Domenica 1 febbraio

Per capire la povertà evangelica dobbiamo metterci a contemplare Gesù, il povero per eccellenza, questo povero sconcertante. Non a caso egli nasce, vive nella povertà vera, nello spogliamento più totale; non ha potere, Per capire la povertà evangelica dobbiamo metterci a contemplare Gesù, il povero per eccellenza, questo povero sconcertante. Non a caso egli nasce, vive nella povertà vera, nella spoliazione più totale; non ha potere, non conta niente. Lui che è Dio: sono tutte conseguenze del suo essere servo. Però, proprio perché è servo e figlio del Padre, ha a sua disposizione cielo e terra. E’ la sua la povertà illuminante. Quando Maria di Magdala lo inonda di profumo e Giuda dice ”Perché quest’olio profumato non si è venduto per trecento denari per poi darli ai poveri” Gesù, il povero, non loda Giuda ma la donna che butta via 300 denari! E’ lo stesso povero che viene criticato perché mangia e beve… mentre i discepoli di Giovanni digiunano! La povertà di Gesù non ha il parametro dei comportamenti umani ma ha come parametro il rapporto con Dio. Dio solo è il Signore! Tutto deve essere donato al Signore. I poveri del Signore sono coloro che interpretano la loro vita come dono, così come vuole il Signore. E da ciò consegue anche la libertà da ogni avidità terrena.

(Beatitudine come vocazione – XXVII)