parola. Si usava la “Parola” come oggi noi usiamo il termine “Chiesa”.

Es. dopo l'elezione dei sette diaconi per ecc. At. 6,7. Cresce.. si diffonde (un popolo tutt'uno con la Parola dunque!) oppure dopo la morte di Giacomo e la liberazione di Pietro A. 12,24.

Oppure parlando di Paolo: At. 19,20 Parola di Dio protagonista dell'azione. Parola vissuta, accettata che diviene fonte d'azione…! Questo è fondamentale negli Atti, Parola che diviene azione, è l'azione l'autenticità di rinnovamento, azione di conversione ecc.!

Questo mette in crisi qualsiasi “prurito ecclesiale” non…. fondato sulla Parola e cioè: preoccupazioni, considerazioni, incontri di come la Chiesa deve essere, come deve comportarsi, riformarsi, quale azione intraprendere.. senza ricordare che l'azione principale è della Parola di Dio che noi dobbiamo accettare in obbedienza e umiltà come dono e innanzitutto crescere come Parola di Dio. Quindi dagli Atti: non confronti sociologici, non sforzi esagerati in tante cose ma innanzitutto un tentativo di obbedienza alla Sua Parola.

Fondati sulla Parola dunque! Ma come opera, come giunge questa Parola? Sempre dagli Atti: giunge e la si comprende, la si vive e diviene profetica, da comunicare nella missione e nella testimonianza = come dono dello Spirito. Abbiamo tre casi tipici a partire dall'inizio del capitolo secondo in cui gli Apostoli, ricevendo lo Spirito, incominciano a parlare e Pietro allora annuncia la Parola di salvezza. Fino a questo momento non c'è stata predicazione! Lo Spirito è quello dal quale è venuto il dono di parlare. Quindi lo Spirito si dona, abilita a parlare e si costruisce la Chiesa. Chiesa = dono dello Spirito.

Questo dono dello Spirito avviene dunque:

  1. durante la Pentecoste: At. 2,4
  2. durante l'incontro con la comunità di Cornelio At. 10,44-46 = glorificazione di Dio, testimonianza, diffusione e dono quindi dello Spirito
  3. dopo l'imposizione delle mani di Paolo sui discepoli che ancora non conoscevano lo Spirito, At. 19,6: anche la profezia è dono dello Spirito quindi.

Resta ancora da rilevare da quando si incomincia a descrivere l'inizio dei viaggi di Paolo che andrà.. Asia, Europa e grande diffusione, tutto ciò avviene perché “inviati dallo Spirito At. 13,4 dopo la preghiera e il digiuno della comunità. Ora tutto… è dono dello Spirito. L'abbiamo notato.

Ora che c'entra la Preghiera se tutto è dono dello Spirito? Se la Parola a tutti è dono dello Spirito l'uomo di fronte allo Spirito deve avere soprattutto un atteggiamento di disponibilità, di implorazione, di povertà essendo tutto dono, grazia: tutto ciò è appunto la preghiera.

Se tutti i risultati sono dono dello Spirito… disponibilità preghiera, ecco dunque e finalmente la risposta: la preghiera appare come momento fondamentale per la costruzione della comunità, intrinsecamente legata al costruirsi, al farsi, allo strutturarsi della comunità. I responsabili umani, i presbiteri, sono, prima di tutto, consacrati alla preghiera per capire, orientare, rimanere illuminati per la costruzione della Parola, comunità.

Quindi la preghiera non era momento di commercio, di fuga, di alienazione, di superstizione, ma momento intrinsecamente connesso al vivere della comunità, alla sua crescita, alla sua testimonianza, al suo essere “uno”, al suo servizio, alla sua missione. Era chiaro il progetto di vita: quindi la regola.

Vediamone la prassi della primitiva comunità. Sono brevi quadri, ne emerge la consapevolezza del legame intrinseco della preghiera con ogni atto della vita.

  1. Qual' è la prima attività in cui vediamo gli Ap. occupati? Leggiamo At. 1,12-14; Luca ripete il nome degli Ap. importanza… e ne presenta la loro azione prima: persone di preghiera, con tutta la comunità. Da qui verrà lo Spirito con tutta l'azione […….]! Ciò che è curioso è che vengono presentati come persone di preghiera appena dopo il v.8 dove si afferma che essi sono per la testimonianza At. 1,8. In preghiera per essere testimoni con lo Spirito. È nella disponibilità totale della preghiera che viene lo Spirito, la cui parola si incarna e si diviene test. cioè Parola viva. Ecco dunque l'atteggiamento primo, essenziale: disporsi nella preghiera ad accogliere, vivere, testim. la Parola.
  2. Qual è la seconda attività secondo gli Atti? È l'attività in cui essi pregano per colui che dovrà prendere il posto di Giuda. Anche qui dunque si prega per risolvere un problema importante di vita ecclesiale. Noi avremmo ragionato diversamente: essere in più per costringere Israele, avremmo guardato alle doti… talenti…. Invece gli Apostoli = At.1, 20-25 = interpretazione della scrittura e risoluzione delle difficoltà secondo la Parola e lo Spirito.
  3. La terza attività? At. 2,1 = sono formule lucane per evidenziare il momento della preghiera. Convocazione per la preghiera. At. 2,46; 4,24; unione di preghiera unione e quindi dei cuori. E da questo l'iniziativa apostolica.
  4. La quarta? Il modo con cui si risponde alle persecuzioni. Tutto andava bene.. pensavano di evangelizzare.. e poi improvvisamente le cose cambiano, rottura della serenità. La risposta? La preghiera, At. 4,23-24-29 : la Parola è vista come dono di Dio e viene implorata per il servizio della comunità.
  5. La quinta? Si trovano in difficoltà di scelta, di organizzazione con un poco di confusione sul da farsi date le varie urgenze. Che fare? At. 6,2-4. Senza svalutare la forma di servizio che è quella che devono fare i sette cioè quella della carità, test. unione ecc.. la scelta degli Apostoli è quella del servizio della Parola e della preghiera.

  Con quale caratteristica si presenta la preghiera comunitaria negli Atti degli Apostoli?

Diviene parte integrante della vita; diventa un tener duro, un “lottare”, un pregare sempre, senza stancarsi, senza interruzioni. È un concetto di preghiera che pervade la vita per tutta la comunità primitiva che moltiplica i tempi della preghiera; ecco alcuni esempi:

Al mattino: At. 2,15

A mezzogiorno: At. 10,9

All'ora nona: At. 3,1

Nell'elezione dei sette: At. 6,6. Lo Spirito per i Samaritani: At 8,15-17. Invio dei missionari: At. 13,3. Per la strutturazione delle nuove comunità: At. 14,23. Quando Erode fa arrestare Pietro: At. 12,5. Pietro per il risveglio di Tabità: At. 9,40a. Paolo e la guarigione del padre di Publio: At. 28,8b.

L'impressione che ne abbiamo è che la comunità primitiva preghi continuamente. È l'applicazione dell'invito evangelico che diviene vita per loro, contrassegna tutti gli atti della vita.

           Conclusione

Se vogliamo essere fedeli al N.T. dobbiamo riconoscere che nella preghiera ci sia un momento di inefficienza, di improduttività, di accettazione della inutilità e passività dell'uomo. Ma questa apparente inutilità rende viva l'iniziativa di Dio, dona il passaggio alla divina iniziativa che produce frutti di carità e di evangelizzazione. È la nostra morte e risurrezione. Inutilità per l'autentica utilità. Esempi abbondantissimi negli Atti e vita della Chiesa e A.T.

Nel cuore del N.T. ci sta la preghiera. È assolutamente impossibile togliere il suo primato in tutto il N.T.

Certo è e rimane un mistero. È il mistero di accettazione da parte della Madonna, accettazione in un momento di disponibilità a Dio. Disponibilità totale all'azione di Gesù e dello Spirito alla quale dobbiamo aprirci tutti noi come servitori della Parola.