Domenica 16 ottobre
Con la ricchezza si può fare qualcosa che non viene mai meno e che può seguirti in cielo. Il tema dell’elemosina è particolarmente sottolineato in Luca; l’autentico senso dell’elemosina era ben noto dall’insegnamento dell’A.T. e Gesù fa riecheggiare e completa tale insegnamento.
In Tobia 4,7-11 si invita a fare elemosina dei propri beni; un’elemosina proporzionata alle proprie ricchezze ricordando a chi ha molto, di dare molto; dare a tutti secondo le proprie possibilità. L’elemosina, si dice, libera dalla morte …! Così è dal Siracide: invita all’elemosina come atteggiamento concreto 4,1ss + 7,32-36 + 29,8-13.  L’invito di Gesù a vendere i propri beni per darli in elemosina, corrisponde a quanto detto nell’A.T. ; è richiesto non il disprezzo delle ricchezze ma la vera e concreta carità amorosa verso i fratelli nel bisogno. Solo chi abbraccia questo nuovo modo di vedere e di agire può seguire il maestro e avere la vita eterna: Lc. 18,22 “Udito ciò, Gesù gli disse: «Una cosa ancora ti manca: vendi tutto quello che hai, distribuiscilo ai poveri e avrai un tesoro nei cieli; e vieni! Seguimi!».”

Tobia 4,7-11
A tutti quelli che praticano la giustizia fa’ elemosina con i tuoi beni e, nel fare elemosina, il tuo occhio non abbia rimpianti. Non distogliere lo sguardo da ogni povero e Dio non distoglierà da te il suo. 8In proporzione a quanto possiedi fa’ elemosina, secondo le tue disponibilità; se hai poco, non esitare a fare elemosina secondo quel poco. 9Così ti preparerai un bel tesoro per il giorno del bisogno, 10poiché l’elemosina libera dalla morte e impedisce di entrare nelle tenebre. 11Infatti per tutti quelli che la compiono, l’elemosina è un dono prezioso davanti all’Altissimo.

Sir 4, 1-5
Figlio, non rifiutare al povero il necessario per la vita, non essere insensibile allo sguardo dei bisognosi.
Non rattristare chi ha fame, non esasperare chi è in difficoltà.
Non turbare un cuore già esasperato, non negare un dono al bisognoso.
Non respingere la supplica del povero, non distogliere lo sguardo dall’indigente.
Da chi ti chiede non distogliere lo sguardo, non dare a lui l’occasione di maledirti,

Sir 7,32-36
Anche al povero tendi la tua mano, perché sia perfetta la tua benedizione.
La tua generosità si estenda a ogni vivente, ma anche al morto non negare la tua pietà.
Non evitare coloro che piangono e con gli afflitti móstrati afflitto.
Non esitare a visitare un malato, perché per questo sarai amato.
In tutte le tue opere ricòrdati della tua fine e non cadrai mai nel peccato.

Sir 29,8-13
Tuttavia sii paziente con il misero, e non fargli attendere troppo a lungo l’elemosina.
Per amore del comandamento soccorri chi ha bisogno, secondo la sua necessità non rimandarlo a mani vuote.
Perdi pure denaro per un fratello e un amico, non si arrugginisca inutilmente sotto una pietra.
Disponi dei beni secondo i comandamenti dell’Altissimo e ti saranno più utili dell’oro.
Riponi l’elemosina nei tuoi scrigni ed essa ti libererà da ogni male.
Meglio di uno scudo resistente e di una lancia pesante, essa combatterà per te di fronte al nemico.

(Dio è carità – XXXVIII)