Domenica 16 gennaio 2011

Poche cose come la descrizione di Nikos Kazantzakis, nel suo “povero di Assisi”, ci fanno intendere la realtà di questa legge: “E mentre io riflettevo Francesco d’Assisi appariva all’ingresso della grotta. Risplendeva come un carbone ardente. La preghiera aveva divorato ancor più la sua carne. Ciò che di essa rimaneva brillava come fiamma. Una strana felicità illuminava il suo volto. Mi tese la mano. “Bene, fratello Leone, mi disse, sei disposto ad ascoltare ciò che sto per dirti?” I suoi occhi brillavano come se avesse la febbre, in essi io potevo distinguere angeli e visioni che riempivano il suo sguardo. Ebbi paura. Forse aveva smarrito la ragione? Indovinando il mio timore Francesco mi si avvicinò: “Finora si sono usati molti nomi per definire Dio. Questa notte ne ho scoperti altri. Dio è abisso inesauribile, insaziabile, implacabile – colui che mai ha detto all’anima: “ora basta”. E poi, con voce emozionata, aggiunse: “Mai abbastanza. Non basta mai fratello Leone. Ecco ciò che Dio mi ha gridato durante questi tre giorni e queste tre notti là, all’interno della grotta: mai abbastanza”. Temetti che facesse qualche sproposito. Replicai: “e che cosa vuole Dio ora da te? Non abbracciasti il lebbroso che tanta ripugnanza ti causava?” “Non è abbastanza!” “Non abbandonasti tua madre, la donna più squisita del mondo?” “Non è abbastanza!” “Non ti rendesti ridicolo restituendo i vestiti a tuo padre restando nudo di fronte alla gente?” “Non è abbastanza!” “Ma… non sei l’uomo più povero del mondo?” “Non è abbastanza! Non dimenticare, fratel Leone: Dio è mai abbastanza”.

(La nostra vita come sfida - XI)