La caritas parrocchiale
 
Che cosa possiamo fare in concreto nella nostra parrocchia?  L'educazione alla carità si realizza soprattutto nella comunità parrocchiale, nei quartieri, nelle famiglie, nelle scuole!
1)  La nostra chiacchierata sulla caritas in parrocchia ha senso se innanzitutto la Parrocchia è oppure tende ad essere una comunità, la famiglia di Dio, cioè una comunità di credenti che vogliono rendere presente oggi la salvezza. La Parrocchia comunità - comunione sviluppa:
  • la conoscenza e la diffusione della Parola di Dio
  • la celebrazione della fede nei Sacramenti
  • la testimonianza dell'amore e del servizio ai fratelli
Questa impostazione vuole la presenza di strutture pastorali che facilitano la partecipazione di tutti alla comune responsabilità: luoghi e momenti dove ogni problema concernente l'annuncio, la liturgia, il servizio ai fratelli venga conosciuto e dibattuto per giungere a fissare linee pastorali comuni di intervento. Insomma ci vuole il Consiglio pastorale parrocchiale - zonale - diocesano. Si fa così esperienza di comunità, di corresponsabilità e si manifesta così più chiaramente l'unità della Chiesa. Più gruppi ma una sola comunità.
2)  La caritas parrocchiale è l'organismo pastorale che aiuta il Consiglio pastorale e quindi la parrocchia a realizzare la sua funzione vitale: lo spirito e la pratica dell'amore.
È l'udito che sente e ascolta … è come l'occhio a cui nulla sfugge … è la bocca per dire a tutti … sui più poveri ed emarginati. La caritas è lo strumento, non il fine!
Il fine è che la parrocchia viva come comunità d'amore e in tal modo si renda riconoscibile e credibile al mondo: “da questo vi riconosceranno come miei discepoli, se vi amerete gli uni gli altri”. Per ottenere ciò è necessario che alcune persone si impegnino: ecco il motivo della caritas.
La caritas parrocchiale è un gruppo di persone impegnate a promuovere nell'intera comunità parrocchiale il senso e la pratica della carità. È questo l'obiettivo che distingue la caritas da qualsiasi altro gruppo caritativo.
I singoli gruppi esercitano la carità; la caritas promuove la pastorale della carità, ossia aiuta la parrocchia a vivere il comando del Signore. La caritas non assiste qualche categoria di persone povere, anche se talvolta si crea la necessità, quanto piuttosto di far conoscere a tutta la parrocchia i bisogni, a proporre occasioni di impegno, a suscitare generosità, a far diventare la sofferenza di alcuni un problema di tutti. La caritas non è un'alternativa ai gruppi ma suscitatrice di gruppi che si impegnano in vari servizi.
La formazione di persone che promuovono la carità nella parrocchia deve essere partecipazione costante.
Perché la caritas funzioni le persone addette devono essere molto cariche spiritualmente e aperte pastoralmente. Si tratta, infatti, di diffondere la carità del Signore: è quindi necessario un ascolto frequente della Parola di Dio e periodici incontri di preghiera. Devono poi trovare tutte le strade per poter collaborare con la catechesi e la liturgia. La caritas non è un corpo a se stante, nasce dalla Parola e si alimenta come forza e come stile dall'Eucarestia. Soprattutto nei tempi forti tutto ciò deve essere programmato per tempo, perché vi sia un'autentica educazione cristiana, con una buona interazione delle tre suddette realtà.
Il Consiglio pastorale parrocchiale è la sede in cui i problemi e le decisioni riguardanti la carità divengono impegno comune. La caritas è l'impegno di proporli, sollecitarli, studiarli, presentarli al Consiglio pastorale e attuarne le direttive.
Quali sono le esigenze di una parrocchia e quali le finalità della caritas?
  • Le esigenze per essere segno credibile:
    • Conoscere le situazioni di sofferenza e di bisogno.
    • Disporre di proposte e di occasioni concrete di impegno per persone singole, gruppi, famiglie.
    • Individuare le strade per educare alla giustizia e all'impegno sociale.
    • Realizzare formazione di operatori pastorali, di volontariato, educare alla corresponsabilità pastorale.
    • Creare occasioni di incontro per i cristiani che operano nelle strutture pubbliche dei servizi sociali per verificare la coerenza e la testimonianza nella professione.
  • Le finalità della caritas in questo contesto:
    • Animazione della comunità cristiana alla carità.
    • Educazione comunitaria alla giustizia.
    • Promozione, formazione, coordinamento delle forze di volontariato.
    • Educazione comunitaria alla pace.
1) Animazione alla carità si esprime:
 - nell'informare sistematicamente tutta la comunità parrocchiale sulle situazioni di maggior bisogno e di emarginazione presenti nell'ambito, così pure nei gravi problemi e bisogni del Terzo Mondo, allo scopo di responsabilizzarla e sensibilizzarla.
 - nel notificare ed illustrare alla comunità cristiana i gruppi impegnati nelle varie forme di servizio caritativo, dove le persone di buona volontà potrebbero inserirsi; presentare le iniziative di carità e solidarietà alla parrocchia e le occasioni concrete di impegno.
 - nell'aiutare le persone che lavorano nei servizi sociali e soprattutto nel settore assistenziale e sanitario a realizzare il loro servizio con vero spirito cristiano.
 - nell'aiutare i sacerdoti a valorizzare la liturgia e la catechesi come momenti privilegiati dell'educazione alla carità e alla giustizia.
L'educazione alla carità deve essere costante e deve approfittare soprattutto dell'azione liturgica domenicale.  Vi sono comunque dei momenti privilegiati per educare alla carità quali i tempi forti (Avvento e Quaresima).
 - educazione nelle scuole: concorsi, studi particolari, proposte di servizio e volontariato, films, giornale, ecc., Terzo mondo!
 - educazione nelle famiglie: bilancio familiare, commercio equo e solidale, micro, accoglienza ecc..
Giornata della carità, la messa domenicale, Avvento e Quaresima, aiuto persone anziane, espressioni di carità, solidarietà tra le famiglie, aggiornamento pastorale per le famiglie.
2) Educare alla giustizia.
L'impegno di animazione alla carità è strettamente legato con l'educazione alla giustizia. Portare i problemi degli emarginati e dei più poveri al centro della comunità è certamente il primo impegno della caritas. Ma una carità che sia “stimolo e completamento della giustizia” (Paolo VI) è la condizione che rende il messaggio dell'amore evangelico credibile alla cultura e alla sensibilità moderna.
Gli uomini sono tutti uguali al di la delle differenze fisiche e psichiche perché tutti figli di Dio. “Dio ha creato tutti gli uomini a propria immagine e somiglianza”. Fondamento e fine di ogni giustizia deve essere il rispetto di questa immagine, il recupero e la restaurazione di esser già operanti in Cristo. Non è per fare politica ma per stabilire le cose secondo Dio. La giustizia e l'ingiustizia non esistono solo nei rapporti interpersonali ma in ogni tempo sono nate strutture, istituzioni, organizzazioni che producono una serie di ingiustizie.
È importante sottolineare che la giustizia di Dio supera e fa esplodere tutte le giustizie umane parziali e che sembrano eque. La carità diviene giustizia quando è attenta alle esigenze di ogni uomo come persona o come comunità. La caritas deve realizzare questa presenza profetica senza confondersi e senza mirare al potere, ma solo al servizio!
Il proprio dovere è il primo gradino dell'amore al prossimo. Educare alla giustizia significa anzitutto far comprendere che la prima carità consiste nel fare i propri doveri familiari, professionali, civici, ecc.. Se una persona non paga le tasse, se non dà la giusta mercede agli operai, se non compie con diligenza il suo lavoro o accampa assenze ingiustificate, se richiede alla povera gente parcelle insopportabili, manca chiaramente di giustizia. È ipocrisia compiere opere di carità trascurando i doveri fondamentali di giustizia.
In questo campo le varie iniziative imposte e proposte della caritas. La partecipazione, poi, dei cristiani agli organismi partecipativi civili è un'ulteriore sollecitazione di cui deve farsi carico la caritas parrocchiale. È qui, nel quartiere, nei problemi della gente, che è necessario essere presenti per evidenziare soprattutto i bisogni dei più poveri ed educare tutta l'assemblea. Per quanto riguarda lo studio delle cause di povertà, la caritas non deve essere un alibi per conservare situazioni di ingiustizia, ma deve educare a mettersi in prima fila per togliere tutte le situazioni di ingiustizia, oppressione, schiavitù.
La caritas deve aiutare concretamente e criticamente le persone impegnate nel sociale. Deve denunciare pubblicamente le gravi situazioni di ingiustizia. Deve scoprire i bisogni nuovi e risolvere i vecchi bisogni.