Domenica 18 giugno
3) Unità tra fede, rito e vita.
Il N.T. colloca nello stesso contesto dell’ultima cena l’istituzione dell’Eucarestia, la lavanda dei piedi, la proclamazione solenne del comandamento nuovo della carità, fino alla preghiera: “che tutti siamo una cosa sola”. È una unità superiore che si richiede tra fede – rito e vita, la predicazione di S. Paolo ai Corinzi per la colletta a favore di Gerusalemme, ricomponendo l’unità! La lezione non andò perduta. Infatti leggendo la descrizione che S. Giustino fa della celebrazione eucaristica, 150 d.C., possiamo conoscere con precisione lo svolgimento della messa e arrivati alla comunione per i presenti e attraverso i diaconi agli assenti, prosegue: “i ricchi e quelli che lo vogliono, ciascuno a sua scelta, offra quello che intende dare e, quanto si raccoglie, viene consegnato a chi presiede ed egli soccorre gli orfani, le vedove, i malati, i bisognosi, i carcerati, i pellegrini e, in una parola, si prende cura di chi è in necessità”. Al principio e alla fine del brano, S. Giustino avverte che questo avveniva regolarmente nel “giorno del sole”, com’egli chiama la domenica.
(L’Eucarestia: fonte primaria della Carità – XXII)