Questa newsletter settimanale propone un brano tratto dalle numerosi meditazioni presenti nei quaderni di Don Comelli. Se volete ricevere la newsletter, o volete segnalare le email di altri vostri conoscenti/amici che potrebbero essere interessati a riceverla, scrivete a info@doncomelli.it


17/2023

Domenica 7 maggio
Riunirsi insieme per pregare insieme, professare la stessa fede, cantare insieme, mostrare negli stessi gesti la profonda comunione esistente fino al culminare con il gesto ardito del bacio della pace e di riconciliazione fraterna che prelude immediatamente alla comunione con Cristo centro e fonte di unità per tutti. L’amen che si dice alla comunione è la sottoscrizione al ricevere il corpo di Cristo e alla comunione con tutti i fratelli …!
(L’Eucarestia: fonte primaria della Carità – XVI)

16/2023

Domenica 30 aprile
La riunione domenicale era sentita non come un adempimento giuridico per “assistere alla messa e soddisfare il precetto”, ma come un essere Chiesa e voler essere e fare Chiesa con i fratelli: una piccola convocazione della grande convocazione che è la Chiesa tutta. Non si va al Cristo saltando la comunità ma facendo comunità con i fratelli.
(L’Eucarestia: fonte primaria della Carità – XV)

15/2023

Domenica 23 aprile
Se dal mistero più profondo che lega in radice l’Eucarestia alla carità cristiana in tutte le sue forme, passiamo alla celebrazione concreta della comunità o alle opere di amore, vi troviamo la stessa correlazione e continuità. La comunione fraterna, oltre che essere frutto della grazia sacramentale specifica, è condizione previa e indispensabile già per accostarsi all’altare secondo il comando esplicito del Signore. Il punto di partenza è il “convenire in unum”. Il riunirsi insieme per costituire l’assemblea liturgica non è solo un fatto materiale o estrinseco ma implica fin dal principio un’accoglienza, ospitalità reciproca.
(L’Eucarestia: fonte primaria della Carità – XIV)

14/2023

Domenica 16 aprile
La grande novità che Gesù colloca al centro della religione cristiana e di tutta la storia della salvezza sta nel fatto che Egli ha operato la redenzione del mondo con un gesto di autodonazione nell’amore più gratuito. Cristo rivela nella maniera più sublime che Dio è amore e il mondo si salva solo nell’amore.
Tutti siamo invitati a fare della nostra vita un’ostia spirituale a Dio e una donazione nella carità perché questa non è altro che una partecipazione alla carità di Cristo. Per questo S. Agostino poteva dire che “la Chiesa ogni giorno impara a offrire se stessa offrendo Lui”. S. Cipriano: “il sacrificio più grande offerto a Dio è la nostra concordia fraterna … è la giustizia con i fratelli”. Appare dunque evidente che è l’Eucarestia a costruire la Chiesa, in quanto comunione di amore sia ad intra che ad extra verso tutti i bisogni dell’umanità. La carità nostra è quella di Cristo, cioè quella della croce e dell’eucarestia.
(L’Eucarestia: fonte primaria della Carità – XIII)

Newsletter 13/2023

Domenica 2 aprile
Entrando nella Settimana Santa, interrompiamo la pubblicazione della meditazione sull’Eucarestia per proporre una riflessione sulla Passione di Cristo.
Auguri per una Santa Pasqua!

La via perfetta e decisiva per conoscere la misericordia del Padre è la sconcertante e drammatica via Pasquale. È la via, da Gesù scelta e accettata, del dolore e della morte. È Dio stesso che diviene il mendicante di misericordia: “L’anima mia è oppressa da tristezza mortale; rimanete qui e vegliate con me“… “non siete stati capaci di vegliare un’ora sola con me?” (Mt 26, 38-40).
Viene schiaffeggiato, oltraggiato, e non riceve misericordia colui che è la misericordia.
Poi la croce: è in un certo senso l’ultima parola del suo messaggio e della sua missione messianica.
La croce è il più profondo donarsi di Dio nell’uomo: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo figlio unigenito perché chiunque crede in Lui non muoia ma abbia la vita eterna” Gv. 3,16.

Newsletter 12/2023

Domenica 26 marzo
In 1 Cor. 11,24 si dice:” fate questo in memoria di me”; ma è chiaro che non si può fare vera memoria di quel che Gesù ha fatto se non si entra negli stessi sentimenti, nelle stesse disposizioni interiori del Redentore in quel momento. Il nostro rischio sono parole che rimangono tali, esteriorità senza vivere il senso!
(L’Eucarestia: fonte primaria della Carità – XII)

Newsletter 11/2023

Domenica 19 marzo
Con accento commosso [S. Paolo] rievoca il clima nel quale Gesù ha istituito il suo memoriale per eccellenza. In quella stessa notte in cui i nemici tramavano nelle tenebre … egli compie il suo grande gesto d’amore. Mentre veniva ricercato per tradimento, si consegna per amore fino all’immolazione di sè, dopo aver amato i suoi … Giov. 13,1. S. Paolo evidenzia il tutto con le parole di Gesù: “questo è il mio corpo, offerto, dato, sacrificato, spezzato, per voi”. In quel “per voi” c’è tutta la teologia del servo sofferente che consuma tutta la sua vita in una donazione volontaria.
(L’Eucarestia: fonte primaria della Carità – XI)

Newsletter 10/2023

Domenica 12 marzo
La protesta di S. Paolo si fa così veemente da fargli dire che un simile riunirsi arrechi più danno che frutto spirituale; disprezzo per la Chiesa di Dio; l’Eucarestia celebrata così non è mangiare la cena del Signore. Dopo aver espresso la sua più completa disapprovazione S. Paolo introduce il racconto dell’ultima cena per far risaltare nella maniera più netta l’antitesi tra quanto Gesù ha inteso esprimere attraverso i segni e il comportamento pratico di quella comunità.
(L’Eucarestia: fonte primaria della Carità – X)

Newsletter 9/2023

Domenica 5 marzo
Dal contesto si vede che S. Paolo non propone una dottrina o un rito nuovo che i Corinzi invece celebravano regolarmente. Tutto perfetto sul piano liturgico. Ciò che S. Paolo non accetta fin dalle prime battute è come vivono la celebrazione da parte della comunità. Per questo l’Apostolo mette il dito su due piaghe che proprio in quell’occasione si evidenziano e scandalosamente in netto contrasto con il contenuto della celebrazione. La prima piaga è la divisione della comunità in tante fazioni già stigmatizzata nel primo capitolo della stessa epistola (io sono di Apollo ecc.). La seconda piaga consiste nel fatto che ciascuno dei partecipanti rimane chiuso nel suo egoismo, mangiando a crepapelle le proprie provviste fino a ubriacarsi, rimanendo così cieco e insensibile di fronte ai bisogni dei fratelli.
(L’Eucarestia: fonte primaria della Carità – IX)

Newsletter 8/2023

Domenica 26 febbraio
S. Paolo contesta l’Eucarestia celebrata dai Corinzi. Ancora più esplicito e direttamente riferito al nesso Eucarestia – carità fraterna verso i poveri, è il famoso brano di S. Paolo, 1 Cor. 11, 17-34: racconti dell’ultima cena. È da collocarsi a una ventina di anni dal primo Giovedì Santo.

1 Cor. 11, 17-34
Mentre vi do queste istruzioni, non posso lodarvi, perché vi riunite insieme non per il meglio, ma per il peggio. Innanzi tutto sento dire che, quando vi radunate in assemblea, vi sono divisioni tra voi, e in parte lo credo. È necessario infatti che sorgano fazioni tra voi, perché in mezzo a voi si manifestino quelli che hanno superato la prova. Quando dunque vi radunate insieme, il vostro non è più un mangiare la cena del Signore. Ciascuno infatti, quando siete a tavola, comincia a prendere il proprio pasto e così uno ha fame, l’altro è ubriaco. Non avete forse le vostre case per mangiare e per bere? O volete gettare il disprezzo sulla Chiesa di Dio e umiliare chi non ha niente? Che devo dirvi? Lodarvi? In questo non vi lodo!
Io, infatti, ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me. Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me. Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga. Perciò chiunque mangia il pane o beve al calice del Signore in modo indegno, sarà colpevole verso il corpo e il sangue del Signore. Ciascuno, dunque, esamini se stesso e poi mangi del pane e beva dal calice; perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna. È per questo che tra voi ci sono molti ammalati e infermi, e un buon numero sono morti. Se però ci esaminassimo attentamente da noi stessi, non saremmo giudicati; quando poi siamo giudicati dal Signore, siamo da lui ammoniti per non essere condannati insieme con il mondo.
Perciò, fratelli miei, quando vi radunate per la cena, aspettatevi gli uni gli altri. E se qualcuno ha fame, mangi a casa, perché non vi raduniate a vostra condanna. Quanto alle altre cose, le sistemerò alla mia venuta.

(L’Eucarestia: fonte primaria della Carità – VIII)