Chiamata ad essere discepoli e caratteristiche.
Mt 8,18-22
Questo passo evangelico di Matteo ci da oggi la possibilità di considerare anche la nostra chiamata a seguire il Signore, chiamata scritta in noi anche come scelta specifica, chiamata ad essere discepoli, e le caratteristiche più evidenti del discepolato.
Gesù, pressato dalla folla, chiede di passare alla riva orientale del lago ma è attardato da due proposte di discepolato. Il fatto è ripreso e ampliato da Lc 9,57. ss.
Si tratta di uno scriba che si propone come discepolo al suo seguito e di uno, già discepolo, che chiede una licenza o pone come condizione di attendere la morte del padre. Allo scriba Gesù manifesta la sua povertà estrema: non ha un luogo che possa dire suo; più povero delle volpi che hanno una tana e degli uccelli che possono nidificare. Al discepolo che pone condizioni familiari, Gesù risponde con un'affermazione durissima: lascia che i morti seppelliscano i loro morti. Non si tratta certo della cancellazione del quarto comandamento ma di un reale rispetto dello stesso quarto comandamento nel concepire e vivere per il Regno di Dio. Luca aggiunge un terzo interlocutore: "Signore, ti seguirò, ma prima lascia che mi congedi da casa mia". E Gesù: "nessuno che ha messo mano all'aratro e poi si volge indietro, è adatto per il Regno di Dio". Gesù pone il Regno al di sopra di tutto e quindi il suo discepolato, la sua scuola di vita al di sopra di tutto, perché "chi ama il padre... non è degno di me". Ma a chi compie questa scelta radicale per il Vangelo e per il suo Nome, Gesù promette il centuplo quaggiù, insieme alle persecuzioni, nella vita eterna. Mt 10,30. Mt 19,29.
Tutto ciò ci dà la possibilità di meditare un poco sulla nostra chiamata-vocazione.
1 - Innanzitutto esiste una prima fondamentale chiamata-vocazione: è quella dell'esistenza: è l'amore di Dio che chiama all'esistenza, perché, come afferma il libro della Sapienza 11,24 "Tu ami le cose esistenti; come infatti potrebbe sussistere una cosa se tu non vuoi? O conservarsi se tu non l'avessi chiamata all'esistenza?".
Dio non può avere se non un grande progetto, un grande piano. È Dio che chiama all'esistenza e chiama tutto per un suo fine preciso. La nostra nascita, chiamata, vocazione alla vita è, e non può essere che così, in ragione della sua chiamata e della finalità stabilita. Realizzare la vocazione è l'essere fedeli al progetto di Dio. La storia del mondo è la storia della lontananza dal piano di Dio. Del tradimento della vocazione.
Il valore della nostra esistenza sta nel vivere e rispondere al progetto, alla volontà di Dio. Vocazione di tutti e tutto.
La seconda chiamata 2 - è quella di far parte della famiglia di Dio. Dopo il disordine iniziale: la redenzione. Con Cristo attraverso il Battesimo entriamo, con la nuova chiamata, a far parte della comunione con Dio e con i fratelli. È la vocazione ad essere figli: "avete ricevuto lo spirito di figli"... Con tutte le conseguenze.
3 - Terza vocazione-chiamata: veniamo chiamati insistentemente a collaborare. A realizzare il Regno. Chiamata di Abramo, Mosé, profeti, Maria Ss., degli Apostoli, di noi con il Battesimo perché la Pasqua di Cristo diventi Pasqua di tutti...
4 - Quarta vocazione. La vocazione ministeriale. È la disponibilità totale. Il chiamato deve abdicare alla sua più grande prerogativa, quella di poter disporre del proprio futuro; la scelta di una propria vita, organizzazione, famiglia, affetto ecc.. E' votarsi completamente per il piano di Dio. Risposta radicale, il sì!
- Queste dunque sono le varie e fondamentali chiamate che Dio rivolge a tutti..! Su queste, prima di tutto, dobbiamo sviluppare il nostro esami di coscienza e la nostra risposta. Ogni autentico discepolo del Signore e che tale vuol diventare deve tener presente tre indicazioni:
1° La risposta affermativa a seguire il Signore seriamente è possibile solo nella fede. È l'obbedienza della fede che ci permette di aderire incondizionatamente al suo invito. Nel capitolo 11 della lettera agli Ebrei per 17 volte il versetto inizia: "per fede". L'opera di Dio entrò nella storia per la fede dei patriarchi. Una fine immensa, infinita! Non solo credettero senza aver conseguito i beni promessi ma pure senza avere nemmeno idea di che cosa li aspettasse al di là dell'orizzonte del tempo... Eppure credettero, si fidarono di Dio... rimasero fedeli alla loro vocazione.
Così dev'essere per noi. Non sappiamo perché ci ha dato una particolare vocazione comunitaria, perché siamo qui a fare gli Esercizi! Ma sappiamo che tutta la nostra scelta, la nostra possibile testimonianza si gioca nella fede: scelta, coerenza, forza, testardaggine, non venir meno! Anche se, come patriarchi, moriremo senza vedere nulla, rimanendo nella fede delle cose future.
Abramo... avrà dalla terra promessa quanto è sufficiente per una tomba. Mosé dovrà fermarsi nel monte Nebo; i profeti non vedranno l'ora messianica; Giuseppe morrà senza sapere come suo figlio Gesù verrà riconosciuto Messia...; Giovanni Battista scompare senza sapere come tutto andrà a finire; e gli Apostoli subiscono il martirio senza vedere il futuro della Chiesa per la quale soffrivano..! Così è per noi. Non vediamo il risultato delle nostre scelte, dei sacrifici, dell'andare controcorrente; e sembra molto più difficile oggi credere di quando ci siamo accorti di Gesù Cristo. Siamo terribilmente sollecitati e alcune volte siamo stanchi, sfiduciati, non vediamo bene nel seguire con costanza questa morale che costa! Anzi il nostro sforzo ci sembra inutile. Allora nasce una prassi equivoca, ipocrita, soggettiva, il mestiere della fedeltà senza amore, uno zelo... senza amore, recitiamo una parte, un ruolo cristiano senza esserlo e senza viverlo con amore. Gesù chiede ben altro ai suoi: se crederete... Beati coloro che pur non vedendo, crederanno, dove il credere è lo spendere effettivamente la propria vita nell'amore a Dio e ai fratelli. Se il discepolo non ha fede, che discepolo è? È dunque la prima e fondamentale caratteristica.
2° La seconda: Il distacco radicale.
La pretendiamo in ogni affetto umano. Non si può tenere il piede in due staffe. O sei con me o contro di me. Parabola del tesoro nascosto e della perla preziosa. Distacco innanzitutto della mente. Priorità di Dio. Dio è ciò che conta. Per cui il resto viene dopo!
E le cose che riguardano Dio e il suo Regno vengono prima di qualsiasi altra cosa. Nuova mentalità cristiana. Distacco radicale del cuore. "Se tu ami tuo padre ecc.". Distacco radicale dal proprio "io". Povertà in spirito. Distacco radicale dalle cose, dal possesso, dalle affermazioni, dalla casa ecc. per essere in Cristo.
3° La terza: vivere per il Regno. Perché è lo scopo di tutta l'esistenza del discepolo. Mt 8... Luca 9 inizio. Lc 9,1. Lc 10,1: Annunziare il Regno.
Annunziatori del mistero attraverso la vita, le scelte, gli impegni apostolici. Il battesimo, la vocazione di ogni battezzato sta nel realizzare il Regno di Dio, nel portare Dio.
- Ognuno deve esaminare se stesso per osservare se la sua vita collabora a realizzare il Regno e il proprio progetto di vita. Quali sono i pensieri, i tempi...
- Ognuno deve esaminarsi se rende la propria vita limpida e pura, senza peccati, per lasciar operare Dio per il suo Regno. Qual è lo sforzo ascetico che ciascuno compie per far sì che Dio sia presente e passi attraverso ogni aspetto della sua vita.
- Ognuno deve esaminarsi per scoprire se la propria preghiera è in ordine al Regno o ai propri interessi e piagnistei.
- Ognuno osservi i propri impegni se così orientati!
4° Aggiungiamo la quarta caratteristica del discepolo di Cristo che esprime l'identità prima del discepolo. Il discepolo di Cristo è colui che sta con Gesù. Mc 3,13.
Il discepolo: colui che sta col Maestro per imparare. Certamente per imparare la verità e Gesù ha voluto trasmettere la verità. "Imparate da me". Mt 11,29. "Vi ho dato l'esempio perché come ho fatto io facciate anche voi". Giov 13,15. "I discepoli hanno imparato Cristo". Ef 4,20 stando con Lui, vivendo con Lui. Questo aspetto della meditazione contiene ovviamente un valore ascetico e di grande valore e impegno se Gesù definisce i suoi discepoli "sale della terra". Il sale che rende fertile la terra resa sterile dal peccato; o li vuole luce del mondo, riflesso della luce vera che illumina ogni uomo Giov 1,9: discepolo come Giovanni Battista, la lampada che brucia se stessa per illuminare il cammino verso Cristo. È fortissima e bellissima questa immagine. Da qui lo sforzo, l'aschesis di tutta una vita per avvicinarsi il più possibile all'ideale di vita voluto dal Maestro: imparare Cristo. Diventa l'alter Christus. Questo sforzo, questa aschesis significa confronto e vita di intimità, vita interiore profonda, difesa, equilibrata. Orientata.
Sforzo per agire come ha agito Cristo Signore.. E' un rimanere saldi, uno stare in Cristo, giorno per giorno, costi quel che costi, onde diventare, imparare Cristo. Saremo tanto più amati da Dio quanto più Cristo sarà in noi e quanto più avremo imparato Cristo.