Domenica 27 novembre 2011
Quando pronunciamo queste espressioni non facciamo altro che dichiarare il nostro voler essere comunione con Cristo e i fratelli come Cristo vuole e portatori, oggi, della salvezza, donando alla comunità totalmente la nostra esistenza. Come Lui ha fatto!
Con la sua morte e risurrezione portava la salvezza e vuole portarla ancora attraverso la comunione. Annunciamo la sua morte e risurrezione con il nostro essere “comunione”.
(Comunità missionaria – XII – fine)
Domenica 20 novembre 2011
Il cristianesimo non è un moralismo: ho fatto questo e non ho fatto quest’altro; qualcosa da fare e altro da non fare; ma è un lasciarci fare dalla Parola.
Nella misura in cui ci lasceremo fare dalla Parola il comportamento nostro diverrà giudizio, testimonianza per il mondo; sarà, infatti, la Parola incarnata a compiere il giudizio o la testimonianza e non una nostra iniziativa.
(Comunità missionaria – XI)
Domenica 13 novembre 2011
Per la fede la nostra è una comunità di persone che liberamente aderiscono e vivono rapporti personali (scoprono, sperimentano, vivono…) e non una istituzione. Diventa tale e addirittura spersonalizzante solo quando vien meno la fede! La comunità vive un evento, un avvenimento che ci ha toccati personalmente, che ha sconvolto la nostra esistenza, che ha reso nuova l’esistenza e cammina di questa novità. È un camminare dentro una realtà che mi ha toccato e sconvolto.
In questa luce realizziamo ciò che sta a cuore a Dio e non un nostro indirizzo. L’opera da realizzare non è iniziativa e gloria nostra, ma sua. Dobbiamo lasciarci fare da Lui. E che ci fa è la sua Parola, che duramente ci mette in crisi.
(Comunità missionaria – X)