
Newsletter 21/12
Domenica 17 giugno 2012
Guai se applicassimo la tesi della spontaneità a Dio che guarda le nostre infedeltà… Chi si salverebbe? Ma Dio è amore e ama ed è fedele nonostante tutti i nostri fallimenti. Egli ci ha amati nonostante fossimo – e siamo, soprattutto oggi – peccatori! La verità dell’amore si rivela in un amore di fedeltà nonostante si sia delusi dai fratelli o schiacciati dai loro comportamenti.
(Dio è carità – VIII)
Newsletter 20/12
Domenica 3 giugno 2012
Questo modo di amare di Dio ci fa capire la meschinità del nostro amore. Confondiamo amore con spontaneità. Oggi si pensa che sia amore ciò che è frutto di spontaneità. È chiaro che molti possono allora affermare di non amare nessuno o la propria partner perché gli atteggiamenti non sono spontanei. “Siccome non sono spontaneo, non amo. Se non amassi spontaneamente sarei ipocrita”. Ciò che è grave è che tutto ciò lo applichiamo a Dio. Dobbiamo ricordarci che la spontaneità è relegata nel campo psicologico. L’amore invece risiede nella volontà che ama nonostante tutto.
(Dio è carità – VII)
Newsletter 19/12
Domenica 27 maggio 2012
Nel periodo dei profeti gli avvenimenti dell’Esodo, che venivano continuamente celebrati nel culto, hanno effettivamente determinato la mentalità della comunità in preghiera, a cui i profeti si rivolgevano. Se noi leggiamo i loro scritti, al di là delle maledizioni e delle condanne che essi formulano, scopriamo un elemento costante: Dio è fedele e libererà il suo popolo…
L’amore di Dio è fedele nella storia degli uomini, nonostante la loro storia. Dio è fedele nonostante i fallimenti degli uomini perché Dio li ama. Anzi Dio è così fedele a se stesso che giunge a castigare ma appare evidente che il castigo è l’espressione della fedeltà di Dio che, nonostante le incessanti infedeltà degli uomini, vuole costruire un vero popolo che sappia adorarlo in modo autentico…
Nella nostra sensibilità questo modo divino di procedere può risultare abbastanza arduo da comprendere. Se noi tuttavia sappiamo esaminare attentamente il modo di credere e di pensare dei profeti notiamo come ogni sventura e in modo particolare l’esilio, sia l’ultima arma che Dio usa nei confronti del suo popolo per condurlo ad una vera conversione.
(Dio è carità – VI)
Newsletter 18/12
Domenica 20 maggio 2012
L’amore di Dio è fedele nella storia degli uomini, nonostante la loro storia. Dio è fedele nonostante i fallimenti degli uomini perché Dio li ama. Anzi Dio è così fedele a se stesso che giunge a castigare ma appare evidente che il castigo è l’espressione della fedeltà di Dio che, nonostante le incessanti infedeltà degli uomini, vuole costruire un vero popolo che sappia adorarlo in modo autentico… Nella nostra sensibilità questo modo divino di procedere può risultare abbastanza arduo da comprendere. Se noi tuttavia sappiamo esaminare attentamente il modo di credere e di pensare dei profeti notiamo come ogni sventura e in modo particolare l’esilio, sia l’ultima arma che Dio usa nei confronti del suo popolo per condurlo ad una vera conversione.
(Dio è carità – V)
Newsletter 17/12
Domenica 13 maggio 2012
Che Dio sia effettivamente fedele perché ama, lo si vede nell’episodio chiave del popolo ebraico: l’esperienza del Sinai. Dio libera il suo popolo dall’Egitto perché vuole essere fedele alle promesse fatte ad Abramo, Isacco, Giacobbe. Dio si rivela a Mosé, presentandogli queste credenziali: “Io sono il Dio di Abramo, il Dio dei tuoi Padri”. La liberazione del popolo ebraico dalla schiavitù del Faraone è nient’altro che la conseguenza della fedeltà di Dio. Questa realtà è così radicata nel mondo ebraico che in qualunque situazione il popolo venga a trovarsi, gli ebrei hanno la certezza nella fede che egli sicuramente li libererà.
(Dio è carità – IV)
Newsletter 16/12
Domenica 6 maggio 2012
Dio ontologicamente è amore!
La caratteristica dell’amore di Dio è la fedeltà, che non è altro che l’amore in divenire. La fedeltà è propria dell’uomo che ama. Infatti colui che afferma di “voler bene”, deve rivelarsi fedele attraverso l’obbedienza alle promesse fatte. Tanto più tutto ciò sarà per Dio ontologicamente amore.
(Dio è carità – III)
Newsletter 15/12
Domenica 29 aprile 2012
L’uomo ama perché un Altro lo ama in modo instancabile (bisogna avere coscienza di questo!).
Nell’atto di volere, con autenticità, veramente il bene dei fratelli, vivo la stessa vita di Dio. L’amore è il luogo della vera conoscenza di Dio, perché l’uomo ama nella forza e nell’energia di Dio.
(Dio è carità – II)
Newsletter 14/12
Domenica 22 aprile 2012
Comincia oggi il testo di una nuova meditazione, dedicato al tema dell’amore di Dio
La fonte della carità non è l’uomo ma Dio.
Ogni volta che l’uomo voglia scoprire il senso dell’amore, il fine, la forza, fino a che punto, non deve guardare ai propri parametri, alle proprie aspirazioni, alle proprie tendenze o possibilità per misurare la propria capacità di amare: la verifica autentica scaturisce dal confronto con l’amore come si rivela nell’agire di Dio. L’uomo vive la carità come un riflesso della vitalità presente in Dio che in lui ama e continua ad amare l’umanità. La carità teologale è una continua sintesi tra Dio che è essenzialmente amore e la disponibilità dell’uomo che dell’amore vive. In senso teologale la mancanza dell’uomo contro la carità ha il suo più profondo significato nel non lasciare a Dio la possibilità di amare il fratello attraverso l’esperienza umana del credente. “Non noi abbiamo amato Dio, ma Dio ha amato noi per primo”.
(Dio è carità – I)
Newsletter 13/12
Domenica 15 aprile 2012
Concludiamo questa meditazione affermando come la più sacra delle tradizioni ebree è quella dell’ascolto della Parola di Jahvè fino ai nostri giorni. Ci auguriamo la stessa esperienza dei profeti, dei santi, dei martiri: “Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino”(Salmo 118). E Gesù: “Chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia…” (Mt 7,24). “Mia madre ed i miei fratelli sono coloro che ascoltano la Parola di Dio e la mettono in pratica” (Lc 8,21). “Se uno ha orecchi per intendere, intenda” (Mc 4,23).
(Ascolta! – XV – Fine)
Newsletter 12/12
Domenica 25 marzo 2012
“Se ascoltaste oggi la sua voce!” (Salmo 94)
Questo salmo entra esattamente nella teologia del Deuteronomio. Nella prima parte ci invita ad entrare nel tempio, alla presenza di Dio per adorarlo, con la motivazione: “perché Lui è il nostro Dio e noi il popolo del suo pascolo”, che è la formula dell’Alleanza! Il passaggio dal tema dell’Alleanza a quello dell’ascolto e dell’obbedienza è del tutto naturale secondo la teologia del Deuteronomio. L’alleanza vive nell’ascolto obbediente, così l’amore diventa fedeltà: “Se ascolterete la mia voce e custodirete la mia alleanza, voi sarete per me la proprietà fra tutti popoli”.
Ascoltare, avere fiducia, credere oggi! Seguire, fare la sua volontà, oggi!
(Ascolta! – XIV)