
Newsletter 2/10
Domenica 17 gennaio 2010
Con tutti gli altri esercizi di pietà può stare il peccato; ma non possono coabitare la meditazione e il peccato… è categorico! È impossibile perseverare nel peccato e nella meditazione… essere a tu per tu… incontrarci con Lui… diviene veramente insopportabile, un continuo inganno profondo!
La preghiera mentale che noi dichiariamo “necessaria” per tutto ciò che abbiamo detto, diviene una grande esigenza dell’anima… è una grande esigenza! Mettersi alla presenza di Dio, concentrare su di Lui i propri pensieri, umiliarsi dei propri peccati, chiedergli quanto ci è necessario per compiere la sua volontà, è (o dovrebbe essere) il bisogno insopprimibile di ogni anima, indipendentemente da qualsiasi obbligazione e da qualsiasi fine pratico da raggiungere.
Esigenza profonda: è un cercare Dio, un tendere a Dio, un desiderare Dio, un amare Dio. Chi non sente tutto ciò, significa che altri ideali polarizzano le esigenze, i pensieri, i desideri. Ma fallisce!
Alimentare questa esigenza è il risultato della meditazione.
(La preghiera mentale, V – fine)
Newsletter 1/10
Domenica 10 gennaio 2010
“Se faccio meditazione” dice l’abate Chantard “sono come rivestito di una armatura di acciaio”. E ancora: “Se abbandono la meditazione anche la Santa Messa, l’ufficio divino, tutto diviene penoso e meccanico e non più una lieve espressione di un cuore che ama”. Senza la meditazione, c’è poca vigilanza, manca il raccoglimento, niente orazioni distribuite durante il giorno, difficoltà nella testimonianza, confessioni fatte per abitudine: una città sempre meno difesa di fronte ad attacchi sempre più agguerriti. Ma anche l’efficacia dei sacramenti dipende dal modo con cui li riceviamo; hanno tanto più valore, portano molto più effetto a noi e alla Chiesa tutta quanto più siamo preparati, disponibili. È anche qui la meditazione che apre il cuore, che muove il nostro spirito.
(La preghiera mentale, IV)
Newsletter 13/09
Domenica 20 dicembre 2009
Nella settimana del S. Natale, interrompiamo la meditazione sulla preghiera per proporre un brano di una delle omelie della notte di Natale presenti nel testo “In attesa di te, della tua luce, della tua pace” della collana “I quaderni di don Tarcisio Comelli”. Riprenderemo la pubblicazione settimanale della newsletter domenica 10 gennaio.
Sorridetevi… Sorridetevi gli uni gli altri, sorridete a vostro marito, a vostra moglie, ai vostri figli. Questo vi aiuterà a crescere nell’amore perché il sorriso è frutto dell’amore. Nessuno in famiglia si avvicini a voi senza sentire di essere amato. E ricordiamoci che la gioia dell’amore, del dono, della delicatezza, della disponibilità passa e si esprime attraverso il sacrificio.
Ad ogni mamma, ad ogni papà, ad ogni giovane che partecipa a questa nostra celebrazione del Natale dico: sii il cuore silenzioso, delicato ed attivo della famiglia, della società, della Chiesa. Troviamo il tempo in casa per sorriderci, per rallegrarci a vicenda; basta poco: una gentilezza, una parola, un fiore, un sorriso e allora sarà vero il nostro Natale e ogni giorno sarà Natale.
Auguri di un Santo Natale!
Newsletter 12/09
Domenica 13 dicembre 2009
“Io passai un anno e più” dice S. Teresa d’Avila “senza fare orazione, persuasa com’ero di mostrare con ciò maggiore umiltà. Fu la più funesta tentazione alla quale io soggiacqui; essa mi conduceva alla più totale rovina. Era come precipitarmi da me stessa all’inferno, senza che vi fosse bisogno del demonio a portarmi”.
“Senza le orazioni” dice San Giovanni della Croce “l’anima non può vincere la forza di Satana; né senza umiltà e senza mortificazione conoscere i suoi inganni, essendo l’orazione e la croce di Cristo l’arma di Dio… In tutte le nostre necessità, avversità e difficoltà non c’è rimedio migliore nè più sicuro della preghiera”.
“Credi forse che Cristo abbia pregato invano? E allora – dice Arnaldo da Foligno – perché trascurarla stabilito che senza orazione non si viene a capo di nulla? Gesù pregò non per sé ma per lasciarci il modello della vera orazione. Se Lui ci dà questa indicazione, come pretendere, da parte nostra, di farne a meno?”
“Come l’anima è la vita del corpo così la preghiera è la vita dell’anima. – dice San Vincenzo de’ Paoli – Cosicché senza preghiera non avremmo la vita dell’anima e neppure quella del corpo. Il corpo non è più epifania dell’anima… ma solo della materia.”
Monsignor Scalabrini: “Chi lascia la meditazione o manca di fede o manca di cervello”.
Molti scrittori di ascetica affermano dunque che non si potrebbe dare ad una persona un avviso più importante e salutare di quello di essere fedele alla meditazione nonostante tutte le difficoltà. Se per indifferenza o per pigrizia la trascurano… si espongono a gravi pericoli: presto o tardi le tentazioni avranno il sopravvento perché mancherà la squisita sensibilità di avvedersene, scoprirle, fuggirle.
(La preghiera mentale, III)
Newsletter 11/09
Domenica 6 dicembre 2009
E’ dunque fuori di ogni dubbio che la preghiera mentale, poiché ci tiene sempre orientati a Dio e in grazia, costituisca un ottimo esercizio di ascesi cristiana.
Qui però ci domandiamo: è effettivamente necessaria? Non realizzandola ci mettiamo in pericolo?
San Pio X a proposito dell’orazione mentale, scrivendo ai sacerdoti diceva: “È di capitale importanza che ogni giorno venga dedicato un determinato spazio di tempo alla meditazione delle realtà eterne. Non c’è sacerdote che possa trascurare questo mezzo senza nota di grave incuria e senza danno dell’anima sua”. E il danno lo conosciamo tutti: affievolimento nella pietà, tiepidezza e forse anche il peccato per superficialità!
È facile arrivare, senza più ristoro e vivacità interiore, alla negligenza, alla tiepidezza fino al fastidio per le realtà spirituale! La carità diviene insipida, la volontà scompare, la generosità non c’è più, il nervosismo appare, l’impazienza compie misfatti, non si ha più “voglia” di pregare, di reagire; si è aridi, stanchi!
Alcune volte è proprio difficile trovare il tempo. Altre volte pur disponendo di tempo manca la calma, la tranquillità, la solitudine necessaria… Eppure occorre fare ogni sforzo se vogliamo rinvigorire, sostenere, alimentare la nostra serenità e vita interiore, se vogliamo salvarci…!
(La preghiera mentale, II)
Newsletter 10/09
Domenica 29 novembre 2009
Proponiamo da oggi, prima domenica di Avvento, una nuova meditazione dal titolo:
La preghiera mentale è necessaria
Tra i mezzi di preghiera cristiana nessuno, forse, è stato più universalmente apprezzato dell’esercizio della preghiera mentale. A raccomandarla non sono stati soltanto i contemplativi puri, ma anche gli uomini di azione. Chi l’ha detta luce, vittoria, lavacro; chi porta per…; chi manna…; chi fuoco…; chi una grande tranquillità, un silenzio, una dedizione, un desiderio di appartenere, di essere consacrato.
Ed infatti non vi è nulla di più dolce, nel silenzio degli uomini e delle cose, dell’effondere il proprio cuore nel cuore di Dio. Parlargli come a un Padre e fratello, ad un amico, esprimergli tutta la nostra riconoscenza e la gioia di sentirsi amati da Lui. Nulla di più consolante della certezza di essere compresi, scusati, perdonati; nulla di più confortevole del ritrovarsi cuore a cuore con Lui nelle ore tristi e amare della vita, nelle delusioni, negli insuccessi, nelle solitudini, negli abbandoni; nulla di più ineffabile dell’udire, nel profondo del nostro cuore, la sua voce ripeterci le parole che, sole, danno la salvezza, la vita, la benedizione.
È l’ora in cui la preghiera si fa profonda, del recupero del senso della giornata, degli atti che si compiono, della vita. È l’ora del riaccendersi del fuoco, della vita interiore… è l’ora più importante della vita, quella in cui Dio parla al nostro cuore.
(La preghiera mentale, I)
Newsletter 9/09
Domenica 22 novembre 2009
Come non c’è vera pietà senza un solido fondamento teologico così, ordinariamente, non c’è vera conoscenza spirituale di Dio e di se stessi, senza il faticoso e perseverante lavoro compiuto con la meditazione. Questo lavoro è frequentemente faticoso… senza un’applicazione seria molte anime vegetano… pietà superficiale, sentimentale, passeggera, sempre esposta a crisi. È un lavoro costoso dell’intelligenza per svuotarsi di sé e riempirsi di Lui.
Questo lavoro della meditazione non ha surrogati, non può essere sostituito da altri mezzi.
Al principio della divina avventura ci deve essere un desiderio: una grande volontà di cercarlo, di conoscerlo, di possederlo. Preghiamo con Sant’Agostino: “Signore, non disdegnare questo filo d’erba assetato”.
(La meditazione, IX – fine)
Newsletter 8/09
Domenica 15 novembre 2009
È nel lavorio lento, penetrante, diuturno della meditazione che noi riusciamo a scoprire un poco del mistero di Dio e così pure del nostro peccato. Scoprire finalmente la bellezza del vivere secondo Dio, la serenità… e l’attrattiva del suo amore. Il trattenersi a cuore a cuore con Dio, dopo aver più o meno a lungo considerato la sua Parola, costituisce la parte più importante della meditazione. È una logica conclusione.
Ma innanzitutto, occorre sforzarsi per meditare. Il pericolo più grosso che corre colui che si mette a meditare è quello di non sforzarsi nell’approfondimento della meditazione, oppure di abbreviarla… o di darla per scontata… e non meditare a sufficienza. Ogni scuola di spiritualità, di tutti tempi, non ha mai dimenticato di mettere in guardia dal grosso pericolo che corre colui che vuole entrare in relazione con Dio, in colloquio con Dio, senza la debita preparazione… e lo sforzo proporzionato; in una parola, senza il faticoso lavoro della meditazione.
(La meditazione, VIII)
Newsletter 7/09
Sabato 7 novembre 2009
III Meditare e pregare
Meditare è lo stesso che pensare, riflettere. Ma un riflettere alla luce della fede, per meglio diventare un tutt’uno con la Parola di Dio; si sente amore, volontà di servire, quindi… si prega! E’ un pregare più con l’intelligenza che con la volontà; un discorrere tra sé e sé ponderatamente, passando di verità in verità, di considerazione in considerazione, di conclusione in conclusione senza costrizioni: la meditazione diviene una orazione discorsiva.
Oltre all’intelligenza entra in moto anche la volontà: affetti, sentimenti che si fondono con l’intelligenza: è questo il termine della meditazione. “La meditazione – scrive San Francesco di Sales – non è altro che un pensiero attento, reiterato, volontariamente trattenuto dall’animo per muovere la volontà a santi e salutari affetti e risoluzioni”.
(La meditazione, VII)
Newsletter 6/09
Domenica 1 novembre 2009
Uno degli aspetti più tragici della nostra vita è la nostra cecità. E’ gravissima perché pensiamo, al contrario, di vederci bene..! “Se foste ciechi… ma dite ‘noi vediamo’… ecco il peccato…”. Per vedere, per conoscerci quali in realtà noi siamo è necessario confrontarci con la vera misura dell’uomo, cioè Cristo: “Io sono la luce del mondo… chi cammina dietro di me…”.
Finché ci compariamo con altri compagni di viaggio, come gli Apostoli che si sentivano pronti a tutto e poi…; così noi a confronto con gli altri: quasi perfetti… E a confronto di Gesù: ambizioni, sotterfugi, pigrizie, accomodamenti! E poi ci sono le adulazioni, ci sono gli interessati, i falsi pietismi e tutto ciò può dare giudizi interessati, viziati! Ma quando incominciamo a meditare l’umiltà di Betlemme, le fatiche e la povertà del suo apostolato, le sue privazioni, la donazione di sé fino alla passione mortale, allora cadranno tutte le illusioni nate da una troppo facilmente presunta rettitudine e generosità.
Cadranno le illusioni attorno a noi stessi, nella riflessione pacata e spassionata nel misurare il desiderio e la realizzazione, i propositi e le nostre meschine realizzazioni, le decisioni e le cadute… scopriremo il nostro nulla. Prenderemo allora la nostra giusta posizione di fronte a Dio e il dialogo non solo sarà possibile ma avrà un senso. Eviteremo, tra l’altro, il pericolo di credere di ascoltare le parole di Dio mentre in realtà ascoltavamo noi stessi; di crederci umili quando in realtà era ancora la superbia a dominare la nostra vita; di crederci altruisti quando in realtà eravamo ancora un impasto di egoismo.
(La meditazione, VI)