Domenica 29 marzo

Ogni volta che ascoltiamo la Parola non sono ricordi storici ma è legge per oggi. Ogni volta che si proclama la Torah si ripete in qualche modo l’evento originario prodottosi sul Sinai: “Il Signore vi parlò dal fuoco; voi udivate il suono delle parole ma non vedevate alcuna figura: vi era soltanto una voce” Deut. 4,12.
Dunque la Rivelazione di Dio sta nell’ascolto. Da questo evento fondamentale ed esemplare per ogni ascolto della Parola, l’insegnamento più importante che ne traiamo è il seguente: di Dio noi abbiamo una esperienza di ascolto, non di visione. È proprio in ragione anche di questo la proibizione di costruire immagini, Deut. 4,15 e 5,8ss. Jahvè non si è rivelato ad Israele facendogli vedere il suo volto ma facendogli udire la sua voce! Nessuna delle cosiddette visioni teologiche dell’Antico Testamento ha mai la pretesa di descriverci il volto di Dio. Lo si vede solo di spalle (Es. 33,23) o solo dai piedi in giù (Es. 24,10) oppure se ne intravede solo il lembo del vestito (Is. 6,1); tutte espressioni figurate e forse anche sottilmente ironiche per affermare l’impossibilità della visione e quindi la rivelazione solo nell’ascolto.

(Urgenza dell’ascolto della Parola – VI)