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January, 2021

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Newsletter 4/2021

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Domenica 31 gennaio

Si arriva a gustare Dio quando incominciamo a trattare Dio come Dio: questo è il dono del timore. San Tommaso, nella summa, esamina quattro forme cristiane:
- il timore mondano: è quello in cui si giunge a offendere Dio per evitare un male temporale. Per esempio apostatando e per rispetto umano…
- il timore servile: serve Dio e cerca la sua volontà solo perché ha paura dei castighi… È buono nella sostanza questo timore perché fa evitare il peccato ma è imperfetto perché non ama..!
- il timore filiale: serve Dio. Cerca la sua volontà. Fugge il peccato perché è offesa di Dio, è dispiacere di Dio e non si vuole essere separati da Lui. Si chiama filiale perché è proprio del figlio il dolore dell’essere separato dal padre. È il timore perfetto.
- il timore iniziale: è intermedio tra gli ultimi due. Fugge dalla colpa perché è offesa di Dio ma anche per paura della pena.

(Gli altri doni dello Spirito – LXIV)

Newsletter 3/2021

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Domenica 24 gennaio

Il dono del timor di Dio.
Il dono del timor di Dio è una disposizione abituale che lo Spirito Santo infonde nell’anima per tenerla nel dovuto rispetto davanti al Signore e nella dipendenza e sottomissione ai suoi voleri, allontanandola da tutto ciò che può dispiacere a Dio. Questo dono è fondamento e base di tutti gli altri perché il primo passo nella via del Signore è una tale coscienza di Lui da rifuggire da ogni male, condizione per camminare verso Dio. È attraverso proprio questo dono che si arriva al sublime dono della Sapienza..

(Gli altri doni dello Spirito – LXIII)

Newsletter 2/2021

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Domenica 17 gennaio

Qualcuno può aver fatto buoni propositi di evitare, non criticare, fare atti di mortificazione…: tuttavia quando viene a trovarsi con questa o quell’altra persona, non ha più il coraggio di mantenere il suo buon proposito, per quanto preveda che proverà un vivo rammarico per tale voltafaccia. Non solo per quel motivo ma, in certe circostanze, prevale la natura, il timore, il “chissà che cosa pensano di me” ecc. e si rimane deboli, infedeli. Il rispetto umano ci blocca e rovina tutto. Ma anche Dio ritira le sue grazie per cui a poco a poco cadiamo in una grande miseria.
E ancora: tante volte, per il timore di non riuscire a portare a termine un lavoro, per la figura ecc. siamo indotti  a rifiutare un incarico che la comunità vuole darci. Si vive in apprensione per la salute e perciò ci si limita a piccole comode incombenze, senza che lo zelo o l’obbedienza possano poi impegnarci in altre più serie. Abbiamo paura di scomodarci. Questo timore ci allontana dalle penitenze corporali oppure ci persuade a risparmiarci nelle fatiche e nella pratica delle penitenze. Questo timore diventa pure la causa di tante omissioni. Dobbiamo dunque con frequenza invocare lo Spirito perché faccia scendere su di noi il grandissimo dono della fortezza!!!

(Gli altri doni dello Spirito – LXII)

Newsletter 1/2021

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Domenica 10 gennaio

Il vizio contrario al dono della fortezza è la timidezza o timore umano ed una certa viltà, frutto dell’amore della propria eccellenza, dei propri comodi, che ci sono di ostacolo nelle imprese e ci spingono alla fuga di fronte alle umiliazioni e ai dolori. È veramente di grande danno nella vita spirituale i timori che il demonio provoca con il rispetto umano, la vergogna… contro i quali dobbiamo coraggiosamente resistere. È in questa luce che capiamo la caduta di grandi colonne della Chiesa lungo i secoli. Per timore: i Vescovi e al tempo di Enrico VIII. I lapsi durante le persecuzioni dei primi secoli. È incredibile il danno che il rispetto umano produce in tutti noi.

(Gli altri doni dello Spirito – LXI)

Newsletter – S. Natale 2020

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S. Natale 2020

Interrompiamo la pubblicazione della meditazione sui doni dello Spirito, proponendo un passaggio di un’omelia come augurio a tutti voi di un Santo Natale!

Come diviene vera l’affermazione di Isaia: “Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce”. E oggi noi diciamo: è nato per noi il Salvatore, è nato colui che ha dato e dà senso alla mia vita, al mondo, alla storia; colui che finalmente ha scoperto il volto buono e paterno di Dio.