Se amiamo e fatichiamo per l’onore, la stima, siamo incamminati verso la stoltezza; se amiamo l’umiliazione e la croce… verso il Signore. Sembra marginale quanto stiamo affermando eppure vi sono persone anche spiritualmente vivaci, che impostano la loro esistenza solo per assecondare mire umane: il fondamento della loro gioia o della loro tristezza sta solo qui. Ed è un’enorme perdita di tempo e di forze!
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Seguire la strada del calvario fino alla croce è certamente una stoltezza secondo gli uomini. “Ma ciò che in Dio sembra stoltezza è più saggio della sapienza di tutti gli uomini”. 1 Cor. 1,25. Sono sicuramente diversi i criteri di Dio da quelli degli uomini. La sapienza di Dio diventa follia secondo il criterio degli uomini, ma anche la sapienza degli uomini diventa follia secondo i criteri di Dio. Spetta a noi scegliere a quale di questi due giudizi conformare il nostro. Dobbiamo eleggere o l’uno o l’altro come regola delle nostre azioni.
Domenica 7 aprile
C’è poi una stoltezza che è vera sapienza agli occhi del Signore. Amare la povertà, il disprezzo, le croci, le persecuzioni, è essere pazzo secondo il pensiero del mondo. E tuttavia la Sapienza, che è dono della Spirito Santo, non è se non questa stoltezza la quale non ama se non ciò che è stato amato, vissuto dal Signore Gesù e dai santi.
Domenica 31 marzo
Tre sono le forme di sapienza riprovate dalla Sacra Scrittura, che si possono chiamare delle stoltezza: 1) terrena: la sapienza materiale che consiste nel solo gusto delle ricchezze 2) animale, cioè quella che ricerca i piaceri del corpo 3) diabolica, propria di chi non gode che della propria eccellenza, orgoglio.
Domenica 24 marzo
Qual è la sorgente dei nostri piaceri e dei nostri turbamenti? In che cosa il nostro cuore trova il proprio riposo o la propria soddisfazione? Questo esame diventa uno strumento per acquisire la purezza del cuore. Dovremmo rendercene familiare l’uso, indagando sovente lungo la giornata i nostri gusti, ripugnanze ecc.
Domenica 17 marzo
Esaminandoci se troviamo qualche oggetto cui ci siamo affezionati e per cui tutto da ciò facciamo dipendere, questa è vera stoltezza. Esaminando i nostri gusti o le nostre ripugnanza sia nei confronti di Dio e delle cose divine, sia nei confronti delle creature o cose della terra comprenderemo se apparteniamo al numero dei sapienti o degli stolti.
Domenica 10 marzo
Il vizio opposto alla Sapienza è la stoltezza. Lo stolto e il sapiente sono in opposizione fra di loro. “Ciò fa sì, osserva S. Tommaso, che l’uno apprezzi giustamente le cose che si riferiscono alla propria vita perché le valuta in rapporto al primo principio e all’ultimo fine; l’altro, invece, le giudica male, perché non considera questa causa sovrana come regola dei suoi sentimenti e delle sue azioni”. Il mondo è pieno di questa forma di stoltezza e il numero degli stolti sembra infinito. Si può parlare addirittura di gusto depravato, di stoltezza quindi, perché agiscono con stoltezza, perché praticamente agiscono ponendo il loro ultimo fine nel cercare se stessi, oppure le cose create, la creatura e non Dio.
Domenica 3 marzo
S. Bernardo esprime bene tutto questo in uno dei suoi discorsi: “La Sapienza, dice, è l’amore della virtù, non è altro che il gusto del bene; una volta entrata in un’anima doma la malizia, bandendo il gusto del male causato dalla malizia, riempiendo l’anima del gusto del bene. Ammortizza le tendenze della carne, purifica l’intelligenza, guarisce il gusto corrotto del cuore e mette l’anima nella Sapienza stessa”.
Domenica 24 febbraio
Un’anima che ha saputo, con la mortificazione, liberarsi dalle sue passioni e ha raggiunto, in seguito alla purificazione del cuore, una certa disponibilità al Signore… arriva al punto da evitare naturalmente tutto ciò che è secondo i sensi. Si sente così coinvolta nello Spirito da evitare istintivamente ciò che è appesantimento della materia. Il bene che si gusta è l’attrattiva che ci induce a operare il bene: questo è l’effetto proprio della Sapienza, la quale riempie l’anima con il gusto del bene e l’amore delle virtù, in modo tale da provare ripugnanza… per tutto ciò che non è secondo questo piano. Il gusto del bene le diventa quasi naturale.