L'Autorità negli Atti degli Apostoli

 

Che cosa ci stanno a fare gli Apostoli in questa Chiesa che è anzitutto ascolto della Parola, nella preghiera, e azione conseguente? Se tutto è azione dello Spirito che si dona nella preghiera, che ci stanno a fare le autorità nella Chiesa, gli anziani che Paolo pone nelle singole comunità? I presbiteri, i vescovi ecc?

Es. At. 14,22-23; At. 20,28.

È un grosso problema che ogni tanto si agita. Chiesa Apostolica o Chiesa carismatica? La comunità primitiva come si comporterà? Faranno in modo che venissero saldati sia la Autorità sia il Carisma e vedranno come sistemare il tutto anche perché la Chiesa era stata così voluta da Cristo e così da loro ricevuta.

Premessa: esiste, negli Atti, un duplice modello secondo cui avviene lo sviluppo della comunità: un modello costruttivo apostolico: predicazione, unione agli Apostoli nei momenti fondamentali 2,42; 4,32 e un modello orizzontale: dialogo, viaggi, sofferenze, persecuzioni, iniziative private. Come gli Apostoli entrano in questi due modelli? Hanno una funzione specifica in questi due modelli? Prendiamo in esame negli Atti alcuni esempi concreti nei due modelli e suddetti e scopriamo la funzione dell'Autorità.

A) Modello costruttivo:1) Il primo esempio che noi possiamo ricavare dal libro degli Atti circa la funzione degli Apostoli si trova subito all'inizio: At. 1,1-14.

Spesso si interpreta questo passo con le affermazioni: "Le ultime parole di Gesù e la sua ascesa al cielo”. Ma vi è un altro punto di vista: versetto per versetto noi veniamo messi di fronte a una grandezza nuova tra il Cristo che sale in cielo e la comunità che rimane, anzi la costituisce che è costituita appunto dagli Apostoli. Si sfuma la vita di Gesù e prende vita l'azione Apostolica. È l'inizio di un nuovo libro, di una nuova era storica. Il libro degli Atti all'inizio è dunque concentrato su quest'idea: il Cristo non c'è più, la sua presenza visibile è costituita dagli Apostoli e hanno l'assicurazione dello Spirito che con loro rimarrà sempre!

Rileggendo attentamente questi versetti vi riconosciamo quasi l'assillo di presentarci questa proprietà dell'Apostolo di costituire il legame visibile con Cristo che non è più visibile: finito il periodo evangelico inizia il periodo apostolico. Gli Apostoli sono quelli ai quali Cristo ha detto le ultime parole, ai quali ha fatto la promessa dello Spirito, dai quali si è fatto vedere fino all'ultimo momento e, anzi, la stessa ascensione è descritta dagli l'apostoli così come l'hanno vissuta.

Sono messi al centro dell'interesse, non il Cristo che ascende, ma gli Apostoli che rimangono e che hanno ricevuto la missione della testimonianza. Agli Apostoli è promesso lo Spirito per assicurare il legame tra la Chiesa Apostolica e Gesù. Tutto il resto degli Atti serve a dimostrarci, nelle diverse situazioni della Chiesa, il perseverare di questa struttura: presenza visibile e teologicamente si tiene il posto che era quello di Gesù in mezzo a noi. Non si dà quindi Chiesa dello Spirito senza questa incarnazione visibile che si è avuta nella vita di Gesù e continua nella presenza degli Apostoli.

2) Secondo esempio: è la descrizione di una vita di gioia, di insieme, di carità, di preghiera. In queste descrizioni Luca ha cura di notare l'importanza della presenza dell'Apostolo, presenza che significa rapporto visibile con lo Spirito, con Gesù. Leggiamo At. 2, 42-48. La primitiva comunità è dunque caratterizzata dalla perseveranza nella dottrina apostolica e dalla presenza dei "segni e prodigi" operati dagli Apostoli. E ancora: At. 4,32-35. Un quadro veramente meraviglioso! Anche qui Luca nota la presenza degli Apostoli che rendono testimonianza della risurrezione di Gesù.

Sono il centro della vita cristiana: "portavano... deponevano i piedi degli Apostoli". Anche quest'esperimento della carità è vissuto nella centralità dell'Apostolo; la vita cristiana si organizzava attorno all'Apostolo come continua presenza di Gesù Cristo... E ancora ove ancora si vede che tutto si sviluppava sotto il segno dell'Apostolo. At. 5,12-16. Al centro c'è la figura di Pietro per cui entusiasmo e accorrere di folle. Vi è dunque una comunità primitiva piena di entusiasmo, ricca di gioia e di doni, di vitalità, ma tutto attorno a questa presenza apostolica che continua la presenza di Cristo.

3) Terzo esempio: è la predicazione ai giudei che viene descritta nei primi 15 capitoli del libro degli Atti. Chi sono i predicatori? Luca ha cura di farci notare che i pilastri di questo servizio alla Parola sono: o Pietro o i Dodici o sono persone che hanno ricevuto l'imposizione delle mani da Pietro.

4) Quarto esempio del modello costruttivo: la predicazione ai pagani che prende il resto degli Atti. Capp.16-28. E come avviene questa predicazione? Predicazione che avviene senza più obbligare i pagani alle leggi stabilite da Mosé? Avviene principalmente attraverso Paolo. Un Paolo che viene investito da Gesù stesso ma riconosciuto da Anania, da Pietro e  Apostoli: la sua predicazione è in sintonia con quella degli Apostoli, è in continuità con Pietro. Questa realtà è resa possibile, (come già si diceva questa mattina nella meditazione prima), solo in un contesto di preghiera. Una preghiera, che è frutto dell'ascolto della Parola di Dio, segue l'esperienza della conversione, richiede l'accoglienza, con tutto il cuore, del Vangelo. In questa tensione diventa possibile accogliere ciò che è novità... E la presenza degli Apost. è necessaria per dare garanzia della visibile presenza dello Spirito.

Quindi nel modello costruttivo della Chiesa primitiva la centralità del Apostoli è a garanzia della presenza di Cristo!

B) Modello orizzontale, dialogico, critico. La Chiesa si sviluppa anche attraverso sofferenze, persecuzioni. Gli Atti ci parlano di quattro gravi fratture che creano crisi, sofferenze, oscurità, difficoltà e come queste vengono risolte ad opera dello Spirito.

1) Crisi dovuta all'egoismo e ipocrisia. La prima comunità era impostata sulla carità, amore, servizio. Ma: At. 5,1-11 dove questo rapporto di amore viene interrotto. Ci troviamo dunque di fronte ad un caso tipico nel quale si vuole dire come questa Chiesa che si fondava sulla libera e spontanea condivisione di tutto, era insidiata, fin dall'inizio, dalla ipocrisia. Gli Atti ci fanno capire che questa ipocrisia non era colpevole per l'atto in sè, cioè per il fatto di ritenere una parte dei beni, ma era colpevole perché attentava alla reciproca fiducia nella comunità. Questa crisi che minacciava di essere di rottura di un rapporto di semplicità e di fraternità instauratosi tra i discepoli, viene risolta attraverso la presenza di Pietro. È Pietro che con la sua autorità profetica denuncia e risolve questa crisi di fiducia della primitiva comunità cristiana, crisi che poteva spaccare la comunità. Crisi dunque di una certa gravità che viene superata con l'Autorità Apostolica che ha la funzione di smascherare ciò che di male si sta compiendo ai danni della comunità.

2) Seconda crisi: divisione a Gerusalemme tra giudei e ellenisti. Divisione di lingua certo ma con il pretesto delle vedove trascurate, si nascondevano interessi di gruppo, interessi economici e di mentalità diverse. Atti 6,16. Anche qui l'Autorità interviene e riporta la normalità.

3) Terza crisi, alquanto grave! La comunità di Gerusalemme: forti, potenti anche economicamente, numerosi,  aveva superato crisi ecc. avviene l'uccisione di Stefano. L'inizio della persecuzione con la fuga di tanti cristiani. Atti 8,1. Poteva essere un momento di crisi destinata a far morire la comunità. Ma Luca sottolinea: "... tutti dispersi ad eccezione degli Apostoli". È difficile stabilire storicamente perché gli Apostoli rimasero in Gerusalemme. Comunque che cosa porterà questa persecuzione? Succede che la Chiesa, Parola di Dio, si diffonde nella Samaria, a Cipro, ad Antiochia. Bene o male? Poteva essere un male cioè potevano crearsi tanti cristianesimi quanti erano i cristiani che fuggivano nei vari luoghi. Cioè tanti modi di vedere e vivere il Cristo. Che cosa rappresentano gli Apostoli in questo momento di dispersione? Rappresentano il punto di riferimento con la loro permanenza in Gerusalemme e il ruolo che essi assumono nei momenti difficili. Vanno a Samaria At. 8,14: per garantire. Mandano ad Antiochia: 11,12-25 per confermare ecc.. Diversamente avremmo avuto il frantumamento della comunità primitiva.

4) Quarta crisi: Cap. 15 degli Atti. Opposizione tra le comunità, tra quelle giudaiche e quelle provenienti dal paganesimo. Rischio nuovo: la creazione di due gruppi? Oppure l'esclusione dei greci ecc. con il suicidio della Chiesa primitiva, con la chiusura verso il mondo pagano? Atti 15,1-21.

Di fronte a questa nuova crisi Luca, con parole velate, perché l'opposizione doveva essere molto forte... opposizione feroce! ci fa sentire Pietro che, sulla Parola di Dio superiore alle posizioni opposte, risolve, con Giacomo, la crisi emersa. Nelle crisi che si succedono dunque nella Chiesa, la presenza apostolica è quella che garantisce, attraverso diversi interventi, l'unità della Chiesa stessa e quindi la continuità della presenza dell'unico Cristo!

Conclusione.

Rispetto alla domanda che ci siamo posti all'inizio del capitolo circa la funzione e il ruolo degli Apostoli - autorità - nella Chiesa della Parola, dello Spirito, possiamo rilevare allora da Luca questa indicazione: gli Apostoli sono coloro ai quali incombe la missione di rappresentare visibilmente la presenza e la continuità del Cristo in mezzo alle diverse esperienze della comunità. Questo compito gli Apostoli possono attuarlo non attraverso degli schemi prefabbricati o attraverso l'applicazione di norme già fatte, ma attraverso la ricerca continua, ansiosa e difficile della scelte più opportuna.

È la presenza degli Apostoli, illuminati dallo Spirito, che riporta la Chiesa all'unità e alla operosità. Dobbiamo, a questo punto, riconsiderare il nostro rapporto con tutte le Autorità sulla base del N.T. come garanzia del nostro essere Chiesa e garanzia del nostro annuncio di Chiesa.

 

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