
Newsletter 26/2018
Domenica 8 luglio
La fede ci fa accettare il rischio di una vita spesa per tutti, di un perdere oggi per guadagnare domani, di dare senza speranza di ricevere, di dare la tunica a chi chiede il mantello ecc.
La fede come identificazione in Gesù Cristo ci libera dalla paura, dall’angoscia e libera, sprigiona in noi e intorno a noi l’amore, la mansuetudine, la bontà!
Newsletter 25/2018
Domenica 1 luglio
È la paura che attanaglia l’uomo al presente, al conservatorismo, alla grettezza, all’avarizia. Volendosi attaccare ad ogni costo al bene presente, l’uomo calpesta l’uomo, non lo riconosce, non lo serve e vive per il proprio tornaconto. Con la incosciente paura del domani, non accetta il rischio, la legge della carità, del condividere, del perdono. Non tiene conto del giudizio morale pur di avere… oggi! Si vuole avere subito e tutto!
Newsletter 24/2018
Domenica 24 giugno
L’uomo ha paura, di mille cose ha paura: la fede facendo accettare la morte e l’aldilà della morte come dono, liberandoci dal personaggio che ci siamo fatti, liberandoci dal super-io, ci libera dalla paura, dal timore. Paura e timore che sono, in molteplici espressioni, causa di ogni egoismo, di ogni sfruttamento dell’altro, di ogni peccato. E causa di ogni ingiustizia.
Newsletter 23/2018
Domenica 17 giugno
La radice dell’aggressività è la ricchezza della persona: voler essere, voler dominare, voler realizzare. E’ giusto! Ma svuotandoci del nostro io nella contemplazione della croce per lasciar libero l’amore.
Poniamoci nel silenzio, nella contemplazione, lasciamoci pervadere dallo spirito di mansuetudine e sarà, in noi, la pace della fede! Ma non addormentiamoci: il lupo dorme dentro di noi. È necessario ridimensionarlo al massimo perché l’epifania del volto di Cristo parli e risplenda a tutti.
Newsletter 22/2018
Domenica 10 giugno
È necessario scendere fino all’osso: è facile dire: sarò delicato, gentile, affettuoso, però non potrò mai perdonare. È facile, quindi, passare da una aggressività affettiva a una aggressività offensiva.
Dove trovare la forza di liberarci da questa aggressività? In silenzio, contempliamo le piaghe di Cristo…
Possiamo accettare questo svuotamento del nostro essere lupi o leoni solo in questa contemplazione di Cristo.
Newsletter 21/2018
Domenica 3 giugno
La liberazione dall’aggressività non avviene nel vuoto, ma nei continui incontri che ciascuno di noi ha. Incontri provvidenziali che ci liberano dall’aggressività nella misura in cui li scopriamo come provvidenziali!
Teniamo presente che ci liberiamo dall’aggressività solo subendo, solo donandoci senza riserve, perdendoci nell’altro: “come un agnello che viene portato…”. Non solo verso chi viene a noi con animo bellicoso, ma negli incontri di ogni giorno: la mansuetudine!
Newsletter 20/2018
Domenica 27 maggio
Liberarsi dall’aggressività della verità. La verità è il nostro essere in Dio che è mansuetudine e dolcezza!
Newsletter 19/2018
Domenica 20 maggio
I convegni di pace sono convegni di guerra: perché si vuol costruire la pace..! Ma se la pace sarà una realtà che “verrà sprigionata” da ciascuno di noi allora non avremo più bisogno di incontri nè convegni di pace.
Newsletter 18/2018
Domenica 13 maggio
La mansuetudine, la dolcezza, la non violenza sono virtù disprezzate dagli uomini perché spesso vogliono dire: distruzione, rinuncia. Certo: la mansuetudine e la dolcezza quando non sono nella verità, sono deformazioni. Se la dolcezza è una conquista, una cima raggiunta, è una aggressività camuffata, è un lupo vestito da agnello; se, al contrario, è frutto vero di una liberazione, è energia liberata!
Newsletter 17/2018
Domenica 6 maggio
Una prima liberazione, a cui dobbiamo essere molto attenti: liberarci dall’aggressività!
È una carica potente del nostro desiderio di vivere. È “uno spirito di vita” che è in noi; però l’aggressività distrugge l’essere! Fa vivere l’essere nell’alienazione.
Abbiamo questa forza in noi, questo spirito potente in noi: tutta la nostra volontà dev’essere indirizzata verso lo spirito di mansuetudine perché “l’uno possa essere amabile all’altro”. Di Gesù Isaia dice (53,6) “come un agnello condotto al macello e come pecora davanti al tosatore restava muto e non apriva bocca“.