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September, 2011

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Newsletter 28/11

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Domenica 25 settembre 2011

La comunità è missionaria nel suo essere profondo. Il suo essere sta nell’azione missionaria. Se non è missionaria non è comunità cristiana, non possiede Cristo, non crede! I membri della comunità sono costituiti veramente soggetti attivi della testimonianza di Cristo, missionari del Vangelo. Il ripiegamento della comunità su se stessa non sarebbe solo un’infedeltà e una colpa ma anche una negazione distruttrice di se stessa. Una comunità cristiana è tale solo se dà la sua vita per la salvezza di tutti, come Cristo la diede per tutti.

(Comunità missionaria – VI)

Newsletter 27/11

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Domenica 18 settembre 2011

Negli Atti si sottolinea come la Chiesa fosse una comunità. Si parla infatti più di una volta di un “aggiungersi” di nuovi venuti alla comunità cristiana. In che modo si aggiungono? Accogliendo la Parola nella fede e facendosi battezzare. Per “aggiungersi” basta la fede! Non più la circoncisione, come dirà il Concilio di Gerusalemme. La comunità cristiana si costruisce esclusivamente sulla fede che si esprime poi nel segno della fede: facendosi battezzare.
- Non ci sono condizionamenti culturali o razziali: basta l’adesione al Cristo, totale, personale.
- Per la fede realizziamo la comunità, non per altro: Gal. 3,26 “Tutti voi infatti siete figli di Dio per la fede in Cristo Gesù”.
Per la fede si realizzava una comunità di beni: Atti 2,42-45. Nessuno era lasciata nell’indigenza: Atti 4,32-35. Una reale comunione che si viveva ad ogni livello. C’è da sottolineare che la comunione dei beni non ha nulla a che vedere con l’ideale della povertà propria della tradizione francescana. L’ideale cristiano qui non è la povertà, ma la solidarietà verso i fratelli. “Non si tratta di impoverirci, ma di rendere gli altri pari a noi…”.

(Comunità missionaria – V)

Newsletter 26/11

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Domenica 11 settembre 2011

+ I nomi e le immagini che vengono usate negli scritti rivelati danno tutti l’idea di comunità, popolo, assemblea.

a) ecclesia: in greco classico era l’assemblea plenaria del popolo nelle città-stato greche”.
Nella traduzione dei Settanta 96 volte su 100 viene usata quest’espressione per significare l’assemblea del popolo israelita.
In quest’espressione, per gli israeliti, non si voleva solo significare la convocazione dell’assemblea, ma anche il suo risultato: una comunità fondata biologicamente e teocraticamente. “Il grande – Io”.
b) c’è poi il termine laos = popolo di Dio. Sull’elemento razza ha il sopravvento il termine religioso.
c) c’è ancora il termine soma: un corpo con le sue membra: tutto San Paolo sottolinea questa espressione. Una comunità che è un corpo unico.
d) un’altra immagine della Chiesa è Sposa. Forma un unico corpo con Cristo: unità e indissolubilità-fedeltà!
e) e poi tante altre immagini: un solo ovile sotto un solo pastore; una vigna; Casa di Dio vivente; tempio di Dio; tempio dello Spirito Santo; vite e tralci; tutte le espressioni in Giovanni del “manere”: intima partecipazione alla vita di Cristo.
Tutte queste espressioni ci entusiasmano se pensiamo che sono per noi, sono da applicare a noi… noi..!
La sua potenza e salvezza passa attraverso noi solo quando siamo il “grande io”. Così ha voluto il Signore!

(Comunità missionaria – IV)