Questa newsletter settimanale propone un brano tratto dalle numerosi meditazioni presenti nei quaderni di Don Comelli. Se volete ricevere la newsletter, o volete segnalare le email di altri vostri conoscenti/amici che potrebbero essere interessati a riceverla, scrivete a info@doncomelli.it


Newsletter 8/2015

Domenica 1 marzo

Possiamo chiederci: chi sono i veri discepoli del Signore, quelli amati, quelli che diventano come Lui? “Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!” (Lc 11,28). Sono madre, padre ecc.
Si osserva che i discepoli del Signore erano quelli che stavano con Lui. Ma oggi come è possibile dopo 2000 anni? Se ascoltiamo, se sperimentiamo la sua voce … oggi! È nell’ascolto della sua Parola che si vincono tutte le battaglie e si rimane saldi in ogni bufera.

(Urgenza dell’ascolto della Parola – III)

Newsletter 7/2015

Domenica 22 febbraio

L’invito ad ascoltare la Parola è il più continuo ed insistente invito che Dio abbia mai fatto in tutta l’ispirazione scritta e orale. Gesù stesso poi ne fa motivo della sua più grande beatitudine attribuita a chi ascolta la Parola e la custodisce nel cuore.
Questa meditazione vuole essere una grande sottolineatura dell’importanza dell’ascolto; un prendere coscienza che il primo invito che ci fa la Rivelazione è proprio quello dell’ascolto; un prendere coscienza che il nostro essere cristiani, la nostra salvezza si gioca innanzitutto sull’ascolto. “Ascolta Israele” è l’insistente espressione che ritorna frequentemente nelle pagine sacre. Non c’è nulla di più importante dell’ascolto. Dall’ascolto nasce la risposta obedienziale  della fede.

(Urgenza dell’ascolto della Parola – II)

Newsletter 6/2015

Domenica 15 febbraio

Signore Gesù Tu sei l’unica Parola del Padre. Chi vuole venire a Te deve necessariamente passare attraverso Te. Sei Tu colui che il Padre ha invitato ad ascoltare. Come Maria, sorella di Marta, ci mettiamo ai tuoi piedi in ascolto. Sei Tu che hai lodato l’ascolto di Maria che ha scelto, proprio per questo, la parte migliore.
Tu hai dato la Tua Parola perché fosse in noi fonte di gioia “Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena” (Gv 15,11); perché in noi germogliasse la vita, perché giungesse a trasformare ciascuno di noi, perché ci facesse finalmente liberi. Tu ti sei fatto Parola, Parola che in Maria Santissima si è trasformata in carne. In Te dunque è la sintesi di tutta la Parola, la Rivelazione, “Et Verbum caro factum est”. Tutta la divina Rivelazione è diventata viva, incarnata, esplicita, impegnata in Te, Cristo Signore. Possiamo dire che tutta la Rivelazione dell’Antico Testamento si è transustanziata in Te. Tutta la Parola è diventata esplicita in Te. E’ diventata carne, uomo, modello, via, verità, vita, luce, lampada, in Te. Ma tutto questo è pure indicativo per noi. Tutto questo è grande indicazione di metodo e di sostanza per tutti noi e per la nostra salvezza. La Parola che ascoltiamo deve essere talmente vissuta, interiorizzata da diventare carne, un tutt’uno con noi, deve transustanziarci, deve trasformarci in Cristo.

(Urgenza dell’ascolto della Parola – I)

Newsletter 5/2015

Domenica 8 febbraio

La Vergine Maria e la povertà in spirito:

  • Colei che dipende dal Signore
  • Colei che serve il Signore
  • Colei che prega e ringrazia
  • Colei che fa spazio al Signore
  • Colei che si rende disponibile per realizzare il piano di Dio
  • Colei che meditando imitava!

(Beatitudine come vocazione – XXVIII – Fine)

Newsletter 4/2015

Domenica 1 febbraio

Per capire la povertà evangelica dobbiamo metterci a contemplare Gesù, il povero per eccellenza, questo povero sconcertante. Non a caso egli nasce, vive nella povertà vera, nello spogliamento più totale; non ha potere, Per capire la povertà evangelica dobbiamo metterci a contemplare Gesù, il povero per eccellenza, questo povero sconcertante. Non a caso egli nasce, vive nella povertà vera, nella spoliazione più totale; non ha potere, non conta niente. Lui che è Dio: sono tutte conseguenze del suo essere servo. Però, proprio perché è servo e figlio del Padre, ha a sua disposizione cielo e terra. E’ la sua la povertà illuminante. Quando Maria di Magdala lo inonda di profumo e Giuda dice ”Perché quest’olio profumato non si è venduto per trecento denari per poi darli ai poveri” Gesù, il povero, non loda Giuda ma la donna che butta via 300 denari! E’ lo stesso povero che viene criticato perché mangia e beve… mentre i discepoli di Giovanni digiunano! La povertà di Gesù non ha il parametro dei comportamenti umani ma ha come parametro il rapporto con Dio. Dio solo è il Signore! Tutto deve essere donato al Signore. I poveri del Signore sono coloro che interpretano la loro vita come dono, così come vuole il Signore. E da ciò consegue anche la libertà da ogni avidità terrena.

(Beatitudine come vocazione – XXVII)

Newsletter 3/2015

Domenica 25 gennaio

La povertà e il Regno: “perché è di essi il Regno di Dio”. La povertà in spirito è sorgente di beatitudine al presente perché è un fare spazio al regno di Dio dentro di noi. Il povero fa spazio alla Signoria di Dio. Il povero è colui che apre le porte al Signore che è il Re, e dove è il Signore là c’è il suo Regno. Verrà pure il tempo in cui questa beatitudine sarà piena, nel regno futuro, ma qui si vuole esprimere una realtà presente: cioè nella misura in cui siamo poveri in spirito il regno viene, e noi sperimentiamo già qui la beatitudine. L’esperienza della povertà, proprio perché “è il guadagnare il Signore” padrone di tutto, è un arricchimento, è il Regno.
Il Regno inizia là dove uno è povero! Tutto si trasforma! Tutto diventa testimonianza di carità.

(Beatitudine come vocazione – XXVI)

Newsletter 2/2015

Domenica 18 gennaio

Il povero e le sconfitte. E’ bene meditare anche su questo aspetto. Può capitare e capita che privazioni, prove, siccità, inondazioni, dissesti interpellino duramente. Perché Signore? Ecco la risposta del povero: “Signore, mi sta bene, perché non ti ho servito; me lo sono meritato, meriterei di peggio ma so che tu sei buono”. E’ una interpretazione religiosa anche degli avvenimenti atmosferici, politici, sociali. E’ sentire Dio come centro di tutto; è provocare Dio ad essere Dio nella vita del povero.
Se l’uomo si riconosce povero  e sceglie di essere povero, allora vive in ogni dove il suo rapporto con Dio e rettifica il suo rapporto con Dio e lo vive secondo verità.

(Beatitudine come vocazione – XXV)

Newsletter 1/2015

Domenica 11 gennaio

I salmi sono pieni di inni di ringraziamento propri dei poveri in spirito. Il povero in spirito ha questo sguardo religioso su tutta la realtà, uno sguardo sereno e fiducioso. Tutto è di Dio! Questo sguardo  fa sì  che l’ordine e la giustizia regnino ovunque: quando l’uomo non è più povero in spirito, l’ordine voluto da Dio viene manomesso  e l’uomo diviene dilapidatore  dei doni di Dio, distrugge il creato… il disastro ecologico ne è solo un esempio. E’ l’uomo che fa da padrone!

(Beatitudine come vocazione – XXIV)

Newsletter 36/2014

Domenica 21 dicembre

Nella settimana del S. Natale, interrompiamo la meditazione sulle beatitudini per proporre un brano di una delle omelie della notte di Natale presenti nel testo “In attesa di te, della tua luce, della tua pace” della collana “I quaderni di don Tarcisio Comelli”. Riprenderemo la pubblicazione settimanale della newsletter domenica 11 gennaio.

Sorridetevi… Sorridetevi gli uni gli altri, sorridete a vostro marito, a vostra moglie, ai vostri figli. Questo vi aiuterà a crescere nell’amore perché il sorriso è frutto dell’amore. Nessuno in famiglia si avvicini a voi senza sentire di essere amato. E ricordiamoci che la gioia dell’amore, del dono, della delicatezza, della disponibilità passa e si esprime attraverso il sacrificio.
Ad ogni mamma, ad ogni papà, ad ogni giovane che partecipa a questa nostra celebrazione del Natale dico: sii il cuore silenzioso, delicato ed attivo della famiglia, della società, della Chiesa. Troviamo il tempo in casa per sorriderci, per rallegrarci a vicenda; basta poco: una gentilezza, una parola, un fiore, un sorriso e allora sarà vero il nostro Natale e ogni giorno sarà Natale.

Auguri di un Santo Natale!

Newsletter 35/2014

Domenica 14 dicembre

L’agricoltore del popolo eletto lavorava la terra con una fatica immensamente più grande  di quanto non accade oggi. Eppure quando raccoglieva  il frutto del lavoro ne portava al Signore le primizie con cui riconosceva che tutto era dono suo. La fatica, il sudore, i sacrifici, le decime, le oblazioni: tutto offriva  perché sapeva di non essere padrone delle cose ma un beneficato da Dio. E lodava e ringraziava! Noi siamo diversi. Noi ringraziamo noi stessi. Noi vediamo i risultati e ci congratuliamo con noi stessi. “Sono in gamba, ce l’ho fatta, sono un mago…” E così costruiamo l’idolo, l’autosufficienza, il suicidio. Con il ringraziamento lo sguardo diventa limpido e la vita si equilibra.

(Beatitudine come vocazione – XXIII)