Questa newsletter settimanale propone un brano tratto dalle numerosi meditazioni presenti nei quaderni di Don Comelli. Se volete ricevere la newsletter, o volete segnalare le email di altri vostri conoscenti/amici che potrebbero essere interessati a riceverla, scrivete a info@doncomelli.it


Newsletter 26/2013

Domenica 7 luglio

Oltre la Parola Gesù ci dona i sacramenti: il Battesimo, la Confessione, la Comunione… Se sono da Lui donati, non sono sostituibili. “Non mi dice nulla, non mi sento, preferisco pregare o fare qualcosa di diverso”… Non è cristianesimo. Come dicevamo che non c’è vita cristiana senza l’ascolto della Parola, così diciamo che non c’è vita cristiana se non c’è vita sacramentale.
Essere cristiani è accettare l’invito a fare ciò che Lui dice; non a fare ciò che non sentiamo di fare o a seguire la nostra inclinazione.
Essere cristiani è obbedire alla Rivelazione, rispondere all’invito, all’amore del padre.
“Fate tutto quello che Lui vi dirà”. Ci liberiamo per camminare, correre verso la felicità!
(Dio chiama – XIII – fine)

Newsletter 25/2013

Domenica 30 giugno 2013

Senza l’ascolto sincero della Parola non c’è vita cristiana. Dio ci invita a nozze, non a stare semplicemente a sentire… Ci invita a qualcosa di reale da Lui stabilito, con un vestito adatto. Senza l’accettazione di questo invito non c’è vita cristiana! Noi come rispondiamo? Senza l’ascolto della Parola ci sarà una religione naturale, delle pratiche religiose ecc. non un’esperienza cristiana!
Quanti non la conoscono e si dicono cristiani. Quanti la rifiutano, la pensano superflua! Quanti la accettano a metà perché dà fastidio, hanno paura!
È certo allora che non conoscendo la Parola inizia, presso tutte le nostre comunità, una gamma infinita di pratiche religiose se non superstiziose.
(Dio chiama – XII)

Newsletter 24/2013

Domenica 23 giugno 2013

Ci qualifichiamo come cristiani per la capacità e disponibilità a “ricevere..”.
Se è un ricevere da Dio, la nostra risposta a Dio che dona è una risposta di fede! Tutto il nostro cammino inizia da qui: liberarci da tutto per buttarci in un cammino di fede che è un cammino di liberazione. Come fece Abramo!
Qui l’esame deve farsi profondo: ascolto e seguo me stesso, uno psicologismo religioso ecc. oppure ciò che Dio mi dà? Dio ha parlato: sulla sua parola sappiamo come fare!
Da qui nasce la vita, lo stile, la scelta cristiana!
(Dio chiama – XI)

Newsletter 23/2013

Domenica 16 giugno 2013

Il modo di vivere il cristianesimo ci è stato donato, non scoperto da noi illuministicamente. La nostra è dunque una continua e forse sofferta adesione a questa Rivelazione che ci interroga, ci esamina e ci possiede.
Se questo è vero noi non possiamo dire: “Vivo di Dio” (quanti lo dicono strumentalizzando…) ma: “siamo vissuti da Dio”. Tutto è di Dio e ci preme da ogni parte…
A differenza delle altre religioni nella nostra Dio non è una conquista dell’uomo ma è Dio stesso che si fa esperienza all’uomo. Se le cose stanno così potremo iniziare a qualificarci cristiani solo quando incominceremo a lasciare noi stessi, le nostre idee, i nostri programmi, e ad accettare l’invito, a ricevere da Dio e a vivere secondo quanto ricevuto.
(Dio chiama – X)

Newsletter 22/2013

Domenica 9 giugno 2013

Il Cristianesimo è tutto qui: Dio che ama, si rivela e parla e l’uomo che risponde e vive nell’amore.
La nostra religione non è solo una dottrina, non è una filosofia, è l’incontro con una Persona divina che si rivela. Se dunque crediamo in Dio perché è logico, perché ne sentiamo la necessità, perché capiamo la bontà ecc. perché ci sembra di comportarci meglio e ci sentiamo intimamente soddisfatti, non è cristianesimo. Si è credenti, non cristiani.
Noi crediamo a Lui che si è rivelato e crediamo e facciamo secondo la Parola che ci ha rivelato. È lui che ci invita ed è lui che ci dice di prendere la veste nuziale: la nostra collaborazione sta nel fare ciò che Lui stabilisce.
Questo, amici, deve essere ben chiaro, diversamente mutueremo il nostro comportamento dalla filosofia, dagli avvenimenti, dai nostri momenti psicologici e sentimenti religiosi. E questo è sbagliato come cristiani!
(Dio chiama – IX)

Newsletter 21/2013

Domenica 2 giugno 2013

“Amico, come mai sei entrato senza l’abito nuziale?”
Le cose sono andate presumibilmente così. Questo uomo è uscito da casa tutto pulito, rasato a fresco e trova questi che lo invitano… perché no? Non è un nobile che va spesso alla casa del re… è l’occasione per vederlo, parlargli! Allora ci va anche lui… Nel vestibolo trova tutti gli altri che si svestono (è il Battesimo, la Parola, l’Eucarestia ecc. ecc.) Lui no! Lui è già a posto, non è un pezzente, non ha bisogno di prendere la veste… è superiore… a questo uomo il re non dà neppure il tempo di una scusa, di chiedere il perché. È Dio che ti ha donato la Rivelazione… “Prendetelo e gettatelo”.
Il suo sbaglio è stato duplice: non aver voluto essere scambiato per un povero… (autosufficienza) e non aver indossato l’abito nuziale: stupida superficialità!
È sempre il solito peccato: la superficialità. L’uomo vuole salvarsi con i suoi mezzi. Non riconosce di essere salvato, di essere povero. Il gesto dello spogliarsi per prendere la veste nuziale non è altro che lasciare la nostra stoltezza per prendere la Sapienza di Gesù. Lasciare la nostra iniziativa per fare ciò che Lui vuole. Si entra e si risponde all’invito pressante di Dio Padre solo ascoltando ciò che Lui dice, non seguendo la nostra intelligenza e il nostro sentimento.
(Dio chiama – VIII)

Newsletter 20/2013

Domenica 26 maggio 2013

I grandi peccatori che Gesù ci presenta non sono quelli che perdono il Regno e si dannano, non sono i delinquenti, gli assassini ecc. ma le persone che vogliono seguire un proprio criterio, rimangono autosufficienti e superficiali. All’origine della condanna sta un cosciente rifiuto dettato da superficialità nel valutare le cose! Sta nel rispondere a Dio secondo un proprio criterio, seguendo una propria idea o sentimento. No amici! Per ascoltare e accettare l’invito bisogna lasciarsi svestire, annullare; bisogna ricominciare! Cioè convertirsi, lasciarci educare, fare… È proprio così! Gesù ci vuol fare nuovi..! E la nostra grandezza sta nel seguire ciò che ci dice. “Beati piuttosto coloro che hanno ascoltato… e messo in pratica”.
(Dio chiama – VII)

Newsletter 19/2013

Domenica 19 maggio 2013

Ciò che può sorprendere è che non ci si accorge più della superficialità, delle realtà inutili e peccaminose: che c’è di male a godere del proprio campo, buoi, moto, moglie, ragazzo, tempo? Nulla! Solo che, senza accorgerti, sei arrivato a preferire l’accessorio all’essenziale, anche se pestando i piedi dici che non è vero. Quando infatti l’essenziale arriva con precise proposte non è forse vero che trovi mille scuse? Non mi trovo, ho altro da fare… sono impegnato in un esame…
“Non gusteranno il mio cibo in eterno!”
Questa superficialità è dovuta all’aver perso la ragione superiore oppure, come dice S. Tommaso, il cuore della vita spirituale. Noi cadiamo in questa superficialità quando lasciamo il silenzio, la preghiera, la contemplazione.
Allora si sceglie per sentimento e non per volontà guidata dalla intelligenza… Oppure è solo intelligenza senza umiltà e senza amore. Intelligenza a cui manca lo spirito!
(Dio chiama – VI)

Newsletter 18/2013

Domenica 12 maggio 2013

L’essenziale nel cristianesimo e per la vita di ciascuno di noi è la scoperta che Dio ci ama e ci invita. È sua l’iniziativa: ci invita! Con la risposta al suo invito noi siamo al centro del mistero divino: tutto il resto è corollario!
Questo è ciò che conta per noi e per l’umanità. Non c’è nulla di più importante e di più urgente: rispondere all’invito come Lui vuole. Noi come rispondiamo?
Lc. 14,16-23 “Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti. All’ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: Venite, è pronto. Ma tutti, all’unanimità, cominciarono a scusarsi. Il primo disse: Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego, considerami giustificato. Un altro disse: Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego, considerami giustificato. Un altro disse: Ho preso moglie e perciò non posso venire. Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al padrone. Allora il padrone di casa, irritato, disse al servo: Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui poveri, storpi, ciechi e zoppi. Il servo disse: Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c’è ancora posto. Il padrone allora disse al servo: Esci per le strade e lungo le siepi, spingili a entrare, perché la mia casa si riempia.”
Ciò che subito ci colpisce, anche in una lettura superficiale e affrettata, è la giustificazione che portano gli uomini invitati al pranzo! Ripeto… invitati non ad un lavoro, pena, sacrificio, impegno!
“Ho comprato…” il re ha le sue proprietà ma anch’io ho le mie, sono proprietario anch’io, non ho bisogno di Lui…!
“Ho buoi…” anch’io e devo provarli. Autosufficienza…
“Ho nozze anch’io”. Nessuno che dica un no leale. Ciascuno nasconde il rifiuto sotto una scelta, una realtà che lo mette alla pari del re che lo invita: “Quello che ha Lui lo posso avere anch’io”.
C’è in ogni rifiuto un’attività dell’intelligenza che si è fatta egoista, superba, sazia. C’è un’attività della intelligenza che si è persa, alienata: dici di no a Dio…!
L’origine della pazzia o del disordine sta qui: autosufficienza, superficialità, chiusura al soprannaturale perchè c’è il rifiuto a voler guardare nel profondo.

(Dio chiama – V)

Newsletter 17/2013

Domenica 5 maggio 2013

Dio ci è Padre, essenzialmente Padre e ci ama senza condizioni. Non gli interessa se siamo sporchi o puliti, gli interessa solo la nostra coscienza filiale. Questa è la lezione della parabola del figliol prodigo: l’abbraccia, lo porta in casa… è un figlio che ritorna.
Il cristianesimo è tutto qui: l’amore del Padre e la risposta, nell’amore, dei figli! Risposta che sarà di amore fatto di attenzione, sensibilità, ascolto per rispondere ai desideri del Padre…
(Dio chiama – IV)