Indossiamo le armi della luce
Rm 13,12-14 lettura!
S.Agostino nelle confessioni ci narra il posto che questo brano ebbe nella sua conversione. Era giunto quasi ad un'adesione totale alla fede; le sue obiezioni erano state annientate una dopo l'altra e la voce di Dio si era andata facendo sempre più incalzante.
Ma c'era una cosa che lo tratteneva: la paura di non poter vivere casto. Conf. 8,11. Era nel giardino della casa che lo ospitava, in preda a questa lotta interiore e con le lacrime agli occhi, quando, da una casa vicina, udì una voce di bimbo che andava ripetendo: "Tolle, lege". Prendi, leggi, prendi, leggi. Interpretò quelle parole come un invito di Dio e, avendo a portata di mano il libro delle epistole di S. Paolo, lo aprì a caso... Rom. 13,12-14! Dentro di lui brillò una luce di serenità che fece scomparire tutte le tenebre delle incertezze. Sapeva ormai che con l'aiuto di Dio poteva essere casto. Conf. 8,12. Le cose che l'Apostolo, in quel brano, chiama opere delle tenebre, sono le stesse che altrove definisce: "Desideri e opere della carne”. Rom. 8,13. Fra queste opere della carne è messa in rilievo la dissolutezza sessuale alla quale viene contrapposta all'arma della luce che è la purezza. L'apostolo non si dilunga a parlare di questo aspetto della vita cristiana ma dalla lista che ne fa all'inizio della lettera ai Romani 1,26 sappiamo quanta importanza essa rivestisse ai suoi occhi. Il nostro rapporto con Dio va risanato con l'obbedienza, verso Dio; con la carità, verso il prossimo; con la purezza, verso se stessi. S. Paolo stabilisce un nesso strettissimo tra purezza e santità, tra purezza e Spirito Santo: 1 Tess. 4,3-8: lettura.
Approfondiamo dunque il frutto dello Spirito che è la purezza!
1 La motivazione della purezza.
Nell'epistola ai Galati S. Paolo scrive: "Il frutto dello Spirito è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé". Nel dominio di sé si tocca una sfera ben precisa: il dominio nell'ambito sessuale. Appena dopo infatti parlando delle opere della carne l'Apostolo chiama "impurità" ciò che si oppone al dominio di sé. Con il termine impurità la Bibbia intende: prostituzione, impudicizia, fornicazione, adulterio e altri vocaboli. L'idea di fondo contenuta nel termine impurità è quella di vendersi, di alienare il proprio corpo, quindi di prostituirsi. Adoperando tale termine per indicare pressoché tutte le manifestazioni di disordine sessuale, la Bibbia viene a dire che ogni peccato di impurità è, in certo senso, un prostituirsi, un vendersi. I termini usati da S. Paolo ci dicono dunque, che sono possibili, verso il proprio corpo e verso la sessualità, due atteggiamenti contrapposti, l'uno come frutto dello spirito e l'altro come opera della carne. Uno virtù e l'altro vizio. Il primo atteggiamento è conservare il dominio di sé e del proprio corpo; il secondo invece è vendere e alienare il proprio corpo, cioè disporre della sessualità a proprio piacimento, per scopi utilitaristici e diversi da quelli per i quali è stata creata, un fare dell'atto sessuale un atto venale, anche se l'utile non è costituito dal denaro, ma anche dal piacere egoistico e fine a se stesso.
Quando ci parla di purezza e di impurità in semplici elenchi di virtù e vizi senza approfondire la materia il linguaggio Rivelato sembra non distaccarsi dai moralisti pagani e stoici. Pure loro parlavano di padronanza di sé stessi e governavano tutto secondo la retta ragione. In realtà con la Rivelazione questo linguaggio cambia e diventa significativo. Infatti, rimanere puri significa rivestirsi di Cristo. I primi cristiani erano in grado di cogliere questo contenuto nuovo perché esso era oggetto di catechesi specifica in altri contesti. Proviamo a esaminare ora il testo di 1 Cor. 12-20. Pare che i Corinti, travisando una frase dell'Apostolo, adducessero il principio: "Tutto mi è lecito" per giustificare questi peccati. Nella risposta dell'Apostolo è contenuta una motivazione assolutamente nuova della purezza che scaturisce dal mistero di Cristo. Non è lecito, egli dice, darsi all'impudicizia, non è lecito vendersi o disporre di sè a proprio piacimento, per il semplice fatto che noi non ci apparteniamo più, non siamo nostri, ma di Cristo. Non si può disporre di ciò che non è nostro. "Non sapete, dice, che i vostri corpi sono membra di Cristo... e che non appartenete a voi stessi? 1 Cor. 6,15-19. La motivazione ultima è dunque che Gesù è il Signore! 1 Cor. 6,13: "Il corpo è per il Signore!".
La purezza cristiana, in altre parole, non consiste tanto nello stabilire il dominio della ragione sugli istinti, quanto nello stabilire il dominio di Cristo su tutta la persona, ragione e istinto. La cosa più importante non è che io abbia il dominio su me stesso ma che Gesù abbia il dominio di me stesso. Nel primo caso lo scopo sono io; nel secondo caso è Gesù. Bisogna certo avere il dominio su se stessi ma per cederlo a Gesù. Questa motivazione prende ancora più valore per il fatto che noi siamo, secondo Paolo, veramente le membra di Cristo. Non solo apparteniamo ma siamo sue membra! Il suo corpo! Questo rende immensamente più delicato tutto, perché nel dire che commettendo l'impurità, io prostituiscono il corpo di Cristo, compio una sorta di odioso sacrilegio... 1 Cor. 6,15. "Prenderò dunque le membra di Cristo e ne farò membra di una prostituta?" Basta solo formulare tale ipotesi per rimanere atterriti dalla sua gravità. E poi Paolo ne aggiunge subito una seconda che chiamiamo pneumatologica cioè riguardante lo Spirito Santo. "O non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi?” 1 Cor. 6,19. Abusare del proprio corpo è dunque profanare il tempio di Dio!
Accanto alla motivazione cristologica, a quella pneumatologica aggiungo quella escatologica: il nostro corpo è destinato alla resurrezione. La salvezza non è dalla carne ma è della carne. Per un destino superiore mantengono immacolato il proprio corpo. Risorgerà! L'Apostolo conclude questa sua catechesi sulla purezza con l'appassionante invito "Glorificate, dunque, Dio nel vostro corpo". 1 Cor. 6,20. Il corpo umano è dunque per la gloria di Dio ed esprime questa gloria quando l'uomo vive la propria sessualità e la sua intera corporeità in obbedienza amorosa alla volontà di Dio che è come dire: in obbedienza al senso stesso della sessualità, alla sua natura intrinseca e originaria che non è quella di vendersi ma quella di donarsi. Tale glorificazione di Dio attraverso il proprio corpo non esige necessariamente la rinuncia all'esercizio della sessualità. Nel capitolo 7 ai Corinti S. Paolo si esprime dicendo di due glorificazioni di Dio: matrimonio e verginità, purché ognuno viva le esigenze del proprio stato.
2 Purezza, bellezza e amore del prossimo.
Non c'è nessuna lettura di Paolo che non descriva la vita nuova nello Spirito attraverso la purezza. Presenta la purezza nelle sue varie facce di castità, fedeltà coniugale, sobrietà, continenza, verginità, pudore. S. Paolo vede nella purezza il carattere bello della vocazione cristiana. E la tradizione cristiana ha fatto della purezza "la bella virtù". Tale purezza è uno stile di vita più che una singola virtù. Ha una gamma di manifestazioni che va al di là della sfera solo sessuale. C'è una purezza del corpo ma c'è una purezza della morte, del cuore: pensieri cattivi. C'è poi una purezza di linguaggio che consiste nell'evitare ogni parola oscena, volgarità e insulsaggini e, quindi, nella sincerità e schiettezza nel parlare. C'è poi infine una purezza e limpidezza degli occhi, dello sguardo: essere azzimi di purezza. Oggi si tende a vedere solo il peccato contro il prossimo. Forse si è esagerato nel passato nel dare importanza a questa virtù fino a creare malattie nervose; ma oggi è il contrario. È l'eccesso opposto. Vale solo ciò che è attenzione e servizio al prossimo. Bisogna trovare il giusto equilibrio: purezza e carità sono ambedue grandi e necessarie. Purezza e amore del prossimo stanno tra loro come dominio di sè e donazione di altri. Come posso donarmi se non mi possiedo, se sono ancora schiavo delle mie passioni? Come posso donarmi se ancora non ho capito che devo tutto al Signore cioè non mi appartengo? È un'illusione quella di credere di poter mettere insieme un autentico servizio ai fratelli, che richiede sempre sacrificio, altruismo, dimenticanza di sé e generosità e una vita personale disordinata tesa tutta a compiacere se stessi e le proprie passioni. Si finisce inesorabilmente a strumentalizzare i propri fratelli come si strumentalizza il proprio corpo. Non sa dire dei "sì" ai fratelli chi non sa dire "no" a se stesso... Qualcuno si scusa dicendo: "ma non fa male a nessuno". Intanto viola il diritto di Dio di dare una legge alle proprie creature. Lui il diritto e noi il dovere di ubbidire sia che lo vediamo o lo scusiamo... e poi è sempre scandalo per il prossimo... oppure anche il pensiero inquina l'uomo Mt. 15,19-20 ed è una diminuzione di grazia nel mondo intero essendo legati nel Corpo mistico di Cristo. A poco a poco si crea una legge di peccato che è erosione di tutti i valori. La purezza, con tutto ciò che importa per esserlo rende rette le strade verso il Signore, rende pura la preghiera, rende serena e piena di pace l'amicizia con il Signore. Non si può elevare a Dio chi è legato alla carne. Con quale pace..! A meno che non ci sia una sincera volontà di lottare e di vincere le proprie debolezze.
3 Purezza e rinnovamento
Studiando la storia delle origini cristiane, si vede con chiarezza che due furono i principali strumenti con cui la Chiesa riuscì a trasformare il mondo pagano di allora: il primo fu l'annuncio della Parola e il secondo il martirio; si vede pure che nell'ambito della testimonianza di vita, due furono di nuovo le cose che maggiormente stupivano e convertivano i pagani: l'amore fraterno e la purezza dei costumi. Già la prima lettera di San Pietro accenna allo stupore dei pagani di fronte al tenore di vita così diverso dei cristiani. 1 Pt 4,3-4: leggere!
Gli Apologisti attestano che il tenore di vita cristiana, puro e casto, era per i pagani qualcosa di straordinario e incredibile.
"Essi, si legge in un testo, si sposano come tutti gli altri e hanno figli, ma non abbandonano i loro figli; hanno in comune la mensa ma non il letto, vivono nella carne ma non secondo la carne, dimorano sulla terra ma sono attratti dal cielo." In particolare ebbe un impatto straordinario sulla società pagana il risanamento della famiglia, che le autorità del tempo volevano risanare, ma di cui erano impotenti a frenare il disfacimento. San Giustino scrive all'imperatore Antonino Pio: siete preoccupati per risanare i costumi e la famiglia e... quindi leggi... che non trovate sufficienti. Allora perché non accogliere le leggi cristiane che possono dare un forte aiuto alla società civile? Alcune luminose fanciulle cristiane, morte martiri, mostrarono fin dove arrivava, su questo punto, la forza del cristianesimo. Certo che esistevano anche nelle comunità cristiane di allora certi disordini. Non tutto era oro. Ma tali peccati venivano chiaramente riconosciuti come tali, denunciati e corretti; non si esigeva di essere senza peccato ma di lottare contro il peccato. L'adulterio era considerato, insieme con l'omicidio e l'apostasia, come uno dei tre peccati più grandi, tanto da fare discutere in certi ambienti, se esso fosse o no è remissibile con il sacramento della penitenza.
E oggi com'è la situazione? Forse peggiore di quella di allora! Siamo in pieno pananesimo e un ritorno all'idolatria del sesso. La tremenda denuncia che Paolo fa all'inizio della lettera ai Romani 1,26-27. 32, si applica punto per punto al mondo d'oggi. Anche oggi non solo si fanno le stesse cose, anzi peggiori, ma si tenta anche di giustificarle, di giustificare cioè ogni licenza morale e ogni perversione sessuale purché, si dice, essa non faccia violenza agli altri. Come se Dio non c'entrasse nulla! Si distruggono famiglie intere e si dice: "che male c'è?". Sono teorie permissivistiche che tendono a negare ogni norma oggettiva in fatto di morale sessuale riducendo tutto ad un fatto di istinto e di cultura. Questa rivoluzione sessuale, anche se l'uomo non se ne accorge per ignoranza o altro, è una evoluzione contro Dio. Perché? Perché sono l'antitesi del dominio di Dio su tutto. La sessualità esasperata: sono mia! E' Dio il padrone, il Signore, non noi! È rivolta contro Dio perché è pretesa di autonomia assoluta. Pensiamo soltanto a quale disinvoltura e richieste arrivano le teorie degli omosessuali! Non ci si può realizzare fuori dal piano di Dio! Ci vuole un'infinita misericordia anche verso l'omosessuale, ma il peccato, il disordine rimane.
4 Puri di cuore.
Abbiamo meditato su questo punto. Riprendiamolo in questo contesto. Dio ci chiama a purificare il nostro spirito e "a opporci a questo torrente di perdizione". Ci chiama a lottare per la purezza. A lottare con tenacia e umiltà. Forse non raggiungeremo mai la perfezione, ma siamo chiamati a lottare. È una lotta antica come la Chiesa. Ma oggi siamo chiamati a qualcosa di nuovo: a testimoniare al mondo l'innocenza originaria delle creature e delle cose... Il sesso è salito al cervello di tutti. Occorre qualcosa di molto forte per rompere questa narcosi o ubriacatura di sesso. Occorre ridestare nell'uomo la nostalgia di innocenza e di semplicità che ognuno porta nel cuore anche se sprofondato nel fango. Riscoperta di innocenza attraverso il sacramento... È ciò che San Paolo scrive ai Filippesi: "Siate irreprensibili e semplici, figli di Dio immacolati in mezzo a una generazione perversa e degenere, nella quale dovete splendere come astri nel mondo, tenendo alta la parola di vita" Filippesi 2,15.ss.. Vuol dire: indossare le armi della luce. Un appello importante oggi di questa vocazione alla purezza è il pudore. Il pudore proclama da solo il mistero del corpo umano che è unito ad una anima; proclama che c'è, nel nostro corpo, qualcosa che va al di là di esso e lo trascende. Il pudore è il rispetto di sé e degli altri. Dove cade il senso del pudore, la sessualità umana viene fatalmente banalizzata, spogliata di ogni riflesso spirituale e ridotta facilmente a merce di consumo. Il mondo di oggi ride del pudore e fa violenza al pudore... "Cercate", scrive S. Pietro alle donne della prima comunità cristiana, "di adornare l'interno del vostro cuore... " 1 Pt. 3,4. Non si tratta di condannare ogni ornamento esteriore del corpo e ogni ricerca di valorizzare al meglio la propria immagine e renderla più bella, ma si tratta di accompagnare tutto ciò con sentimenti puliti del cuore, per dare gioia, per far passare un messaggio, non per attrarre l'attenzione o per sedurre! Il pudore è una splendida testimonianza per il mondo. Di una delle prime martiri cristiani, si legge negli atti autentici del martirio, che “legata ad una mucca inferocita nell'arena e scaraventata in aria, ricadendo a terra sanguinante si rassettava il vestito più preoccupata del pudore che del dolore." Testimonianze come queste contribuirono a cambiare il mondo pagano e a introdurre in esso la stima per la purezza. Non basta una purezza fatta di paure, tabù, di divieti e di fuga. Dobbiamo aspirare, grazie allo Spirito che è in noi, a una purezza che sia più forte del vizio, una purezza positiva, gioiosa, libera, che ci faccia guardare il mondo con gli occhi di Dio. "Tutto è puro per chi è puro". Allora dobbiamo purificare, risanare il cuore se vogliamo effettivamente vedere il mondo con gli occhi di Dio. Con gli occhi di Gesù che poteva guardare in volto a tutti e a tutti parlare per risvegliare il desiderio dell'infinito. Per poter vivere con occhi puri bisogna, tuttavia, passare per la croce, perché dopo il peccato il nostro sguardo sulle creature, si è intorpidito; si è scatenata in noi la concupiscenza; la sessualità non è più pacifica, è diventata una forza ambigua e minacciosa che ci trascina contro la legge di Dio, a dispetto della nostra stessa volontà.
5 I mezzi: mortificazione e preghiera.
Così dicendo abbiamo introdotto l'ultimo punto che riguarda i mezzi per acquistare e conservare la purezza. Il primo di questi mezzi è la mortificazione. La vera libertà interiore che permette di accostare ogni creatura nella luce, di ascoltare e accogliere ogni miseria senza, tuttavia, rimanere noi stessi inquinati, non è frutto di semplice abitudine al male; cioè a poco a poco riesco a immunizzarmi dai bacilli negativi, si ottiene spegnendo in noi il focolaio di infezione. Si ottiene insomma con la mortificazione. In Rm 8,13 si dice: "Se con l'aiuto dello Spirito voi farete morire le opere del corpo, vivrete". Non è mortificazione per la mortificazione, ma mortificazione che è frutto dello Spirito ed è per la vita, per la liberazione, per la serenità. Parlando di purezza è necessario, credo, ricordare soprattutto un tipo di mortificazione: quella degli occhi. Quando ci sono in giro turbinii di vento che trasportano polvere e foglie, nessuno tiene le finestre della propria casa spalancate, perché la polvere ricoprirebbe tutto. Colui che ha creato l'occhio, ha creato anche la palpebra per proteggerlo. C'è da fare attenzione alla televisione... Se ti è occasione di scandalo, come ogni altra realtà che può guastare il cuore, allora è necessario essere forti, decisi..! Bisogna togliere le occasioni! E poi la preghiera. La purezza infatti è frutto dello Spirito, cioè dono di Dio molto più che frutto del nostro sforzo, sebbene questo sia indispensabile. S. Agostino, nel contesto evocato all'inizio, ci descrive la sua esperienza personale a questo riguardo: "Nella mia esperienza, scrive, credevo che la continenza dipendesse dalle proprie forze. Io ero cosciente di non averne. Ero tanto stolto da ignorare quello che sta scritto e cioè che nessuno può essere continente se tu non glielo concedi. E tu me l'avresti senza dubbio concesso, se con il gemito del mio cuore avessi bussato alle tue orecchie e con salda fede avessi gettato in te la mia preoccupazione. Tu mi comandi la purezza: ebbene concedimi quello che mi chiedi e poi chiedimi quello che vuoi". Conf. 6,11; 10,29.
C'è un nesso strettissimo tra purezza e Spirito Santo. La nostra piena disponibilità allo Spirito! Far sì che in ogni momento il nostro corpo sia l'abitazione dello Spirito e si trovi a suo agio. Affidiamoci alla Spirito come Maria Ss. e alla Vergine Maria, Virgo purissima et castissima.