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March, 2015

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Newsletter 12/2015

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All’inizio della Settimana Santa, pubblichiamo un brano di una meditazione di Don Comelli sulla Passione di Cristo, augurando a tutti una Santa Pasqua.

Domenica 29 marzo 2015

Ora si avverano le parole misteriose di tanti salmi, come quelle del salmo 88: “Pesa su di me il tuo sdegno e con tutti i tuoi flutti mi sommergi… Sopra di me è passata la tua ira, i tuoi spaventi mi hanno annientato”. Esse suggeriscono l’idea di un’isola sulla quale è passato un uragano, lasciandola desolata e spoglia. Tutto l’universo morale della colpa pesava, in quel momento, sull’anima di Gesù. Il Signore fece ricadere su di Lui l’iniquità di tutti noi. Egli è l’Agnello di Dio che porta il peccato del mondo. La vera croce che Gesù portò sulle spalle, che portò sino al Calvario e alla quale venne poi inchiodato fu il peccato. Poichè Gesù porta in sè il peccato, Dio è lontano; di più, Dio è la causa del suo tormento maggiore. Nel Figlio si scontra questa doppia realtà: tutto l’amore di Dio e tutto l’egoismo umano; la somma santità e la somma malizia. Tutto questo crea in Lui una tempesta indicibile, insopportabile tanto da far emergere dal profondo del cuore: “ L’anima mia è triste fino alla morte”. Gesù ha vissuto questa situazione-limite in assoluto. Il dolore fu acutissimo, indescrivibile, nessuna mente umana può immaginarlo e nessuno è capace di comprendere.

Newsletter 11/2015

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Domenica 29 marzo

Ogni volta che ascoltiamo la Parola non sono ricordi storici ma è legge per oggi. Ogni volta che si proclama la Torah si ripete in qualche modo l’evento originario prodottosi sul Sinai: “Il Signore vi parlò dal fuoco; voi udivate il suono delle parole ma non vedevate alcuna figura: vi era soltanto una voce” Deut. 4,12.
Dunque la Rivelazione di Dio sta nell’ascolto. Da questo evento fondamentale ed esemplare per ogni ascolto della Parola, l’insegnamento più importante che ne traiamo è il seguente: di Dio noi abbiamo una esperienza di ascolto, non di visione. È proprio in ragione anche di questo la proibizione di costruire immagini, Deut. 4,15 e 5,8ss. Jahvè non si è rivelato ad Israele facendogli vedere il suo volto ma facendogli udire la sua voce! Nessuna delle cosiddette visioni teologiche dell’Antico Testamento ha mai la pretesa di descriverci il volto di Dio. Lo si vede solo di spalle (Es. 33,23) o solo dai piedi in giù (Es. 24,10) oppure se ne intravede solo il lembo del vestito (Is. 6,1); tutte espressioni figurate e forse anche sottilmente ironiche per affermare l’impossibilità della visione e quindi la rivelazione solo nell’ascolto.

(Urgenza dell’ascolto della Parola – VI)

Newsletter 10/2015

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Domenica 22 marzo

All’inizio del capitolo 4 del Deuteronomio la formula “Shemà Israel” riceve un’importante connotazione: cioè le antiche parole della legge vengono attualizzate “nell’oggi”, nell’ora della vita del popolo. “Ora, Israele, ascolta le leggi e le norme che io vi insegno, affinché le mettiate in pratica”. Tutto questo è molto importante per noi, per la nostra meditazione, perché ogni Parola rivela valore oggi! Quindi è sempre nuova ogni giorno e ogni qual volta viene proclamata è sempre come se fosse la prima volta che viene udita: “Il Signore non ha stabilito questa alleanza con i nostri padri, ma con noi che siamo qui oggi tutti in vita” Deut. 5,3. È scioccante tutto ciò! È straordinario!

(Urgenza dell’ascolto della Parola – V)

Newsletter 9/2015

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Domenica 15 marzo

Per convincerci dell’importanza capitale dell’ascolto iniziamo con l’approfondimento di qualche passo scritturistico, Deuteronomio capitoli 4-5-6 soprattutto. Il termine “Shemà Israel”, in questo libro ritorna per circa 80 volte. Sono questi capitoli del Deuteronomio che ci offrono delle indicazioni estremamente profonde e suggestive per una teologia biblica dell’ascolto. Nell’economia di tutto il libro questa insistenza vuol essere una preparazione ad ascoltare proficuamente tutta la legge che poi esporrà. “Ascolta Israele”: non si tratta di un ascolto personale o privato ma ecclesiale, liturgico a cui è chiamato tutto il popolo.

(Urgenza dell’ascolto della Parola – IV)

Newsletter 8/2015

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Domenica 1 marzo

Possiamo chiederci: chi sono i veri discepoli del Signore, quelli amati, quelli che diventano come Lui? “Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!” (Lc 11,28). Sono madre, padre ecc.
Si osserva che i discepoli del Signore erano quelli che stavano con Lui. Ma oggi come è possibile dopo 2000 anni? Se ascoltiamo, se sperimentiamo la sua voce … oggi! È nell’ascolto della sua Parola che si vincono tutte le battaglie e si rimane saldi in ogni bufera.

(Urgenza dell’ascolto della Parola – III)