Questa newsletter settimanale propone un brano tratto dalle numerosi meditazioni presenti nei quaderni di Don Comelli. Se volete ricevere la newsletter, o volete segnalare le email di altri vostri conoscenti/amici che potrebbero essere interessati a riceverla, scrivete a info@doncomelli.it


Newsletter 9/2023

Domenica 5 marzo
Dal contesto si vede che S. Paolo non propone una dottrina o un rito nuovo che i Corinzi invece celebravano regolarmente. Tutto perfetto sul piano liturgico. Ciò che S. Paolo non accetta fin dalle prime battute è come vivono la celebrazione da parte della comunità. Per questo l’Apostolo mette il dito su due piaghe che proprio in quell’occasione si evidenziano e scandalosamente in netto contrasto con il contenuto della celebrazione. La prima piaga è la divisione della comunità in tante fazioni già stigmatizzata nel primo capitolo della stessa epistola (io sono di Apollo ecc.). La seconda piaga consiste nel fatto che ciascuno dei partecipanti rimane chiuso nel suo egoismo, mangiando a crepapelle le proprie provviste fino a ubriacarsi, rimanendo così cieco e insensibile di fronte ai bisogni dei fratelli.
(L’Eucarestia: fonte primaria della Carità – IX)

Newsletter 8/2023

Domenica 26 febbraio
S. Paolo contesta l’Eucarestia celebrata dai Corinzi. Ancora più esplicito e direttamente riferito al nesso Eucarestia – carità fraterna verso i poveri, è il famoso brano di S. Paolo, 1 Cor. 11, 17-34: racconti dell’ultima cena. È da collocarsi a una ventina di anni dal primo Giovedì Santo.

1 Cor. 11, 17-34
Mentre vi do queste istruzioni, non posso lodarvi, perché vi riunite insieme non per il meglio, ma per il peggio. Innanzi tutto sento dire che, quando vi radunate in assemblea, vi sono divisioni tra voi, e in parte lo credo. È necessario infatti che sorgano fazioni tra voi, perché in mezzo a voi si manifestino quelli che hanno superato la prova. Quando dunque vi radunate insieme, il vostro non è più un mangiare la cena del Signore. Ciascuno infatti, quando siete a tavola, comincia a prendere il proprio pasto e così uno ha fame, l’altro è ubriaco. Non avete forse le vostre case per mangiare e per bere? O volete gettare il disprezzo sulla Chiesa di Dio e umiliare chi non ha niente? Che devo dirvi? Lodarvi? In questo non vi lodo!
Io, infatti, ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me. Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me. Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga. Perciò chiunque mangia il pane o beve al calice del Signore in modo indegno, sarà colpevole verso il corpo e il sangue del Signore. Ciascuno, dunque, esamini se stesso e poi mangi del pane e beva dal calice; perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna. È per questo che tra voi ci sono molti ammalati e infermi, e un buon numero sono morti. Se però ci esaminassimo attentamente da noi stessi, non saremmo giudicati; quando poi siamo giudicati dal Signore, siamo da lui ammoniti per non essere condannati insieme con il mondo.
Perciò, fratelli miei, quando vi radunate per la cena, aspettatevi gli uni gli altri. E se qualcuno ha fame, mangi a casa, perché non vi raduniate a vostra condanna. Quanto alle altre cose, le sistemerò alla mia venuta.

(L’Eucarestia: fonte primaria della Carità – VIII)

Newsletter 7/2023

Domenica 19 febbraio
Giovanni Paolo II pone come frutto dell’Eucarestia la lavanda dei piedi, cioè sentimenti e azioni concrete di umiltà e di carità senza i quali non si può essere donazione e servizio reciproco. L’amore non resta qualcosa di sentimentale o astratto ma si fa realtà concreta. È quanto dice S. Giovanni, 1 Giov. 3,12: “non amiamo a parole né con la lingua, ma con fatti e nella verità”. Verità è la partecipazione al dono di Cristo!
(L’Eucarestia: fonte primaria della Carità – VII)

Newsletter 6/2023

Domenica 12 febbraio
Quando nella mente e nei cuori dei fedeli si forma la coscienza che l’Eucarestia costruisce di volta in volta la comunità, è chiaro che l’esigenza della carità non si ferma al momento rituale. Nella lettera che Giovanni Paolo II scrisse per il Congresso Internazionale Eucaristico di Lourdes del 1981, dopo aver sottolineato l’effetto primario “dell’ut unum sint” continua: “o quali conseguenze anche per la stessa società, per il modo di avvicinare gli uomini fratelli, soprattutto i più poveri, di servirli, di condividere con loro il pane della terra e il pane dell’amore, di costruire con loro un mondo più giusto, più degno dei figli di Dio …”.
(L’Eucarestia: fonte primaria della Carità – VI)

Newsletter 5/2023

Domenica 5 febbraio
La vita di Cristo dunque si è spesa tutta in una donazione di amore, specialmente per i più poveri in tutti i sensi e si è consumata nell’offerta del Calvario. Se Gesù ha voluto perpetuare per noi, attraverso l’istituzione sacramentale, il gesto che sintetizza e totalizza la sua esistenza tutta vissuta per gli altri, non è soltanto perché avessimo sotto gli occhi il suo esempio, ma perché potessimo attingere da quella fonte inesauribile la capacità di fare altrettanto: “fate questo in memoria di me” Lc. 22,19. È così che l’Eucarestia costruisce la Chiesa, cioè una comunione di amore. Unità del Corpo Mistico di Cristo che si evidenzia come evento!
(L’Eucarestia: fonte primaria della Carità – V)

Newsletter 4/2023

Domenica 29 gennaio
“Universa nostra caritas est eucharistica” perché nella Eucarestia si trova il principio sia generativo che oblativo della carità fraterna, tanto che non si può ledere questa senza offendere anche l’Eucarestia di cui partecipiamo se ne siamo ben consapevoli. Il nesso dunque tra Eucarestia e carità non è qualcosa di accidentale o periferico, fatto magari di forzati ragionamenti ma si richiamano a vicenda, sono indissolubili e strettamente consequenziali.
(L’Eucarestia: fonte primaria della Carità – IV)

Newsletter 3/2023

Domenica 22 gennaio
Non fa meraviglia leggere più avanti nello ”Ecclesia de Eucharestia”, 33 queste precise e forti parole: “Non è possibile che si formi una comunità cristiana se non avendo come radice e come cardine la celebrazione della sacra Eucarestia, dalla quale deve quindi prendere le mosse qualsiasi educazione tendente a formare lo spirito di comunità. La celebrazione eucaristica, a sua volta, per essere piena e sincera deve spingere sia alle diverse opere di carità e al reciproco aiuto, sia all’azione missionaria e alle varie forme di testimonianza cristiana”. La conclusione è che la charitas pastoralis ha la sua primaria sorgente nel sacrificio eucaristico, per tutti!
(L’Eucarestia: fonte primaria della Carità – III)

Newsletter 2/2023

Domenica 15 gennaio
Il Concilio Vaticano II dichiara che la liturgia ha al suo centro la celebrazione dell’Eucarestia nella quale è “racchiuso tutto il bene spirituale della Chiesa” (Presbyterorum Ordinis P.O.5) e ancora dichiara che “la liturgia è il culmine verso cui tende l’azione della Chiesa e, insieme, fonte da cui proviene tutta la sua virtù” (Sacrosanctum concilium 10). Il centro della congregazione, cioè del convivere di tutti i fedeli è l’Eucarestia e il presbitero è chiamato a educare i fedeli perché nell’offrire la vittima divina all’altare, entrino nella stessa legge della totale donazione per amore (P.O.5) altrimenti è un’offerta rituale … (che non coinvolge se stessi e la vita) e non autentica, trovandosi in antitesi con l’offerta di Cristo.
(L’Eucarestia: fonte primaria della Carità – II)

Newsletter 1/2023

Domenica 8 gennaio
Iniziamo oggi una nuova meditazione estratta dagli appunti di don Comelli, dal titolo “L’Eucarestia: fonte primaria della Carità”
In questo abbiamo conosciuto l’amore, nel fatto che egli ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli. Ma se uno ha ricchezze di questo mondo e, vedendo il suo fratello in necessità, gli chiude il proprio cuore, come rimane in lui l’amore di Dio? Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità” 1 Giov. 3,16-18. Il gesto con cui Gesù offre la sua vita, dona tutto se stesso al Padre per amore dei fratelli, non è soltanto un fatto o un ricordo del passato, è stato sacramentalizzato da Lui stesso e lo ritroviamo sempre presente al centro della liturgia, nella celebrazione eucaristica.
(L’Eucarestia: fonte primaria della Carità – I)

Newsletter 42/2022

Domenica 18 dicembre

Nella settimana del S. Natale, proponiamo un brano di una omelia della notte di Natale. Riprenderemo la pubblicazione settimanale della newsletter domenica 8 gennaio.

Se è serio quanto stiamo facendo qui, in questa notte, se veramente accogliamo Dio nelle nostre esistenze, deve allora verificarsi il passaggio ad una vita nuova, generosa. Dobbiamo testimoniare non tanto la nostalgia del Natale, ma la pienezza della gioia, dell’incontro.

Dobbiamo testimoniare una risposta a Dio che si incarna in una proposta d’amore ovunque siamo. E allora sarà ancora Natale per il mondo.


Auguri di un Santo Natale!