Archive for

June, 2013

...

Newsletter 24/2013

no comments
Domenica 23 giugno 2013

Ci qualifichiamo come cristiani per la capacità e disponibilità a “ricevere..”.
Se è un ricevere da Dio, la nostra risposta a Dio che dona è una risposta di fede! Tutto il nostro cammino inizia da qui: liberarci da tutto per buttarci in un cammino di fede che è un cammino di liberazione. Come fece Abramo!
Qui l’esame deve farsi profondo: ascolto e seguo me stesso, uno psicologismo religioso ecc. oppure ciò che Dio mi dà? Dio ha parlato: sulla sua parola sappiamo come fare!
Da qui nasce la vita, lo stile, la scelta cristiana!
(Dio chiama – XI)

Newsletter 23/2013

no comments
Domenica 16 giugno 2013

Il modo di vivere il cristianesimo ci è stato donato, non scoperto da noi illuministicamente. La nostra è dunque una continua e forse sofferta adesione a questa Rivelazione che ci interroga, ci esamina e ci possiede.
Se questo è vero noi non possiamo dire: “Vivo di Dio” (quanti lo dicono strumentalizzando…) ma: “siamo vissuti da Dio”. Tutto è di Dio e ci preme da ogni parte…
A differenza delle altre religioni nella nostra Dio non è una conquista dell’uomo ma è Dio stesso che si fa esperienza all’uomo. Se le cose stanno così potremo iniziare a qualificarci cristiani solo quando incominceremo a lasciare noi stessi, le nostre idee, i nostri programmi, e ad accettare l’invito, a ricevere da Dio e a vivere secondo quanto ricevuto.
(Dio chiama – X)

Newsletter 22/2013

no comments
Domenica 9 giugno 2013

Il Cristianesimo è tutto qui: Dio che ama, si rivela e parla e l’uomo che risponde e vive nell’amore.
La nostra religione non è solo una dottrina, non è una filosofia, è l’incontro con una Persona divina che si rivela. Se dunque crediamo in Dio perché è logico, perché ne sentiamo la necessità, perché capiamo la bontà ecc. perché ci sembra di comportarci meglio e ci sentiamo intimamente soddisfatti, non è cristianesimo. Si è credenti, non cristiani.
Noi crediamo a Lui che si è rivelato e crediamo e facciamo secondo la Parola che ci ha rivelato. È lui che ci invita ed è lui che ci dice di prendere la veste nuziale: la nostra collaborazione sta nel fare ciò che Lui stabilisce.
Questo, amici, deve essere ben chiaro, diversamente mutueremo il nostro comportamento dalla filosofia, dagli avvenimenti, dai nostri momenti psicologici e sentimenti religiosi. E questo è sbagliato come cristiani!
(Dio chiama – IX)

Newsletter 21/2013

no comments
Domenica 2 giugno 2013

“Amico, come mai sei entrato senza l’abito nuziale?”
Le cose sono andate presumibilmente così. Questo uomo è uscito da casa tutto pulito, rasato a fresco e trova questi che lo invitano… perché no? Non è un nobile che va spesso alla casa del re… è l’occasione per vederlo, parlargli! Allora ci va anche lui… Nel vestibolo trova tutti gli altri che si svestono (è il Battesimo, la Parola, l’Eucarestia ecc. ecc.) Lui no! Lui è già a posto, non è un pezzente, non ha bisogno di prendere la veste… è superiore… a questo uomo il re non dà neppure il tempo di una scusa, di chiedere il perché. È Dio che ti ha donato la Rivelazione… “Prendetelo e gettatelo”.
Il suo sbaglio è stato duplice: non aver voluto essere scambiato per un povero… (autosufficienza) e non aver indossato l’abito nuziale: stupida superficialità!
È sempre il solito peccato: la superficialità. L’uomo vuole salvarsi con i suoi mezzi. Non riconosce di essere salvato, di essere povero. Il gesto dello spogliarsi per prendere la veste nuziale non è altro che lasciare la nostra stoltezza per prendere la Sapienza di Gesù. Lasciare la nostra iniziativa per fare ciò che Lui vuole. Si entra e si risponde all’invito pressante di Dio Padre solo ascoltando ciò che Lui dice, non seguendo la nostra intelligenza e il nostro sentimento.
(Dio chiama – VIII)