Omelia notte di Natale
 
L'attesa per la venuta di Qualcuno che giungesse a illuminare le menti era nell'aria, nei secoli prima di Cristo. Presso Atene, la sofisticata, si attendeva un Dio che squarciasse le nubi; presso Roma, la potente, i poeti esprimevano i loro sogni in un futuro realizzato da Uno che doveva venire; in Giudea, in Gerusalemme i profeti annunciavano a tutti: "Stillate dall'alto o cieli la vostra rugiada e dalle nubi scenda a noi il Giusto: si apra la terra e germogli il Salvatore".
Isaia, circa 800 anni prima della nascita del Figlio di Dio aveva previsto e profetizzato. È la prima lettura di questa notte: "Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce; su coloro che abitavano in una terra tenebrosa, una luce rifulse". E la Chiesa fa concludere questa prima lettura con l'affermazione "Oggi è nato per noi il Salvatore" e sottolinea, con il Salmo 95, la gratitudine del popolo credente...
Dal fin qui detto appare il Natale come un formidabile dono di Dio.
I° dono immenso: Dio che diviene uno di noi. Dono perché ha rotto, tolto le tenebre. Ci ha rivelato il volto di Dio: "chi vede me, vede il Padre". Perché la sua nascita ci ha tolto dall'ignoranza. Ci ha rivelato chi è Dio: amore, misericordia, bontà. Dono perché ha rivelato l'uomo all'uomo. Noi, oggi, se Gesù non fosse nato, saremmo ancora nell'ignoranza, nelle tenebre, nei problemi più scottanti che l'uomo si pone. Nasce Gesù, nasce la luce che illumina il mondo. Nasce un Dio che si pone totalmente al servizio dell'umanità. È veramente un Dio infinito. Se è dono il nostro atteggiamento sarà quello dell'accoglienza, silenzio, adorazione, contemplazione, imitazione.
Ma il Natale come dono, come accoglienza, ascolto e imitazione è praticamente rifiutato dagli uomini. Gli uomini, soprattutto in questi ultimi anni, si sono costruiti un Natale a loro misura. Natale, nascita di Gesù, non è più dono da accogliere ma festa da costruire, festa senza radici, gioia senza fondamento; è diventato, il Natale, la sagra dei regali, la festa delle spese, la corsa a spendere i soldi in molte cose spesso inutili; la pubblicità non ha più freno e il miscuglio di sacro e profano, lo sfruttamento della religione raggiunge la bestemmia. Il Natale consiste non nel Dio che si fa uomo ma nelle luci che illuminano le nostre strade, nel sapore carnevalesco che c'è nell'aria, nella tavola imbandita, nel regalo di questo o quel prodotto, nello sfoggio di un lusso e di un benessere che non è certamente nello stile "stalla" come fu la nascita di Gesù. È un Natale senza la nascita di Gesù. È un Natale senza Dio. E senza Dio la vita è come un fiore che si sfoglia. Tutto perde di significato. Se Dio viene emarginato tutto il male è possibile. Se il Natale, nella sua verità, viene ucciso, se uccidiamo il vero Natale, allora l'assurdo prende il sopravvento, fino all'attesa della vigilia del Natale per compiere una terribile strage di cui tutti i giornali oggi parlano. Con il rifiuto del dono del Natale si avvera quella terribile situazione descritta da Nietsche in "Così parlò Zarathustra". Abbiamo pure noi lasciato morire. Dio, il suo Natale, sostituendolo con mille  alienazioni e allora sono, via via, nati i mostri di oggi: l'assurdo, la nausea, l'angoscia, il terrorismo, la droga, i suicidi, le armi atomiche. Scrive Simone de Beauvoir: "nel sopprimere Dio siamo rimasti senza l'unico interlocutore che realmente contava". Non lasciamo morire il Natale di Cristo, accogliamolo come dono. È il mio invito accorato, è il mio augurio! Accogliendo il Natale come dono sapremo accogliere Dio in mezzo a noi, accogliamo un bimbo che ci rivela l'amore infinito di Dio, il volto di Dio, l'umanità e la bontà di Dio, accogliamo la potenza di Dio; accogliendo il Natale accogliamo il valore infinito di ogni persona e decidiamo per un impegno di giustizia, di pace, di povertà e uno stile di vita consequenziali.
Come i pastori, in quella notte prodigiosa, nonostante il buio, il freddo, la stanchezza si mossero ad accogliere il Signore, noi pure muoviamoci ad accogliere il Signore. Facciamo sì che entri nella nostra vita, nelle nostre preoccupazioni, nei nostri programmi, nelle nostre famiglie. Allora saremo nella gioia, nell'amore! E questo è l'augurio di Buon Natale che presento a tutti voi.