Disciplina da discepolato.
  Se vuoi essere discepolo devi seguire la disciplina.
 
Ci sono parole nel mondo di oggi che mettono a disagio. Sono più o meno escluse dal vocabolario corrente, ma anche nella pastorale non si osa più utilizzarle. Ad esempio: rinuncia … ascesi … mortificazione … sacrificio e, quindi, il termine “disciplina” che fa parte del gruppo. È opportuno chiedersi quali sono le motivazioni di un tale silenzio. Forse realtà del tutto superate ai nostri giorni, oppure inutile parlarne perché nessuno ti seguirebbe, o forse non se ne parla per non passare per retrogradi fuori dal tempo. Nonostante moltissime affermazioni contrarie noi osserviamo che nessuno può concepire una vita autenticamente umana che non abbia una vera disciplina. Nessuno riesce nello sport, negli studi ecc. se non con una forte disciplina. Se dunque tutto ciò è valido per qualsiasi traguardo, tanto più lo è per diventare discepoli di Cristo!  A questa preliminare osservazione c'è da aggiungere anche quanto Gesù ebbe a dire a proposito del diventare suoi discepoli: “Se qualcuno vuole venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua”, e ancora: “Chi non prende la sua croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo”.
Discepolo -> disciplina!  La semplice etimologia suggerisce un rapporto stretto ed esigente tra le due parole.
a)  Vediamo innanzitutto il significato della Parola. Non penso a una forzatura di senso scoprendo e applicando i termini discepolo e disciplina all'idea di apprendista, di colui che vuole apprendere; idea dunque di formazione, di educazione. In due modi intendiamo la disciplina: come contenuto e come sforzo di aderire; nel primo caso, dalle elementari fino alle università si parla di disciplina di insegnamento: è il contenuto. Il  secondo caso riguarda l'atteggiamento soggettivo, lo sforzo per raggiungere la meta prefissata. Nel nostro caso, disciplina, la interpretiamo nel secondo modo e allora si tratta di metterci all'ascolto e, con sforzo, metterci a seguire, ad accettare le indicazioni, le correzioni, i suggerimenti che il Maestro di spirito ci da. Dobbiamo addirittura accettare i rimproveri, gli scrolloni e tutti i mezzi che ritiene opportuno usare per migliorarci. Nessuna educazione valida si costruisce prescindendo dalla disciplina dello spirito anzi, si insiste molto sul dominio di se, sull'autocontrollo, sull'attenzione e rispetto verso gli altri, nel superamento dell'egoismo, sull'onestà, sulla lealtà, sull'obbedienza alle regole della vita comune ecc..
Nell'educazione un atteggiamento lassista da parte dell'educatore - genitore, cioè di reale permissivismo per non far soffrire l'educando o per alleviargli le fatiche o per recuperarlo affettivamente, il più delle volte ha risultati catastrofici. Una disciplina oculata, intelligentemente forte forma il carattere, fa uomini. La disciplina anticamente era stata vista come [………]…! Nella Bibbia è vista come correzione fraterna in relazione al progetto di salvezza di Dio. È Dio che corregge! Proverbi 3,11-12; Eb. 12,5-8-11.
b)  La disciplina nella tradizione della Chiesa in riferimento alla sequela di Cristo.
Il discepolato e la sua disciplina di conseguenza, non significa solo l'ascolto della Parola ma anche prendere il suo giogo Mt. 11,29; prendere la sua croce, vivere dunque come Egli ha vissuto, nella obbedienza totale al progetto del Padre; vivere per il Regno nella povertà, nell'umiltà e camminare nella strada che Egli ha tracciato per ciascuno di noi, che è strada del dono totale, del dono radicale di noi stessi, la strada della croce con tutto ciò che significa e comporta.