Questa newsletter settimanale propone un brano tratto dalle numerosi meditazioni presenti nei quaderni di Don Comelli. Se volete ricevere la newsletter, o volete segnalare le email di altri vostri conoscenti/amici che potrebbero essere interessati a riceverla, scrivete a info@doncomelli.it


Newsletter 22/10

Domenica 13 giugno 2010

Conclusione
Alla Parola, alla Sapienza, allo Spirito noi possiamo opporre un rifiuto cosicché quelle realtà divine non entrano in noi. Il N.T. descrive casi numerosi e spaventosi di tale rifiuto a convertirsi. Un rifiuto impressionante è quello del giovane ricco Mc. 10,17-31 che rappresenta per Gesù un’occasione per denunciare i pericoli permanenti delle ricchezze della terra.
L’inizio è di conversione totale. Allora il Maestro gli propone la perfetta conversione, il perfetto spogliamento dei beni. I beni… sono un diaframma impenetrabile che l’uomo pone tra sé e Dio, il prossimo e se stesso. La grazia perché operi ha necessità che questo diaframma venga smantellato. Le ricchezze sono il pericolo costante della vita cristiana spirituale. Gesù Cristo propone dunque il dono generoso della restituzione doverosa dei beni ai poveri; questo è anche avere fede nella condizione futura… è farsi computare il dono a giustizia, come Abramo! Poi, come Abramo, compiere il proprio esodo doloroso, seguire colui che ha portato la sua croce. Ma occorre che anche noi lo seguiamo portando la nostra croce. E’ un programma amaro, sgradevole, ripugnante alla natura umana, ma è l’unico programma, è la realtà che dobbiamo compiere. La reazione del giovane è un rifiuto incredibile, spaventoso.
Il giovane, pieno di buone disposizioni, è lacerato dentro, sente che “quella” è la via, ma non si sente di abbandonare i suoi molti beni. La sua vita è ancorata su un fondo pesante, le sabbie mobili lo trascineranno senza rimedio verso il basso. Perciò Gesù proclama che è difficile per chi possiede i beni entrare nel Regno. Forse molti di noi si trovano sul piano del giovane ricco del Vangelo. Gesù ha fatto la sua scelta radicale: “da ricco che era…”. Chi non arriva fino a questo punto non capitalizza (!), ha fallito la sua conversione e la sua fede nella sequela di Cristo Signore!

(Convertiti e credi al Vangelo – XIX)

Newsletter 21/10

Domenica 6 giugno 2010

La conversione, sia personale che comunitaria, poiché non è solo un atto iniziale ma deve diventare una condizione perenne di ciascuno di noi, deve manifestarsi in modo oggettivo, concreto, storico; deve evidenziare dei “segni”:
a) La preghiera: precede, accompagna e segue ogni movimento di conversione. La grande preghiera è quella dell’assemblea liturgica! Popolo umile, di convertiti, accanto a Dio. Sanno che da Lui viene la salvezza. Preghiere, atteggiamento, canti, offerte! “Segno” formidabile!
b) Il digiuno. In certe circostanze è tutto il popolo che digiuna. Gesù digiuna! “Certe specie di tentazioni, si vincono solo con il digiuno”. Digiuno da tante cose per essere graditi a Dio.
c) L’elemosina come giustizia, bontà, pietà, misericordia. Se sei convertito aiuti! Ti metti a disposizione e metti al servizio quanto hai. S. Francesco: si spoglia di tutto. Segno dell’avvenuta conversione. Attenzione ai nostri depositi bancari…
d) I sacrifici della vita. Quelli dei servizi ai fratelli… dell’esperienza del diverso… del perdono… dell’esperienza del dolore… della morte…!

(Convertiti e credi al Vangelo – XVIII)


Ieri la Fondazione Don Comelli ha consegnato a due studenti del Liceo Cairoli il “Premio di Studio Don Comelli”. Il premio, istituito 4 anni fa, viene attribuito annualmente a studenti che abbiano dimostrato:

  • Motivazione allo studio, con positivo rendimento scolastico.
  • Attenzione alle problematiche sociali e religiose, partecipazione alla lezione di religione con particolare interesse.
  • Relazioni umane all’interno della scuola e impegno extrascolastico orientati verso la disponibilità, la solidarietà e lo spirito di servizio.

Quest’anno il premio è stato assegnato a Guido Omodeo Zorini e Giulia Peveri.

Newsletter 20/10

Domenica 30 maggio 2010

Il nuovo testamento propone la ricomposizione del quadruplice scisma:
a) Con Dio: è il termine primo e ultimo della conversione. E’ il padre del figliol prodigo: lo scopo di Dio è la comunione e il modo è la conversione. E’ lo scopo di tutta la storia, di tutta la vita: “che vale all’uomo guadagnare…”
b) Con se stessi. Convertirsi a se stessi come ritrovamento della identità-unità del tuo essere di fronte a Dio. Il peccato porta al disfacimento, alla divisione: il peccato, il male, l’odio, la divisione interna, lo scisma morale interiore, lo scisma della personalità, la lacerazione tra le tendenze verso il bene e verso il male che sentiamo, la mancanza di coraggio nell’esaminarsi e nel confessarsi lucidamente: sono le nostre forze disgregatrici che portiamo all’interno. L’uomo vive questo dramma che vincerà solo con il ritorno e l’aiuto di Dio. Il cuore dell’uomo è per natura doppio. La conversione a Dio, liberando l’uomo dal peccato, lo riporta alla ricomposizione armonica! Il figliol prodigo: rientra in se stesso “mi recherò da mio padre …”
c) Con il prossimo. L’uomo convertito al suo Signore, rientrato in se stesso, è entrato anche in comunione con gli altri. Il peccato incide sempre anche nelle relazioni con il prossimo: egoismo, orgoglio borioso, violenza, ingiustizia, disprezzo, incomunicabilità, adulterio, inganno, sopraffazione, sfruttamento sono i fattori che dividono da sempre gli uomini tra di loro. Una parabola può dirci fino a che punto deve avvenire la nostra conversione verso i fratelli, il prossimo: Lc 10, il Samaritano.
d) Con il mondo: Evangelizzazione e promozione umana da convertiti!

(Convertiti e credi al Vangelo – XVII)

Newsletter 19/10

Domenica 23 maggio 2010

Tutto l’Antico e il Nuovo Testamento presentano la conversione come supremamente necessaria, come condizione storica, come verità e identità dell’uomo. L’uomo concreto, senza eccezioni, è oscurato dal disordine che porta in sé, è malato profondamente, è afflitto in continuazione dalla tendenza a allontanarsi da Dio, a corrompere se stesso, a staccarsi dal prossimo.
Tale tendenza è una forma di suicidio perché ti autodistruggi, perdi di vista le realtà fondamentali, e la malizia del peccato corrompe tutto. La Bibbia ci racconta molto sul comportamento di peccato dell’uomo. Esaminiamo:
a) peccato come apostasia continua da Dio. Assume la forma di idolatria in tutte le forme possibili: si tratta dell’attrazione irresistibile che sull’uomo esercitano le forme materiali: culto di se stesso, culto di altre persone umane, culto di forze umane o materiali, culto politico, ecc. La nostra età è una sfilata ancora più ricca e variegata di questa idolatria sempre risorgente.
b) peccato come lacerazione dell’uomo: che gli piaccia o no, che se ne accorga o no l’uomo è internamente lacerato, ferito, senza pace; è nella insoddisfazione, nel vuoto lancinante, cammina verso un vuoto disperato e moltiplica … vuoto!
c) peccato contro il prossimo: il peccato, lo scisma da Dio si consuma sempre, inesorabilmente, contro il prossimo, che viene assoggettato, oppresso, disprezzato, corrotto, deviato, maltrattato.
d) peccato contro la creazione. L’uomo che fa scisma da Dio, che danneggia se stesso, che danneggia il prossimo, non può non danneggiare anche il mondo.

(Convertiti e credi al Vangelo – XVI)

Newsletter 18/10

Domenica 16 maggio 2010

La conversione del cuore è sollecitata dalla Madonna in tutte le sue apparizioni. Con molta insistenza! La Bibbia ne fa il motivo di fondo, che lega tutta la storia della salvezza. Se la finalità dell’azione di Dio nella storia è l’Alleanza, la conversione ne è il presupposto. E’ ancora una chiave di lettura formata da 5 movimenti:
1) beneficio divino: iniziativa divina gratuita attraverso un uomo solo ma verso tutto il popolo (Abramo, Mosè, Davide, ecc.)
2) peccato umano: l’uomo accetta, gioisce ma poi si dimentica, giunge a sazietà e esplode l’egoismo, la superbia, la irriconoscenza! E’ il peccato per cui non si corrisponde più a Dio.
3) Dio si allontana – è una punizione… è il Padre che tenta strade diverse per richiamare l’attenzione… per infrangere la durezza del cuore. Tuttavia esiste una resistenza a Dio che sembra senza rimedio… Babilonia è abbandonata alla distruzione con Sodoma!
4) Conversione. E’ la decisione del figliol prodigo. Si capisce che nella casa del Padre si è più sereni, felici, difesi… E’ il travaglio della rinascita. La confessione …!
5) La liberazione divina. Dio si rende ancora disponibile pienamente.
Secondo questo schema si può notare che tutta la Bibbia può essere riletta così, perché questa è la vicenda dell’uomo. Adamo – Israele in Egitto – Israele nel deserto – Israele in patria – David. La nostra stessa esistenza.

(Convertiti e credi al Vangelo – XV)

Newsletter 17/10

Domenica 9 maggio 2010

[Le qualità che rendono vera, autentica e continuativa la conversione:]

7) Escatologica: come ultimo e definitivo atto. E’ il sì che ci apre all’eternità. E’ il sì della linea di demarcazione: se ancora si commettono peccati… si è comunque in cammino! La conversione che si approfondisce, procede…! Lasciarsi convertire da Dio: il destino di chi si lascia convertire è descritto in modo lapidario da un celebre testo di Gioele, a cui Pietro fa riferimento il giorno della Pentecoste.

Io effonderò il mio spirito sopra ogni uomo e diverranno profeti i vostri figli e le vostre figlie;
i vostri anziani faranno sogni, i vostri giovani avranno visioni.
Anche sopra gli schiavi e sulle schiave, in quei giorni, effonderò il mio spirito.
Farò prodigi nel cielo e sulla terra, sangue e fuoco e colonne di fumo.
Il sole si cambierà in tenebre e la luna in sangue, prima che venga il giorno del Signore, grande e terribile.
Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato, poiché sul monte Sion e in Gerusalemme
vi sarà la salvezza, come ha detto il Signore, anche per i superstiti che il Signore avrà chiamati
.” (Gioele 3,1-5)

(Convertiti e credi al Vangelo – XIV)

Newsletter 16/10

Domenica 2 maggio 2010

[Le qualità che rendono vera, autentica e continuativa la conversione:]

6) Irreversibilità. La conversione totale, immediata, docile, autentica, cosciente, deve mantenere tali qualità per sempre!!!… Essa è definitiva ed irreversibile in quanto risposta ad una chiamata e ai doni divini che sono irreversibili! Se ci convertiamo, il Signore attua il suo disegno planetario, un’alleanza come segno, un Regno… che non finisce nel tempo. Così descrive questo rapporto Isaia alla fine del suo libro: “Voi dunque partirete con gioia, sarete condotti in pace. I monti e i colli davanti a voi eromperanno in grida di gioia e tutti gli alberi dei campi batteranno le mani. Invece di spine cresceranno cipressi, invece di ortiche cresceranno mirti; ciò sarà a gloria del Signore, un segno eterno che non scomparirà.” (Is 55,12-13). Da parte dell’uomo l’impegno deve essere almeno uguale: il suo convertirsi è un affidarsi al Signore, un rendersi disponibili a Lui perché prenda il possesso, la direzione della vita.

(Convertiti e credi al Vangelo – XIII)

Newsletter 15/10

Domenica 25 aprile

[Le qualità che rendono vera, autentica e continuativa la conversione:]

5) Coscienza. La conversione deve essere cosciente cioè lucida e consapevole: si sa che occorre abbandonare la via della rovina, anche se comoda e perfino piacevole, per mettersi sulla via del Signore, anche se scomoda e perfino dolorosa. Occorre sapere ciò che il Signore attende e, sapendolo, volerlo subito, con sforzo e attuando tutte le iniziative necessarie! La conversione deve essere cosciente perché incontra l’Intelligenza e la Sapienza che attuano il piano di salvezza (Ger 3,15). La conversione implica precisamente che l’uomo voglia conoscere la volontà divina per adeguarvisi. In questo tutti sono impegnati, dal Papa al più piccolo (solo in apparenza) dei membri del popolo di Dio. Nella Bibbia si nota che i chiamati vogliono conoscere ciò che il Signore vuole, attende, perché chiama: anche nel caso (es. Giona) per fuggirne lontano! Ora chi vuole essere del Signore… sta sempre in preghiera – in grazia, davanti a Dio, perchè il Signore gli mostri le sue vie e gli faccia conoscere i suoi disegni per seguirli pienamente (Salmo 119). Così la conversione è caratterizzata dalla piena volontà umana, che è coscienza riflessa.. (so, conosco e aderisco!) coscienza resa più sensibile, viva nelle prove, nei dolori, nella dura realtà quotidiana! Nel momento della tentazione, della prova… offrire tutto per Te Signore! Non indietreggiare, non lasciare, non abbandonare per il cattivo comportamento di altri o perché stordito del silenzio di Dio! La conoscenza del piano divino e della sua volontà, porta ad accettare la purificazione.

(Convertiti e credi al Vangelo – XII)

Newsletter 14/10

Domenica 18 aprile 2010

[Le qualità che rendono vera, autentica e continuativa la conversione:]

4) Autenticità. Si può ingannare chiunque… ma non il Signore! Eppure molti hanno una vita divisa interiormente e, sembra, in modo insanabile. Non si può patteggiare accettando una vita equivoca. C’è un radicalismo in noi…! E’ impossibile mentire al Signore: la conversione quindi deve essere vera, sincera, deve raggiungere la profondità dell’uomo e richiamarlo all’onestà fondamentale e globale non solo verso Dio ma anche verso sé stesso e verso il prossimo. L’autenticità quindi esige il ripudio sincero e radicale di ogni realtà che impedisca la conversione.

(Convertiti e credi al Vangelo – XI)

Newsletter 13/10

Domenica 11 aprile 2010

[Le qualità che rendono vera, autentica e continuativa la conversione:]

3) Totalità.  Il rapporto che vincola il Signore al suo popolo è l’amore. Ora, l’amore in Dio non può né potrebbe essere limitato. Perché Lui è amore. Perché tutta la storia della salvezza lo rivela… per Gesù che muore! L’amore non può essere limitato, non può avere limiti, essere diminuito, parziale. E ci ha fatti a Lui simili.
Ogni amore, se è autentico non può essere se non plenario, incondizionato, assoluto, radicale. Allora il movimento d’amore che deve riportare noi al Signore non può essere se non plenario, incondizionato, assoluto, radicale: tale è la conversione. Il Signore di Israele si presenta alla sua creatura come il “Dio geloso”, che non può dividere Israele con l’idolatra, con il peccato, con il male, ma lo vuole e lo esige tutto per sé. Geremia, il grande profeta della conversione e della fede descrive l’esperienza storica con un linguaggio poetico: Ger 3,1-5.
Il Signore non ammette che chi liberamente si unisce a Lui possa poi agire come prima dell’unione, secondo l’arbitrio e il capriccio che distruggono diritti e doveri reciproci. Esige la mente e il cuore, le azioni esterne e l’interna volontà, insomma l’uomo integrale, perché tutto l’uomo deve convertirsi se vuole essere salvo per intero.

(Convertiti e credi al Vangelo – X)