La fede e politica
1 La fede prende tutto.
- La fede investe la nostra intelligenza: Gesù sulle acque:
- è esperienza di verità. È vita di comunione-Chiesa (ma non avete ancora capito?)
- è acquisizione di nuova conoscenza-nuova vita
- è nuova vita e nuovo orientamento.
Così dunque per la fede abbiamo, superando la dicotomia tra teoria e prassi, un nuovo modo di vedere, agire, inserirci, e sentirci responsabili.
+ Innanzitutto la fede non va ridotta a fatto conoscitivo... non è solo adesione intellettuale, ortodossia della mente; è anche tutto questo ma deve corrispondere un cambiamento del cuore e della vita.
+ La fede è pure un profondo sentimento con cui cogliamo Dio e tutte le cose in relazione a Lui.
Sarà capitato pure a noi di sentire, cogliere più Dio senza alcun ulteriore approfondimento intellettuale.
+ Quando la fede si fa intelligenza e sentimento è chiaro che giunga a coinvolgere tutto il nostro comportamento: le scelte piccole o grandi che facciamo nel nostro intimo e i rapporti esterni con il prossimo e la natura.
La fede è un tutt'uno con la nostra vita in ogni momento: quando, nel silenzio, prendiamo contatto con noi stessi; quando entriamo in relazione con altri; quando realizziamo l'amore familiare, quando dedichiamo le nostre energie nel lavoro e nella partecipazione sociale e politica. In questi momenti la fede è e deve essere veramente un tutt'uno con l'intelligenza e il sentimento: e allora veramente non conosce delimitazioni o barriere di competenze: entra.
Con questa fede non si è mai arrivati... è esperienza di continuo cambiamento. Non c'è banalità, monotonia, fermata e compiacimento per il percorso fatto: è continua novità applicata al tutto (per il centro culturale...).
- La fede è esperienza di passività: perché è esperienza di tante dipendenze e della dipendenza fondamentale, quella di Dio.
-Ma la fede è pure esperienza di azione: di attività, originalità, di creatività, di capacità di influire, modificare, incidere in profondità su tutto; e tutto ciò perché la fede è esperienza dell'onnipotenza di Dio. Si guarda il mondo e si sente come Dio guarda e sente... come vorrebbe! Per tutto questo perché si avveri: devo fare in modo che la fede, la sua Parola, la sua vita sia in me profondamente, la viva intensamente e diventi un fatto, una relazione e un'esperienza personale. È cosa mia..!
2 La fede prende totalmente.
Cioè ci prende totalmente in quanto, per chi vive e vuole vivere intensamente, è continua esperienza della nostra insufficienza senza limiti... e della nostra sufficienza che viene totalmente da Dio..!
In che consiste la nostra insufficienza? È a tutti i livelli: da quelli fisici a quelli intellettuali, morali fino al peccato con tutte le conseguenze sul piano personale, sociale e strutturale. È una insufficienza dell'universo... man mano che la fede cresce diventiamo capaci di riconoscere questa realtà, di cogliere tutta la tragicità senza soccombere. È però vero anche il contrario: la fede è esperienza della sufficienza che ci viene da Dio: esperienza di verità... di salvezza... (è essenziale...) di felicità dunque! È esperienza di una novità e di un cammino senza precedenti... senza previsioni, senza limiti o arresti. È poter tutto... è contare su tutto... è sicurezza in ogni momento... è sicurezza per l'eternità! Tutto verrà meno, ma non Lui e le sue parole!
A) + La fede prende totalmente come esperienza di amore! Nella mia povertà... nullità... mi ama! È rivivere, e a metterci in relazione con Dio... è vivere! È affrontare tutto perché mi ama!
B) + La fede prende totalmente come esperienza di povertà: ci si accorge di Dio o nell'amore o nella povertà: di salute, intelligenza, verità. La fede ci fa capire quanto siamo poveri. Abbiamo bisogno di Lui e quanto dobbiamo rimanere poveri per poter contare su di Lui. Il nemico enorme della fede: l'autosufficienza di fronte a Dio... che è superficialità...
C) + La fede ci prende totalmente come esperienza di castità.
Cioè come superamento e purificazione del nostro essere per poterci avvicinare a Dio. Ma anche come purificazione nelle relazioni con il prossimo: è Dio... rispetto, non strumentalizzazione; è fratello: diviene servizio.
D) + La fede ci prende totalmente come esperienza di obbedienza, di dipendenza assoluta accettata e amata. Dio è tutto, Gesù Cristo il rivelatore... diviene pazzesca la mia autonomia o autosufficienza; nasce la volontà di dichiararci totalmente suoi. La sua volontà diviene la nostra volontà; la sua missione, la sua passione diviene cosa nostra: tutto diviene allora una maggiore esperienza di Lui in noi in tutto il tessuto della nostra esperienza umana. La sua volontà divina nostra norma, la sua via che riempie tutti gli spazi della nostra vita. Pesante? Spersonalizzante? No!
Uno finalmente scoprì il significato di tutto, la vera libertà, la gioia di vivere!
+ L'esperienza di dipendenza radicale diviene esperienza di dominio. Che vuol dire? Che nel dipendere da Lui diventiamo capaci di dominare noi stessi, gli altri, la natura, la storia.
Come la dipendenza da Dio ci purifica da ogni degradazione, così l'esigenza del dominare diviene esperienza di servizio e d'amore perché se Dio è Dio: servizio, amore nella persona e negli eventi perché lo scoprano e si mettano nella sua storia di salvezza.
+ A questo punto la fede diviene esperienza crescente della nostra realizzazione, vocazione e missione.
- Realizzazione: dono, servizio, amore, verità...
- Vocazione ecc.: si scopre che avevamo e abbiamo un "posto" nel mondo, un posto per realizzare il piano di Dio. Mentre tutti si occupano di trovare un posto "economico", l'uomo di fede trova un posto nel grande piano di Dio, un posto che lo valorizza, lo rende utile, lo fa respirare nell'infinito.
+ La totalità della fede si esperimenta nella comunione con Dio e con i fratelli.
- Con Dio: intimità, scoperta continua del suo amore, pazienza, fortezza, luce continua...
- Con i fratelli: comunione, unità, servizio: comunità cristiana autentica: giustizia, pace positiva, servizio.
3 La fede è la continua esperienza del primato di Dio su tutto! e del primato della persona come immagine e realtà redenta da Cristo.
a) La fede è esperienza della principalità di Dio, del fatto cioè che Lui è il più importante di tutto e che tutto il resto è secondario. "Che vale all'uomo...". "Va', vendi tutto... e seguimi!". "Chi vuol venire dietro...". È esperienza del suo primato in tutto che non può essere diviso con nessuno, contrattato, sistemato: "o con me o contro di me..." "chi ama il...".
Quanti di noi dividono il primato di Dio in tante…. Pensiamo solo alla società... alla politica: quando non è più rispettato questo primato, il mondo diviene ingovernabile e l'uomo diviene lupo all'uomo.
+ Infatti la fede è esperienza che la salvezza solo da Lui proviene. Sistemi politici, economici, filosofici: che salvezza staccati da Lui? Quale verità? Quale giustizia? E chi ci libererà dal male che portiamo in noi, il male profondo del peccato? Solo una grande fede in Lui può salvarci!
+ La fede è pure l'esperienza che Lui e da Lui solo tutto prende significato, vita ed essere!
b) La fede diviene un'esperienza fondamentale per la nostra salvezza ed equilibrio psichico: è il vero, l'unico "tu" con cui vinciamo pienamente la nostra solitudine.
+ Ed è proprio grazie a questa fede, a Dio che entra in noi, alla scoperta della vocazione nel mondo che trovo la relazione tra fede e politica. Se Lui è la salvezza, se da Lui la sapienza, se da Lui la fratellanza..., ogni persona, con la sua miseria ed il suo fascino, ogni problema umano, ogni piccolo messaggio ed ogni svolta della storia degli uomini acquistano, nella fede, un'importanza grandissima. Tutto è suo e tutto partecipa di una sua storia di salvezza. Nella fede allora ogni persona mi si presenta come un valore incommensurabile; ciò che succede nel mondo, l'impegno culturale, politico e sociale è una conseguenza logica. Nella fede non posso se non inserirmi nel temporale per poterlo illuminare, orientare ed iscriverlo nell'eternità. Realizzare una grande comunione, famiglia di Dio che i credenti, gli autentici, già fin da ora vivono come famiglia, gruppo e negli ambienti..! C'è una storia della salvezza che deve essere portata avanti... e l'inserimento doveroso nel mondo non è per potere, superficialità..., tentare qualcosa per buonsenso o buona volontà legata a correttezza, ma progetto nel grande progetto, cultura nella cultura, politica nella grande politica con finalità, mezzi, metodologie assai definiti.
È qui che la fede penetra la politica facendola diventare (o la cultura) una grandissima occasione di comunione!
4 Che cosa la fede dà alla politica?
(Innanzitutto: la mancata presenza dei cristiani, dovuta alla divisione tra teoria e prassi. La parola come fatto intellettuale non come esperienza...).
Se la fede è un'esperienza totale, esperienza che diviene vita nuova, fatta di comunione, impegno, è chiaro che essa investe la cultura, la realtà sociologica, la politica. La fede dà un significato nuovo a tutte le realtà di cui la politica si interessa, da quelle economiche a quelle giuridiche e culturali; un significato ma anche un'azione, un impegno nuovo. Se la fede penetra l'intelligenza e il sentimento, se la fede diventa un tutt'uno con me non può allora (ogni persona) se non vedere, programmare, avere una visione globale, una storia nuova, idee originali..! Questo è integrismo? No assolutamente; anzi la fede diviene la più grande garanzia contro di esso perché fonda tutto sul primato di Dio e quindi tutto va rispettato per quel che è e non strumentalizzato! La fede dunque dà qualcosa alla politica?
- dà la certezza che ogni cosa ha un senso altissimo e ogni persona un valore enorme e prioritario. Ne emerge che ognuno che è nella politica, nella cultura, non lo è per proprio tornaconto, gloria, piazzamento personale ma per promuovere il bene comune, per promuovere il bene integrale, globale di tutti. Sa che esiste il male... ma non perde la fiducia in Dio. La fede, di conseguenza, dà alla politica, alla cultura, la possibilità di una lettura pienamente serena e seria di quel che succede e quindi dà la possibilità di un vero orientamento in mezzo alle più complesse vicende umane. Per comprendere quanto sia importante questa possibilità di lettura basta pensare all'estrema facilità con cui chi si interessa di politica ricorre a ogni genere di semplificazione, o approda alla comoda spiaggia del pragmatismo, per cui non ha senso cercare di capire come stanno veramente le cose. La fede rifugge da ogni genere di semplificazione, da ogni rinuncia, pigra o interessata, allo sforzo di un'analisi diligente e continua e di un impegno serio a trasformare in meglio.
Per sostenere lo sforzo continuo di analisi e di azione, la fede ci illumina sul valore di tutto ciò che esiste, che accade, sull'importanza di ogni situazione, in tutto ciò che può trasformare la storia.
La fede ci illumina sulla centralità della persona e sulla falsità di ogni violenza e strumentalizzazione nei confronti del più ignorato degli uomini.
- La fede ci aiuta riconoscere sempre e in modo mirabile la grandezza di ogni uomo; pur sotto la spessa coltre della sua fragilità.
- La fede ci fa cogliere in modo vivo il senso della vocazione di ogni uomo all'amore e dell'umanità intera alla comunione.
- La fede, nell'amore, ci fa nascere una coscienza politica, responsabile, attenta a tutto. E così ci sentiamo coinvolti nella vicenda umana, con visioni originali sulla persona e sulla comunità, sulle ricchezze e sulla povertà.
La fede diventa sintesi di storia e progettazione.
5 La politica da qualcosa alla fede?
Possiamo dire che oggi la politica dà alla fede la possibilità di vivere nel senso che se la fede non si incarna, non diviene cultura, non si fa politica, si "atrofizza". La fede non si sviluppa se non in una visione di fede che diviene opera, impegno!
- La politica può aiutare la fede a crescere nella conoscenza della grandezza di Dio. La politica infatti ci fa scoprire le infinite possibilità, le complessità; ci fa cogliere l'infinito male; ci fa scoprire le grandi potenzialità dell'uomo e dell'umanità. Tutto ciò dispone a riconoscere la grandezza di Dio.
- La politica può aiutare a comunicare con Dio nell'azione. Come agisce Dio, come vorrebbe che si realizzasse il fine della salvezza..!
- Una coscienza politica può portare alla fede l'ateo e mantenere l'uomo di fede in stretta dipendenza da Dio. Ne sperimenta infatti le infinite incapacità...
- Fede quindi che diviene vita - cultura - fatto - politica.
- Fede incarnata che diviene attenzione, ascolto, sintesi, sintesi di storia, di significati, di vocazioni.
- Fede che divenga corrente, movimento, fatto sperimentabile.
- Fede che divenga corrente di coscienza politica... quindi divenga ricerca, progettazione, comunicazione (trovare i mezzi). Capacità di donarsi interamente.