Settimana studenti
15-19 settembre 1975
I cristiani per una presenza ed una cultura alternativa nella scuola e nella società.
 
Innanzitutto una spiegazione dell'affermazione:
- I cristiani: riferimento a Cristo - identità - obbedienza: fede, comportamento, stile di vita, finalità.
Per una presenza: "una": non è la sola. Comunque il grande scandalo è l'assenteismo dagli ambienti. La non presenza attiva..! Religione come fatto privato. Individualismo, perbenismo, borghesismo!
Alternativa: vivere, oggi, la novità cristiana è alternativo ad ogni altra proposta o movimento... La salvezza è nella e dalla Chiesa..! Nasce così una cultura e una politica realmente alternativa.
Nella scuola: segno della presenza di Dio - nuova vita quindi nuova cultura e nuova progettazione...
Nella società: studenti in città
problemi civici
problemi politici.
Non solo un nuovo modo di vivere ma un nuovo modo di affrontare problemi e risolverli con progetti originali.
 
Introduzione.
 
1 Finalità dell'uomo.
Credendo in Dio scopriamo che da Lui veniamo e a Lui tendiamo. La nostra esistenza: ritornare a fare comunione con Dio e con i fratelli eternamente. Comunione che qui inizia - Chiesa - e non avrà mai termine. In questo senso tutta la Bibbia: A. e N. T., la morte e risurrezione di Gesù, l'istituzione della Chiesa. Se questo è lo scopo dell'umanità:
- l'educazione deve svelare e far sperimentare e raggiungere questa finalità
- la cultura deve risvegliare, scoprire, orientare a questo...
- la politica deve facilitare all'uomo il raggiungimento... deve organizzare la vita delle città... deve togliere...
Un tempo fu così: gli ordini monastici come quelli di Francesco volevano essere e furono, per diverso tempo una alternativa... Un periodo in cui l'uomo era facilitato...
Poi arrivò il Rinascimento centrando sull'uomo le finalità dell'uomo. Incomincia la confusione (arte ecc...). Poi scoppiò la rivoluzione industriale: il profitto, il capitale divenne il fine: il sudore, il lavoro, il sangue di molti, strumenti per il capitale.
Oggi lo statalismo e le poche multinazionali tengono gli uomini asserviti al potere e al capitale.
A finalità false, umanità in disagio, nel caos. Vediamolo:
2 In questi anni l'umanità sta conoscendo e sperimentando una delle più profonde e prodigiose trasformazioni economico-culturali della sua storia. Dopo 50 secoli di vita e civiltà contadina l'era industriale ha instaurato un nuovo modo di essere, e già, in alcuni paesi, si va oltre l'era industriale con la prevalenza dei servizi terziari.
Da parte dei sociologi e antropologi le trasformazioni culturali operatesi in questi ultimi 100 anni sono tali fino al punto da parlare di "crisi radicale e globale" che investe ogni uomo e tutta l'umanità. In Italia nel 1901 il 70% era contadino oggi il 20% lavora in campagna. Il volto dell'Italia è cambiato profondamente. Il cambiamento del sistema occupazionale si è ripercosso in quello economico; da un'economia chiusa a un'economia liberista, concorrenziale, propria del modello economico dell'Europa occidentale. La razionalità economica è così diventata il perno della cultura attuale.
Ad antichi modelli basati sulla tradizione, staticità... nuovo modello economico razionale: moda, opinione pubblica, permissività. Si vive in una nuova luce e per finalità diverse dall'uomo. Infatti una nuova scala di valori si impone: il primato viene assegnato al denaro, a quello che uno “ha", non ciò che "è". E questo lo possiamo vedere in tantissimi esempi.
Una disuguale distribuzione di reddito è alla radice di altri fenomeni quali: l'urbanesimo; la mobilità interna ed esterna; elevazione del livello scolastico fino alla scuola come area di parcheggio; la disoccupazione dei diplomati.
Ma è ancora la razionalità economica che porta altri fenomeni quali la stampa, la televisione a strumenti attraverso cui l'industria impone le sue scelte e i suoi prodotti provocando la saturazione di tutte le necessità primarie e fittizie, perché sollecitate... dell'uomo.
Se tutto questo porta a alcuni benefici: allungamento della vita, ospedali... scolarità però ha pure portato
+ lo sfaldamento della famiglia troppo presa da occupazioni professionali
+ cultura antitradizionale orientata dalla moda e perciò labile, consumista, acritica, di massa. Ciò ingenera facilmente comportamenti conformisti, indifferenti, evasivi.
+ La crisi di ogni istituzione: patria... scuola... famiglia... religione... dovere... rispetto..!
Tutto ciò ha influito molto sul campo religioso: con altri valori posti come finalità dell'uomo ne è derivata una grave indifferenza religiosa (e indifferenza verso la cultura tradizionale in genere...). La mentalità, la vita il costume si sono secolarizzati, termine che identifica una serie di fenomeni primo tra i quali quello di "una autonomia dell'individuo rispetto a tutto” (Dio, Chiesa, scuola ecc.).
 
3 Nuova mentalità
+ Si è creata una mentalità laicista: il che fa considerare la religione come inutile, frutto di superstizione. La piena autonomia da Dio e nel vedere nei valori mondani gli unici valori dell'esistenza portano l'uomo lontano dalla sua finalità.
+ Mentalità materialistica ed edonistica: facendo del denaro e del piacere gli ideali; fissando sulla terra la propria totale attenzione l'uomo non riesce più ad accettare il messaggio evangelico: amore, distacco, povertà... Questa mentalità è rafforzata, sul piano pratico, dalle spinte al consumismo e all'erotismo che vengono dai mass-media; e sul piano teorico dalla diffusione del marxismo e freudismo.
+ Mentalità positivistica e scientistica: rende l'uomo scettico su ciò che non può essere dimostrato scientificamente. Con questa mentalità non può accettare il Vangelo come messaggio di liberazione. Non lo vede concreto, anzi di impedimento all'uomo.
+ Infine oggi si vive nel frastuono, nel rumore, nella fretta... senza più silenzio... raccoglimento!
Questa trasformazione radicale ha portato con sé:
a) - una crisi del cristiano in tutti i campi, quindi:
b) - crisi della Chiesa
c) - crisi della famiglia.
d) - crisi nella politica
e) - crisi nella scuola.
Questa crisi dovuta alla non scoperta o perdita della propria identità cristiana.
 
Crisi del cristiano: a)
Per una adesione tradizionale... per la società statica senza alternative, per mancata esperienza si è trovato impreparato di fronte alle novità dalle proposte vitali così allettanti.
Da una posizione complessivamente di egemonia si è ridotto all'attuale situazione (emarginato o insignificante in tutti campi). Crisi di identità del cristiano e, quindi, della Chiesa come popolo. Il cristiano non è stato capace di percepire la Chiesa come fatto unitario e vivo. Questa mancata unità nella Chiesa tra singolo e popolo come tra spirito e materia nell'uomo si è accettata e posta la comunità cristiana come luogo di culto, come luogo di difesa di certi principi dottrinali, come luogo di insegnamento di una certa pratica morale e il singolo cristiano entrava nella società sprovvisto di esperienza ecclesiale, singolarmente ed individualmente. L'individuo comprendeva la catechesi ma poi veniva lasciato solo, sganciato dalla realtà ecclesiale di fronte alla società in cui entrava senza capacità critica. Questa crisi si è verificata perché ogni cristiano non si è sentito inserito in un corpo, in una realtà storica con progetti ed esperienze storiche per cui ha adottato sistemi e visioni globali non cristiane. Non si è sentito inserito in una storia che doveva continuare! Il cristiano si è sentito e si sente in crisi perché non ha capito né accettato che il fatto ecclesiale è un fatto di vita, non solo di culto; è una unità di popolo che continua la sua storia da cui: una cultura, una politica.
È stato fatto un soggetto debole: mentre la società si andava organizzando nel suo totale integrismo, la Chiesa divideva, problematizzava... anziché formare quell'unità di fede e di vita che, unica, poteva portare la salvezza! Creare quel "segno" di salvezza nella storia secondo la sua autentica vocazione.
Mentre dunque la società si andava organizzando sempre più in forma antiumana e anticristiana, e così rendeva asfittica la posizione del fatto cristiano, anziché recuperare il senso della propria identità e rigiocare dentro a questa società tale identità, è stato offerto a tutti lo spettacolo di incoscienza e di superficialità. Romano Guardini scriverà: "Invece di vivere la Chiesa abbiamo vissuto nella Chiesa". Invece di fare della realtà di Chiesa una realtà di comunione da cui: vita, cultura, politica, scuola ecc. abbiamo ridotto tutto a un fatto di culto o di morale individuale.
In tutti questi anni i cattolici hanno vissuto nella Chiesa, non la Chiesa; hanno ascoltato la Messa, hanno vissuto accanto al parroco, all'ombra del campanile; le opere erano quelle di aiutare il parroco nelle sue funzioni ecclesiastiche... quanto tempo! Ma non hanno saputo porre nel vivo della società là dove gli uomini vivono, soffrono, lavorano nel quartiere, nelle fabbriche, nella scuola, nell'università un'alternativa che contribuisse al cambiamento di questa società, che contestasse la sua pretesa totalitaria. Abbiamo fatto dei chierichetti e una presenza inefficace. Così il monolite capitalista ha potuto imporsi, fare le sue scelte, le sue enormi vittime, ha potuto dare alla sua cultura un carattere così universale che non riusciamo neppure più a vedere una cultura alternativa! Siamo stati inglobati acriticamente dentro la cultura laicista che è diventata la sola cultura della società. Ci sono stati, sì, di fenomeni di rottura: A.C. don Sturzo ecc. ma subito soffocati e non seguiti. Tanto che il cardinale Colombo in una sua omelia "Sant'Ambrogio ieri e oggi" dirà: "La psicologia che ha dominato il fatto cattolico negli ultimi 20 anni è stata la psicologia della smobilitazione".
Il Concilio Vaticano II ha riaperto una meravigliosa e grande prospettiva:
Lumen Gentium: il popolo di Dio...
Gaudium et Spes: cultura, vita, politica, società... pace, giustizia..! È mancata l'unità tra teoria e prassi, per cui c'è stato l'alto tradimento del Concilio da quasi tutti i cristiani. Infatti non è nato un orientamento di evangelizzazione, una capacità responsabile di lavoro, capacità di cultura e di prassi politica. È tradimento del Vangelo.
 
B
Crisi della Chiesa: questa mancata capacità di vivere, sperimentare, capire che la Chiesa era ed è il soggetto popolare storico voluto da Cristo per l'educazione e la salvezza dell'umanità ha fatto sì che la Chiesa chiudesse i suoi battenti. Sale calpestato.
Per questa mancata capacità dei cristiani a ritrovare la propria identità, molti sono scivolati nel marxismo, socialismo, fascismo... e fanno delle stranissime sintesi tra cristianesimo e marxismo, cristiani per il socialismo..! Non hanno capito di essere una forza, un soggetto popolare originale e alternativo tutte le altre proposte di salvezza...
Dai dati della sociologia religiosa: (p. Bangalassi e CEI).
1) La religiosità italiana è tuttora di tipo assai tradizionale, non ha ancora acquistato un plafond interiore diverso.
2) La religiosità italiana ruota intorno alla prassi sacramentale e quindi, legata a atti (battesimo, matrimoni) più che a un impegno quotidiano e di tipo diverso (globale-politico-sociale).
3) La religiosità italiana è prevalentemente infantile, femminile e senile - ed è basata su atti orientati alle naturali tendenze di questi tre, sia pure importanti, strati della nostra popolazione. Difetta di valori, di sintesi, di qualità "maschili" nel senso pregnante del termine ed è carente soprattutto "nei quadri più importanti della nostra società (docenti, professionisti, dirigenti, operai, sindacalisti)".
4) La pastorale si muove ancora su modelli rurali!
5) La crisi del clero con molte emorragie sono manifestazioni di carenze di prassi ecclesiale. Vat. II.
6) La crisi della Chiesa porta la crisi nella politica, famiglia, scuola. Una Chiesa diventata una delle tante agenzie di socializzazione non può non creare vuoti paurosi nella prassi e nei modelli di riferimento suoi e altrui. Altre osservazioni in merito:
Osservando la faccia della Chiesa comprendiamo che la prassi ecclesiale di oggi non ha interiorizzato il Concilio, ha accettato le posizioni esterne... non ha interiorizzato il cambiamento come valore, ma come necessità.
- La Chiesa italiana è come un iceberg: ciò che appare è solo un po' di fumo; tutto ciò che è sotto è ancora ancorato a usi, costumi, prassi del passato. (Non c'è fatto ecclesiale vivo, progettante e che vive nel presente una cultura, una scelta politica...).
Urgono sforzi immensi da parte di tutti e invece si vivacchia, non si è responsabili!
- L'aspetto folcloristico continua... ed esiste una pastorale che può interessare gli anni dell'infanzia, non quelli della maturità (prova ne è che voi, qui presenti, non siete mai stati invitati... a vedere...).
- E le forme di rottura, di testimonianza più vera trovano difficoltà ad essere capite ed accettate!
- Si sta perdendo un rapporto con tutte le forze vive della società: e la Chiesa continua a muoversi su prevalenti schemi borghesi e si orienta sui valori espressi da tale classe (esempio del libro del catechismo: quali famiglie riescono a capire le espressioni che qui vengono pronunciate? Solo coloro che hanno una istruzione... ma gran parte degli italiani a raggiunto solo la quinta elementare!)
- Da qui l'attenzione alla "gente.-bene" alla prassi basata sull'ordine, sulla staticità; nessuna attenzione alla base agli elementi culturalmente più vivaci! La cultura è a-cattolica e così pure la politica dell'economia!
- La crisi della D.C. è crisi di identità storica, di visione globale dovuta a esperienza autentica del fatto Chiesa. Non si è scoperta come soggetto storico nella politica per cui ha accettato modelli e orientamenti capitalistici e borghesi. Da qui i ritardi sociali e confusione ad ogni livello..!
- Solo un soggetto popolare storico come è il fatto vissuto Chiesa-comunità potrebbe offrire a tanti cristiani una possibilità operativa e vitale per risolvere la crisi. A noi questo compito: richiamare tutti ad agire e sperimentare per un reale cambiamento, per una profonda alternativa nella società di oggi che non trova vie di uscita. Dobbiamo però assumerci la responsabilità di essere cristiani adulti, maturi, in questo mondo, di giocare la realtà vitale del fatto cristiano nella battaglia per la trasformazione di questa società.
È il Battesimo che ci abilita... è l'Eucaristia che ci unisce e ci spinge... è il comando del Signore … è la finalità del cristiano e della Chiesa..!
È la nostra maturità che ci fa compiere questo passo! Non è paura del mondo, del comunismo ecc. è la nostra identità che deve emergere e vuole emergere. E noi dobbiamo assumerci questo compito. La nostra impresa non è facile... sappiamo di essere una minoranza ma dobbiamo fare di tutto per realizzare il fatto Chiesa dalla quale ne deriva l'autentica promozione umana. Una realtà di Chiesa viva, autentica, realtà di lavoro, di impegno per un mondo più giusto e secondo Dio.
C
Crisi della famiglia. Dalla Bibbia, dalla teologia: famiglia: piccola chiesa.
Nella famiglia l'esperienza di Chiesa, dalla famiglia la educazione della prole; la responsabilità della famiglia nella società, nella scuola, nella politica perché il criterio educativo con le sue finalità sia rispettato, aiutato, realizzato.
Ma la crisi del cristiano e della Chiesa ha coinvolto la famiglia. Fidanzati, sposi, genitori non sanno perché, come, a che cosa educare. Il dio soldo, capitale è talmente entrato per cui l'educazione, lo studio, gli sforzi sono volti all'idolatria. Il soldo è il dio sovrano incontrastato. Tutto è egoismo. Lo Stato ha espropriato le famiglie del loro diritto; se lo riconosce, ad esempio nei decreti delegati, è un riconoscimento puramente formale, non sostanziale. Regna ovunque, in campo educativo, lo statalismo.
La crisi di identità della Chiesa... crisi di identità della famiglia: non si educa più; si danno degli orientamenti!
Dalla dichiarazione sull'educazione cristiana Concilio Vat. II
n. 1: diritto di tutti gli uomini alla educazione quale formazione della persona umana
n. 2: i cristiani, nuove creature per il Battesimo hanno diritto ad una educazione cristiana
n. 3: il compito educativo della famiglia, prima scuola di virtù sociale e del fatto Chiesa. "È tanto importante tale funzione educativa della famiglia che, se manca, può appena essere supplita".
"I genitori che hanno trasmesso la vita, hanno l'obbligo gravissimo...”
n. 6: i genitori avendo questo diritto primario e irrinunciabile di educare i figli, devono godere di una reale libertà nella scelta della scuola...".
"Tocca allo Stato provvedere... escludendo ogni forma di monopolio scolastico...".
n. 5 b "è dunque meravigliosa e davvero importante la vocazione di quanti, collaborando con i genitori nel loro compito educativo... si assumono il dovere di educare nelle scuole..!
n. 7 b: "scuole non cattoliche"... grave dovere che incombe sui genitori - predisporre... esigere perché i loro figli possano usufruire di quegli aiuti ed in armonia con la formazione profana progrediscano in quella cristiana.
... perché l'educazione dei figli possa aver luogo in tutte le scuole secondo i principi morali e religiosi delle famiglie".
+ Né le famiglie educano... né conoscono i loro diritti e doveri... né lo Stato riconosce o facilita.
La scuola oggi nega questa possibilità di continuità educativa. La famiglia ha una precisa valenza educativa... e una valenza politica: dobbiamo recuperare recuperando il soggetto popolare: vita storica della Chiesa, che vivacizzi. Certo non si può fare in poco tempo ciò che si è trascurato per troppo tempo.
La famiglia cristiana non ha coscienza della propria identità e si prostituisce alla situazione imperante e vincente (studia per... fatto colonie... fatto esercizi... fatto esperienza di Chiesa... religione: Messa e basta... è la crisi di cui dicevamo all'inizio...).
Creare un grande movimento! Le parrocchie non lo fanno. Sono come stazioni di servizio ove si distribuiscono i sacramenti anziché la benzina. E allora la famiglia continua a rimanere oggetto: sacramenti predicazione ecc. La famiglia soggetto nella Chiesa come movimento, ma soggetto nella scuola, nella società... nella politica: tutto in luce educativa.
Riscoprire la identità, la propria ontologia come educatori con la finalità: la vita di comunione.
Educazione attraverso esperienze di vita donata, gratuita per educare. La famiglia deve riappropriarsi della propria funzione, la propria identità: deve passare da una strategia di attenzione, di presenza marginale ad una strategia di educazione. Da qui la necessità di questa scoperta della propria identità che la Chiesa divenga movimento, forza, presenza politica!
D Nella scuola:
L'assenteismo dei cattolici, l'aver perso la propria identità, la mancata esperienza del fatto Chiesa ha fatto sì che la scuola diventasse un luogo di espropriazione culturale. Non solo ma questa scuola, perchè diventata di tutti gli non educa più e non vuole più educare in modo autentico perché è diventata terra di tutti e nessuno, spesso ridotta a strumento di potere di fazioni contrapposte senz'altra speranza se non quella di diventare il campo di esercitazione per una lotta rivoluzionaria da parte di chi ha ancora qualche ingenua velleità e un po' di energie da spendere, prima di entrare, pieni di delusioni e complessi, nel mondo della produzione che completerà l'opera di conformizzazione alla società.
- Siamo di fronte ad una precisa forma di statalismo scolastico con una precisa prassi di strumentalizzazione dell'educazione mascherata e tollerante.
È necessario un movimento critico che rompa questo monopolio, movimento per una educazione libera e alternativa al modello statale, alternativa quanto a ispirazione, metodo, realizzazione, finalità. Questo comporterà anche un nuovo progetto per la società, una nuova politica scolastica e statale.
Movimento creato da studenti, famiglie, professori che diventino veramente soggetto popolare e educativo. E' la Chiesa che diviene fatto: un popolo che vuol crescere come popolo di Dio. E allora è necessario che i cristiani si sveglino dal sonno, riscoprano le loro responsabilità... si uniscano e lottino: l'oggi e il domani è in mano a chi lotta sapendo che cosa vuole!
Si deve superare l'atteggiamento di chi pensa di influire in modo significativo sull'evoluzione sociale affrontando con buona volontà, con competenza e retta intenzione i problemi che man mano si pongono. Di fatto il solito atteggiamento del cattolico impegnato. È un atteggiamento superato.
Una forza popolare - Chiesa - che progetta! Che fa cultura! Che tiene presente il valore "persona" e che educa con un progetto globale!
Appunto perché è mancata questa forza c'è stato assenteismo dei cattolici nella politica, nell'economia in tutti questi anni. E così è stato per la scuola. Non può esserci nessun rinnovamento se non con forze popolari che abbiano idee chiare, che già vivono una esperienza alternativa e così la propongono!
+ Più dettagliatamente:
Scuola in Italia: 100 anni di statalismo imperante.
La volontà da parte dello Stato liberale di impadronirsi della scuola attraverso una soluzione assolutamente centralista della sua gestione è ampiamente documentabile sul piano storico. Per molto tempo l'autorità pubblica non si occupò di tale problema lasciando ad altri il compito dell'educazione. Infatti fin quasi all'inizio del secolo XX l'educazione era dispensata principalmente dalla famiglia e dalla Chiesa. Gli ultimi cento anni segnano, in Italia, una graduale, irreversibile volontà da parte dello Stato di impadronirsi della scuola secondo una logica già insita nell'ideologia dello Stato moderno sin dal 1500 per la quale esso è totalizzante nel senso che esso giunge fino a proclamarsi l'unico soggetto avente diritto-dovere di rispondere ai bisogni sociali.
Tappe fondamentali:
La maggioranza degli studiosi fa risalire alla legislazione napoleonica l'origine del monopolio statale in questo campo. In Italia la classe politica piemontese, mentre si accingeva a conquistare tutta la penisola con il 1859 emanava la legge per la scuola ove ci si preoccupava di esautorare la Chiesa e creare una scuola che consentisse la formazione di elementi dirigenti, i quadri superiori dell'amministrazione, secondo gli ideali laici, antipopolari e anticattolici; la sua linea non era altro che una coerente applicazione della politica rigidamente antiecclesiastica dello Stato liberale; rigida predeterminazione di programmi, struttura amministrativa piramidale per cui una specie di autonomia data ai comuni per le scuole elementari appariva più formale che sostanziale.
La graduale eliminazione delle competenze del comune fu una precisa scelta politica per paura del clero e della sua cultura... clero presente capillarmente…! La scuola elementare divenne una forza nello Stato liberale: libri, istruzioni, feste, eroi in quella luce!
Con il 1911 lo Stato toglie definitivamente ai comuni ogni autonomia lasciando solo l'onere dei locali. La riforma Gentile: conferma il carattere verticistico della gestione della scuola: preside e professori trattengono il monopolio dell'istituto ma il professore dipenda dal preside. Basti pensare alle note di qualifica..! Scuola autoritaria. Nel periodo fascista:
La legge del 1928: è il podestà, per le scuole elementari, podestà non eletto, che stabilisce le competenze nella gestione della scuola per il personale docente.
La legge del 1930 stabiliva la necessità dell'aderenza del libro di testo all'ideologia fascista.
La costituzione repubblicana.
Nonostante l'articolo 33 della Costituzione sancisca la "libertà dell'insegnamento" affermando che "le arti e le scienze sono liberi" tutto il periodo del dopoguerra resta caratterizzato da un forte centralismo, garantito da una rigida dipendenza gerarchica che si avvale ancora di leggi antiche.
L'approvazione dei decreti delegati ha dato uno scossone a questa impalcatura, uno scossone che riguarda più le sovrastrutture che le vere strutture portanti.
In questi 100 anni del statalismo ha dominato incontrastato; la classe dirigente è riuscita a creare un comune denominatore a livello nazionale; lo Stato si è creato uno strumento per garantirsi il consenso ideologico trincerandosi anche dietro la cosiddetta neutralità della scuola. Insomma attraverso tutto lo stato è giunto a porsi come l'educatore. E non si vedono prospettive per il futuro.
Il quadro è deludente:
+ scuole private:
+ scuola materna: azione dei comuni... superficialità dei genitori... (colonie estive...)
medie: tante perplessità. A che cosa si educa.
media superiore: a quando la ristrutturazione? E con quali contenuti e fini?
In tutta questa realtà: cattolici rinunciatari. Atteggiamenti rinunciatari: a Pavia per le scuole materne.
I litri per il doposcuola: il P.C. e il silenzio come risposta. E tutto questo può essere dovuto: tanto la carta vincente è in mano loro oppure graduale venir meno della consapevolezza che dall'esperienza ecclesiale discendono valori educativi tipici.
I cattolici sembra che soffrono di un complesso di inferiorità: hanno accettato e continuano a accettare una collocazione subordinata nei confronti dello Stato e della cultura dominante nella società civile; hanno rinunciato a promuovere a difendere efficacemente la loro funzione educativa, la loro "missione". Per questi motivi: mancata esperienza ecclesiale quindi mancata cultura e mancata progettazione educativa (e questo in tutti i campi) e accettazione acritica, tranquilla dello schema borghese dominante:
- l'insegnante è chi svolge un ruolo nella società civile e non una persona che collabora con la famiglia ed esprime una vocazione all'interno di un popolo che ha molte vocazioni
- la scuola è l'istituzione che dona una mentalità e la capacità di abilitare la persona a ruoli importanti-quadri intermedi e non secondo una vocazione ma secondo le esigenze della borghesia capitalistica e antipopolare.
- tutti gli altri luoghi educativi diventano forze a supplenza e aiuto all'istituzione: così è per la famiglia, per la comunità parrocchiale. Questi istituzioni educative perdano così il loro senso, vengono svuotate e finalizzate alla riuscita nell'istituzione statale. È una logica che prende tutto: ed oggi non esiste una forza alternativa.
- così tutto il patrimonio della comunità cristiana, tutta la sua tradizione vengono svuotati.
Tutto diventa "instrumentum regni". Per cui affermiamo che la scuola è diventata il luogo di negazione dei soggetti educativi.
(Scuola privata: come è possibile il pluralismo se, di fatto, non è sostenuta? Diventa di classe! Ma è tale perché costretta dallo Stato! Una scuola privata: per rispondere meglio con soggetti educativi che sono soggetti popolari non più per volontà statale...).
E tutto questo ad opera di famiglie cristiane, di insegnanti cristiani educati alla nuova libertà borghese ed individualista che ignora e distrugge ogni alternativa. Come mai insegnanti, studenti, famiglie cristiane hanno potuto accettare, subire tale statalismo? Perché la scuola di Stato è stata capace di formare e riformare in modo che potesse essere adatta alla classe dominante. Dipende dai cristiani, con il decreti delegati, conquistarsi un proprio spazio operativo e una nuova presenza.
La nostra scuola è caratterizzata dal centralismo, burocraticismo, e uniformità. Tutto ciò genera passività e conformismo fino al punto da distruggere ogni capacità creativa sul piano culturale, didattico e sul piano dei rapporti personali. Studenti, genitori, insegnanti: trasmettitori e consumatori passivi di una realtà imposta dall'alto. L'unica iniziativa, tutto sommato, lasciata allo studente è quella di "studiare" cioè sottomettersi ad un preordinato che qualcuno stabilito per loro. E le famiglie?
- Uno dei motivi di alienazione scolastica è che rende incapace la scuola di essere luogo di elaborazione culturale e di rieducazione: è il presunto neutralismo.
Il neutralismo porta a valorizzare: la materia insegnata e il voto conseguente; la capacità di mantenere la disciplina; la capacità di adeguarsi alla disciplina; fiducia nella valutazione di un lavoro; svalutazione di tutto il sapere extrascolastico: irrilevante culturalmente.
Questo neutralismo è un'egemonia scolastica. E chi lo copre è perché ha paura di essere scalzato da una posizione egemone. Dove la si attua si scopre sempre più una disattenzione dello studente e l'inefficacia educativa. L'insegnante è soprattutto preoccupato perché mettendo in crisi tutto il suo sapere non sa cosa fare, non avendo ancora chiaro qualcosa di alternativo. Ma che sia urgente operare delle scelte educative ognuno lo vede: l'istituzione scolastica non regge, è criticata ovunque, sforna degli individualisti e qualunquisti. C'è una possibilità di uscirne?
- Diciamo di no ha il fronte conservatore che modernizza, cambia strutture senza cambiare profondamente nulla. Si afferma la validità della scuola come è sempre stata: studiare! Ma che cosa? Per chi? Con quale fine? Quante famiglie su questo piano. E la votazione dei loro rappresentanti che a scelto questa linea.
- Diciamo di no al fronte progressista che fa capo al P.C.: infatti la scuola, pure con tutto il decentramento sarebbe ancora un duttile e solido strumento nelle mani di un gruppo dominante.
- No pure al fronte radical-marxista che vede nella scuola la possibilità del reclutamento di avanguardie rivoluzionarie senza alcuna relazione ai problemi reali: solo la lotta teorizzano. Nelle nostre medie superiori la presenza di questi è senza dubbio negativa: qualche scossa di mobilitazione generale tra la passività di molti, lasciando delle convinzioni acriticamente assorbite che verranno smantellate dalla società dei consumi.
- Proponiamo l'esistenza della comunità cristiana che autenticamente viva, comunità cristiana come soggetto educativo nella storia della società.
La fede è capace di generare un popolo, di generare, quindi,un comportamento ed una cultura. L'unità di questo popolo costituisce il soggetto popolare perché la fede non è intimismo, ma opera visibile e progettazione reale.
La comunità cristiana in quanto soggetto popolare è perciò pienamente abilitata ad una specifica funzione educativa della persona; non dell'aspetto solo religioso ma di tutta la persona... Nuovi maestri, medici, famiglie nuove ecc. Non si tratta di un nuovo integrismo, ma di un popolo che ha, vive e progetta con finalità sue!
Perché questo si realizzi:
  • Identità cristiana
  • Comunità in ogni ambiente. Vita di comunione. Esperienza di unità, fratellanza, aiuto: fratellanza per studenti, insegnanti, famiglie... È la nuova scuola..!
  • Scoprire la valenza educativa.
  • Scoprire, nella valenza educativa con finalità chiare, il ruolo delle materie, assemblee, liturgie ecc.
  • Si tratta di mettersi seriamente a pregare, pensare, studiare o ristudiare, progettare.
  • Lavorare per un passaggio dalla scuola di Stato ad una scuola libera (esperienze di asilo...).
  • Conquistare degli spazi... scuola pluralista.. Spazi: alunni che scelgono il professore e la sezione, prof. che si mettono insieme... Scuole nuove..! Pluraliste: pagate dallo Stato. Insieme con genitori per le finalità delle materie e di tutto: gite ecc. Cioè libertà di creare degli spazi o strutture educative autogestite.
(questo per la scuola: ma il ragionamento è valido per la Chiesa, la famiglia, la società in genere, la città, il quartiere, la politica ecc.).
  • Togliere definitivamente il disimpegno dei cattolici.
Discussione:
a) Nella scuola e nella società abbiamo qualcosa di grande da vivere e da proporre in alternativa. La serietà in tutto è il presupposto più evidente. È tutto chiaro? Sei d'accordo?
b) La serietà nell'impegno cristiano ci porta ad andare controcorrente (materialismo, violenza, edonismo, secolarismo, l'idolatria del capitale). Sei d'accordo? Con quali scelte concrete? Come comportarci?
c) Come è possibile orientare la comunità in questo vivere, crescere attuando precise scelte culturali ed operative?
d) È possibile creare un'unica corrente con genitori, professori? Con quale proposta? Movimento scuola?
e) Preparare incontro per i genitori per renderli soggetto educativo nella scuola ecc.
f) Preparare incontro per i professori.
 
16/9 Sapienza della storia (originalità e sua importanza storica e scelte politiche).
Discussione
a) Aderire innanzitutto al progetto che Dio ha nella storia. Il significato della nostra adesione.
b) Il progetto di Dio nella scuola. La nostra presenza. L'apporto ad una cultura alternativa. Il giornale.
c) Momenti unitari con professori e genitori. Messa settimanale per tutti?
 
17/9 La comunità: come vive e cresce.
Discussione
a) Ascolto della Parola. Quando? Domenica: sera sull'omelia?
b) Celebrazione Eucaristica: venerdì con tutti i professori e genitori del movimento? Omelia dialogata.
c) Preghiera. Adorazione: riprendiamo l'adorazione quotidiana? Vespri... (organo ecc.) chitarre gruppo...!
d) Carità come educazione e come vita impegnata che nasce dall'ascolto della Parola e dall'Eucarestia: Centro sociale. Collaborazione, assistenza, scuola ammalati (Messa per i malati? E anziani?). Ripetizioni gratuite. Centro culturale. Società delle missioni: (malati ?). Canti a Messa. Presa della parola alla liturgia domenicale.
e) Giornale: in collaborazione con tutti i gruppi.
f) Itinerari catecumeni per l'avvento e la quaresima fino a Pentecoste (Sala Spreafico).
g) Attualizzazione del Vangelo a fine Messa.
 
18/9 La comunità: per l'evangelizzazione, per l'educazione - atto di fede.
Discussione
a) Ascolto e dibattito dell'omelia e Vangelo domenicale, al pomeriggio, in istituto. Studio e proposte domenicali.
b) Celebrazione della Messa in istituto per tutti i gruppi (t: impegno politico con chi... in diocesi, quartieri ecc.).
c) Incontro mensile con tutti i gruppi.
d) Giornale (t: campo di lavoro diocesano a Mortara!?).
e) Cineforum. Presentazione accurata. Su un problema.
f) Collaborare per una revisione della cultura: es. scrittore visto nella luce della fede! Un fatto, un momento storico ecc. ed invitare. A scuola nei pomeriggi.
g) Festival dell'amicizia con tutti i gruppi diocesani. Programma spettacoli con altri gruppi per tutte le zone della diocesi!
h) Momenti di rottura: come la marcia della fede fine anno; Via Crucis predicata, preparata; Veglia di Pentecoste ecc.
i) Riempire i tempi liberi con proposte: spettacoli da preparare, gite, gare sportive fra le classi e istituti ecc.
m) Itinerari catecumeni ali. Miniconcilio.
n) Dopo inchiesta: campeggi di 10 giorni per bimbi delle medie, poveri.
o) 10 giorni in media montagna per i giovani malati: organizzare. Chiamando tutti i generosi..!
p) Stabilire rivendita libri di fronte alla chiesa, di domenica.
q) Scavare piscina per ragazzi? Dove? Con quali soldi?