Rivestirsi dell'uomo nuovo
 
Come può l'uomo diventare questa creatura nuova che lo fa essere secondo Cristo, che dà alla sua esistenza una regola di vita che non è più di questo mondo? Com'è che il Cristo dà un senso nuovo alla sua esistenza? Dovremo dare precisamente questa risposta e cioè che l'esistenza concreta del cristiano è, di fatto, un'esistenza che non appartiene più soltanto all'ordine di questo mondo ma all'ordine nuovo inaugurato nel Cristo.
- Dobbiamo allora penetrare al di là delle apparenze , fino alla natura profonda della nostra esistenza, di questa vita nascosta dello Spirito, così spesso mascherata, rovinata dal comportamento quotidiano per scoprire, nella fede, come la novità sfolgorante del mattino di Pasqua arrivi a diffondersi nel cuore di tutti noi e del mondo intero.
  Prenderemo, come indirizzo, il pensiero di Paolo decisamente logico. Infatti:
“Se qualcuno è in Cristo , è una nuova creatura perché, nuovo Adamo, Cristo inaugura nella sua persona una nuova umanità animata dallo Spirito e a questa umanità corrisponde un tipo di uomo nuovo.
Paolo sviluppa questo tema in tre testi:
1) Col. 3,9-10; 2) Efes. 2,15; 3) Rom. 6,1-11
I morte dell'uomo vecchio (Rom. 6,3-11)
“Fummo dunque sepolti con Lui per il battesimo nella morte, affinché come Cristo è risuscitato dai morti per la gloria del Padre, così anche noi camminiamo in una nuova vita”
“Come Cristo… così anche noi…” E' uno dei motivi chiave delle epistole di S. Paolo. Il destino di Cristo è il destino dei cristiani. Si partecipa alla sua morte quindi si partecipa alla sua vita. Dalla frase sopraddetta.
Cristo è risuscitato per la gloria del Padre. I cristiano sono allora chiamati a “camminare in novità di vita”.
Con il verbo “camminare” Paolo vuol caratterizzare le nostre condizioni di vita, ora: questa vita è un cammino, una progressione, un comportamento, una condotta. Questo camminare in novità significa vivere ormai orientati, indirizzati da Dio e per Dio, non più per se stessi, una vita che evidenzi la fede, la speranza e l'amore. (la Sapienza…)
In altre parole: nella Pasqua il cristiano rinasce a vita nuova perché unito al Cristo; ed è una vita che si manifesta nella condotta morale con la crocifissione del peccato e di ogni realtà negativa. Un mondo morto ormai!
Versetti 5-11 = lettura. E' quanto abbiamo detto: rinuncia a tutto ciò che è nell'ordine del peccato (v. 6-7) e per il fato che è diventato una sola cosa con Dio, sarà ormai un “vivente per Dio” (v. 10-11)
  Come la morte di Gesù, la morte del cristiano nel battesimo è morte al peccato, liberazione dal male; e tuttavia c'è una distinzione fra queste due morti: la morte di Cristo fu una morte sanguinosa sulla croce; e il cristiano si unisce [sin] a questa morte, ma in modo sacramentale. E' morte vera, reale, identica in un certo senso a quella di Cristo, ma diversa in quanto al modo. Appunto perché in un certo senso, questa morte dovrà avvenire giorno per giorno, per lasciar libero il germe di vita posto in noi! In altre parole: Se siamo morti, continuiamo a morire;e risorti camminiamo come risorti!
 
v.6-7: morte dell'uomo vecchio…. peccato, male leggi, strutture! Il peccato frustrato in ogni settore: è stato crocifisso. E con il peccato l'uomo vecchio… Ma ciò che avviene sulla croce deve avvenire progressivamente in noi: liberazione progressiva del peccato…
v. 9-11: una vita a Dio. La morte è per la risurrezione; è per una vita nuova, un nuovo cammino!
 Con il battesimo il cristiano diviene tempio dello Spirito S. Un dono che non è di questo mondo e che indirizzerà tutto secondo criteri che non sono di questo mondo. Non più secondo la carne, ma secondo lo Spirito. Secondo le espressioni di 2 Cor. 5-15: “non vive più per se stesso ma per colui che è morto e risorto per Lui”. Non ripone più la sua sicurezza nelle realtà di questo mondo, perché appartiene ormai a Dio. Allora rivelerà, nella condotta, la pienezza della risurrezione: un essere totalmente preso dalla vita divina. Gli effetti che si vedranno riveleranno la ricchezza del germe; il frutto , che è secondo il nostro essere, rivelerà che il seme ricevuto nel battesimo ha modificato il cristiano sul piano ontologico. In altre parole: il cristiano è in Gesù Cristo - è uno stesso essere con il Cristo. Vita, opere, parole dovranno dimostrare questa realtà ontologica. Lo Spirito ha preso il posto dell'uomo vecchio e un indirizzo nuovo illuminerà la esistenza del risorto in Cristo.
Fra il tempo già avvenuto e il tempo del non ancora avvenuto ci sta il tempo della lotta, del continuo morire per camminare in novità di vita. Si vivrà della Sapienza e si evidenzierà la Sapienza!
 
II° Col 3, 5-15
 
Dal vecchio uomo, all'uomo nuovo.
  • spogliarsi dell'uomo vecchio
  • rivestirsi dell'uomo nuovo
A) Lettura di Col. 3, 5-9: L'uomo vecchio è l'uomo del mondo antico, della legge, l'uomo che confida in se stesso e nel suo agire, nelle sue opere che non provengono da Dio ma sono “prescrizioni e dottrine degli uomini” povere regole che fanno figura di sapienza ma che di fatto non hanno alcun valore per l'insolenza della carne.
Tutto ciò è morto con il Battesimo: ecco perché il cristiano deve a poco a poco farlo morire nella sua vita di ogni giorno come precisa il testo; far esistere nella propria vita questa spogliazione vuol dire mortificare ciò che in noi è ancora terreno, meschino, e cacciare dalla nostra esistenza la menzogna. Menzogna e pratica terrena, scelta terrena: ecco le due armi dell'uomo vecchio che dobbiamo continuamente deporre.
“Mortificate le vostre membra che sono della terra”. L'uomo vecchio è corpo di carne, perché in balia del peccato, egoismo e divisioni. Bisogna mortificare le membra, spodestare quest'uomo di peccato, farlo morire. Non si può parlare di maturità cristiana se non dopo questa precisa morte. Non solo ma:
“la vostra vita non sia più menzogna”. La traduzione precisa è ancor più forte: “non mentite più l'uno all'altro”. Se Paolo avesse visto la menzogna come un vizio lo avrebbe messo tra i vizi appena enunciati. E' un preciso imperativo come gli altri imperativi che scandiscono il testo: “fate morire… buttate via.. rivestitevi! Perché mai questa insistenza sulla menzogna?
Nelle epistole di Paolo menzogna è sinonimo di iniquità cioè di non accettazione della Sapienza divina quindi la fine di ogni comunione!
In Rom. 1,24-25 così scrive: “Iddio ha abbandonati in balia alla concupiscenza, all'impurità.. essi che hanno scambiato la verità divina, la Sapienza, con la menzogna e che quindi hanno adorato la creatura anziché il Creatore”. La radice della menzogna è proprio qui: rifiuto di fondare la propria esistenza sulla Sapienza, per darsi agli idoli fatti da mano d'uomo - falsi idoli, denaro, piaceri!-
Menzogna è fondamentalmente rifiuto di accettare la volontà, la illuminazione di Dio e diviene disubbidienza sulla quale si scatena la collera di Dio. In Col. 3,5 dicevamo infatti che l'uomo vecchio è l'uomo della disubbidienza - il cristiano è l'uomo dell'ubbidienza - e Paolo vuol denunciare questa pazzia del misconoscimento della Sapienza o del disegno di Dio rivelato in Gesù Cristo, misconoscimento cha fa seguire regole che possono si far figura di sapienza ma in ultima analisi lasciano schiavi e stolti.
Il cristiano ha rifiutato proprio questa vita di pratiche di menzogna cioè seguire la propria saggezza che ha come centro le cose della terra o Dio dietro le spalle; egli deve spogliarsi di tutto questo giorno per giorno per far posto all'uomo nuovo, teso verso la conoscenza, in uno slancio di sottomissione alla Sapienza. Gal. 5,7
B) Rivestirsi dell'uomo nuovo  Col. 3,10-15
“Non mentite più l'uno all'altro essendovi… e rivestitevi del nuovo che per una conoscenza, si [rinnovella] ad immagine di Colui che l'ha creato.”
Con il battesimo siamo stati rivestiti dell'uomo nuovo eppure dobbiamo ancora rinnovarci. E' una azione continua. Il Verbo è al presente. A poco a poco la Sapienza opera il suo trionfo in noi, prende possesso per innalzarci dalle realtà di quaggiù a quelle di lassù.” Quando questo avverrà la Sapienza celebrerà il suo trionfale ingresso nel mondo….! Dicevamo!
Avviene nel cristiano, nei cristiani disponibili come di un neonato. Appena nato già si dice che è un uomo, ma quanto tempo perché la diventi veramente e quanta pazienza. (sottolineare questo aspetto del crescere, del divenire… con il tempo, della pazienza che ci vuole… perché nessuno si scoraggi..)
Lento progresso nella vita cristiana, laboriosa edificazione, ma continua, testarda! Ciò implica una lotta quotidiana! La menzogna deve cedere il posto alla “conoscenza” cioè alla Sapienza, a Gesù Cristo; il volto storico dovrà diventare quello della comunione - amore - verità - contrario alla menzogna!
“L'uomo nuovo, il cristiano, si rinnova con la ricerca d'una vera conoscenza ad immagine di Colui che l'ha creato”. Meditiamo questa espressione: è Paolo che definisce l'esistenza del cristiano.
a) Il cristiano è un uomo in cerca di una “vera conoscenza”. Che cosa vuol dire per Paolo? Lo scrive ai Galati 4, 8-9 “In altro tempo quando non conoscevate Dio, voi eravate schiavi di Dei che di loro natura non sono dei; adesso invece che avete conosciuto Dio o meglio che siete stati conosciuti da Dio, come potete di nuovo rivolgervi a gracili e meschini elementi dei quali volete ancora farvi schiavi?”. “conoscenza, siete stati conosciuti = avete ormai fatto esperienza della sua Sapienza, sapete che cosa attende, sapete che cosa dovete fare. Avete capito il senso della vita cristiana, la Sapienza che è venuta nel mondo! Cioè è una conoscenza superiore, una vera conoscenza in opposizione ai miraggi della saggezza umana. Ai colossesi così scriverà:”Noi non cessiamo di pregare per voi e di domandare che vi sia concessa la conoscenza della volontà di Dio… per camminare in modo degno del Signore e piacere interamente a Lui, portando frutti e crescendo nella conoscenza di Dio” Col, 1, 9-10. E' un bellissimo passo da meditare profondamente. La conoscenza è la conoscenza della volontà sua, della Sua Sapienza per noi e per il mondo. Accettando questa conoscenza Sapienza, si crescerà in questa stessa conoscenza Sapienza. E' proprio in Col. 1,9-10 dove si dice che la conoscenza di Dio e della sua volontà dipende dalla Sapienza! E questa sapienza ormai è Cristo Gesù! Solo in Cristo Gesù si trova la fonte della conoscenza - Sapienza. Col. 2, 2-3 “Cristo  nel quale stanno nascosti tutti i tesori della sapienza e conoscenza”.
E qual è questo mistero di sapienza e conoscenza?
“Ricondurre tutto sotto un solo capo, il Cristo” Ef. 1,9-10 Realizzare la comunione…
Questo grande disegno che è stato manifestato nel Cristo, Paolo lo vuole realizzare nella sua missione di Apostolo.
Rivela questa missione universale d'amore e vuole attrarre tutti gli uomini perché tutti diventino prartecipi della divina Sapienza. In sintesi: conoscere Dio è lasciarsi trasformare dalla Sapienza. E' un unirsi a Cristo non tanto perché lui rivela misteriosamente ciò che si deve fare ma perché questo unirsi è ciò che ci salva, è fare la sua volontà, è fare comunione con Lui e i fratelli, è rendere presente oggi la salvezza, la Sua Sapienza.
”si rinnovella….” è lo Spirito Sapienza che vive in noi e in mezzo a noi e ci trasforma a poco a poco in Cristo Signore. E' la funzione dello Spirito Santo nella comunità. E' lo Spirito che ci modella..! e ci fa entrare in intimità con Dio. Ci ricrea, ci disseta, ci rinnova progressivamente identificandoci sempre più a Cristo Signore. E' una assimilazione. E questa sarà completa quando la vita di comunione, fatta da cristiani, esprimeranno finalmente all'esterno il volto di Cristo risuscitato. Un cristiano, una comunità di cristiani dovrà sforzarsi, ogni giorno, di configurare la propria esistenza all'esistenza di Cristo per far risplendere il suo volto, per rendere presente una immagine di Dio, la Sua sapienza. (che si rivela in uomini che vivono da salvati, risorti!).
I cristiani faranno vivere la Sapienza e la renderanno visibile imitando il figlio, nell'obbedienza al Figlio!
A conclusione
Col, 1,12-15 leggere: è vivendo il Cristo che si formerà in noi la sua immagine. Cioè dobbiamo sviluppare una vita che sia continua imitazione di Cristo.
Siamo stati gratuitamente eletti, resi graditi a Dio, ora rivestiamoci… obbedienza amorosa! Come… così…!
Proprio imitando il Signore, ascoltandone la Sapienza, i cristiani realizzano in loro stessi la crescita dell'uomo nuovo, della vita nuova. Così saranno amati da Dio! L'amore poi è la fonte di tutti i comportamenti. Imitare Dio che si rivela nella croce obedienziale del Figlio è imitare il Figlio amando come Lui ha amato. Per un cristiano amare Dio o vivere di Dio vuol dire amare come Dio ama e ciò è possibile per il dono dello Spirito che in noi ama.. prega..”Abbà Padre..”!
Questo Spirito amore diviene conoscenza, Sapienza, ci fa un sol corpo: diviene pace e Sapienza per il mondo intero. Significa ormai vivere come Lui, con rapporti rivoluzionati, vivere in comunione ottimale e vuol dire sperimentare tutto questo. S. Paolo termina invitando allora alla riconoscenza.