
Newsletter 1/12
Newsletter 40/11
Domenica 18 dicembre 2011
Nella settimana del S. Natale, interrompiamo la meditazione in corso per proporre un brano di una delle omelie della notte di Natale presenti nel testo “In attesa di te, della tua luce, della tua pace” della collana “I quaderni di don Tarcisio Comelli”. Riprenderemo la pubblicazione settimanale della newsletter domenica 8 gennaio.
Se è serio quanto stiamo facendo qui, in questa notte, se veramente acccogliamo Dio nelle nostre esistenze, deve allora verificarsi il passaggio ad una vita nuova, generosa. Dobbiamo allora testimoniare non tanto la nostalgia del Natale, ma la pienezza della gioia, dell’incontro.
Dobbiamo testimoniare una risposta a Dio che si incarna in una proposta d’amore ovunque siamo. E allora sarà ancora Natale per il mondo.
Auguri di un Santo Natale!
Newsletter 39/11
Domenica 11 dicembre 2011
In Deut. 4,12 si legge: “Il Signore vi parlò dal fuoco: voi udivate il suono delle parole ma non vedevate alcuna figura; vi era soltanto una voce”. Vale per oggi! Che significa?
Noi non siamo invitati, per adesso, a vedere Dio. Non c’è visione di Dio: noi dobbiamo passare attraverso il dramma purificatore della fede. La visione ha un’evidenza oggettiva che si impone. L’ascolto invece richiede che si abbia fiducia in colui che parla. Il fatto allora che la nostra esistenza spirituale sia posta sotto il segno dell’ascolto, anziché della visione, significa che dobbiamo accettare responsabilmente il rischio della fede, credere senza vedere, e sperare, senza vedere, la piena realizzazione delle sue promesse!
(Ascolta! – II)
Newsletter 38/11
Domenica 4 dicembre 2011
Comincia oggi il testo di una nuova meditazione, dedicato al tema dell’ascolto della Parola
Vogliamo in questa meditazione ripercorrere nella Rivelazione il termine “Ascolta Israele”. Ascoltate oggi la sua Parola perchè, obbedendo nella fiducia, possiamo ritrovare la nostra serenità.
“Ascolta Israele” (Deut. 4). Nell’economia generale del Deuteronomio, questo termine serve a preparare e a introdurre la successiva esposizione della legge: predispone al vero ascolto della sua Parola, come nel Vangelo di Marco la parabola del Seminatore.
“Shemà Israel”: è per tutto Israele. Non è per un ascolto privato o solo personale, ma sempre un ascolto eminentemente ecclesiale, un chiamare all’ascolto tutto un popolo. Deut 4,1. Ciò che è interessante vedere è pure la continua attualizzazione nell’ora, nell’oggi della Sua Rivelazione. “Oggi”, “ora”, ritorna nel Deuteronomio almeno 70 volte. Ciò vuol dire che ogni volta che noi ascoltiamo la sua Parola, è una realtà sempre nuova… La sua alleanza va vissuta per noi oggi! (nel mio oggi…).
(Ascolta! – I)
Newsletter 37/11
Domenica 27 novembre 2011
Quando pronunciamo queste espressioni non facciamo altro che dichiarare il nostro voler essere comunione con Cristo e i fratelli come Cristo vuole e portatori, oggi, della salvezza, donando alla comunità totalmente la nostra esistenza. Come Lui ha fatto!
Con la sua morte e risurrezione portava la salvezza e vuole portarla ancora attraverso la comunione. Annunciamo la sua morte e risurrezione con il nostro essere “comunione”.
(Comunità missionaria – XII – fine)
Newsletter 36/11
Domenica 20 novembre 2011
Il cristianesimo non è un moralismo: ho fatto questo e non ho fatto quest’altro; qualcosa da fare e altro da non fare; ma è un lasciarci fare dalla Parola.
Nella misura in cui ci lasceremo fare dalla Parola il comportamento nostro diverrà giudizio, testimonianza per il mondo; sarà, infatti, la Parola incarnata a compiere il giudizio o la testimonianza e non una nostra iniziativa.
(Comunità missionaria – XI)
Newsletter 35/11
Domenica 13 novembre 2011
Per la fede la nostra è una comunità di persone che liberamente aderiscono e vivono rapporti personali (scoprono, sperimentano, vivono…) e non una istituzione. Diventa tale e addirittura spersonalizzante solo quando vien meno la fede! La comunità vive un evento, un avvenimento che ci ha toccati personalmente, che ha sconvolto la nostra esistenza, che ha reso nuova l’esistenza e cammina di questa novità. È un camminare dentro una realtà che mi ha toccato e sconvolto.
In questa luce realizziamo ciò che sta a cuore a Dio e non un nostro indirizzo. L’opera da realizzare non è iniziativa e gloria nostra, ma sua. Dobbiamo lasciarci fare da Lui. E che ci fa è la sua Parola, che duramente ci mette in crisi.
Newsletter 34/11
Newsletter 33/11
Domenica 30 ottobre 2011
In occasione della festa di Tutti i Santi proponiamo un brano sulla santità.
Scrivendo ai cristiani di Corinto S. Paolo indirizza così la sua lettera: “ai santificati in Cristo Gesù, chiamati ad essere santi con tutti quelli che in ogni luogo invocano il nome di Gesù Cristo”. Tutti coloro che credono in Cristo, a qualsiasi popolo appartengano, sono effettivamente chiamati a essere santi, il che nel linguaggio dell’Apostolo significa innanzitutto appartenere, essere consacrati a Dio mediante il Battesimo e quindi, in forza di questa consacrazione, divenire personalmente santi.
Come la salvezza, così la santità è offerta a tutti gli uomini: “Siate santi perché io sono santo” aveva detto Dio a tutto il popolo e Gesù ha specificato: “Siate perfetti come…”. Queste parole non le ha rivolte a un gruppo scelto, non le ha riservate ai suoi discepoli, ai suoi intimi, ma le ha pronunciate davanti alla moltitudine che lo seguiva. Egli, il Santo per eccellenza, è venuto a santificare tutti gli uomini. E a tutti offre tutti i mezzi non solo per la salvezza ma per la santità: “Sono venuto perché tutti abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza”.
La Chiesa non si stanca mai di ripetere e ricordare questo insegnamento del Signore. Pio XI: “Nessuno creda che la santità spetti a pochi uomini scelti fra molti, mentre gli altri possono confinarsi in un grado inferiore di virtù…”. Assolutamente tutti sono compresi in questa legge, nessuno eccettuato.
Newsletter 32/11
Domenica 23 ottobre 2011
Per la fede si realizza la comunità nell’amore e nella speranza. Per la fede prega, ama, spera. Ma questi sono doni di Dio: allora sono i doni di Dio che formano la comunione. La comunione non è quindi un risultato di un nostro sforzo, ma della grazia che si incarna là dove esiste buona volontà!
(Comunità missionaria – X)