Settembre 86.
Laici e consacrati.
La forma di vita degli I.S. (Istituti Secolari)
"Monastero diaconale".
Tra
i vari apporti in preparazione al sinodo sulla missione dei laici trova
pure posto una presentazione degli I.S. laicali, poco conosciuti in
verità da tutti.
La
Sacra Congregazione per i religiosi e gli I.S. lamentava “che questa
vocazione non è compresa dalla comunità e degli stessi religiosi... e il
carisma specifico non è valorizzato...". Successivamente Giovanni Paolo
II rivolgendo la sua parola ai partecipanti all'assemblea plenaria
della stessa Congregazione riconosceva "doveroso conoscere e far
conoscere questa vocazione". Confidava "che la promulgazione del nuovo
Codice... deve spingere i pastori a favorire, tra i fedeli” (O.R.
7-5-83).
Premessa: un fatto ecclesiale.
Dire
che gli I.S. sono un fatto ecclesiale significa che essi sono un
fenomeno che non va letto in chiave politica o economica o artistica e
via dicendo ma che va letto in chiave carismatica perché ha origine nel
mondo della grazia e ha a che fare con la storia della salvezza. Se si
vuole pertanto delineare la fisionomia propria degli I.S. occorre dunque
considerarli come un fatto che si dispiega all'interno della vita della
Chiesa, ne evidenzia la natura secondo un particolare punto di vista,
ne condivide la missione, ne compartecipa la dimensione di mistero e di
grazia. Questa forma di vita esiste ufficialmente dal 1947 "Provvida
Mater Ecclesia” di Pio XII.
1)
All'origine degli I.S. sta l'intuizione di consacrarsi a Dio per una
missione di radicale testimonianza nel mondo. All'inizio: consacrazione =
consigli evangelici = religiosi. E allora la testimonianza laicale?
Testimonianza = comune missione dei laici. I religiosi non sono laici.
Se si vuole restare laici bisognava abbandonare l'idea dei consigli
evangelici…. Molte discussioni e molti orientamenti.
Il
primo orientamento venne da P. Gemelli in un convegno tenuto a San
Gallo in Svizzera nel maggio del 1938 con la partecipazione di vari
gruppi di laici consacrati e la partecipazione di Giuseppe Dossetti.
"Un
nuovo stato di perfezione particolarmente conforme ai bisogni e agli
orientamenti specifici della nostra età". Suggeriva delle linee
operative per una possibile soluzione.
1947:
Provvida Mater Ecclesia: Poi XII: riconoscimento ufficiale. Chiamata:
I.S. Se è possibile dunque abbinare consacrazione e laicità è pienamente
riconosciuto dal magistero. Nell'anno successivo il "Motu proprio:
Primo feliciter"... "La perfezione si deve esercitare e professare nel
mondo e perciò si deve accomodare alla vita secolare in tutto ciò che è
lecito e che si può accordare coi doveri e le pratiche della stessa
perfezione. Tutta la vita dei soci degli I.S. deve convertirsi in
apostolato. Questo apostolato degli I.S. non solo si deve esercitare
fedelmente nel mondo ma, per così dire con i mezzi del mondo. Perciò si
deve avvalere delle professioni, gli esercizi, le forme, i luoghi e le
circostanze rispondenti a questa condizione di secolari".
Così, si moltiplicarono rapidamente. Anche operanti in ambiti specifici: scuola, ospedale ecc.
In
alcuni I.S. l'apostolato è a responsabilità personale, in altri è
comunitario. Nasce il pluralismo degli I.S.. Concilio Vaticano II n. 11
del decreto Perfectae Caritatis:
- gli I.S. non sono istituti religiosi: vocazione nuova
- la professione dei consigli evangelici è vera, completa, riconosciuta
- la professione dei consigli evangelici è da vivere nella secolarità.
Paolo
VI: "... piena consacrazione... e piena responsabilità...". "Laici...
consacrati... ma avete scelto di accentuare la vostra consacrazione a
Dio con la professione dei consigli evangelici". Paolo VI. E Giovanni
Paolo II richiamano al dovere di prendere sul serio l'ordine naturale
lavorando...
Codice di diritto canonico.
Libro
secondo can. 710: professione dei consigli evangelici da laici, cioè
inseriti nel mondo. Riconoscimento ufficiale. Da questo breve excursus
storico emergono tre orientamenti:
- piena e autentica consacrazione nella professione dei consigli evangelici
- il permanere della condizione laicale
- la missione secolare, cioè vissuta nel mondo e a partire dal mondo.
2) Riflessione teologica
Dal
punto di vista teologico i connotati fondamentali sono due: la
consacrazione è per la missione; la missione è da vivere nella
secolarità.
(Il
voto di castità viene così interpretato: come verginità-castità negli
anni precedenti il matrimonio-come castità coniugale nel matrimonio).
Hering III volume.
La
condizione prima da verificare per una persona che avanzi l'idea di
consacrarsi in un istituto secolare non è tanto la sua idoneità a vivere
la consacrazione ma la sua attitudine di fare di tutta la sua esistenza
un'esistenza dedicata e consumata all'apostolato in saeculo et ex
saeculo.