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October, 2010

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Newsletter 34/10

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Domenica 24 ottobre 2010

Dio non è un burattinaio! Appena creò gli uomini nel paradiso terrestre tagliò rapidamente il cordone ombelicale, li lasciò soli nella lotta aperta per la libertà e indipendenza e disse loro: “crescete… dominate”. Il vero Dio non è uno che aliena ma colui che fa adulti, maturi e liberi gli uomini e i popoli.

(La nostra vita come sfida - III)

Newsletter 33/10

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Domenica 17 ottobre 2010

L’immagine di Dio è stata spesso rivestita di vari paludamenti: i nostri timori e incertezze, ambizioni, impotenze, limiti e ignoranze ecc.. Allora Dio è la magica soluzione dell’impossibile, la spiegazione di tutto ciò che ignoriamo, il rifugio per gli sconfitti e gli incapaci. Su queste grucce si fondava la fede di molti, la religiosità forse di tanti di noi. La demitizzazione sta demolendo queste sovrastrutture e la fede, per chi continua, comincia a far intravedere un Dio che ti attende, un Dio che ti vuol parlare; si incomincia a scoprire il vero volto del Dio biblico, un Dio che pretende, disturba, sfida; un Dio che non risponde ma ti interpella, non spiega ma provoca; non facilita anzi ostacola, che genera martiri e uomini decisi. E scopri che questo Dio della Bibbia è sì un Dio liberatore che ci strappa dall’insicurezza, dall’ignoranza, dall’ingiustizia però non evitandoci tutto questo, ma costringendoci ad affrontarlo e superarlo.

(La nostra vita come sfida - II)

Newsletter 32/10

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Iniziamo oggi una nuova meditazione, dal titolo “La nostra vita come sfida“, proposta in un corso di esercizi spirituali per universitari tenuto a Emarese nel 1981.

Domenica 10 ottobre 2010

I Premessa
“Il cristiano di oggi e di domani sarà un mistico cioè uno che ha sperimentato qualche cosa oppure non sarà nulla” Karl Rahner
“Oggi il mondo ha più che mai bisogno di un ritorno alla contemplazione… il vero profeta della Chiesa futura sarà colui che verrà dal deserto… come Mosé, Elia, Paolo, Giovanni il Battista e soprattutto Gesù, carichi di misticismo e di quello splendore particolare che hanno solo gli uomini abituati a parlare a tu per tu con Dio” A Hortelano

II Premessa
Molti cristiani temono che il processo di secolarizzazione finirà per minare le basi della fede e che, di conseguenza, la vita di intimità con Dio verrà impedita da un progressivo indebolimento fino a estinguersi del tutto.
La impressione di molti è però diversa. La secolarizzazione si può equiparare alla notte oscura dei sensi. È la purificazione più radicale dell’immagine di Dio. Come conseguenza noi siamo orientati, in quest’era secolarizzata, a vivere la fede pura e nuda, senza equivoci e falsi sostegni.

(La nostra vita come sfida - I)

Newsletter 31/10

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Domenica 3 ottobre 2010

C’è poi l’evangelizzazione della cultura. “La rottura tra Vangelo e cultura è senza dubbio il dramma della nostra epoca” (Paolo VI°). L’uomo privo della proposta culturale che nasce dalla fede è un uomo tradito, dimezzato, amputato.
Come fare in modo che la fede incida, come realizzare la promozione umana vera nella vita quotidiana? Con la missione culturale! Che non è semplicemente quella del libro cattolico o della conoscenza delle encicliche e dei documenti del Papa e dei vescovi, ma soprattutto l’impegno dei cristiani a fare cultura vivendola, essendo segno della presenza di Cristo e illuminando, attraverso tutti gli strumenti che abbiamo a nostra disposizione, l’umanità sui grandi problemi della nostra epoca: giustizia, pace, fame nel mondo, lavoro! Abbiamo la Rivelazione che ci rigenera e ci sostiene: è gravissimo non essere sale e luce che illumina.
In definitiva: il cristiano è colui che segue le orme missionarie di Cristo oppure perde tempo. E’ colui che vive realmente l’impegno missionario attraverso gesti che devono testimoniare e evangelizzare o perde tempo.
Chi non raccoglie con Cristo disperde.

(Fede e missionarietà – IX – Fine)