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January, 2011

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Newsletter 4/11

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Domenica 30 gennaio 2011

Vediamo ora alcuni difetti. Esiste in fisiologia una malattia chiamata “inedia”. È una infermità particolarmente pericolosa perché non ha sintomi spettacolari, la morte arriva silenziosamente, senza dolori. Sopravviene l’inedia acuta e ci si avvia alla morte.

Nella vita spirituale si ripete il medesimo andamento. Si comincia ad abbandonare l’orazione (intimità con Dio…) per ragioni valide o apparentemente valide. Noi anziché dirigerci da Dio al molteplice, per testimoniare, servire ecc., con la contemplazione… portando Lui nel molteplice, ci lasciamo invece prendere dal molteplice, sedurre, attrarre, rinchiudere e il nostro intimo diviene freddo, vuoto, insoddisfatto, in dispersione. In tal modo entra nell’anima come una lenta notte – e ci troviamo in grossa difficoltà a riprendere i contatti con Dio.

(La nostra vita come sfida - XIII)

Newsletter 3/11

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Domenica 23 gennaio 2011

Dio è un precipizio che attrae e tanto più attira quanto più ci si avvicina.

“Tu, Trinità eterna – scrive Santa Caterina da Siena – sei un mare profondo che, quanto più ci entro tanto più ti trovo e quanto più ti trovo tanto più ancora ti cerco. Tu sei insaziabile, perché, saziandosi l’anima nell’abisso tuo, non si sazia perché sempre rimane nella fame di Te, Trinità eterna, desiderando di vederti col lume nel tuo lume.
Tu sei fuoco che sempre ardi e mai consumi; tu sei fuoco che consumi nel tuo calore ogni amore proprio dell’anima! Vesti, vesti me di Te, verità eterna, così che io corra questa vita mortale con vera obbedienza e con il lume della fede, del quale lume tu di nuovo inebri l’anima mia”.

Siamo nella mistica, è vero, ma ricordate quanto scriveva Karl Rahner? “Il cristiano di oggi e di domani sarà un mistico cioè uno che ha sperimentato qualche cosa oppure non sarà nulla”. A questo punto dobbiamo arrivare..!

(La nostra vita come sfida - XII)

Newsletter 2/11

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Domenica 16 gennaio 2011

Poche cose come la descrizione di Nikos Kazantzakis, nel suo “povero di Assisi”, ci fanno intendere la realtà di questa legge: “E mentre io riflettevo Francesco d’Assisi appariva all’ingresso della grotta. Risplendeva come un carbone ardente. La preghiera aveva divorato ancor più la sua carne. Ciò che di essa rimaneva brillava come fiamma. Una strana felicità illuminava il suo volto. Mi tese la mano. “Bene, fratello Leone, mi disse, sei disposto ad ascoltare ciò che sto per dirti?” I suoi occhi brillavano come se avesse la febbre, in essi io potevo distinguere angeli e visioni che riempivano il suo sguardo. Ebbi paura. Forse aveva smarrito la ragione? Indovinando il mio timore Francesco mi si avvicinò: “Finora si sono usati molti nomi per definire Dio. Questa notte ne ho scoperti altri. Dio è abisso inesauribile, insaziabile, implacabile – colui che mai ha detto all’anima: “ora basta”. E poi, con voce emozionata, aggiunse: “Mai abbastanza. Non basta mai fratello Leone. Ecco ciò che Dio mi ha gridato durante questi tre giorni e queste tre notti là, all’interno della grotta: mai abbastanza”. Temetti che facesse qualche sproposito. Replicai: “e che cosa vuole Dio ora da te? Non abbracciasti il lebbroso che tanta ripugnanza ti causava?” “Non è abbastanza!” “Non abbandonasti tua madre, la donna più squisita del mondo?” “Non è abbastanza!” “Non ti rendesti ridicolo restituendo i vestiti a tuo padre restando nudo di fronte alla gente?” “Non è abbastanza!” “Ma… non sei l’uomo più povero del mondo?” “Non è abbastanza! Non dimenticare, fratel Leone: Dio è mai abbastanza”.

(La nostra vita come sfida - XI)

Newsletter 1/11

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Domenica 9 gennaio 2011

L’autore dei salmi ha sete di Dio come una terra arida; come una cerva anela ai corsi d’acqua (sal. 41). Si alza nel cuore della notte per stare con l’amato (sal. 118). Gesù ruba le ore al sonno e al riposo per stare con il Padre! Charles de Focault: ore infinite…. E Bonhoeffer ? Sorvegliato dalle SS nella sua prigione, medita sulla sua prossima morte e scrive ad un amico: “Il giorno in cui mi seppelliranno vorrei che mi cantassero: Una cosa domando al Signore, di abitare nella sua casa tutti i giorni della mia vita”. Si realizza il principio: a maggior vicinanza corrisponde maggior velocità, come nella legge fisica dell’attrazione delle masse.

(La nostra vita come sfida - X)