È la Chiesa che salva: unità e autorità
 
 
1.
 
S. Paolo scrive ai primi cristiani di Corinto dicendo che egli aveva basato il suo messaggio “non su argomenti persuasivi d'umano ragionamento.. affinché la vostra fede non si fondi sulla sapienza degli uomini, ma sulla potenza di Dio” (1Cor 2,4).
Il Cristianesimo non nasce come frutto di una nostra cultura come scoperta della nostra intelligenza: il Cristianesimo non si comunica al mondo come frutto della modernità o della efficacia di nostre iniziative. Il Cristianesimo nasce e si diffonde nel mondo per la presenza della potenza di Dio. Questa potenza di Dio si rivela in fatti, avvenimenti (A.T. e il disegno di salvezza..) che costituiscono una realtà viva, in movimento e quindi una storia eccezionale e imprevedibile dentro la storia degli uomini e delle cose. La realtà cristiana è il mistero di Dio che è entrato nel mondo come una storia umana. È solo la potenza di Dio che dovunque inizia diffonde, conduce avanti il Cristianesimo, negli individui e nella società. Nell'A.T. è la potenza di Dio che forma il popolo, lo segue ecc. (Abramo, Giuseppe, Mosè, Gedeone..). Gesù Cristo è la fondamentale espressione di quella potenza. Perciò è la sola realtà di Gesù Cristo che converte la mente e il cuore degli uomini. Infatti: la predicazione degli Apostoli: Gesù Cristo. Tutta la predicazione dei dodici è un indice puntato su una sola persona, Cristo, salvatore. Questa è la missione di S. Paolo: “Dio mi prescelse fin dal seno di mia madre e mi chiamò mediante la sua Grazia affinché annunciassi il Figlio suo ai pagani”. Ai Romani si presenta così: “Paolo, servo di G. C., chiamato ad essere apostolo, prescelto per l'Evangelo di Dio riguardante G. C.”. Più avanti: “Ciò che predichiamo è il Signore Gesù”. La meta che si prefigge è “far giungere ad una più profonda conoscenza del mistero di Lui: Cristo nel quale sono tutti i tesori della sapienza e della conoscenza”. Anche S. Giovanni dichiara di avere la stessa missione..”lo annunziamo a voi”. Cristo, in tutti questi scritti, appare come la salvezza, la chiave, la porta per entrare nel Regno dei cieli..
 
2.
 
La storia del popolo di Dio inizia con Abramo: a Lui Dio promette un erede che inizierà una numerosa discendenza, destinataria di una grande eredità. Noi sappiamo che l'eredità promessa è l'intimità con Dio, la partecipazione alla vita Trinitaria, l'elevazione alla vita nuova e la liberazione dai peccati; sappiamo pure che la discendenza a cui queste ricchezze sono destinate è la Chiesa; e sappiamo che l'erede è Cristo: tutto converge a Lui e da Lui tutto inizia. “questo è il mio Figlio diletto, ascoltatelo”. Tutto il cristianesimo è ascoltare e ricevere il Cristo. Tutte le promesse messianiche sono state accentrate in Cristo: “A quanti lo hanno ascoltato Cristo ha dato il potere di diventare Figli di Dio” (S. Giov.).
La nostra vita si risolve nell'avvicinare Cristo perché solo a Lui il Padre ha dato il potere di aprirci le meraviglie che ci ha riservato e la capacità di attuare nel nostro essere quel “salto di qualità” che ci incammina verso la nostra piena realizzazione. Nell'esistenza di ogni uomo c'è una linea di demarcazione: prima e dopo l'incontro con Cristo. Prima: solitudine, incertezza.. Dopo: la vera vita.. gioia.. Se Cristo è la salvezza tutto deve puntare sull'incontro con Cristo; tutta la vita deve essere caratterizzata da questo continuo incontro..
Se Lui è la salvezza, il primo problema di ogni uomo è, quindi, incontrare Cristo. “Considero ogni cosa come spazzatura a confronto del vantaggio immenso che è la conoscenza di Cristo. Per Lui ho fatto getto di tutte queste cose e le reputo lordura, per poter guadagnare Cristo”. Fil. 3,8. Il primo compito allora, di tutti noi: incontrare sempre il Cristo e far sì che tutti lo possano incontrare. Infatti è Lui che salva e non le nostre astuzie…
La prima missione della Chiesa e quindi di ogni crist.: rendere accessibile a tutti gli uomini l'incontro con Cristo. Per gli Apostoli insegnare il cristianesimo voleva dire: “insegnare Cristo”. Ecco allora il problema importante: come far incontrare Cristo? In che modo la realtà di Gesù Cristo raggiunge tutti gli uomini?
 
 
3.
 
questo incontro avviene solamente per contatto invisibile, per mezzo del desiderio e dell'amore? Tra Cristo e noi si compie un autentico incontro sensibile, concreto. Cristo viene realmente davanti a noi con la sua umanità; siccome però essa nello stato attuale provvisorio (fino al giorno della parusia) è invisibile e inafferrabile, Cristo la traduce per noi in forma terrena, tangibile. Si potrebbe dire che Cristo dà un corpo terrestre alla sua umanità quale si trova attualmente in cielo: assume un corpo materiale che viene ad essere la traduzione esterna e visibile del corpo spirituale che per sé sarebbe invisibile. Questo corpo esterno e visibile sarebbe la Chiesa. È questa risposta che determina la realtà, in forma autentica, del mistero cristiano. Infatti la realtà di G.C. non si riduce ai limiti del suo corpo e all'ambito della sua [ae zione] materiale d'uomo; la potenza divina che è in Lui assimila a Lui in un modo misterioso ma reale le persone che gli aderiscono; la sua personalità si dilata invadendo il tempo e lo spazio integrando in sé tutti coloro che aderiscono…
la realtà intera di G.C. è questo Corpo mistico come lo chiama S. Paolo o “la Chiesa” come lo chiama la storia. È attraverso questa che Gesù raggiunge gli uomini e li genera ad una nuova mentalità e ad una nuova vita: per questo si parla della “Santa Madre Chiesa” la diffusione del Cristianesimo avviene attraverso la presenza del mistero della Chiesa che coincide con il volto di Cristo in ogni determinato momento della storia. In altre parole con una analogia: quando Dio invisibile decise di mostrarsi agli uomini e di comunicare loro il suo “intervento divinizzante” in maniera visibile, s'incarnò in una natura umana: Cristo era il corpo di Dio, cioè il prolungamento terrestre di Dio, Dio stesso in forma umana; tutto ciò che faceva era la traduzione esterna, visiva, dell'attività di Dio. Toccando Lui, gli uomini, toccavano realmente la divinità che il suo corpo umano rendeva presente e tangibile; ogni atto di Cristo era l'intervento stesso di Dio in una espressione umana e visibile. Es. incontro tra amici: avvicinandoli e parlando loro è il nostro intimo che comunica e agisce su loro: col volto, la mano esprimiamo ciò che è invisibile, l'intimo nostro. E rimangono influenzati
 
 
4.
 
manifesta esteriormente, il nostro volto, ciò che realmente esiste internamente….. Guardandoci capisce la gioia, il dolore…. Ciò avviene per Cristo: esprimeva l'amore di Dio esternamente.. ogni atto, azione…
Così avviene ora: Cristo glorioso vuol continuare a mostrarsi e a comunicare con gli uomini.. incontro personale a rendersi sperimentabile. È la sua missione.
Allora ancora, in un certo senso, si incarna di nuovo, o meglio, prolunga la sua incarnazione prendendo ancora un corpo che lo esprima esternamente. Tale corpo, la Chiesa, è costituito dalla comunità totale dei credenti animata dallo spirito di Cristo.
La Chiesa: vera umanità di Cristo: corpo + anima: Persona di Cristo. La sua persona che continua ad essere visibile…
  • Cristo era il corpo di Dio, il prolungamento terrestre di Dio… .
  • La Chiesa è il corpo di Cristo, il prolungamento terrestre della umanità di Cristo, il Cristo in forma umana, visibile, palpabile.
  • La Chiesa-comunità non è un freddo cartello stradale che ci indica dove si trova la salvezza: è un volto vivo in cui si manifesta e palpita l'interiore amore di Colui che vuole salvarci (meditazione per noi…) (Gruppo universitario….) egoisti, individualisti, [studiosi]….
  • La Chiesa non solo esprime in maniera visibile l'umanità invisibile di Cristo, ma la contiene e ce la porta oggettivamente e realmente. Proprio come il nostro sorriso è la forma esterna della gioia umana che abbiamo nell'intimo del cuore.
  • La comunità totale dei credenti è il “corpo di Cristo”. Non solo lo rappresenta ma è la fisionomia esterna di Cristo Salvatore che vuole incontrarci. Ora comprendiamo come e perché S. Paolo nutrisse l'ambizione di presentare a Cristo la comunità di Corinto come “vergine pura” o perché Giovanni XXIII affidasse al Concilio il compito di rendere più bello e splendente il volto della Chiesa, perché la comunità dei credenti fosse realmente “Chiesa”: cioè un bel corpo. Il volto della Chiesa è bello solo se è davvero la fisionomia esterna di Cristo, il più possibile fedele ai lineamenti interiori di Lui
  • Essere Chiesa significa offrire la precisa manifestazione storica di Cristo e la perfetta traduzione esteriore della chiamata salvifica interiore che Egli opera nel cuore degli uomini.
 
 
5.
 
Cristo si incontra personalmente con noi, raggiunge davvero il nostro intimo e noi facciamo un'autentica esperienza di Lui attraverso la comunità cristiana. Responsabilità della comunità se il cristianesimo è ancora…
Problema numero uno per ciascuno di noi: vivere la comunità cristiana. Essere cristiani vuol dire vivere la comunità cristiana… se noi saremo suo corpo Lui autenticherà con il suo spirito.. Da qui deriva la responsabilità della “Chiesa”: essere suo corpo... e nasce la missione universale..
  • La salvezza: per il Cristo, per la Chiesa.. In ogni ambiente la salvezza avverrà per la presenza di Cristo cioè della comunità cristiana.
  • È' necessario creare, suscitare delle autentiche comunità; è necessario chiederci, se la salvezza passa per la Chiesa, come rendere autentica questa presenza perché è questo lo strumento attraverso cui la potenza di Dio passa e genera la convinzione e la conversione.
  • Rendere quindi presente la comunità cristiana: questo è il nostro sforzo. I frutti di questo sforzo? Se il Signore vorrà.. a noi è solo chiesto essere Chiesa: quanto più noi saremo “Chiesa” tanto più riveleremo il Cristo, la salvezza.
 
È logico a questo punto chiederci in che modo possiamo rendere presente la Chiesa, essere Chiesa… in un ambiente (città, scuola, gruppo di amici ecc.)
  • prima di tutto sapendo di essere Chiesa.. siamo Chiesa: a) fede b) senso del mistero. Consapevolezza di far parte di un corpo vivo, con Cristo a capo. Coscienza che è molto di più che non la semplice conoscenza. Se si ha questa consapevolezza si rimane in ascolto della Parola e si vive dei Sacramenti. Tutto ciò genera unità… generano una struttura comunitaria di vita; nella misura in cui i sacramenti sono vissuti consapevolmente tendono a generare un modo di vivere comunitario, di concepire la vita e l'esistenza del mondo, il modo di vagliare gli avvenimenti, di programmare il futuro, di vedere il proprio lavoro e studio. Questa unità che viene sensibilmente espressa dai credenti è la prima realtà che rende presente la Chiesa. L'unità sensibilmente espressa rende presente la Chiesa.
 
 
6.
 
I sacramenti vissuti consapevolmente esigono una concezione della vita come comunione: essi ci danno e svelano la nostra unità in Cristo e sprigionano l'aspirazione ad esprimere sensibilmente e a diffondere socialmente tale unità proprio come il bene più grande per l'ordine del mondo e il cammino alla felicità degli uomini: “Tutti noi siamo una cosa che partecipiamo dello stesso pane”. Nel singolo ambiente dunque si verificherà una vita nuova, una realtà nuova, visibile (ut videant opera..) ben verificabile come motivazione e valore.
(Quindi: essere chiesa: unità sensibilmente espressa, “dal vostro essere una cosa sola verrà la conversione).
  • Vivere come Chiesa: prendere la Chiesa, la comunità come criterio, norma dell'agire. Si ha coscienza di Chiesa quando l'essere Chiesa incide di fatto sul nostro comportamento, quando cioè la vita e l'azione sono ispirate al senso di appartenenza alla Chiesa e coerentemente rendono visibile tale interiore ispirazione.
Vuol dire appartenere alla Chiesa con il corpo e con il cuore. Non solo con il corpo….. E' mia famiglia e mi sta a cuore.. dialogo dunque e aiuto fraterno. Vuol dire amare concretamente, ma di un amore che valorizzi l'altro.. e lo rispetti..
Vuol dire seguire un criterio di uguaglianza, non di impoverirci..  E' una grazia specifica, che dobbiamo chiedere insistentemente capire quanto sia importante vivere come Chiesa ed
  • Operare come Chiesa - piuttosto che seguire la nostra sensibilità o le urgenze che noi vediamo. È Dio che salva, non la nostra astuzia. Fede in questo… Sentirci  inviati dalla Chiesa, dalla comunità, non seguire il nostro capriccio: pluralismo di azione ma con somma attenzione all'unità. La Chiesa che si moltiplica nei figli per rivelare il Cristo, la salvezza.
A questo punto: senso di responsabilità missionaria: sentirsi inviato.. con il metodo di Cristo non con il nostro. Cioè con il dialogo che è….. Coscienza di Chiesa è pure coscienza di identificazione e di appartenenza ad una Chiesa locale. Per tutto ciò che abbiamo detto la seconda realtà che rende presente a Chiesa è il nesso con l'autorità! Come possiamo essere, vivere, operare come Chiesa?
È l'unione al Vescovo o al sacerdote che lo rappresenta il fattore che assicura l'autenticità al mio essere, vivere, operare come Chiesa. Si potrebbe dire che la realtà cristiana è presente in un ambiente, che è presente Cristo e il suo regno nella misura in cui essa è avvallata dall'autorità, quando è missione ed è vissuta come missione. Possiamo avere idee e azioni che prendono lo spunto dalla realtà cristiana, ma non è la realtà che salva. Questa è solo la Chiesa. All'autorità-mistero tutto deve essere subordinato ed eventualmente sacrificato.
È attraverso l'autorità che si realizza il mistero della parola e liturgia.. ed energia. Tutto questo non nasce dalla nostra intelligenza e scaltrezza o iniziative sociali. Anche quando si è isolati in un ambiente: sentirsi inviati dalla autorità; interpretare l'Autorità… non trascinarla equivocamente… anche se noi avessimo le più belle idee e iniziative sociali, tutto ciò è equivoco ed equivocabile senza la nostra relazione con l'autorità.
Non portiamo avanti un partito, ma una realtà oggettiva che ci eccede tutti quanti… non siamo nel campo dei “pareri”. La conversione arriva quando ci si sente richiamati da una verità oggettiva, che è al di là della persona,… Cristo, la Chiesa.
Senza continuo riferimento alla comunità e all'autorità la testimonianza può facilmente ridursi nell'animo di chi osserva, a modernità, estremismo, sensibilità: richiamo ad una idea non ad una realtà fuori di noi; gloria dell'uomo non di Dio; un'altra forma di regno dell'uomo, non di Dio.