Domenica 12 maggio 2013

L’essenziale nel cristianesimo e per la vita di ciascuno di noi è la scoperta che Dio ci ama e ci invita. È sua l’iniziativa: ci invita! Con la risposta al suo invito noi siamo al centro del mistero divino: tutto il resto è corollario!
Questo è ciò che conta per noi e per l’umanità. Non c’è nulla di più importante e di più urgente: rispondere all’invito come Lui vuole. Noi come rispondiamo?
Lc. 14,16-23 “Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti. All’ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: Venite, è pronto. Ma tutti, all’unanimità, cominciarono a scusarsi. Il primo disse: Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego, considerami giustificato. Un altro disse: Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego, considerami giustificato. Un altro disse: Ho preso moglie e perciò non posso venire. Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al padrone. Allora il padrone di casa, irritato, disse al servo: Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui poveri, storpi, ciechi e zoppi. Il servo disse: Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c’è ancora posto. Il padrone allora disse al servo: Esci per le strade e lungo le siepi, spingili a entrare, perché la mia casa si riempia.”
Ciò che subito ci colpisce, anche in una lettura superficiale e affrettata, è la giustificazione che portano gli uomini invitati al pranzo! Ripeto… invitati non ad un lavoro, pena, sacrificio, impegno!
“Ho comprato…” il re ha le sue proprietà ma anch’io ho le mie, sono proprietario anch’io, non ho bisogno di Lui…!
“Ho buoi…” anch’io e devo provarli. Autosufficienza…
“Ho nozze anch’io”. Nessuno che dica un no leale. Ciascuno nasconde il rifiuto sotto una scelta, una realtà che lo mette alla pari del re che lo invita: “Quello che ha Lui lo posso avere anch’io”.
C’è in ogni rifiuto un’attività dell’intelligenza che si è fatta egoista, superba, sazia. C’è un’attività della intelligenza che si è persa, alienata: dici di no a Dio…!
L’origine della pazzia o del disordine sta qui: autosufficienza, superficialità, chiusura al soprannaturale perchè c’è il rifiuto a voler guardare nel profondo.

(Dio chiama – V)