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April, 2017

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Newsletter 13/2017

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Settimana Santa 2017
Quando annunciamo la risurrezione non dichiariamo altro che siamo pronti a lasciarci crocifiggere da tutti perché tutti vivano la risurrezione, la gioia, la Pasqua.
Tutto deve, con la nostra continua e giornaliera crocifissione, fare Pasqua! Tutto a tutti!

Newsletter 12/2017

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Domenica 2 aprile
Il Nuovo Testamento illustra l’inesauribile ricchezza della Parola di Gesù mostrando come essa è diventata fonte di vita nuova nella storia concreta delle prime comunità cristiane. La comunione dei beni che si viveva era un modo concreto per esprimere la novità di vita. Questo gesto è collegato alla preghiera (At. 2,42-47; 4,33-37) all’ascolto della Parola, alla Eucaristia: dunque la comunione dei beni diventava espressione della fede del Signore risorto. E’ un gesto libero. Nessuno è costretto a farlo (At. 5,3-4). La carità spinge, chi l’accetta, a manifestare anche nel campo sociale la vita nuova dei credenti: la comunione dei beni è uno di questi gesti.
Erano assidui nell’ascoltare l’insegnamento degli apostoli e nell’unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere. Un senso di timore era in tutti e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli. Tutti coloro che erano diventati credenti stavano insieme e tenevano ogni cosa in comune; chi aveva proprietà e sostanze le vendeva e ne faceva parte a tutti, secondo il bisogno di ciascuno. Ogni giorno tutti insieme frequentavano il tempio e spezzavano il pane a casa prendendo i pasti con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo la simpatia di tutto il popolo. (At. 2,42-47)

Gli apostoli, con grande potenza, rendevano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù; e grande grazia era sopra tutti loro. Infatti non c’era nessun bisognoso tra di loro; perché tutti quelli che possedevano poderi o case li vendevano, portavano l’importo delle cose vendute, e lo deponevano ai piedi degli apostoli; poi, veniva distribuito a ciascuno, secondo il bisogno.
Ora Giuseppe, soprannominato dagli apostoli Barnaba (che tradotto vuol dire: Figlio di consolazione), Levita, cipriota di nascita, avendo un campo, lo vendette, e ne consegnò il ricavato deponendolo ai piedi degli apostoli. (At 4,33-37)

Ma Pietro gli disse: «Anania, perché mai satana si è così impossessato del tuo cuore che tu hai mentito allo Spirito Santo e ti sei trattenuto parte del prezzo del terreno? Prima di venderlo, non era forse tua proprietà e, anche venduto, il ricavato non era sempre a tua disposizione? Perché hai pensato in cuor tuo a quest’azione? Tu non hai mentito agli uomini, ma a Dio». (At. 5,3-4)
(Fede e carità – XVI)