Verginità
 
VII
 
Il tema di questa meditazione è la verginità e il celibato per il Regno dei cieli. Questa virtù oltre ad essere, in forma diversa, un precetto per tutti, è anche un consiglio per alcuni. Infatti questa può essere una scelta libera per tutta la vita, però è anche un dovere o, meglio, una proposta evangelica per tutti in una fase precisa della vita che è quella che precede la scelta definitiva della propria vocazione. Quindi è una meditazione per tutti.
Oggi assistiamo a un vero e proprio assalto, da parte della cultura dominante contro questo valore della verginità. Secondo la ben nota tendenza a disprezzare ciò che si è perso o non si riesce a raggiungere (es. la volpe) la cultura secolare getta il sospetto e perfino il ridicolo su questo valore tradizionale che la natura stessa difende, circondandolo della delicata ma tenace custodia del pudore. Giovani ragazzi sono spinti dall'ambiente... a vergognarsi della propria illibatezza, a fare di tutto per occultarla e a inventare addirittura esperienze spregiudicate per non sembrare diversi dagli altri. E questa atmosfera si sente un po' ovunque anche in mezzo alle nostre comunità. Il celibato e la verginità, si dice, non permettono all'uomo un sano e completo sviluppo della persona. Uno non diventa uomo e una non diventa donna se non... !
Poi, nei nostri ambienti vocazionali, un modo errato di presentare le verginità: "Fatti prete, suora, nonostante che essa comporti il celibato della verginità, per darti a tutti”. È vero il contrario. E proprio per questo radicalismo che mi faccio prete, suora ecc. per donarmi al mondo! Passano le mode; forze e sapienza di questo mondo possono coalizzarsi contro... può essere descritta come "un'infamia del passato" e a gettare su di essa ogni genere di sospetto; si può aggiungere anche tutti i peccati di infedeltà di quelli stessi che l'hanno abbracciata, ma essa resterà sempre perché è istituita da Gesù Cristo. E il mondo che la volgarizza e la combatte, paga il suo tributo di onore a questo valore quando fa della parola "vergine" uno dei simboli di maggiore richiamo del suo linguaggio pubblicitario. La lana migliore è quella vergine; l'olio più puro è quello extravergine; vergine indica ancora ciò che c'è di più bello e incontaminato tra i prodotti dell'uomo e della terra. Dobbiamo riappropriarci della parola così come la Bibbia ce l'ha donata.
 
I Le motivazioni bibliche della verginità.
Intendo per verginità anche il celibato e la continenza volontaria. Il Nuovo Testamento non riserva questo titolo alle sole donne ma anche agli uomini non sposati o non ancora sposati. Per gli sposati è valida la meditazione perché, alla stessa luce, rendono più attento e vocazionale il loro matrimonio e più marcata la loro castità matrimoniale.
L'istituzione di questo stato si trova descritta nel Vangelo di Matteo cap. 19,10-12. Leggere! La parola "eunuco" suona alquanto dura alle nostre orecchie moderne ed era dura anche per gli uomini al tempo di Gesù. Secondo alcuni la scelta di questo termine insolito sarebbe dovuta al fatto che gli avversari di Gesù lo avevano accusato di essere un eunuco, non essendosi sposato, come altre volte lo avevano accusato di essere un mangione... e di frequentare pubblicani e peccatori. Era un'offesa grave tacciare uno come eunuco in quanto, per la montale mentalità ebraica sposarsi era un dovere morale. Secondo rabbi Eleazar, un uomo che non ha donna, non è neppure un uomo. Gesù raccoglie l'accusa degli avversari e presenta una nuova eunuchia tutta speciale. Vi sono alcuni che non si sposano (eunuchi) per difetti... e per cattiveria degli uomini, ma alcuni non si sposano per il Regno dei cieli. Qui eunuchia ha valore morale non fisico. La menzione del Regno dei cieli introduce di colpo nel discorso di Gesù una dimensione di mistero che è accresciuta dalla laconica frase finale: "Chi può capire, capisca!". In questo modo e a questo punto nasce nel mondo un secondo stato di vita e queste espressioni ne sono il fondamento. Fino a quell'epoca, non esisteva altro stato di vita se non dello sposalizio. Vi erano delle esperienze diverse di celibato, come presso gli Esseni, ma solo come forme di ascetismo, sforzo, rinuncia. Non donazione. Così era ed è nel Buddhismo più puro! Rinuncia! Nella Rivelazione di Gesù è uno stato di liberazione, di donazione, di radicalismo per il Regno. E coloro che si sposano? Il matrimonio viene così relativizzato - non è il fine - e prende luce e forza di orientamento dall'eunuchia per il Regno.
 
II La dimensione profetica della verginità.
Per capire questa nuova forma di vita dobbiamo capire veramente, che significa eunuchia per il Regno di Dio. Il Regno di Dio è "già" e "non ancora". È già venuto, è presente, è qui; ma in un altro senso deve ancora venire: infatti preghiamo: "Venga il Tuo regno". Poiché il Regno dei cieli è già venuto... è possibile che alcune persone, chiamate da Dio, scelgano fin d'ora, di vivere come si vive nella condizione finale del Regno. E come sarà questa condizione finale? Lo rivela Gesù stesso in Lc. 20,34-36: leggere! In ciò risiede propriamente la dimensione profetica della verginità e del celibato per il Regno (allargando la meditazione ci vedo la fedeltà, nonostante tutto... degli sposi... nonostante tradimenti ecc. fedeltà per il Regno!). Questa forma di vita mostra, con la sua semplice esistenza e senza bisogno di parole... la condizione finale e una testimonianza profetica di un altro mondo... nel mondo ma non del mondo! Le verginità non è uno stato più perfetto del matrimonio, perché la perfezione è possibile ovunque e la santità è uno stato escatologicamente più avanzato. Cioè, per dirla con San Cipriano che così scriveva alle prime vergini cristiane: "Voi avete cominciato ad essere ciò che noi saremo". Una tale profezia, lungi dall'essere contro gli sposati, è invece anzitutto per loro, a loro beneficio. Ad essi ricorda che il matrimonio è santo, è bello, è creato da Dio e redento da Cristo, è immagine dello sposalizio tra Cristo e la Chiesa ma... non è tutto! È una struttura legata a questo mondo e perciò transitoria... Non esiste più là dove non esiste più la morte... Agli sposati, la verginità ricorda il primato dello Spirito di Dio. Ricorda che Dio ci ha fatto per Lui e che, perciò, il nostro cuore sarà sempre "insoddisfatto", finché non trova riposo in Lui. Ricorda anche che non si può fare del matrimonio e della famiglia l'idolo a cui sacrificare tutto e tutti, una specie di assoluto della vita. Tutti sanno quanto è facile trincerarsi dietro il dovere della famiglia (Ho moglie, figli...) per sottrarsi alle esigenze radicali del Vangelo; quant'è facile fare di un buon matrimonio l'ideale e lo scopo supremo, misurando dalla sua riuscita la riuscita stessa della propria vita. E siccome il primo a soffrire di questa indebita assolutizzazione è proprio il matrimonio, che è come schiacciato da queste pretese sproporzionate che non potrà mai soddisfare, ecco perché dico che la verginità viene in soccorso degli stessi sposati. Essa libera il matrimonio e ognuno dei due coniugi dal peso insopportabile di dover essere il tutto e sostenere le veci di Dio. La riserva escatologica che le verginità pone al matrimonio, non ne offusca la gioia, ma la preserva anche dalla disperazione perché apre ad essa un orizzonte anche dopo la morte. Proprio perché esiste un'eternità e una Gerusalemme celeste, i coniugi che si amano sanno che la loro comunione non è destinata a finire con questo mondo che passa e a dissolversi nel nulla, ma trasfigurata e spiritualizzata, durerà in eterno.
Partendo da questo carattere profetico della verginità e del celibato possiamo capire quanto sia ambigua e falsa la tesi secondo cui questo stato sarebbe contro natura e impedirebbe all'uomo e alla donna di essere pienamente se stessi. Quanto ne ha parlato la psicoanalisi e quanto ha condizionato. Molte vocazioni sacerdotali o religiose non sono arrivate in porto! Non si è tenuto conto che questa scienza moderna è basata su una visione materialistica e atea dell'uomo e allora vede il tutto nel qui, subito e tutto! È tutto diverso per chi ha una visione spirituale e aperta alla trascendenza. Del resto la verginità prende senso solo se aperta all'eternità. È una realtà dello Spirito e San Paolo afferma che l'uomo naturale non riesce a capire le realtà dello Spirito. Anzi sono cose folli per lui. 1 Cor 2,14. A un amico che era convinto che scegliendo la castità si sarebbe tagliato fuori dalla corrente della vera vita, P. Claudel rispose con illuminanti parole: "Noi viviamo ancora nel vecchio pregiudizio romantico che la felicità suprema, il grande interesse, l'unico romanzo dell'esistenza, consistono nei nostri rapporti con la donna e nella soddisfazione dei sensi che ne riceviamo. Si dimentica solo una cosa: che l'anima e lo spirito sono realtà altrettanto forti, altrettanto esigenti che la carne. Lo sono ben di più! Se accordiamo alla carne tutto ciò che essa chiede, è a detrimento di altre gioie, di altre realtà meravigliose che ci risulteranno precluse per sempre. Ci accontentiamo di un bicchiere di vino cattivo e ci dimentichiamo di un mare di meraviglia".
La stessa psicoanalisi appena supera il pregiudizio di fondo ereditato dal suo fondatore e si apre alla dimensione spirituale ed eterna dell'uomo, riscopre lo straordinario valore della verginità come segno. Così scrive uno dei discepoli di Freud: "L'unica via per svincolarsi dall'umano conflitto è quella della totale rinuncia che ci porta ad offrire l'intera nostra vita come dono al sommo Potere... La vera ed eroica convalidazione della nostra vita va collocata oltre il sesso, al di là dell'altro, oltre i limiti della religione privata e di altri artifici del genere che lo abbassano e lo circoscrivono, lasciandolo frantumato dell'ambiguità...".
La Bibbia, la Rivelazione ce lo conferma con la sua autorità. L'uomo non è solo ciò che è per nascita, ma è anche ciò che è chiamato a diventare con la sua libertà e nell'obbedienza alla Parola di Dio. L'uomo che nasce ha una vocazione: diventare conforme a Cristo. Quanto più si avvicina a questo modello di umanità più diviene pienamente uomo. In un certo senso potremmo dire che lo Stato più "naturale" dell'uomo è proprio la verginità perché noi non siamo chiamati a vivere in un eterno rapporto di coppia, ma a vivere in un eterno rapporto con Dio. Dio, non un partner umano, è destinato a essere per sempre il nostro tutto. 1 Cor. 15,28.
 
III. La dimensione missionaria della verginità.
Siamo nel "già venuto": quindi verginità come profezia. Ma siamo anche nel non "ancora venuto": quante nazioni, situazioni, persone da salvare! Ecco allora la motivazione che scaturisce da tutto ciò: "Poiché il regno e in cammino, occorrono uomini e donne che, a tempo pieno e a cuore pieno si dedichino alla venuta di questo regno. E siamo così alla dimensione apostolica della verginità che scaturisce dall'urgenza del Regno. Il ragionamento vale per tutti: Santa Teresa patrona delle missioni... È difficile immaginare come sarebbe oggi il volto della Chiesa se non ci fossero state, lungo i secoli, persone che hanno rinunciato a casa, moglie, figli ecc. per il Regno. Ciò che c'è di cristianesimo lo si deve alla loro azione. All'interno della Chiesa: studio, approfondimenti, contemplazione; all'esterno: realtà missionaria e apostolica un po' ovunque con tutte le iniziative di carità, di civiltà, di studi! La Chiesa non obbliga nessuno al celibato ma ripete il modo di agire di Gesù verso il giovane ricco: "Se vuoi essere mio collaboratore, accetta di vivere in castità e poi vieni a servirmi". Se vuoi. La Chiesa stabilisce i requisiti di tale servizio. Un tale servizio, se vuoi accettarlo, passa attraverso la verginità...
Non essendo di origine divina, il celibato obbligatorio può essere soggetto a discussioni ma nessuno può negare onestamente che, nonostante tutti gli inconvenienti e le defezioni che sono inevitabili in una materia del genere, tale scelta, nel complesso, ha favorito enormemente la causa del regno e una efficace azione apostolica (lo vedo quando non siete ancora fidanzati, oppure uno dei due rimane a casa... oppure quando si è sposati... troppo impegnati o troppo chiusi...).
Allora da quanto si afferma la verginità non è sicuramente sterilità, ma fecondità vera, massima, certo non sul piano puramente fisico. La prima vergine di cui parla il Nuovo Testamento è feconda. Non solo perché dà alla luce il Figlio ma dona la salvezza e sviluppa una maternità universale. Al suo seguito quanti sono stati chiamati "padre" e "madre" per la loro azione umanitaria, creativa, apostolica: Don Bosco, Madre Teresa! Una seconda nota della verginità, nota molto bella e importante è la gratuità. Sono nella gratuità più vera quando amano e si prendono cura dei bambini degli altri, di malati non loro, di anziani non loro. E quando ci si carica di peccati non loro e portarli davanti a Dio e intercedere per il mondo. È la missione della claustrale. "In certe ore del giorno e della notte... si legge nella regola delle Romite... abbiate nel nostro cuore tutti i malati e gli affitti che soffrono per il dolore e per la povertà, e pensate ai tormenti che patiscono coloro che si trovano in prigione in pesanti ceppi di ferro. Pensate, con cuore pieno di compassione, a quelli che si trovano in gravissime tentazioni. Conservate nel vostro cuore il dolore di tutta questa gente e chiedete con sospiri che il Signore abbi pietà di loro". Non si può certo chiamare sterile una vita come questa! Il respiro è ampio quanto il mondo. La fecondità della claustrale dipende dal fatto che, con la preghiera, l'amore silenzioso, la fede e la speranza, essa agisce direttamente sulla causa prima, su Dio. Ed è lo Sposo che distribuisce i loro frutti agli amici. La sposa non vuole sapere a chi vanno i frutti del suo pregare e del suo soffrire: essi sono dello sposo che li dona a chi vuole. Gli altri si devono preoccupare di come distribuire o amministrare, lei no. Davvero il Signore "Fa abitare la sterile nella sua casa quale madre gioiosa di figli".