Domenica 18 novembre 2012

Difficoltà intellettuali
Per migliaia di anni l’uomo ha divinizzato la natura: quanti riti magici! Poi è entrata la scienza che ha spiegato tutto… e così abbiamo raso al suolo tutto, senza distinguere… Dio è diventato una ipotesi inutile. Ma per quante cose si scoprano, nessuno riuscirà a dare la risposta esatta al problema fondamentale dell’uomo: il senso della vita. Soltanto quando l’uomo si imbatte nel suo proprio mistero, quando sperimenta fino alla vertigine la stranezza di stare qui, di essere al mondo come coscienza, come persona, solo allora affronta gli interrogativi centrali: chi sono io? Per quale ragione la mia esistenza? Da dove vengo e dove vado?
Tra le nostre conoscenze bibliche e la limpidezza dei metodi scientifici qualcuno non si ritrova più. Dovrebbe essere un processo purificatore dell’immagine di Dio, ma qualcuno rimane bloccato e cade nel secolarismo, dove Dio agonizza fino a morire.
Quanti ci lasciano e ci stimano illusi! Ho l’impressione che il popolo di Dio si sia un’altra volta impantanato nelle acque di Massa e Meriba: difficoltà, crisi; è duro il tuo linguaggio, non lo comprendo: verginità, castità, povertà, obbedienza, autorità: e come in ogni epoca si realizzano le parole evangeliche: “Da allora molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con Lui” (Giov. 6,66).
Dopo lo scompiglio verrà la maturazione e la sintesi tra la scienza e l’amicizia con Dio. Intanto il periodo di prova aiuterà a purificare l’immagine di Dio. La fede, come dice Martin Buber, è una adesione a Dio ma non una adesione ad una immagine che uno si è formato di Dio, ma una adesione al Dio vivente!
(Il dramma della fede – III)