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February, 2010

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Newsletter 11/09

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Domenica 6 dicembre 2009

E’ dunque fuori di ogni dubbio che la preghiera mentale, poiché ci tiene sempre orientati a Dio e in grazia, costituisca un ottimo esercizio di ascesi cristiana.
Qui però ci domandiamo: è effettivamente necessaria? Non realizzandola ci mettiamo in pericolo?
San Pio X a proposito dell’orazione mentale, scrivendo ai sacerdoti diceva: “È di capitale importanza che ogni giorno venga dedicato un determinato spazio di tempo alla meditazione delle realtà eterne. Non c’è sacerdote che possa trascurare questo mezzo senza nota di grave incuria e senza danno dell’anima sua”. E il danno lo conosciamo tutti: affievolimento nella pietà, tiepidezza e forse anche il peccato per superficialità!
È facile arrivare, senza più ristoro e vivacità interiore, alla negligenza, alla tiepidezza fino al fastidio per le realtà spirituale! La carità diviene insipida, la volontà scompare, la generosità non c’è più, il nervosismo appare, l’impazienza compie misfatti, non si ha più “voglia” di pregare, di reagire; si è aridi, stanchi!
Alcune volte è proprio difficile trovare il tempo. Altre volte pur disponendo di tempo manca la calma, la tranquillità, la solitudine necessaria… Eppure occorre fare ogni sforzo se vogliamo rinvigorire, sostenere, alimentare la nostra serenità e vita interiore, se vogliamo salvarci…!

(La preghiera mentale, II)

Newsletter 10/09

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Domenica 29 novembre 2009

Proponiamo da oggi, prima domenica di Avvento, una nuova meditazione dal titolo:

La preghiera mentale è necessaria

Tra i mezzi di preghiera cristiana nessuno, forse, è stato più universalmente apprezzato dell’esercizio della preghiera mentale. A raccomandarla non sono stati soltanto i contemplativi puri, ma anche gli uomini di azione. Chi l’ha detta luce, vittoria, lavacro; chi porta per…; chi manna…; chi fuoco…; chi una grande tranquillità, un silenzio, una dedizione, un desiderio di appartenere, di essere consacrato.

Ed infatti non vi è nulla di più dolce, nel silenzio degli uomini e delle cose, dell’effondere il proprio cuore nel cuore di Dio. Parlargli come a un Padre e fratello, ad un amico, esprimergli tutta la nostra riconoscenza e la gioia di sentirsi amati da Lui. Nulla di più consolante della certezza di essere compresi, scusati, perdonati; nulla di più confortevole del ritrovarsi cuore a cuore con Lui nelle ore tristi e amare della vita, nelle delusioni, negli insuccessi, nelle solitudini, negli abbandoni; nulla di più ineffabile dell’udire, nel profondo del nostro cuore, la sua voce ripeterci le parole che, sole, danno la salvezza, la vita, la benedizione.

È l’ora in cui la preghiera si fa profonda, del recupero del senso della giornata, degli atti che si compiono, della vita. È l’ora del riaccendersi del fuoco, della vita interiore… è l’ora più importante della vita, quella in cui Dio parla al nostro cuore.

(La preghiera mentale, I)

Newsletter 9/09

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Domenica 22 novembre 2009

Come non c’è vera pietà senza un solido fondamento teologico così, ordinariamente, non c’è vera conoscenza spirituale di Dio e di se stessi, senza il faticoso e perseverante lavoro compiuto con la meditazione. Questo lavoro è frequentemente faticoso… senza un’applicazione seria molte anime vegetano… pietà superficiale, sentimentale, passeggera, sempre esposta a crisi. È un lavoro costoso dell’intelligenza per svuotarsi di sé e riempirsi di Lui.
Questo lavoro della meditazione non ha surrogati, non può essere sostituito da altri mezzi.
Al principio della divina avventura ci deve essere un desiderio: una grande volontà di cercarlo, di conoscerlo, di possederlo. Preghiamo con Sant’Agostino: “Signore, non disdegnare questo filo d’erba assetato”.

(La meditazione, IX – fine)

Newsletter 8/09

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Domenica 15 novembre 2009

È nel lavorio lento, penetrante, diuturno della meditazione che noi riusciamo a scoprire un poco del mistero di Dio e così pure del nostro peccato. Scoprire finalmente la bellezza del vivere secondo Dio, la serenità… e l’attrattiva del suo amore. Il trattenersi a cuore a cuore con Dio, dopo aver più o meno a lungo considerato la sua Parola, costituisce la parte più importante della meditazione. È una logica conclusione.
Ma innanzitutto, occorre sforzarsi per meditare. Il pericolo più grosso che corre colui che si mette a meditare è quello di non sforzarsi nell’approfondimento della meditazione, oppure di abbreviarla… o di darla per scontata… e non meditare a sufficienza. Ogni scuola di spiritualità, di tutti tempi, non ha mai dimenticato di mettere in guardia dal grosso pericolo che corre colui che vuole entrare in relazione con Dio, in colloquio con Dio, senza la debita preparazione… e lo sforzo proporzionato; in una parola, senza il faticoso lavoro della meditazione.

(La meditazione, VIII)

Newsletter 7/09

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Sabato 7 novembre 2009

III Meditare e pregare

Meditare è lo stesso che pensare, riflettere. Ma un riflettere alla luce della fede, per meglio diventare un tutt’uno con la Parola di Dio; si sente amore, volontà di servire, quindi… si prega! E’ un pregare più con l’intelligenza che con la volontà; un discorrere tra sé e sé ponderatamente, passando di verità in verità, di considerazione in considerazione, di conclusione in conclusione senza costrizioni: la meditazione diviene una orazione discorsiva.

Oltre all’intelligenza entra in moto anche la volontà: affetti, sentimenti che si fondono con l’intelligenza: è questo il termine della meditazione. “La meditazione – scrive San Francesco di Sales – non è altro che un pensiero attento, reiterato, volontariamente trattenuto dall’animo per muovere la volontà a santi e salutari affetti e risoluzioni”.

(La meditazione, VII)

Newsletter 6/09

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Domenica 1 novembre 2009

Uno degli aspetti più tragici della nostra vita è la nostra cecità. E’ gravissima perché pensiamo, al contrario, di vederci bene..! “Se foste ciechi… ma dite ‘noi vediamo’… ecco il peccato…”. Per vedere, per conoscerci quali in realtà noi siamo è necessario confrontarci con la vera misura dell’uomo, cioè Cristo: “Io sono la luce del mondo… chi cammina dietro di me…”.

Finché ci compariamo con altri compagni di viaggio, come gli Apostoli che si sentivano pronti a tutto e poi…; così noi a confronto con gli altri: quasi perfetti… E a confronto di Gesù: ambizioni, sotterfugi, pigrizie, accomodamenti! E poi ci sono le adulazioni, ci sono gli interessati, i falsi pietismi e tutto ciò può dare giudizi interessati, viziati! Ma quando incominciamo a meditare l’umiltà di Betlemme, le fatiche e la povertà del suo apostolato, le sue privazioni, la donazione di sé fino alla passione mortale, allora cadranno tutte le illusioni nate da una troppo facilmente presunta rettitudine e generosità.
Cadranno le illusioni attorno a noi stessi, nella riflessione pacata e spassionata nel misurare il desiderio e la realizzazione, i propositi e le nostre meschine realizzazioni, le decisioni e le cadute… scopriremo il nostro nulla. Prenderemo allora la nostra giusta posizione di fronte a Dio e il dialogo non solo sarà possibile ma avrà un senso. Eviteremo, tra l’altro, il pericolo di credere di ascoltare le parole di Dio mentre in realtà ascoltavamo noi stessi; di crederci umili quando in realtà era ancora la superbia a dominare la nostra vita; di crederci altruisti quando in realtà eravamo ancora un impasto di egoismo.

(La meditazione, VI)

Newsletter 5/09

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Venerdì 23 ottobre 2009

Meditare è conoscere se stessi.
Infatti ci aiuta moltissimo scoprire ciò che siamo con tutti i nostri limiti. Senza questa seconda conoscenza l’uomo sarebbe mancante per tutto. “Secondo me” dice S. Teresa d’Avila “se non cerchiamo di conoscere Dio non arriveremo a conoscere noi stessi. La vista della sua grandezza ci mostrerà la nostra piccolezza, quella della sua purezza, la nostra impurità; la sua umiltà, quanto noi siamo lontani dall’essere umili”.

(La meditazione, V)

Sabato 24 ottobre, alle ore 21.15 in S. Maria del Popolo, sarà celebrata la S. Messa mensile in suffragio di don Comelli.

Martedì 27 ottobre, alle ore 21.00 presso la chiesa delle Suore Sacramentine, mons. Vescovo celebra la S. Messa in suffragio di don Comelli (alle ore 20.30 recita S. Rosario).

Newsletter 4/09

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Sabato 17 ottobre 2009

E’ attraverso il “silenzioso discorrere interiore” che le verità, i fatti, i detti del Salvatore diventano entusiasmante vita per chi li medita. È in questo lavoro che l’astratto diviene concreto..!
Nella meditazione riflettere sugli effetti del peccato e in noi meditare la passione di Gesù. Ciò che ha rappresentato per tutti e per noi la sua vita… la sua Rivelazione… il dolore e l’umiltà di Maria SS. con tutte le virtù che vengono a galla, esercitate… Una conoscenza di Dio dunque, quella ottenuta con la meditazione, non tanto di carattere speculativo, frutto dello studio del documento, quanto pratico cioè spirituale per la vita, opera soprattutto della Grazia che soddisfa l’intelligenza ma riscalda il cuore, per cui la preghiera viene ad essere un grande esplosione di ringraziamento, di gioia, di amore. È l’inizio dell’unione con Dio…

(La meditazione, IV)

Newsletter 3/09

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Domenica 11 ottobre 2009

Il discorso della montagna, per chi lo medita a lungo, non appare solo come una raccolta di meravigliose norme ma piuttosto come l’espressione più genuina dello spirito del Vangelo destinato a non restare lettera morta, ma a muovere, a produrre frutti di vita.

Nella meditazione della vita di Gesù non rimane solo un fatto storico, un avvenimento passato, pur formidabile, ma entra in noi, diviene vita, amore, modello ispiratore, sicurezza nelle scelte; diviene il centro dei pensieri e della vita, il significato di tutto il vivere. Non sarà dunque solo adesione dell’intelligenza per la necessità della salvezza ma, a poco a poco, il calore del cuore, l’amicizia profonda, la luce della vita.

(La meditazione, III)

Newsletter 2/09

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Sabato 3 ottobre 2009

“Per la conoscenza del Dio increato – scriveva Beata Angela da Foligno – e dell’uomo Dio crocifisso, realtà e conoscenze indispensabili per la trasformazione spirituale… è di assoluta necessità leggere e meditare il Vangelo. Ora questa lettura, perché sia fruttuosa, richiede preghiera devota, attenta, sincera, umile, violenta, profonda, incessante, non solo di mente ma di cuore e di tutte le forze dell’anima”.

Questo lavoro di profonda conoscenza che l’intelligenza compie durante la meditazione porta a scoprire sempre più le verità della fede, acquistano importanza, rilievo, sintesi… e si impongono, oltre che alla mente, alla volontà, … al cuore..!

(La meditazione, II)