Domenica 14 settembre
Nel conoscere veramente il Signore sta la nostra beatitudine: perché lo si conosce ascoltandolo, sperimentandolo, incontrandolo e allora si sviluppa in noi la beatitudine del completamento. E’ un conoscere vivo, che incide nella nostra vita perché è diventato avvenimento. Quando rimane conoscenza apparente, nominalismo, intellettualismo, non c’è beatitudine. Quando c’è avvenimento c’è sempre beatitudine, e la vita diviene la risposta ad una chiamata.
Nell’amare veramente il Signore sta la beatitudine. Che significa voler amare perché si è scoperto che è l’amore. Perché si è scoperto che è il tutto.

(Beatitudine come vocazione – XI)