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July, 2022

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Newsletter 28/2022

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Domenica 24 luglio
Essere stirpe di Abramo era l’orgoglio dei Giudei. Gli Atti, Gesù, il Battista riconoscono ai Giudei di essere stirpe di Abramo ma affermano che figli autentici di Abramo si diventa solo grazie alla conversione; senza di essa il fatto di essere discendenti carnali di Abramo non può giovare alla salvezza: Lc. 3,8; 16,24-26
Lc 3,8
Fate dunque frutti degni della conversione e non cominciate a dire fra voi: «Abbiamo Abramo per padre!». Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo.

Lc  16,24-26
Allora gridando disse: «Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma». Ma Abramo rispose: «Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi».

(Dio è carità – XXXIII)

Newsletter 27/2022

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Domenica 17 luglio
Giovanni invitava alla conversione e dava il Battesimo in vista del perdono dei peccati, Lc. 3,3. La missione affidata dal Risorto ai dodici è di predicare la conversione e il perdono dei peccati, Lc. 24,47.
La predicazione degli Apostoli e di Pietro negli Atti, si conclude normalmente con l’invito a convertirsi, a cambiare vita perché siano cancellati i peccati: Atti 2,38; 3,19. Lo stesso dono dello Spirito è concesso a chi si converte: Atti 2,38. Gli Atti vedono nella conversione il fatto che permette di essere aggregati alla Comunità di quelli che “il Signore chiama” 2,39-41, alla comunità dei salvati 2,47, al numero dei discepoli 6,7, alla Chiesa e comunità 9,31; 16,5.
Atti, 2,39-41
Per voi infatti è la promessa e per i vostri figli e per tutti quelli che sono lontani, quanti ne chiamerà il Signore Dio nostro». Con molte altre parole rendeva testimonianza e li esortava: «Salvatevi da questa generazione perversa!». Allora coloro che accolsero la sua parola furono battezzati e quel giorno furono aggiunte circa tremila persone.
(Dio è carità – XXXII)

Newsletter 26/2022

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Domenica 10 luglio
Già alcune pagine dei profeti come Amos 4,6-12; Os. 11,1-9; Is. 5,1-7 mettono in risalto in maniera commovente tutto ciò che Dio mette all’opera per attirare a sé il suo popolo. In Luca troviamo racconti che evidenziano la ricerca di Gesù dei peccatori in vista della loro conversione. I gesti della donna che ricerca la dramma perduta 15,8-10, dicono tutta la sollecitudine di Gesù per i peccatori e rivelano l’iniziativa di Dio per la loro salvezza. Alle critiche suscitate per il pranzo cui Gesù ha partecipato a casa di Levi, egli risponde: “Non sono venuto a chiamare i giusti ma i peccatori a convertirsi”, Lc 5,32.
(Dio è carità – XXXI)

Amos 4, 6-12:
“Eppure, vi ho lasciato a denti asciutti in tutte le vostre città e con mancanza di pane in tutti i vostri villaggi: e non siete ritornati a me, dice il Signore. Vi ho pure rifiutato la pioggia tre mesi prima della mietitura; facevo piovere sopra una città e non sopra l’altra; un campo era bagnato di pioggia, mentre l’altro, su cui non pioveva, seccava; due, tre città si muovevano titubanti verso un’altra città per bervi acqua, senza potersi dissetare: e non siete ritornati a me, dice il Signore. Vi ho colpiti con ruggine e carbonchio, vi ho inaridito i giardini e le vigne; i fichi, gli oliveti li ha divorati la cavalletta: e non siete ritornati a me, dice il Signore. Ho mandato contro di voi la peste, come un tempo contro l’Egitto; ho ucciso di spada i vostri giovani, mentre i vostri cavalli diventavano preda; ho fatto salire il fetore dei vostri campi fino alle vostre narici: e non siete ritornati a me, dice il Signore. Vi ho travolti come Dio aveva travolto Sòdoma e Gomorra; eravate come un tizzone strappato da un incendio: e non siete ritornati a me dice il Signore. Perciò ti tratterò così, Israele!
Poiché questo devo fare di te, prepàrati all’incontro con il tuo Dio, o Israele!

Osea 11, 1-9
Quando Israele era fanciullo, io l’ho amato e dall’Egitto ho chiamato mio figlio. Ma più li chiamavo, più si allontanavano da me; immolavano vittime ai Baal, agli idoli bruciavano incensi. A Èfraim io insegnavo a camminare tenendolo per mano, ma essi non compresero che avevo cura di loro. Io li traevo con legami di bontà, con vincoli d’amore, ero per loro come chi solleva un bimbo alla sua guancia, mi chinavo su di lui per dargli da mangiare. Come potrei abbandonarti, Èfraim, come consegnarti ad altri, Israele? Come potrei trattarti al pari di Adma, ridurti allo stato di Seboìm? Il mio cuore si commuove dentro di me, il mio intimo freme di compassione. Non darò sfogo all’ardore della mia ira, non tornerò a distruggere Èfraim, perché sono Dio e non uomo; sono il Santo in mezzo a te e non verrò da te nella mia ira.

Isaia 5, 1-7
Voglio cantare per il mio diletto il mio cantico d’amore per la sua vigna. Il mio diletto possedeva una vigna sopra un fertile colle. Egli l’aveva dissodata e sgombrata dai sassi e vi aveva piantato viti pregiate; in mezzo vi aveva costruito una torre e scavato anche un tino. Egli aspettò che producesse uva; essa produsse, invece, acini acerbi. E ora, abitanti di Gerusalemme e uomini di Giuda, siate voi giudici fra me e la mia vigna. Che cosa dovevo fare ancora alla mia vigna che io non abbia fatto? Perché, mentre attendevo che producesse uva, essa ha prodotto acini acerbi? Ora voglio farvi conoscere ciò che sto per fare alla mia vigna: toglierò la sua siepe e si trasformerà in pascolo; demolirò il suo muro di cinta e verrà calpestata. La renderò un deserto, non sarà potata né vangata e vi cresceranno rovi e pruni; alle nubi comanderò di non mandarvi la pioggia. Ebbene, la vigna del Signore degli eserciti è la casa d’Israele; gli abitanti di Giuda sono la sua piantagione preferita. Egli si aspettava giustizia ed ecco spargimento di sangue, attendeva rettitudine ed ecco grida di oppressi.

Lc 15, 8-10
Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: «Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto». Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte

Newsletter 25/2022

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Domenica 3 luglio
“In quei giorni comparve Giovanni Battista a predicare, dicendo: convertitevi perché il regno di Dio è vicino”, Mt. 3,2. Con il medesimo appello inizierà anche la predicazione di Gesù, Mc. 1,15: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo”. La conversione è annunciata quale condizione necessaria per accogliere il Regno, la salvezza offerta da Dio in Cristo. La maggior parte dei discorsi missionari degli Atti degli Apostoli si conclude con l’invito rivolto ai Giudei e ai pagani a convertirsi per poter beneficiare di questa offerta.
In tutti i Vangeli si insiste molto sulla conversione, soprattutto nell’opera di Luca. Se al termine “conversione” si aggiungono tutti gli altri racconti nei quali Luca descrive situazioni di conversione, senza usare direttamente il termine “conversione”, come l’incontro di Gesù con la peccatrice, con Zaccheo, con il ladrone pentito, il figliol prodigo e molti altri fatti degli Atti, si deduce che Luca è particolarmente interessato al tema della conversione.
(Dio è carità – XXX)